Mantova ospita il Brunello di Montalcino

Raro degustare 14 etichette di Brunello di Montalcino nella stessa serata. È successo lo scorso 14 aprile grazie ad una serata condotta da un grande esperto del territorio ilcinese come Massimo Castellani

Linda Moscatelli

Protagoniste le vigne attorno al borgo di Montalcino, patrimonio dell'Unesco dal 2004, oasi felice, territorio protetto dal monte Amiata e confinato tra le acque dei più importanti fiumi della provincia di Siena: Ombrone, Asso e Orcia.
In questo microclima favorevole, tipicamente mediterraneo, su un suolo con caratteristiche mutevoli per costituzione e struttura, si coltiva il sangiovese grosso con acini caratterizzati da un rapporto polpa/buccia favorevole a quest'ultima con conseguente maggiore estrazione di tannini e polifenoli.

Qui le vigne sono da sempre produttrici di un vino rosso, ma è soltanto a partire dall'800 che producono Brunello secondo quella che diventerà poi una specifica denominazione protetta e disciplinata.
Il merito della creazione di un vino che da quel momento non ha mai conosciuto crisi è del farmacista Clemente Biondi Santi e alla costituzione del suo primo impianto. Fino ad allora il vino più conosciuto è un vino bianco dolce: il Moscadello di Montalcino. È poi, in un secondo tempo, che il nipote Ferruccio, erede della tenuta, identificherà un vero e proprio mercato di riferimento.

In questo contesto la nostra Delegazione ha visto come protagonisti 14 Brunello di Montalcino dell'annata 2014, difficile ma comunque interpretata con grande qualità dai produttori che sono riusciti a reagire alle avversità atmosferiche di quella stagione. Fu, infatti, un'annata piovosa e fredda, che causò una riduzione del 30% della produzione rispetto alla normalità, ma che è comunque riuscita a donare vini vivaci ed eleganti, magari non potenti ma comunque molto equilibrati.

Ed ecco i 14 vini vini degustati con la conduzione del Sommelier Massimo Castellani:

- Lambardi 2014: frutto rosso fresco e fragrante. Note floreali di viola e iris. Profumo dinamico con speziatura incisiva. Acidità, tratto distintivo dell'annata.
- Capanna 2014: vigneti luminosi e ventilati. Grande respiro floreale. Ciliegia, lampone  e arancia sanguinella. Fresco, dinamico, elegante. Tannini scattanti.
- Sasso di sole 2014: stabilizzazione del vino in acciaio prima di affinare in legno. Amarena, ribes nero, pepe. Nota tostata e  balsamica. Impronta calorica avvolgente con tannino setoso.
- Cordella 2013: "intruso" di annata precedente. Grande naso: spicca l'amarena e la tostatura. Speziato con dolcezza vanigliata.
- Solaria, Patrizia Cencioni 2014: frutta rossa e sanguinella. Freschezza e salinità non stentano ad uscire. Astringenza graffiante ma non vegetale.
- Martoccia 2014: esposizione su versante con buona ventilazione. Affinamento anche con utilizzo di barrique. Ricchezza di bocca e grande equilibrio.
- Carpineto 2014: sottile nel colore, ampio al naso. Amarena, erbe officinali, livello olfattivo elegantissimo. Aereo. Grande personalità.
- San Lorenzo, Bramante 2014: esposizione rivolta alla Maremma, assemblaggio di 4 vigne diverse. Vino teso alla tradizione. Profumo agrumato, arancia rossa, resina e china. Bello il tannino e la mineralità. Grande potenzialità di affinamento.
- San Carlo 2014: frutto rosso in confettura. Floreale. Tannino ben espresso.
- Camigliano 2014: appendice Sud occidentale, zona più calda. Profumo equilibrato e intenso. Dolcezza con tratti balsamici e di caramello. Non sembra percepire la criticità dell'annata.
- Banfi, Poggio alle Mura 2014: nota speziata vanigliata che accentua il frutto. Amarena, arancio, ribes nero. Sapido e dinamico. Potente.
- Col d'Orcia 2014: elegante al naso. Tabacco, cuoio, tannino integrato. Fresco. Chiusura balsamica. Notevole persistenza.
- La Fiorita 2014: impronta vegetale e sottobosco. Frutto rosso, liquirizia e balsamicità. Tannino elegante.
- Fanti 2014: frutto pepato, bocca ricca e speziatura dosata. Tannini pieni, non graffianti. Nota aerea.

Grande serata per un'altissima qualità dei vini degustati, frutto di un territorio di base comunque straordinario e sempre generoso anche nelle annate più critiche.

Foto di Andrea Peccini