Magenta sfida Sanremo e cala la carta Valpolicella
Racconti dalle delegazioni
12 maggio 2025

In concomitanza con la kermesse canora nazionale, dove l’intero paese sembra fermarsi davanti al televisore, la sede di Magenta di AIS Milano apre il sipario sul 2025 sfidando Sanremo. In scena una delle aree vinicole più rinomate d’Italia: la Valpolicella. Ospite d’onore l’azienda agricola Le Salette, cantina rappresentativa e storica della zona.
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La sede di Magenta di AIS Milano apre il sipario sul 2025 in concomitanza con il Festival di Sanremo. Nelle serate in cui l’intera nazione sembra fermarsi davanti al televisore, Vinicio Zanetti, sommelier, degustatore e relatore di AIS Milano, lancia la sfida a Carlo Conti presentando una delle zone di maggior prestigio nel panorama dell’enologia italiana: la Valpolicella. Nel ruolo di co-conduttore Franco Scamperle, titolare della storica azienda agricola Le Salette. Il primo segnale di successo lo hanno già decretato i partecipanti: le iscrizioni all’evento vanno sold out nei primissimi giorni dal lancio. La vittoria definitiva la proveranno a ottenere Vinicio e Franco che, intrecciandosi in un percorso coinvolgente e appassionante, ci spiegheranno perché oggi la Valpolicella è una delle aree vinicole più rinomate d’Italia e attira numerosi appassionati di vino e turisti da tutto il mondo.
La Valpolicella e il suo territorio
Vinicio tratteggia sulla mappa la zona di produzione della Valpolicella DOC che copre l’intera fascia pedemontana della provincia di Verona estendendosi dal lago di Garda fino quasi al confine con la provincia di Vicenza. Le piccole valli scavate dai progni, i torrenti che scendono dai Monti Lessini, costituiscono la zona Classica, la più antica e vocata che comprende i comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio e San Pietro in Cariano. Ed ecco la prima particolarità a rendere quest’area unica. All’interno dei cinque areali troviamo suoli completamente diversi in grado di produrre vini ben caratterizzati. È un’alternanza di terreni ricchi di calcare, alluvionali, costituiti da rocce calcaree stratificate o da vulcaniti basaltiche e da suoli argilloso-limosi.
A completare un quadro pedoclimatico straordinario ci pensano le calde brezze del Lago di Garda che incontrano l’aria fresca dei Monti Lessini il cui connubio caratterizza un clima moderatamente continentale, con inverni freddi e umidi ed estati calde e secche che favoriscono lo sviluppo di varietà autoctone come corvina, corvinone, rondinella e, in misura minore, molinara, forselina, negrara, oseleta e saorin. Sconcerta il primo commento di Franco di come il cambiamento climatico abbia modificato il processo produttivo: «quest’anno abbiamo raccolto le uve nella prima metà di settembre, un mese in anticipo, se non oltre, rispetto al passato. In un periodo ancora caldo l’essiccazione delle uve per la produzione dell’Amarone risulta accelerata: i trenta giorni anticipati di oggi equivalgono ai quattro mesi (fino a fine febbraio) necessari qualche anno fa. A Natale tutti i produttori hanno già completato il processo di svinatura. Un tempo avveniva all’inizio della primavera».
La Valpolicella, negli ultimi anni, ha saputo passare attraverso cambiamenti strutturali e di mercato aumentando il proprio prestigio internazionale. Buona parte del successo è insita nella sua storia produttiva, fortemente legata ai suoi vitigni autoctoni. Gli agricoltori e i produttori si sono impegnati a preservare le tradizioni vitivinicole locali, ma hanno anche introdotto moderni metodi di viticoltura e vinificazione per migliorare la qualità e l’espressione dei vini. «Mediamente i vini di oggi sono più qualitativi di quelli di 20/30 anni fa» afferma Franco. «Probabilmente si è perso un po' di romanticismo. Oggi i fruttai per l’essiccazione delle uve sono composti da cassette di plastica inserite all’interno di impianti termo-ventilati che controllano temperatura e umidità a tutto vantaggio della qualità e della capacità di invecchiamento dei vini».
Nonostante i numerosi successi, Franco ci colpisce per la semplicità di racconto. L’esperienza è arrivata dal lavoro in campo e in cantina. L’apice qualitativo dei suoi vini l’ha raggiunto giorno dopo giorno sporcandosi le mani di terra. Ancora oggi, se si passa a trovarlo in azienda, è più facile vederlo immerso nell’operatività quotidiana delegando ad altri i compiti di rappresentanza. Franco prosegue raccontandoci una bella storia ambientata sulle colline di Fumane. La storia di una grazia ricevuta: era il 1860 e i contadini locali decisero di costruire il Santuario delle Salette come ringraziamento alla Madonna per l'avvento del portainnesto americano, fonte di rinascita delle vigne dopo il flagello della fillossera. I numerosi vigneti che circondano il Santuario appartengono da sempre all’azienda agricola omonima, fondata e tuttora espressione di una famiglia storica di produttori della Valpolicella, gli Scamperle. Attualmente l’azienda dispone di 20 ettari coltivati situati tra i luoghi più rinomati della Valpolicella Classica DOC. Per generazioni la famiglia Scamperle si è dedicata alla coltivazione dell'uva e, nel corso degli anni, ha aumentato gradualmente il numero e l’estensione dei vigneti, nel continuo rispetto della natura, seguendone i cicli produttivi, al fine di dare massimo risalto all'originalità e tipicità delle uve autoctone: corvina, corvinone, rondinella, oseleta, una piccola quantità di molinara e croatina.
