Verticale Krug: una sinfonia perfetta
Racconti dalle delegazioni
15 ottobre 2025

Presso la sede di AIS Brescia lo scorso 26 settembre si è svolta una serata d’eccezione: in degustazione cinque edizioni della Grand Cuvée Krug raccontate dall’autorevole voce di Nicola Bonera
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Ci sono serate destinate a diventare memorabili, degne di essere ricordate per la loro importanza e/o particolarità: siamo certi che per gli ospiti che hanno preso parte all’evento organizzato dalla delegazione AIS di Brescia, quella dello scorso 26 settembre sia stata una di queste.
Avere la possibilità di degustare champagne di annate differenti attraverso il supporto di una guida esperta e fidata come Nicola Bonera è già di per sé un gran privilegio; se poi lo champagne in questione appartiene ad una Maison come Krug e si ha possibilità di confrontare ben cinque edizioni della Grand Cuvée per appurarne le differenze e sublimare le singole caratteristiche, memorabile ci pare il termine più appropriato.
Krug, una storia di Champagne
La Maison, come tutti i “krugisti” già sapranno, nasce nel 1843 a Reims da Joseph Krug che si pone come obiettivo quello di creare ogni anno, a prescindere dalla variabilità delle condizioni climatiche, il miglior champagne possibile. Krug credeva infatti fermamente che l’essenza di questo nettare consistesse nel provare un piacere assoluto ad ogni sorso e proprio per questo si rifiutava di sottostare al clima, dosando ogni volta i vini in maniera diversa con lo scopo non di replicare un prodotto simile all’anno passato ma di creare piuttosto uno champagne che potesse suscitare le stesse emozioni di quelli precedenti. Per ottenere questo risultato, ogni appezzamento di vigneto entra in gioco con la stessa valenza di altri, nessuno di essi è migliore o superiore ma tutti devono esprimere le proprie caratteristiche e sfumature uniche.
“Un buon vino nasce da buone uve, buoni legni, una buona cantina ed un uomo onesto a coordinare l’insieme”: questa la filosofia aziendale del fondatore della cantina che ancora adesso viene perpetrata dai suoi successori. Oggi si è arrivati alla sesta generazione della famiglia con Olivier Krug a ricoprire il ruolo di Direttore della Maison.
Gli ettari di proprietà sono all’incirca 20 e corrispondono ad un sesto del fabbisogno totale – 120 ettari vitati – da cui si ottengono tra le 800 e le 900 mila bottiglie annue: numeri contenuti se pensiamo a quelli di altre maison francesi ma che, anche per questo, contribuiscono a conferire a Krug un allure ancora più ricercata e blasonata.
Grand Cuvée ieri e oggi
La prima bottiglia di Grand Cuvée a uscire sul mercato risale al 1971: da allora tanta strada è stata fatta ma alla base è stata mantenuta la stessa ideologia: ogni nuova edizione deve essere un tributo alla diversità del terroir e ogni parcella è una componente essenziale per il raggiungimento dell’obiettivo finale.
Il processo che porta alla sua creazione, affascinante e complesso, ruota attorno alla figura dello Chef de Cave; ad oggi l’importante compito è affidato a Julie Cavil, prima donna a ricoprire questo ruolo per Krug che eredita la posizione di Éric Lebel, quest’ultimo rimasto comunque all’interno dell’organigramma aziendale come Deputy Director.
Nel periodo estivo precedente alla vendemmia, Julie Cavil e il comitato di degustazione sviluppano delle previsioni sulle opportunità e le sfide che il clima ha in serbo per i vigneti; l’analisi ottenuta viene poi comparata con i vari vini di riserva delle annate precedenti, fonte di ispirazione per la creazione di Krug Grande Cuvée. Dall’inizio del raccolto si passa poi ad analizzare le specificità dell’annata e si valutano i risultati. A seguito della degustazione di oltre 400 vini di più di 10 annate diverse, subentra infine l’arte dell’assemblaggio.
Degustazione
Proprio come una sinfonia, ha inizio la nostra composizione musicale che si basa su cinque annate differenti di Grand Cuvée. Nell’approcciarci agli assaggi - proprio perché la musica riveste una notevole importanza per la famiglia Krug - ascoltiamo il brano composto dai musicisti Krug Lovers appositamente per la singola edizione in degustazione.
Nicola Bonera diventa il nostro direttore d’orchestra e insieme a lui ci approcciamo ad ogni sorso e ci divertiamo a connotare ogni bottiglia con un aggettivo diverso, al fine di caratterizzare e personalizzare ulteriormente questa serata speciale in cui ogni sorso è un’emozione unica.
Krug Grande Cuvée 172a edizione
44% pinot noir, 36% chardonnay, 20% pinot meunier
Assemblaggio di 146 vini di 11 diverse annate, il più giovane dei quali risale al 2016, il più vecchio al 1998. I vini di riserva costituiscono il 42% dell’assemblaggio definitivo.Musica appositamente composta dal duo Grand Soleil
La sinfonia creata appositamente per questa edizione sembra alterni momenti esaltanti ad altri meno elettrizzanti, portandoci a riflettere sul nostro assaggio: si tratta di un’annata che colpisce subito positivamente e che, fra quelle più recenti, riesce ad esprimersi nella maniera più diretta.
