Satèn: il velluto in un calice

Per il ciclo di incontri di “Allenamento”, AIS Pavia ha proposto una serata estiva dedicata alla degustazione di sei Satèn alla cieca.

Carolina Bertoli

È stata un’esperienza intrigante quella svoltasi al Polo Tecnologico di Pavia, che ha visto come protagonista il Franciacorta Satèn. La serata, condotta da Margherita Bruciamonti e Alessandro Rosti, tra storia e nozioni tecniche, ha consentito ai partecipanti di conoscere le varie sfaccettature di questa meravigliosa tipologia di Metodo Classico prodotta in Franciacorta.

Margherita ha esordito sgombrando il campo dalle false leggende che riguardano il territorio franciacortino, tra le quali quella che afferma come il suo legame con la viticoltura sia una storia recente. In realtà la storia vitivinicola di questo territorio lombardo è molto antica poiché la presenza della vite in forma spontanea risale all’epoca preistorica. Ne sono una prova il ritrovamento di vinaccioli e il materiale archeologico rinvenuto in tutta la zona, oltre alle diverse testimonianze di autori classici, da Plinio a Columella sino a Virgilio. Nel 1570 viene scritto, dal medico bresciano Gerolamo Conforti uno dei primi manuali sulla tecnica di preparazione dei vini rifermentati in bottiglia, il “Libellus de vino mordaci”. Si pensa che sia stato proprio questo testo a ispirare un certo Dom Pérignon nella creazione del suo metodo Champenoise. 

Margherita ci si è poi soffermata sulle caratteristiche morfologiche del territorio franciacortino, descrivendoci l’anfiteatro di origine morenico, originatosi durante le glaciazioni delle ere geologiche secondaria e terziaria, caratterizzato da terreni abbastanza profondi, con un buon drenaggio e con una riserva idrica importante grazie alla presenza del lago d’Iseo. Il monte Orfano, invece, è un innalzamento tettonico con terreni calcarei e gessosi che si trova al confine meridionale della Franciacorta e dotato da un microclima molto favorevole alla viticoltura. Tutte queste caratteristiche rendono la Franciacorta e i suoi vini davvero unici e inimitabili. 

Dopo questo meraviglioso viaggio nel tempo, Alessandro Rosti ci ha introdotto al mondo del Satèn. La differenza sostanziale di questa tipologia rispetto alle altre presenti nel disciplinare del Franciacorta, è sicuramente la sua morbidezza. La parola Satèn, nome di fantasia, è stato scelto proprio per la sua assonanza con il termine “setoso”. Il perlage si presenta il più delle volte fine e persistente e questo è dovuto al fatto che la presa di spuma avviene con una pressione inferiore, 4 bar rispetto ai 6 /6.5 degli altri Metodo Classico, differenza dovuta a un diverso dosaggio di zucchero in fase di tiraggio.
Ma non solo: grazie alle peculiarità di questo territorio nel calice potremmo trovare sicuramente una vena sapida particolarmente pronunciata, donata dal terreno, acidità e aromi varietali dati dall’escursione termica presente grazie alla sinergia tra lago e monte. I Metodo Classico Satèn non possono contenere uve a bacca nera: sono ammessi solo chardonnay e pinot bianco, fino a un massimo del 50%.

La degustazione

Franciacorta Docg Satèn, Montedelma
90% chardonnay, 10% pinot bianco.

Ci troviamo nei comuni di Passirano, località Valenzano e Provaglio d’Iseo. Il vino si presenta nel calice luminoso, con catenelle fini e persistenti, anticipate da una spuma cremosa. Sprigiona un bouquet di piccola pasticceria, ma con un finale agrumato ed esotico. Al palato domina la freschezza, che invoglia il sorso successivo.

Franciacorta Docg Satèn - Bredasole
100% chardonnay

Sfoggia un perlage sottile e costante, liberando note fresche che ricordano i fiori di campo, il tarassaco, ma anche la pesca a polpa bianca, il pompelmo e il lime. Il sorso è fresco e sapido, con un finale fine che richiama un tocco di tostatura. 

Franciacorta Docg Satèn - Cascina San Pietro
100% chardonnay.

Le fini bollicine illuminano il calice, ma ciò che ammalia maggiormente sono i profumi che si innalzano, caratterizzati da sentori freschi che richiamano il glicine, i fiori bianchi, la pesca gialla, i frutti esotici, passando poi a note di torrone, pasticceria secca, e infine con tocchi fumé e speziati. Durante l’assaggio il vino si presenta fresco, sapido e dal gusto equilibrato.

Franciacorta Docg Satèn 2017 Brigantia - Le Marchesine
100% chardonnay

Il perlage è persistente e al naso si percepiscono aromi di acacia e gelsomino, seguiti da erbe aromatiche e un tocco di banana. Di buona freschezza e intensa sapidità al sorso.

Franciacorta Docg Satèn - Santa Lucia
100% chardonnay

Il colore è giallo paglierino con riflessi dorati. Si evidenziano profumi più evoluti che richiamano la frutta matura, e a seguire note di vaniglia, cioccolato bianco e crema pasticciera. Il sorso è interessante, rotondo e avvolgente, che chiude con un retrogusto tostato di nocciola.

Franciacorta Docg Satèn 2014 - La Fiorita
100% chardonnay

Il perlage è fine e di discreta persistenza. Il bouquet è caratterizzato da note fresche di fiori bianchi e frutta a polpa bianca, mentre al palato risulta vellutato, di buona sapidità e acidità. 

Durante tutta la degustazione, aiutati e attentamente seguiti da Margherita e Alessandro, ci siamo divertiti a scovare le mille sfumature presenti nei calici, dai profumi, alla colorazione, alle sensazioni saporifere. Ed è sempre emozionante apprendere che un vino, uno Metodo Classico nel nostro caso, nonostante il disciplinare imponga determinate regole di produzione, non sia mai uguale a tutti gli altri.