Col d’Orcia Brunello Di Montalcino Riserva 1968

Degustatori AIS Lombardia
20 dicembre 2018

Col d’Orcia Brunello Di Montalcino Riserva 1968

Ha riposato per cinquant'anni nella stessa cantina. Un privilegio e una grande emozione poterlo degustare per il gruppo di Degustatori AIS che ha partecipato all'ultimo incontro dell'anno dedicato al Brunello di Montalcino di Col d'Orcia

Anita Croci

Si dibatte spesso sul tema se i figli siano più di chi li cresce o di chi li mette al mondo. Posto che in tema di agricoltura la maternità spetta di diritto alla Natura, la paternità di questo vino risponde, in parte, al nome di Stefano Franceschi, fondatore e proprietario di Col D’Orcia fino all’inizio degli anni Settanta, prima del fortunato passaggio della tenuta alla famiglia Cinzano. 

È infatti la nuova proprietà a completare la genesi del Col d’Orcia Brunello Di Montalcino Riserva 1968, ancora in botte al momento dell’acquisto; ed è soltanto grazie alla sua lungimiranza e alla fiducia nel grandissimo potenziale di affinamento del Brunello, che possiamo approcciarci oggi a un vino non solo così datato, ma che ha riposato per cinquant’anni nella stessa cantina; un valore non di poco conto che Col d’Orcia, con la sua immensa collezione di circa 50.000 bottiglie di vecchie annate, condivide anche con gli appassionati, come è successo durante l'ultimo incontro del 2018 dei Degustatori AIS della Lombardia

L’aspetto annuncia un vino evoluto ma l’intensità del colore e le tonalità vivaci non tradiscono un millesimo così lontano nel tempo. L’impatto olfattivo è doverosamente timido; gli anni in bottiglia non prevedono un bouquet esuberante, ma auspicano a una progressione elegante che non tarda a rivelarsi. Una coltre balsamica di eucalipto si dipana aprendo a note evolute di tabacco, cuoio e caffè; segue un lungo incedere di spezie orientali, sentori di sottobosco e una piacevolissima dominanza fruttata, che si rivela soprattutto negli aromi di bocca, dove il vino sorprende per la grande freschezza. Il tannino vellutato e nobile contribuisce all’equilibrio e alla persistenza, integra nelle componenti aromatiche. Un vino che a cinquant’anni dalla vendemmia smentisce l’annata classificata tre stelle, mostrando ancora eleganza e carattere.