Il volto del Metodo Classico

Degustatori AIS Lombardia
10 gennaio 2018

Il volto del Metodo Classico

Dicembre è tempo di bollicine. Il gruppo dei Degustatori di Ais Lombardia ha chiuso il ciclo di incontri del 2017 con una giornata dedicata al Metodo Classico. Al Relais Franciacorta di Corte Franca, Andrea Faustini, enologo della cantina Cavit, ha condotto la consueta degustazione alla cieca.

Sofia Landoni

Andrea Faustini Luigi BortolottiRiconoscere la perfezione tecnica, ma ostinarsi a ricercare l’espressività. Forse, la cosa più entusiasmante della degustazione e certamente la meno scontata. Cogliere nei tratti di un Metodo Classico quell’identità unica ed irripetibile, frutto di un’interazione tra il carattere varietale, l’impronta territoriale e lo stile del produttore. C’è tutto questo in un calice di bolla e molto altro ancora. Quell’intimo contatto tra il lievito ed il vino, quella sorta di intesa che si crea tra essi e che risulta nella definizione di un aroma nuovo, raffinato nella paziente attesa che, a pensarci bene, rende un Metodo Classico un vino di grandissima complessità. 

Ecco perché a dicembre l'incontro dei Degustatori AIS Lombardia si dedica al Metodo Classico. Quattro batterie da cinque vini ciascuna allenano occhi, naso, palato e, soprattutto, sensibilità dei Degustatori presenti all’incontro. Si tratta di prodotti diversi per provenienza, vitigno, dosaggio zuccherino e mano che li ha condotti nel loro percorso di vita: ogni dettaglio concorre a formarne la personalità.

Un Metodo Classico si nobilita nell’eleganza, mai urlata ma suggerita con tanta delicatezza quanta fermezza. Una caratteristica, questa, in cui la componente acida e quella salina rivestono un ruolo fondamentale, così come la struttura. Tutto si gioca su equilibri ed interazioni fra un corpo ben presente in grado di sostenere un’evoluzione ed un corredo di durezze che ne cesellino finemente la beva, senza dimenticare l’importanza

Degustatori Ais Lombardia

di un bouquet olfattivo intrigante. Sono i terreni con forte componente argillosa a dare muscolo e spalla al vino, mentre quelli con predominanza silicea conferiscono nerbo, acidità e verticalità; le marne apportano una struttura che è presupposto essenziale per la longevità di tutte le grandi Riserve ed il calcare regala il fascino dell’eleganza. Quello che accomuna qualsiasi tipologia di ambiente è la necessità di vendemmiare l’uva a completa maturità, senza scadere mai nell’errore di anticipare i tempi in nome di una freschezza forzata che andrà a penalizzare il vino nella sua armonica espressione. 

Metodo Classico - Bottiglie

Si viaggia per il nord Italia, con qualche sporadica deviazione in quel della Champagne, e si assiste ad una corale manifestazione di qualità. Metodi Classici di finezza, ma anche altri che giocano su pienezze di corpo ed incisività. Si scopre il carattere balsamico della Durella, che tanto ha in comune con la trentina Nosiola, si assapora l’eleganza dello Champagne, la freschezza e la verticalità altoatesina, l’equilibrio e la complessità trentina e la piacevolezza di Franciacorta. Vengono esplorati, tramite il dialogo ed il confronto, diversi angoli del mondo del Metodo Classico, conducendo verso l’acquisizione di una sempre maggior capacità critica.

Il bravo Degustatore è quello che si lascia affascinare e, privo di pregiudizi, ascolta ciò che il vino ha da comunicargli. Il bravo Degustatore è un innamorato, che mai si stanca di conoscere l’oggetto del suo amore e che impara poco alla volta a riconoscerne il più piccolo dettaglio, quella impercettibile particolarità che lo rende unico.

Credit foto: Paolo Valente (in Home), Hosam Eldin, Marco Mussini, Andrea Campanari