Già dal primo sorso ci stupisce per la sua componente floreale - con aromi di fiori appena sbocciati - e per le note nocciolate e mielate insieme; i sentori vegetali sono altalenanti come la musica che lo accompagna ma non mancano le note dolci che richiamano il marzapane e le gelatine di frutta. Al palato l’ingresso è più che piacevole: spiccano sensazioni di limone ma anche di liquirizia; la lunghezza è un elemento indiscutibile, l’astringenza generata dalla componente agrumata invoglia un altro sorso, anche più di uno. ACCOGLIENTE
Krug Grande Cuvée 171a edizione
45% pinot noir, 37% chardonnay, 18% pinot meunier
Assemblaggio di 131 vini di 12 diverse annate, il più giovane del 2015, il più vecchio risalente al 2000. I vini di riserva costituiscono il 42% dell’assemblaggio definitivo. Musica appositamente composta da Kazu Makino, Emiri Miyamoto, Mary Lattimore, Moses Boyd e Rone.
Anche in questo caso la composizione musicale di questa edizione ci preannuncia la direzione verso cui virerà la nostra degustazione: un crescendo di sensazioni che ci condurrà verso apici più incisivi.
Nonostante i quattro mesi in più sui lieviti rispetto all’assaggio precedente il sentore nocciolato è più persistente e anche i sentori agrumati sono più acuti, a tratti taglienti, scelta voluta in fase di assemblaggio, ricercando le annate più fresche, per apportare più vivacità. Al confronto con il primo calice si percepisce meno la tostatura ma è maggiormente presente il descrittore vegetale con sentori di clorofilla. Anche al palato la freschezza è più accentuata rendendo l’impatto un po' meno accogliente, presenta invece caratteristiche simili per quanto attiene la lunghezza. Allo stato attuale non siamo in grado di prevedere quale potrebbe essere la sua evoluzione: potrebbe crollare oppure resistere benissimo; nel dubbio ne approfittiamo per berne un altro gradito sorso. ADRENALINICO
Krug Grande Cuvée 170a edizione
51% pinot noir, 38% chardonnay e 11% pinot meunier
Assemblaggio di 195 vini di 12 diverse annate, il più giovane risale al 2014, il più vecchio è del 1998. In totale i vini di riserva costituiscono il 45% dell’assemblaggio definitivo. Musica appositamente composta da Ozark Henry
La maggiore presenza del pinot nero emerge nella forza e nella tenacia espressa al calice, un po’ come la musica generata per questa edizione risulta più incisiva; a fare da contraltare abbiamo la percentuale minore di meunier fra le cinque edizioni in degustazione.
Già al naso si avverte che le “basi” sono differenti rispetto ai due assaggi precedenti, conferendo dal primo impatto la sensazione di una struttura più importante. La componente vegetale è presente ma non sotto forma di erbette fresche, piuttosto essiccate; i sentori di pasticceria riportano invece alla memoria dei biscotti non vanigliati ma piuttosto legati alla componente lattica che non arriva alla sensazione di crème caramel. Gustoso e saporito al palato, ha una ricchezza di sapori di difficile descrizione, una lunghezza da caterpillar e nulla di ossidativo. Continuiamo a degustarlo per apprezzarlo meglio. ENERGICO
Krug Grande Cuvée 169a edizione
43% pinot noir, 35% chardonnay, 22% pinot meunier
Assemblaggio di 146 vini di 22 diverse annate, il più giovane del 2013, il più vecchio è del 2000. I vini di riserva costituiscono il 40% dell’assemblaggio definitivo.
Musica appositamente composta da Iwao Furusawa
La musica ascoltata ci ricorda l’autunno e anche l’assaggio in parte ci riporta all’attuale stagione, con i sentori tipici che ci riconducono alle giornate attuali.
Al calice ritroviamo note burrose ma anche speziate, sentori floreali e di miele che si alternano a quelle di mandorle e pan di zenzero.
Fresco ed elegante, per certi versi questa edizione potrebbe essere definita quella più equilibrata con il bilanciamento perfetto di ogni componente ma forse proprio per questa sua possibile perfezione lo consideriamo un po’ meno emozionante rispetto alle altre sinora degustate. Di certo si presenta come il primo della classe: un grande metodo classico di 80 mesi e 5 anni di sboccatura. Vuoi non berne un altro sorso? CAREZZEVOLE
Krug Grande Cuvée 168a edizione
52% pinot noir, 35% chardonnay e 13% pinot meunier
Assemblaggio di 198 vini di 11 diverse annate, il più giovane dei quali risale al 2012 – annata straordinaria - il più vecchio al 1996. I vini di riserva costituiscono il 42% dell’assemblaggio definitivo. Musica appositamente composta da Iwao Furusawa
Per il gran finale abbiamo una composizione musicale che sembra condurci all’interno di un bazar o di un mercato orientale dove regna una confusione solo apparente perché invece al suo interno è più che organizzato.
Per certi versi questo assaggio ci ricorda l’edizione 170 ma con una nota salinamaggiormente presente, iodata, quasi marina, che ci riconduce al concetto di “umami”; il descrittore di pasticceria entra in gioco riportandoci alla mente dei biscotti con pezzetti di mela, si aggiungono inoltre sensazioni tostate di caffè, note di grafite e tabacco insieme a sensazioni più fresche e floreali. Intenso e penetrante con una grande verticalità: l’annata 2012 è stata straordinaria per il vino e questa bottiglia ne è un’ulteriore conferma. Chiudere con un altro sorso è il degno finale di serata. PLURIDIMENSIONALE