Guidati da Vinicio non ci resta che lanciarci nella degustazione dei vini della storica azienda agricola e a seguire ci aspetta la consueta cena a base di piatti tipici regionali veneti dove avremo nuovamente la possibilità di degustare i vini di Franco Scamperle.
La degustazione
Salettino Bianco 2024 – prima uscita
50% goldtraminer, 50% chardonnay
Iniziamo la degustazione con un’anteprima assoluta. Solamente 2.000 le bottiglie prodotte che Franco sta valutando se mettere in commercio o tenere per sé e gli amici che vanno a trovarlo. Colore giallo paglierino, non fitto ma lucente. Naso fine con protagonista la parte aromatica. A seguire note di frutta fresca di mela e di uva spina, e una nota verde vegetale. Sorso immediato e fresco. La nota pseudo-calorica risulta ben integrata e fa da spalla ad acidità e sapidità derivanti dall’altitudine del vigneto. Assoluta corrispondenza tra parte olfattiva e gustativa. Vino di buona struttura.
Valpolicella Classico DOC 2023
70% corvina e corvinone, 30% rondinella, croatina e molinara
Proseguiamo la degustazione partendo dalla base della DOC Valpolicella. Maturazione di 8 mesi in acciaio e affinamento in bottiglia per 5 mesi. Rosso rubino luminoso, cristallino e di fittezza limitata. Al naso esplodono le note fruttate di ciliegia e di frutti rossi. A seguire una leggera nota ematica di fondo. Vino di facile beva, mediamente strutturato e pensato per essere un vino moderno, fresco e giovane. Si presta a numerosi abbinamenti. Rappresenta una bellissima espressione di semplicità.
Valpolicella Ripasso Classico DOC Superiore I Progni 2021
70% corvina e corvinone, 30% rondinella e oseleta
L’asticella qualitativa si alza. Siamo a “I Progni”, località situata nel cuore della Valpolicella Classica e più precisamente a Fumane. Il vigneto gode di un’ottima esposizione solare ed escursione termica giornaliera che portano ad avere un vino longevo e ricco di mineralità. Macerazione della durata di 8/10 giorni a temperatura controllata di 20-24 °C. A febbraio segue una seconda fermentazione (tecnica del Ripasso) sulle uve dolci appassite locali. Il vino si presenta di colore rosso rubino, cristallino di media fittezza. Naso ricco di note di frutta matura (ciliegia) e fiori essiccati impreziosito da sentori terrosi quasi ematici. Al sorso ben percettibile la nota pseudo-calorica più lieve di quella tannica. Si distingue per freschezza e mineralità. Vino giovane e irruento destinato a una lunga longevità.
Rosso Veronese IGT Ca Carnocchio 2018
90% corvina e corvinone, 10% croatina e oseleta
Vino particolarmente rappresentativo e caro a Franco Scamperle. Siamo a metà degli anni ‘80 e, in controtendenza all’orientamento di gran parte dei produttori che si concentravano su vini di pronta beva, freschi e leggeri, Franco ambisce a un’alternativa all’Amarone già conosciuto, ma non ancora famoso come oggi. Maturazione di circa 24 mesi in barrique e successivo affinamento in bottiglia per sei mesi. Colore rosso rubino carico e luminoso. Ampio e coinvolgente il corredo dei profumi che si apre su note di frutta matura quasi sotto spirito e a seguire note terziarie di cacao e caffè. Al sorso la nota pseudo-calorica è ben integrata. In evidenza la parte sapida. Vino vibrante, potente e di grande freschezza nonostante i 15 anni di età.
Amarone Classico della Valpolicella DOCG 2018
70% corvina e corvinone, 30% rondinella, croatina, oseleta e dindarella
Maturazione di 30 mesi in botti di rovere di Slavonia e a seguire 6 mesi di affinamento in bottiglia. Colore rosso rubino fitto e lucente. Naso non particolarmente intenso ma di grande complessità. In evidenza note di mora, frutti di bosco, ribes e mirtillo. Chiaro respiro balsamico seguito da sentori vegetali e speziati. Grande coerenza naso/bocca. La parte alcolica non è invasiva. Vino morbido e ben sostenuto dalla parte fresca e acida. Rotondo e pieno. Vino di grande classe.
Amarone della Valpolicella Classico DOCG Riserva Pergole Vece 2018
80% corvina e corvinone, 20% rondinella e oseleta
Vino prodotto dalla selezione delle migliori uve nei tre cru di proprietà. Maturazione minimo di 30 mesi in barrique e a seguire un anno di affinamento in bottiglia. Rosso rubino lucente. Profilo olfattivo di assoluta eleganza, raffinatezza e complessità. Il ventaglio aromatico si apre con note di confettura e a seguire sentori vegetali e balsamici. Chiude con note speziate di pepe e cannella. Sorso di grande finezza. La nota pseudo-calorica è presente ma non invasiva. Incredibile setosità e rotondità. Chiude su una spiccata sapidità che gli dona slancio. Grande vino.
Non potevamo concludere la serata senza annunciare il vincitore della sfida. Con tutta obiettività possiamo dire che questa sera il vero Festival si è celebrato a Magenta nonostante Vinicio non sia stato in grado di eguagliare l’abbronzatura del celebre presentatore Rai e lo stesso Franco abbia dovuto arrendersi al confronto con la fisicità di Alessia Marcuzzi.