Riesling, che passione!

Una duplice serata d’eccellenza per immergersi in un mondo così sofisticato ed unico come quello del riesling. La guida, quella irrinunciabile di Nicola Bonera, grandissimo conoscitore del vitigno e dei luoghi emblematici dove acquisisce potenzialità ed espressioni uniche al mondo: Alsazia e Mosella. 

Elisa Inselvini

Cercare di riassumere la grande quantità di notizie raccolte durante le due lezioni del seminario sul riesling condotte da Nicola Bonera in un solo articolo sarebbe impossibile, oltre che probabilmente riduttivo. Interessante, invece, fissare qui alcuni tratti, che ben identificano i due territori protagonisti delle sue serate.

Con una premessa. Il riesling, indipendentemente da luoghi nei quali ha trovato dimora, ha caratteri intimi e imprescindibili che lo definiscono e che ogni consumatore si aspetta di trovare nel bicchiere. Se, infatti, questo versatile vitigno si può esprimere in modo eccellente attraverso metodi di vinificazione anche molto differenti tra loro, nei vini che ne derivano non devono mai mancare determinate caratteristiche, come ad esempio le note agrumate e floreali, la freschezza gustativa e un carattere minerale spesso legato alle componenti del suolo.

Alsazia, il vino bianco più amato dai francesi

Alcuni numeri possono esserci utili per inquadrare un territorio complesso e dove il risling ha trovato una delle sue patrie di elezione. 51 Grand Cru previsti, 4 i vitigni di elezione (riesling, gewürztraminer, pinot grigio e muscat), un obbligo – quello di imbottigliare sul territorio alsaziano –  e una bottiglia, la famosa e omonima alsaziana, che forse più di ogni altra rappresenta il simbolo di tutti quei vini che fanno dell’intensità e immediatezza dei profumi, della freschezza e della solarità il loro cavallo di battaglia anche nel resto del mondo.

Proseguendo in questo gioco di numeri, l’Alsazia è anche: 4000, come le aziende agricole che coltivano uva, 800, come le realtà nelle quali si può acquistare vino, 48, come la percentuale della presenza di cooperative, le quali rappresentano la prima modalità di organizzazione e gestione del vino in Alsazia.

Il consumo locale, legato soprattutto al turismo, assorbe la quasi totalità della vendita del vino, considerando inoltre che il vino bianco più consumato in Francia è proprio il vino alsaziano, davanti anche a Borgogna e Loira, pur godendo di evidente minore estensione vitivinicola.

Le 14 diverse conformazioni geologiche del terreno, da quelle formati da scisto blu a quelle con terreni vulcanici, forniscono altrettante diverse espressività donando ai vini connotazioni variegate e complesse. 3 le zone di maggiore interesse: le formazioni vicine ai Vosgi, dotate di grandi pendenze, le zone pedecollinari e quelle più vicine al bacino del Reno.

2011 è l’anno in cui la legge relativa all’AOC Alsace ha visto un’importante modifica prevedendo i 51 disciplinari di produzione dei diversi Grand Cru.

25%: è la percentuale del vino alsaziano rappresentata dal famoso Cremant d’Alsace e che si esprime, per lo più, come un vino di grande beva e acidità da consumarsi come aperitivo, con crudité di mare e pesce.

La Mosella tra tradizione e modernità

Nella serata dedicata alla Mosella, il riesling ha espresso appieno le caratteristiche e le peculiarità del territorio esprimendosi con finezza, delicati profumi, un’acidità importante e un contenuto tenore alcolico.
Dalla versione secca – trocken – fino ad arrivare alla inebriante dolcezza del trockenbeernauslese, passando per una graduale gamma di vinificazioni e tipologie, il riesling riesce sempre ad esprimere delle potenzialità uniche e poliedriche all’interno del panorama vinicolo.

La Mosella, il territorio simbolo del riesling tedesco, non può fare altro che districarsi tra un approccio che possiamo definire da una parte sia tradizionale e antico e dall’altro moderno. Sebbene, infatti, in Mosella ancora molta uva rimanga in pianta, attaccata dalla botrytis cinerea per la successiva produzione di vini dolci, allo stesso tempo bisogna sottolineare come tutti i grandi nomi della produzione vitivinicola in Germania oggi producano vino secco da riesling, da singola vigna, con maturazione perfetta e tendenzialmente da uve senza la presenza della famosa muffa nobile. Moderna è anche la certificazione della vigna: se già nel 1910 nasce il VDP, Verband Deutscher Pradikats, che coinvolge 200 aziende nella produzione di soli vini di alta gamma, a partire dal 2012 si è promossa una nuova ed unificata classificazione che prevede anche un logo riconoscibile in rilievo sull’etichetta. Tutti interventi, questi ultimi, al servizio della riconoscibilità e dell’identificazione della qualità.

