Verdicchio e Primitivo: due anime a confronto

Racconti dalle delegazioni
04 dicembre 2025

Verdicchio e Primitivo: due anime a confronto

Una doppia verticale guidata dal sommelier Davide Gilioli, dimostra come i grandi vini italiani attraversino il tempo mantenendo identità e carattere.

Luisa Costa

Una serata intima, ma densa di contenuti e suggestioni, quella tenutasi presso il Ristorante Isola Caprera di Lodi, dove la delegazione AIS Cremona-Lodi, ha scelto di raccontare due anime del vino italiano attraverso una doppia verticale: Verdicchio e Primitivo. Un confronto che ha messo in luce due diverse espressioni di tempo e territorio, tra eleganza e potenza, freschezza e struttura.

La degustazione, condotta con competenza e passione da Davide Gilioli, sommelier e relatore AIS, ha avuto come protagoniste tre annate consecutive per ciascun vitigno, selezionate per raccontare l’evoluzione nel calice e la capacità di resistere al tempo. «È bello assaggiare delle annate non proprio giovanissime, soprattutto per il Verdicchio, che spesso viene sottovalutato in termini di longevità. In realtà, è uno dei bianchi italiani che meglio regge l’invecchiamento, insieme ad Albana e Fiano» ha sottolineato Gilioli, introducendo un tema che avrebbe attraversato l'intera serata: il rapporto tra vitigno, territorio e capacità evolutiva.

Il Verdicchio: un'esperienza sensoriale nel cuore dei Castelli di Jesi

Nel panorama enologico italiano, alcune cantine rappresentano autentici custodi del territorio, capaci di coniugare tradizione e innovazione senza mai tradire l'identità del luogo. Tra queste emerge Pievalta, realtà vitivinicola marchigiana che ha fatto del Verdicchio dei Castelli di Jesi la propria bandiera qualitativa. Situata nel cuore della denominazione, l’azienda si distingue per un approccio produttivo che unisce il rispetto per il territorio alla ricerca della massima espressione varietale.

Il Verdicchio Riserva San Paolo, espressione del vigneto sul Monte Follonica nel comune di San Paolo di Jesi, rappresenta la punta di diamante della produzione: un vino che racchiude l’essenza di un terroir unico e la visione enologica di chi crede nel potenziale di questo vitigno autoctono, prodotto solo nelle annate migliori.

Fondata nel 2002 grazie alla lungimiranza di Barone Pizzini, Pievalta nasce dall’intento di valorizzare un territorio dalle straordinarie potenzialità, affidando la direzione ad Alessandro Fenino, enologo di grande sensibilità. I vigneti, coltivati sin dall’inizio secondo i principi dell’agricoltura biologica e dal 2005 anche biodinamica, si estendono su suoli calcarei e sabbiosi che conferiscono tensione gustativa e finezza ai vini.

La verticale ha messo a confronto le annate 2017, 2016 e 2015 del Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva San Paolo, offrendo uno sguardo sull’evoluzione del vino e sulla coerenza stilistica della cantina.

«Il verdicchio si distingue per il suo finale ammandorlato, una nota delicatamente amaricante che richiama la mandorla fresca, quasi un confetto. È un marcatore varietale che lo rende unico nel panorama dei bianchi italiani», spiega Davide introducendo la degustazione.

Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg – Pievalta – San Paolo 2017

L'annata 2017 rappresenta il profilo più giovane e immediato della trilogia «che potrebbe tranquillamente essere scambiato per un’annata recente».  Ha un colore giallo paglierino. La freschezza domina la scena olfattiva, con fragranze di frutta bianca e tropicale, profuma di agrumi, una delicata nota floreale, gelsomino ed erbe aromatiche. Al gusto si apprezza la verticalità e la sapidità che conferiscono al vino grande bevibilità, pur mantenendo quella complessità strutturale che ne preannuncia un'ottima evoluzione futura.

Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg – Pievalta – San Paolo 2016

Il 2016 esprime eleganza e finezza. Ha un colore giallo paglierino dai riflessi dorati. Il bouquet olfattivo si fa più complesso, con sentori di frutti a polpa bianca e fiori bianchi, gelsomino ed erbe aromatiche, scorza d’agrume e note di mandorla. Al gusto risulta secco, fresco, sapido e armonioso, con una tensione acida che accompagna verso un finale persistente. È il ritratto della vallata dell’Esino che profuma di mare.

Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg – Pievalta – San Paolo 2015

Il millesimo 2015 si propone con una maturità evidente, frutto di un’estate calda che ha donato concentrazione e ricchezza. Si presenta con un colore giallo dorato brillante. Caratterizzata da note evolute che spaziano dalla frutta matura a quella candita che avvolge il naso, seguita da fiori gialli, ginestra, agrumi e sfumature di miele, accenni di idrocarburi tipici dei Verdicchio di lungo affinamento. Al gusto emerge una struttura importante, sostenuta da un'acidità ancora vivace che garantisce equilibrio e lunghezza gustativa. È un verdicchio profondo e complesso con un finale persistente.

Le tre annate condividono una chiara impronta territoriale: il San Paolo di Pievalta non è soltanto un bianco da invecchiamento, ma un manifesto della biodiversità marchigiana, capace di dialogare con il tempo senza perdere la propria identità, fedele al territorio ma proiettato verso standard qualitativi internazionali, contribuendo così a ridefinire la percezione del Verdicchio dei Castelli di Jesi nel panorama enologico contemporaneo.

Il Primitivo: potenza mediterranea e sfumature evolutive

Dopo l’eleganza salmastra del Verdicchio, la serata è proseguita con la verticale di Primitivo di Manduria DOC dell’azienda Vespa Vignaioli per Passione, nelle annate 2019, 2018 e 2017. Un vino che racconta la sua terra con intensità e calore, portando nel calice tutta la forza del Sud.

