Vulture, il canto del vulcano e l'eco di altri terroir, a Magenta
Racconti dalle delegazioni
10 novembre 2025
Un evento dedicato alla Basilicata e al suo vitigno simbolo: l’aglianico del Vulture. Ma non solo. Sergio Libanore ha allargato lo scenario su vitigni meno conosciuti come la malvasia bianca di Basilicata e il guarnaccino. Imperdibile l’approfondimento sui piatti tipici locali in abbinamento con i vini in degustazione.
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«La Basilicata esiste. È un po' come il concetto di Dio: ci credi o non ci credi». Così Rocco Papaleo definiva ironicamente la piccola regione lucana nel celebre film «Basilicata Coast To Coast». A crederci è sicuramente Sergio Libanore, Sommelier, Degustatore Ufficiale e Relatore AIS. Una certezza che si concretizza in un grande evento presso la sede di Magenta di AIS Milano. Sarà quindi l’aglianico del Vulture, ma non solo, ad avere l’onere e l’onore di aprire il sipario sulla stagione 2025-2026 dopo la pausa estiva.
L’esplorazione della Basilicata si fa da subito coinvolgente. Sergio utilizza tutti gli ingredienti per rendere affascinante il viaggio conoscitivo della regione. Spazia dal territorio al clima, dai vitigni autoctoni a quelli rari. Notevole è poi l’approfondimento sulla gastronomia locale e i suggerimenti per gli abbinamenti con i vini in degustazione.
Il territorio della Basilicata è prevalentemente montuoso (47%) e collinare (45%). I terreni sono ricchi di calcare, sabbie e argille a eccezione della parte nord-orientale della regione, la zona del Vulture, caratterizzata da terreni di origine vulcanica. Qui troviamo un clima continentale contraddistinto da decise escursioni termiche giornaliere.
La Basilicata è dominata dai vitigni a bacca nera che rappresentano oltre l’80% della produzione, sui quali spicca l’aglianico del Vulture, il vitigno identitario della Basilicata. Arrivato dalla Grecia, oggi rappresenta il 43% del vigneto lucano. In Europa è una delle uve a più tarda maturazione, generalmente raccolta oltre la metà del mese di ottobre. I vigneti sono dislocati tra i 200 e i 700 metri di altitudine. Le condizioni più favorevoli le troviamo a partire dai 500 m s.l.m. grazie alle importanti escursioni termiche e alla costante ventilazione. Mediamente la densità di impianto è di 5.000/6.000 ceppi per ettaro a tutto vantaggio della qualità. I vini sono contraddistinti da un tannino potente e da una grande longevità (ottime le verticali!). Lo stile produttivo è cambiato nel corso degli ultimi anni: dal grande uso di legno nel passato, si è passati oggi a vini tendenzialmente più snelli, freschi e meno potenti come richiede il mercato.
Come primo vino in degustazione Sergio ci sorprende proponendo un Metodo Classico, una versione poco comune per questo vitigno.
Spumante Metodo Classico Brut Cinque Cerri 2020 - Tenuta I Gelsi
Azienda agricola sita in Rionero in Vulture (PZ), nella frazione Monticchio Bagni. Dodici gli ettari di proprietà con una produzione annuale di 70.000 bottiglie.
È un aglianico del Vulture integrato da una piccola percentuale di fiano per arricchire l’aromaticità con 18 mesi di sosta sui lieviti e successivo affinamento in bottiglia per almeno altri 6 mesi.
Profilo olfattivo di assoluta finezza. Il ventaglio aromatico apre su note floreali di mughetto e biancospino seguiti da sentori di frutta esotica e crosta di pane fresco. Al palato l’acidità è notevole. Il sorso risulta freschissimo con note di limone maturo, litchi e susina. Bolla piena e persistente. Vino sorprendente. Abbinamento ideale con la strazzata lucana, una focaccia salata e pepatissima a forma di ciambella; crostini con guanciale lucano e peperone crusco; purè di fave con baccalà e peperoni cruschi.
Cambiando radicalmente lo scenario ampelografico, Sergio ci porta a conoscere la malvasia bianca di Basilicata, dai tratti organolettici identici alla malvasia bianca di Candia. Sono solo 75 gli ettari vitati che rappresentano l’1,35% della superficie regionale. Si può impiegare, secondo il relativo disciplinare in tre delle quattro DOC della Basilicata. Trova il suo habitat ideale in terreni calcarei. Il contenuto zuccherino delle bacche è piuttosto basso, ha però una buona acidità che la rende ideale anche per la produzione di vini spumante.
Malvasia di Basilicata IGP Verbo Bianco 2024 - Cantina di Venosa
Situata a Venosa in provincia di Potenza, la cantina di Venosa è tra le più rinomate aziende vitivinicole del Mezzogiorno. Conta oggi 350 soci con una superficie viticola di 800 ettari e una produzione annuale di 1.800.000 bottiglie.
100% malvasia bianca di Basilicata con affinamento in acciaio, si presenta con un naso ricco di note fruttate di pesca, albicocca e melone. Sorso da subito potente e morbido che perde in persistenza nel finale chiudendo su una nota amaricante. Ben strutturato. Piacevole anche come aperitivo o da condividere in compagnia.