Ma più di ogni altra cosa, nella comprensione di queste due grandi zone vinicole, l’ha determinata naturalmente la degustazione, che ha inequivocabilmente messo in luce il filo conduttore di questo vitigno declinato in queste due grandi zone.

LA DEGUSTAZIONE

ALSAZIA

Riesling grand cru sporen 2012 Mittnacht Klach

All’osservazione si presenta di un colore tenue e delicato.  Al naso si esprime tipica la mineralità, ma anche l’espressione acida, terrosa, di erbe di bosco, di corteccia e muschio. In bocca si apre a rotondità e dolcezze, pur mantenendo una crudezza e una nota verde di luppolo selvatico e asparago. Il finale “attanaglia” con sapidità e piccantezza.

Riesling grand cru Steingrubler 2005 Barmes Buecher

L’esame visivo già preannuncia le successive analisi verso una maturità ormai piena. Al naso l’evoluzione risulta raggiunta nelle note di idrocarburo, di frutta gialla, di fieno ed erbe secche. All’assaggio menta e cera con tratti leggermente metallici e con una sapidità che spicca sulla freschezza. Abbinamento: pesce di fiume con salsa. 

Riesling grand cru Furstentum 2015 Blanck

Al naso si esprime in una linea curva morbidissima verso una spiccata florealità. In bocca è dolce e contemporaneamente bilanciato da un’acidità salata, quasi malica. Un vino che si presenta ricco, bensì ancora un po’ scomposto, nel quale il dolce ed il salato non sono ancora in equilibrio perfetto.

Riesling grand cru Hengst 2013 Josmaier

All’esame visivo il vino si presenta con un bel colore carico, seppur con un fondo verde. Al naso spicca il sentore di zolfo. All’assaggio è secco, teso, piccante, nervoso e centrale. Lunghissima la persistenza. Abbinamento: formaggio robiola grasso e cremoso.

Riesling Cuvée Frederic Emile 2010 Trimbach

Al naso si esprime come un “grande classico, con una importante evoluzione verso foglie e i fiori del glicine. All’assaggio malto d’orzo, sesamo tostato, caramello e cioccolato. Un vino che si caratterizza per un grande equilibrio con un finale lungo e completo. Abbinamento: selvaggina.

Riesling grand cru Brand 2014 Zind Humbrecht

Al naso emergono delle note polverose e di zolfo, ma anche aromatiche di salvia e di terra. Alla bocca si esprime balsamico, mentolato e rinfrescante. Un vino versatile nell’abbinamento, dal pesce saporito al formaggio.  

MOSELLA

Mosel riesling Von Blaune Schiefer 2015 Clemens Busch

Al naso si esprime con note di frutta bianca, ma che ricordano anche campo di fiori, un prato, continuando poi con una traccia speziata di zafferano.  All’assaggio è elettrizzante nell’acidità dell’agrume del limone. Più rotondo nel finale di degustazione. In bocca è sapido ma contemporaneamente setoso. Complesso e raffinato.

Mosel riesling Trittenheimer Apotheke kabinett 2016 Ansgar Clusserath

Zolfanello e pietra focaia sono i sentori immediati all’olfazione. Al naso evolve e cambia velocemente.  All’assaggio sentori di menta forte, con un finale di bocca che si percepisce come secco. In equilibrio tra dolcezza e acidità. Setoso e ben strutturato. Leggero e fresco con una sapidità fine.

Mosel riesling Braunberger Juffer kabinett 2016 Schloss Lieser

Al naso note lattiginose, cremose e dolci che si evolvono poi in note minerali e rocciose. All’assaggio si esprime morbido in una grande capacità di beva. È dolce ed avvolgente seppur con le tipiche note sulfuree.

Mosel riesling Alte Reben W.Weltersbergspatlese 2011 Dr.Lippold

Al naso cera e note di appassimento e maturità con espressioni di affumicato e fumoso intenso. La frutta è quella tropicale e scaldata della papaya e dell’ananas. C’è l’agrume e l’erba aromatica a richiamare la tipicità del vitigno. A metà bocca bella nota salata e piccante. La nota affumicata ritorna anche all’assaggio. Lunghissimo nella persistenza. Abbinamento con grandi piatti speziati.

Mosel riesling Piesporter  Goldetropfchen spatlese  2015 Haart

Al naso spiccano il sedano e il finocchio. Zuccherino ed avvolgente. In abbinamento con terrine miste di maiale e fegato.

Mosel riesling Saarburger Rausch auslese 2003 Zilliken

Al naso si esprime un sentore netto di muffa per poi aprirsi nel pompelmo e nel cedro. A seguire la canfora, ma anche la menta. Miele fresco d’acacia e caramella toffee.