Fondata nel 2014 dal giornalista Bruno Vespa insieme ai figli Federico e Alessandro, l’azienda ha sede nella suggestiva Masseria Li Reni, un'antica residenza del XVI secolo nel cuore della Manduria sapientemente restaurata dalla famiglia. Trenta ettari di vigneti coltivati con varietà autoctone come primitivo, negroamaro e fiano, con molte vigne curate con metodo di allevamento ad alberello, tecnica tradizionale che garantisce concentrazione e qualità alle uve in un territorio caratterizzato da terreni ricchi di minerali ferrosi e mitigato dalle brezze provenienti dal Mar Ionio. La famiglia Vespa è affiancata dall'esperienza dell’enologo Riccardo Cotarella, mentore di alcune delle più importanti realtà vinicole della penisola, che ne ha curato la definizione stilistica.

Il progetto è stato avviato sin dal 2008, richiedendo sei anni di accurata selezione e preparazione dei migliori vigneti del comprensorio di Manduria prima di presentarsi ufficialmente al mercato italiano e internazionale. La degustazione ha offerto l’occasione di esplorare l’evoluzione del Primitivo di Manduria DOC attraverso tre millesimi.

Primitivo di Manduria DOC – Vespa – Raccontami 2019

Annata che esprime tutta la giovinezza e l'esuberanza del Primitivo. Frutta rossa carnosa, ciliegia matura e note di spezie orientali dominano la scena olfattiva, supportate da una percezione balsamica che conferisce freschezza. Al gusto l'impatto è potente ma elegante, con tannini ancora giovani ma ben estratti, e una persistenza che preannuncia un'ottima capacità evolutiva nei prossimi anni. La 2019 ha colpito per la sua opulenza e rotondità, con un finale balsamico che ha bilanciato un titolo alcolometrico del 16%. «Un vino che sembra quasi un fortificato, ma che riesce a mantenere una freschezza sorprendente».

Primitivo di Manduria DOC – Vespa – Raccontami 2018

Millesimo che rappresenta un equilibrio interessante tra freschezza e maturità. Il profilo olfattivo mostra una maggiore eleganza rispetto all'annata precedente, con note di frutti di bosco maturi, viola appassita e un delicato tocco di vaniglia derivante dall'affinamento in legno. All’esame gusto-olfattivo si apprezza una maggiore tensione acida che bilancia la naturale opulenza del vitigno, garantendo una bevibilità sorprendente nonostante l'importante alcolicità. Si percepiscono i frutti rossi maturi, la nota speziata, la liquirizia, caffè e il cacao. Un’evoluzione armonica e persistente.

Primitivo di Manduria DOC – Vespa – Raccontami 2017

L'annata 2017 si presenta con una maturità già evidente, frutto di condizioni climatiche favorevoli che hanno regalato uve di grande concentrazione. All’olfatto emergono sentori di confettura di prugne, fichi secchi e spezie dolci, con note balsamiche che ricordano l'eucalipto. Al gusto la struttura è importante, con tannini vellutati e un calore alcolico ben integrato che accompagna verso un finale lungo e avvolgente. L'evoluzione ha già iniziato a levigare gli spigoli, regalando complessità terziaria. 

«Manduria è un peso massimo dal punto di vista della struttura e dell’alcolicità, ma questa versione ha saputo sorprendere per equilibrio e freschezza finale. Non presenta quella concentrazione fruttata eccessivamente matura né quella pesantezza gustativa che talvolta si riscontrano nello stile più opulento del vitigno», commenta il relatore.

Ciò che unisce queste tre annate è la chiara impronta territoriale e la filosofia produttiva dell'azienda, che punta a valorizzare il Primitivo di Manduria nelle sue espressioni più autentiche. La cantina rappresenta un ponte tra tradizione e innovazione, dove il rispetto per i metodi di coltivazione storici si sposa con tecnologie enologiche moderne, sempre sotto la guida attenta di professionisti che credono fermamente nel potenziale qualitativo del territorio pugliese.

Vespa Vignaioli per Passione dimostra come anche un progetto relativamente giovane possa raggiungere livelli qualitativi elevati quando passione, competenza e rispetto per il territorio convergono verso un obiettivo comune: raccontare attraverso il vino l'identità unica di Manduria e del suo vitigno simbolo.

Conclusione: il vino come racconto di territori e visioni

Il confronto con il Verdicchio ha aperto una riflessione sul concetto di longevità e sulla filosofia produttiva, e si è rivelato un dialogo tra due visioni: quella del vino che attende e quella del vino che abbraccia subito. «Il Verdicchio è pensato per invecchiare, il Primitivo per stupire subito. Due visioni diverse, entrambe legittime, ma che portano a risultati differenti nel tempo». 

La serata si è conclusa con un momento di confronto e condivisione, dove ogni partecipante ha potuto esprimere le proprie preferenze e impressioni. «Abbiamo messo a confronto due vitigni, due territori, due stili produttivi. Ma soprattutto, abbiamo raccontato il vino come espressione di tempo, di scelte, di emozioni».

In un’atmosfera raccolta e conviviale, il vino ha fatto da ponte tra storie, esperienze e sensibilità diverse. «Il vino è anche questo: un racconto che si evolve nel calice, che ci parla di chi lo ha pensato, di dove è nato, di come è stato accompagnato nel tempo».

La delegazione AIS Cremona-Lodi continuerà a creare questi spazi e momenti, rinnovando il proprio impegno nel proporre serate di approfondimento e scoperta, con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze italiane e internazionali, sempre con passione e spirito di condivisione.

Perché il vino, prima di tutto, è cultura. È incontro. È emozione.