Uno scorcio di Côte de Nuits con i vini del domaine Gérard Seguin

Venerdì 23 settembre, nell’accogliente sala messa a disposizione dal Ristorante “La Brace” di Forcola, un nutrito gruppo di soci AIS Sondrio, ma non solo, si è ritrovato per trascorrere una serata conviviale dedicata alla Côte de Nuits.

Fulvio Maxenti

Nel corso della serata sono stati proposti sette vini del Domaine Gérard Seguin, piccolo viticoltore di Gevrey Chambertin che, prima che i prezzi della terra raggiungessero gli attuali astronomici valori, ha avuto la lungimiranza di estendere la propria presenza al di fuori del prestigioso comune di origine acquisendo vigneti in altri village della Côte de Nuits, ovvero a Marsannay, Fixin e Chambolle-Musigny.

Negli otto ettari di proprietà, tutti piantati a pinot nero, questo produttore punta a valorizzare, in perfetto stile borgognone, i diversi terroir attraverso vinificazioni e imbottigliamenti vigna per vigna: il domaine realizza, infatti, ben 13 vini di cui 7 da vigna singola.

I sette vini degustati sono accumunati dalla stessa mano produttiva, nel caso specifico contraddistinta da estrazioni gentili, diraspatura totale del frutto, utilizzo del legno nuovo – in funzione della vigna ma anche dell’annata - compreso tra il 20% e il 50%. Proposti in un ventaglio di annate diverse, i vini hanno dato la possibilità di ricercare le diverse sfumature dello specifico terroir rispetto al quale il pinot nero, come i monaci cistercensi avevano ampiamente intuito già nell'XI secolo, sa essere un’insuperabile “lente di ingrandimento”.

La degustazione dei vini è stata preceduta da una presentazione, inevitabilmente sintetica, del contesto geografico, climatico, storico e legislativo della Borgogna in generale e della Côte de Nuits in particolare.

I vini in degustazione 

I primi due vini, prodotto dell’ancora giovane ma eccellente annata 2019, hanno consentito di approfondire il finage di Chambolle-Musigny, village posto al centro della Côte de Nuits, famoso per la raffinatezza e femminilità dei propri vini.

Bourgogne Cuvée Chantal 2019 (solo legno di secondo e terzo passaggio)

Dedicato alla madre (Chantal) dell’attuale proprietario, questo vino è ottenuto da vigne site nel territorio del comune di Chambolle-Musigny ma, in quanto posizionate a est della strada statale 94, rientranti nella più generica denominazione regionale. Vino semplice, molto fresco e dotato di grandissima piacevolezza di beva.

Chambolle-Musigny Derrière Le Four 2019 (40% legno nuovo) 

La vigna, non troppo distante dal prestigioso grand cru di Musigny, si trova nella parte più elevata dal village, nelle immediate vicinanze del centro abitato laddove si posizionava l’antico forno del paese. Come per il primo vino colore (rosso rubino con sfumature ancora violacee) e profumo sono risultati coerenti con la gioventù del vino in presenza di un sorso che ha però evidenziato l’attesa maggiore complessità e struttura rispetto al Bourgogne. 

Marsannay En Batayard 2015 (30% legno nuovo)

L’AOC Marsannay, ricomprendente i tre comuni di Chenôve, Marsannay-La-Cote e Couchey) si trova immediatamente a Sud di Digione. È una giovane denominazione (introdotta nel 1987) la cui istituzione ha segnato un passo fondamentale nella rinascita di un territorio con antica storia vinicola ma che veniva da un periodo di oblio da cui ha saputo cominciare a risollevarsi negli anni Venti del secolo scorso grazie alla scelta di alcuni produttori di realizzare un Rosé da Pinot Nero (questa è infatti l’unica AOC comunale che prevede anche questa tipologia di vino). Vino ottenuto dalla vigna En Batayard, sita nella parte più elevata del comune di Couchey, nell’eccezionale (e potenzialmente molto longeva) annata 2015, ha confermato le aspettative di un vino leggiadro, di grande freschezza e piacevolezza.

Fixin La Place 2015 (25% legno nuovo)

Posto immediatamente più a Sud di Marsannay, il comune di Fixin ha ottenuto la propria AOC già negli anni ’30 del secolo scorso. Molto evidente, a parità di annata, la differenza dal vino precedente (e, per contro, le similitudini con i vini di Gevrey) con una struttura più importante e tannini nettamente più evidenti, ma non aggressivi, senza tuttavia riscontrare quel carattere rustico (sauvage) storicamente attribuito ai vini ottenuti in questo comune.

Gli ultimi tre vini ci hanno fatto infine entrare nel comune di Gevrey-Chambertin, il più importante – assieme a Vosne-Romanée – della Cote dei Nuits con i suoi 9 grand cru e i suoi 26 premier cru.

Gevrey Chambertin Vieilles Vignes 2015 (30% legno nuovo)

Vino ottenuto da vigne centenarie site in due vigneti adiacenti posti al di sotto della strada statale 94 (in questo comune, con ben precise motivazioni di ordine geologico, il limite della denominazione comunale si estende anche ad est della strada laddove si sono depositati i materiali alluvionali provenienti dalla valle al cui imbocco si trova il centro abitato), ha fornito una valida rappresentazione delle caratteristiche di Gevrey in termini di struttura e di forza senza che l’eleganza del vino, grazie anche a tannini ben cesellati, ne avesse detrimento.

Gevrey Chambertin 1er Cru Craipillot 2016 (legno nuovo 40%)

L’alta qualità dell’annata 2016 ha avuto come contraltare, causa la disastrosa gelata verificatasi a inizio maggio, rese produttive inferiori anche del 50/60% rispetto a un’annata media.  Anche in questa vigna, di buona estensione (circa 1 ha) e appartenente al domaine da più generazioni, le viti hanno un’età venerabile (100 anni) e hanno dato vita al vino che, per qualità ed equilibrio complessivo, ha maggiormente impressionato i presenti fornendo anche la chiara impressione di avere di fronte a sé diversi anni di ulteriore crescita.

Gevrey Chambertin 1er Cru Lavaux-Saint-Jacques 2014 (legno nuovo 50%)

Il domaine possiede un piccolo lotto, con viti di 90 anni, all’interno di questo prestigioso vigneto posizionato ai confini del famoso Clos Saint-Jacques. L’annata, certamente meno brillante delle altre in degustazione, lo ha probabilmente penalizzato nel confronto con gli altri vini rispetto ai quali evidenziava anche un colore decisamente più maturo: vino che, probabilmente, ha già raggiunto il suo apice.

La serata si è conclusa apprezzando la proposta culinaria del Ristorante La Brace che ci ha deliziato con un risotto al Furmàcc del Féen, uno stracotto di pecora e una degustazione di formaggi presidio Slow Food (Furmàcc del Feén e Storico Ribelle, proposti ciascuno con due diversi livelli di stagionatura). 

La cena è stata anche l’occasione per l’assaggio di un’ottava bottiglia borgognona, proveniente però dalla Côte de Beaune, di cui il relatore*, quale segno di ringraziamento per la numerosa partecipazione, ha voluto fare omaggio ai presenti: l’Auxey-Duresses Tres Vieilles Vignes 2020 del domaine Alain Gras.

*Fulvio Maxenti, autore dell'articolo, è stato anche il relatore della serata