Questa sera...la Valle del Riesling
Alla scoperta dell’enclave italiana di un grande vitigno mitteleuropeo. La Delegazione di Bergamo, per mano della delegata Nives Cesari e del maestro di cerimonia Luca Castelletti, ci conduce ad approfondire la conoscenza di uno dei cultivar più interessanti del panorama ampelografico internazionale.
RUBRICHE
Il Riesling, così famoso ed apprezzato in tutto il mondo, trova in Italia un’area molto vocata in Oltrepò Pavese, ove fu importato dagli Austriaci al seguito delle truppe durante le guerre risorgimentali. “La Valle del Riesling Oltrepò” è l'associazione che ha intrapreso un percorso di valorizzazione della varietà, riunendo circa venti produttori attorno ai territori comunali della zona a più forte vocazione: Calvignano, Montalto Pavese, Oliva Gessi, Casteggio, Mornico Losana e Rocca de’ Giorgi.
Il Presidente dell’associazione, il dott. Gabriele Marchesi, presenta il progetto, chiarendo l’intenzione di non porsi in competizione, bensì in gemellaggio coi produttori dei principali Riesling europei. Progetto di sicuro ambizioso, sia negli intenti che nella realizzazione. L’enologo di riferimento, impegnato in prima persona come produttore locale, è Fabrizio Marzi. Grande amante di questo vitigno, Marzi mette a fuoco il fenomeno. In Oltrepò Pavese, il Riesling (Italico) occupa quasi milleseicento ettari; di questi, i comuni coinvolti ne hanno stanziati circa cento alla coltivazione del più nobile Riesling Renano. I due vitigni non hanno alcun rapporto di parentela: il “nostro” ha origini incerte, forse francesi, forse balcaniche, prospera in climi secchi e su terreni più caldi rispetto al renano. I tedeschi, con una punta di irritazione, ci tengono a definirlo Welschriesling (Weslch sta per straniero), quasi a fugare possibili fraintendimenti. E’ la zona vitivinicola della Mosel-Saar-Ruwer, in Germania, a detenere il primato europeo di estensione delle coltivazioni di Riesling, spesso definito Johannisberg Riesling. L’Alsazia, invece, è la sola regione francese nella quale sia consentita la coltivazione di Riesling. In Italia, al di fuori della Lombardia, il Riesling è presente in modica quantità in Alto Adige e nel Collio friulano, a ridosso del confine sloveno. Nel resto del mondo, lo troviamo soprattutto in Australia, dove segue lo Chardonnay per estensione. È un vitigno esigente: gradisce un periodo maturativo prolungato e forti escursioni termiche per poter estrarre il massimo dei precursori aromatici, conservando al contempo l’acidità. Si esprime alla perfezione sulle rive scoscese della Mosella e dei suoi affluenti, dove trova la pendenza adeguata per l’irraggiamento ottimale e il terreno ricco di ardesia, cruciale nel rilasciare il calore accumulato. Il risultato è un’uva particolarmente interessante, molto ricca in monoterpeni, che spicca per la sua longevità e per l’estrema variabilità espressiva a seconda della vigna di provenienza. I vini da Riesling si distinguono per un corredo di profumi intenso e riccamente minerale; con l’invecchiamento può comparire la famosa nota di idrocarburi.
La gamma della serata si apre con il Riesling Kabinett Troken 2009 di Horst Sauer, produttore teutonico della Franconia. Nel bicchiere sgorga un color verdeoro piacevolissimo, a tratti brillante. E’ percepibile il varietale erbaceo, cui si aggiungono note di frutta bianca piuttosto acerba. La freschezza gustativa e la sapidità sono marcate, così come la persistenza. Un vino, nel complesso, di delicata eleganza. Il Riesling “Vigna Martina” 2009 della Tenuta Isimbarda aggiunge qualcosa. Al colore, simile al precedente, e alle nuances olfattive di mela acerba e ananas, si associano una maggior rotondità e un deciso equilibrio gusto-olfattivo. La pienezza e la struttura appaiono rilevanti. L’Obermairlhof Riesling 2009 dell’azienda altoatesina Haderburg è un bell’esempio di vino da coltivazione biodinamica. Il naso appare ricco, dominato da camomilla dolce e frutta gialla matura. Colpisce una grande mineralità, sia all’olfatto che all’assaggio. E’ colmo in bocca e chiude con una gradevole sensazione amaricante. Il Riesling “Campo della Fojada” 2009 dell’azienda Travaglino è figlio dell’opera dell’enologo Marzi. I profumi sono suadenti, ricordano menta fresca, limoncella e citronella; anche qui è deciso lo spunto minerale. L’assaggio è scandito dalla freschezza gustativa, accompagnata da componenti di sapidità e mineralità di rilievo. In aggiunta, ha grande struttura: un vino con sicura propensione ad invecchiare. L’esponente alsaziano – Riesling Grand Cru “Praelatenberg de Kintzheim” 2009 del Domain Engel – ci avvolge con note più calde ed aromatiche: miele di castagno, fiori gialli e tarassaco. Esibisce una coerente linearità tra le sensazioni olfattive e quelle gustative. Torniamo in Germania, in Mosella, per un Riesling Spätlese di Von Schubert-Grünhaus 2007. Alla vista appare più polposo e dorato. Il naso è potente: la frutta (ananas e banana) si accompagna alla sensazione minerale e compaiono note di trielina. In bocca ci colpisce il fondo dolce, anche se la persistenza non è lunghissima. Segue un altro Spätlese della stessa zona vitivinicola, il Graacher Himmelreich del 2000. Nonostante gli anni, esibisce tonalità cromatiche più verdi che auree. Spicca la nota d’idrocarburi, associata a sentori di buccia di lime. In bocca conserva una superba acidità. Chiude la degustazione una sorpresa: l’azienda Marchesi di Montalto propone il Passirée 2008, ottenuto da uve Riesling vendemmiate tardivamente con iniziale appassimento. Il colore dorato si accompagna ad un naso di confetture, di composte e canditi. Sorprende all’assaggio: non risulta spiccatamente dolce e chiude con una gustosa nota amarognola. Misteri e meraviglie del Riesling! Sono innumerevoli le tipologie di vini che possiamo assaggiare: alcune sono perfette per esaltare le portate di una cena sontuosa, altre regalano emozioni uniche anche prese di per sé. C’è chi sul vino e col vino medita e chi invece desidera solo evasione. Una bottiglia di Riesling è un’avventura a parte, che incuriosisce l’appassionato e lo arricchisce. E' raro tornare da una degustazione di questo vino senza essere stimolati a riflettere. In questo senso, rappresenta una vera e propria “esperienza culturale”.
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui
I commenti dei lettori