Abbinamento ideale con U pastizz rtunnar, un calzone ripieno tipico della provincia di Matera; la rafanata, un piatto tipico della Basilicata simile a una frittata; puparuli (peperoni) cruschi pastellati ripieni con acciughe.
Dalla malvasia bianca di Basilicata passiamo al guarnaccino, anche questo pressoché sconosciuto. Le prime tracce risalgono alla Sicilia del 1600. Successivamente coltivato in Campania e poi in Basilicata. È un’uva rustica, grezza e dalla polpa succosa. Risulta molto resistente alle malattie e agli attacchi fungini tanto da non rendere necessario l’utilizzo di fitofarmaci. Particolarmente impiegato nella produzione di vini naturali, il guarnaccino ha trovato il suo habitat naturale nel clima fresco e ventilato del comune di Chiaromonte situato alle porte del Parco del Pollino. Qui, nel 2007, si sono riuniti diversi produttori della zona con l’obiettivo di valorizzare e far conoscere questo vitigno oltre i confini regionali.
Il Nero Guarnaccino 2022 - Cantine 600 Grotte
Il terzo vino in degustazione è proposto dalla Cantina 600 Grotte situata a Chiaromonte in provincia di Potenza. Sette gli ettari di proprietà con una produzione annuale di 20.000 bottiglie.
100% guarnaccino con affinamento in acciaio per minimo 12 mesi, nel calice si presenta di un bel rosso rubino intenso. Il ventaglio aromatico apre su note fruttate di mora e floreali di rosa rossa e geranio. Seguono note balsamiche e iodate. A chiudere sentori di pepe, tabacco e cioccolato. Al palato il tannino è potente ma piacevole. Il sorso risulta fresco e persistente. Vino interessante.
Abbinamento ideale con orecchiette di grano arso con peperone crusco di Senise; braciole di maiale della Basilicata; cuculicchie, polpette tipiche della Basilicata.
La Basilicata non è solo terra di vitigni autoctoni ma anche gli internazionali trovano il loro spazio come dimostra il quarto vino in degustazione.
Terre dell'Alta Val d'Agri DOC Rosso La Preta 2019 - Azienda Agricola Di Fuccio
Siamo a Viggiano, in provincia di Potenza. Tre ettari sono dedicati alla produzione di questo vino mentre la produzione totale dell’azienda si assesta intorno alle 35.000 bottiglie.
Un blend di merlot, cabernet sauvignon e aglianico (percentuali dettate dal disciplinare di produzione della DOC). Otto mesi in legno francese e successivo affinamento in acciaio per altri sei mesi.
Colore carminio tendente al granato. Profilo olfattivo elegante e raffinato. Il ventaglio aromatico apre su note di liquirizia dolce, vaniglia e cacao. A seguire sentori di macchia mediterranea e sottobosco. Al palato il tannino risulta setoso. Vino di grande finezza ed eleganza.
Concludiamo le degustazioni tornando al vitigno simbolo della Basilicata, l’aglianico del Vulture.
Aglianico del Vulture DOC Casello 105 2022 - Tenuta I Gelsi
100 % aglianico del Vulture. Affinamento di 12 mesi in anfore Tava.
L’incipit olfattivo è su profumi floreali di rosa e fruttati di amarena e prugna. A chiudere una nota olivastra. Il sorso è fresco con un tannino che risulta ancora un po' acerbo.
L’abbinamento ideale è con i salumi tipici lucani o anche una pasta con caciocavallo podolico e pistacchio materanese.
Aglianico del Vulture DOCG Superiore Serpara 2017 - Re Manfredi
Ci troviamo, anche in questo caso, a Venosa. 110 gli ettari di proprietà con una produzione annuale di 250.000 bottiglie.
100% aglianico del Vulture con un affinamento di 24 mesi in barrique.
Rispetto al vino precedente il corredo dei profumi è molto più ampio e coinvolgente: vaniglia, frutta candita, timo, pepe e cioccolato bianco. Il sorso è caldo con un tannino ben presente ma vellutato. Ottimo il rapporto qualità/prezzo.
Abbinamento ideale con Tumace me tule, tagliatelle con mollica di pane o con cosciotto d’agnello al forno con cicorielle e scaglie di caciocavallo.
Aglianico del Vulture DOC La Firma 2017 - Cantine del Notaio
L’ultimo vino in degustazione è proposto da Cantine del Notaio situata a Rionero. 52 gli ettari di proprietà con una produzione annuale di 590.000 bottiglie.
100 % aglianico del Vulture. Affinamento di 12 mesi in carati di rovere francese.
Profilo olfattivo elegante e raffinato. Il ventaglio aromatico apre su note di erbe aromatiche e balsamiche. A seguire sentori di vaniglia, timo, pepe nero e funghi porcini. Al palato il tannino risulta più levigato ed elegante rispetto al vino precedente. Intenso e fresco con finale lungo e balsamico.
Abbinamento ideale con Pecorino di Filiano DOP o con Zitoni con sugo di braciola.
Lo scorrere delle immagini di piatti prelibati trova il giusto riscontro nell’apprezzata cena, consuetudine di Magenta, a base di tipiche ricette lucane, degna conclusione di una serata indimenticabile. Almeno per questa sera, le parole di Sergio e le magnifiche immagini sullo sfondo, hanno reso la Basilicata la più grande e importante regione d’Italia.