Racconto della serata dedicata all'Aglianico La Firma
Il resoconto della serata dedicata all'Aglianico La Firma della Cantine del Notaio svoltasi il 29 Novembre presso il Ristorante Le Torrette di Pescate (LC)
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Le fortunate 48 persone (purtroppo più di 20 sono state escluse per la limitata reperibilità delle bottiglie) che hanno partecipato alla degustazione dell'Aglianico La Firma di Cantine del Notaio, nota azienda di Rionero del Vulture (Pz), sono state come me molto impressionate da questo aglianico di ottima fattura.
L' amico Pietro Pellegrini, esperto enologo, enotecnico, titolare di V.A.M.A e sopratutto unico distributore nazionale di questa cantina, ha condotto la serata, con tantissimi aneddoti e curiosità su questa realtà e, soprattutto, sulla conoscenza del vino e del titolare, il notaio Gerardo Giuratrabocchetti.
Un' azienda molto giovane, visto che la prima annata in commercio è stata il 1998, ma che ha ricevuto subito i meritati consensi.
Tornando ai vini, la serata è cominciata con un banco di assaggio dove i pervenuti hanno potuto degustare, prima della verticale, il rosato "Il Rogito" 2004 ed "Il Repertorio" 2004.
Il primo, un "rosatone" come amo definirlo io, con un corpo e una buona intensità olfattiva e gustativa, una sua personalità quasi a distinguersi dagli altri rosati, una piacevole conferma. Invece, Il Repertorio, che affina in barrique di secondo passaggio, dicono sia il fratello "minore" della Firma; probabile, ma ha mostrato una complessità di profumi eleganti con una miscela di frutta e spezie e un'irruenza gustativa, caratterizzata da note di freschezza e tannicità importanti ed eleganti che lo porterà lontano nel tempo. Da conservare (se si riesce data la tanta la piacevolezza) per 2 o 3 anni per poi riassaggiarlo, magari più "gentile".
Il top della serata ovviamente è stata la degustazione delle annate 1999, 2001, 2002, 2004.
Tutte diverse sia come colori che come sfumature, ma con un filo conduttore che si trovava in tutti e 4 i campioni assaggiati. Per dare alcuni impressioni mie, ma anche di molti, a partire dal nostro ospite, il 1999 si presentava come il più pronto, un vino maturo da assaporare adesso, perfetto nell'equilibrio e con una buona acidità e un tannino elegante e levigato.
Il 2001 con colori molto vivaci indice di freschezza, una complessità olfattiva molto elevata, acidità e tannini ancora giovani e una persistenza gustativa importante, il più potente.
2002, un'annata sfortunata per molti rinomati vini, qualcuno non l'ha nemmeno prodotto; questo aglianico si presenta con toni minori dei precedenti, dove il colore è un pò più spento e i tannini sono un pò più "polverosi" e leggermente più corto degli altri, ma, attenzione, senza difetti e, se bevuto una sera senza i "fratelli" vicino, come confronto vi assicuro che avremmo solo note posititve per questo bel vino e soprattutto non faremmo fatica a chiederne un'altra bottiglia.
Il 2004 è ancora troppo giovane (ultima annata in commercio): profumi freschi, con una prespettiva molto lunga, soprattutto quando, al momento dell' assaggio, i tannini sono apparsi molto astringenti, ma eleganti, acidità ben presente, ma non fastidiosa. Si può già parlare di armonia, un discorso per pochi vini così giovani. Grande prospettiva.
La serata si è conclusa con un piatto preparato dalla cucina e infine una torta "Sbrisolona" per accompagnare il passito di questa azienda, "L'Autentica", 70% Moscato e 30% Malvasia, ammaliante, con profumi molto complessi che spaziano dall'albicocca secca ai canditi sino a profumi leggermente eterei e inebrianti.
La nota più positiva? L'acidità che sostiene e prolunga la picevolezza di questo passito.
L' amico Pietro Pellegrini, esperto enologo, enotecnico, titolare di V.A.M.A e sopratutto unico distributore nazionale di questa cantina, ha condotto la serata, con tantissimi aneddoti e curiosità su questa realtà e, soprattutto, sulla conoscenza del vino e del titolare, il notaio Gerardo Giuratrabocchetti.
Un' azienda molto giovane, visto che la prima annata in commercio è stata il 1998, ma che ha ricevuto subito i meritati consensi.
Tornando ai vini, la serata è cominciata con un banco di assaggio dove i pervenuti hanno potuto degustare, prima della verticale, il rosato "Il Rogito" 2004 ed "Il Repertorio" 2004.
Il primo, un "rosatone" come amo definirlo io, con un corpo e una buona intensità olfattiva e gustativa, una sua personalità quasi a distinguersi dagli altri rosati, una piacevole conferma. Invece, Il Repertorio, che affina in barrique di secondo passaggio, dicono sia il fratello "minore" della Firma; probabile, ma ha mostrato una complessità di profumi eleganti con una miscela di frutta e spezie e un'irruenza gustativa, caratterizzata da note di freschezza e tannicità importanti ed eleganti che lo porterà lontano nel tempo. Da conservare (se si riesce data la tanta la piacevolezza) per 2 o 3 anni per poi riassaggiarlo, magari più "gentile".
Il top della serata ovviamente è stata la degustazione delle annate 1999, 2001, 2002, 2004.
Tutte diverse sia come colori che come sfumature, ma con un filo conduttore che si trovava in tutti e 4 i campioni assaggiati. Per dare alcuni impressioni mie, ma anche di molti, a partire dal nostro ospite, il 1999 si presentava come il più pronto, un vino maturo da assaporare adesso, perfetto nell'equilibrio e con una buona acidità e un tannino elegante e levigato.
Il 2001 con colori molto vivaci indice di freschezza, una complessità olfattiva molto elevata, acidità e tannini ancora giovani e una persistenza gustativa importante, il più potente.
2002, un'annata sfortunata per molti rinomati vini, qualcuno non l'ha nemmeno prodotto; questo aglianico si presenta con toni minori dei precedenti, dove il colore è un pò più spento e i tannini sono un pò più "polverosi" e leggermente più corto degli altri, ma, attenzione, senza difetti e, se bevuto una sera senza i "fratelli" vicino, come confronto vi assicuro che avremmo solo note posititve per questo bel vino e soprattutto non faremmo fatica a chiederne un'altra bottiglia.
Il 2004 è ancora troppo giovane (ultima annata in commercio): profumi freschi, con una prespettiva molto lunga, soprattutto quando, al momento dell' assaggio, i tannini sono apparsi molto astringenti, ma eleganti, acidità ben presente, ma non fastidiosa. Si può già parlare di armonia, un discorso per pochi vini così giovani. Grande prospettiva.
La serata si è conclusa con un piatto preparato dalla cucina e infine una torta "Sbrisolona" per accompagnare il passito di questa azienda, "L'Autentica", 70% Moscato e 30% Malvasia, ammaliante, con profumi molto complessi che spaziano dall'albicocca secca ai canditi sino a profumi leggermente eterei e inebrianti.
La nota più positiva? L'acidità che sostiene e prolunga la picevolezza di questo passito.
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