Degustatori AIS Lombardia, buona la prima!

Degustatori AIS Lombardia
07 ottobre 2019

Degustatori AIS Lombardia, buona la prima!

Al via la stagione 2019-20 per i Degustatori AIS Lombardia. Sabato 28 settembre si è tenuto a Milano il primo incontro nell’ambito del lungo percorso che porterà il gruppo guidato da Luigi Bortolotti e Sebastiano Baldinu alle sessioni di degustazione per le guide Vitae e Viniplus 2021

Marco Agnelli

Già, il bello è proprio questo: ancora non sono uscite le guide 2020 e già inizia il percorso di avvicinamento a quelle dell’anno successivo. Ma non potrebbe essere altrimenti, un lavoro di tale complessità e portata non può prescindere da una pianificazione ad ampio raggio e da una organizzazione capillare. Le aziende lombarde presenti in guida sono sempre di più, ogni anno, così come del resto sempre più numeroso è il gruppo dei Degustatori. 

In una gremitissima Sala Colonne dell’Hotel The Westin Palace l’occasione è dunque buona anche per accogliere i nuovi colleghi diplomatisi Degustatori nell’ultima sessione pre-estiva e oggi alla prima uscita con il gruppo. Una novità fa la sua comparsa, e ci accompagnerà per tutti gli incontri a venire: data l’importanza di impiegare un metro di giudizio che sia unico, condiviso e il più oggettivo possibile, si è deciso da quest’anno di formare una commissione speciale composta dai coordinatori della guida e dai campioni che si sono distinti come miglior Sommelier d’Italia e miglior Sommelier di Lombardia. Una vera e propria giuria di qualità, dunque, da cui uscirà un voto mediato che sarà il punteggio di riferimento sul quale misurarsi durante le giornate di formazione. 

Il confronto all’interno del gruppo Degustatori relativamente ai punteggi dei vini degustati, come dice Luigi Bortolotti, «è lo strumento per dare la possibilità a tutti di migliorare le proprie capacità. La bontà di un giudizio nasce dalla somma tra le competenze tecniche e le esperienze personali. Il compito di noi Degustatori è quello di capire fino in fondo un vino, inserendolo nel contesto del territorio da cui proviene, del vitigno e non da ultimo della filosofia del produttore». Un compito complesso, dunque, sul quale il gruppo sta lavorando da anni. E come dice il Presidente Hosam Eldin Abou Eleyoun «nei nostri incontri vogliamo sempre avere persone di grande spessore e di grande esperienza, ed è per questo che oggi abbiamo un grande ospite, Mattia Vezzola, pronto a darci il suo preziosissimo contributo di wine maker».

Le batterie di degustazione previste per la giornata sono state quattro, con vini serviti alla cieca. I lavori si sono aperti con la valutazione di quattro campioni di Trento DOC. Da segnalare in questo primo blocco un vino con oltre 100 mesi sui lieviti. Grande vitalità, frutta matura, complessità e notevole verticalità che gli dà possibilità evolutiva infinita. Avvolgente, pieno, morbido in bocca, con una persistenza molto prolungata.

Mattia VezzolaLe tre successive batterie sono state dedicate per intero all’Oltrepò Pavese ed è stato il Metodo Classico Rosé il tema della seconda tornata di vini. «Il pinot nero, a livello di corredo di antociani, ha molto giallo nella buccia, poco blu e poco rosso – ha spiegato Mattia Vezzola –. Man mano che il vino invecchia il giallo prende il sopravvento e il metodo classico rosé da pinot nero perde in questo modo la piacevolezza visiva del colore. L’approccio attuale, ampiamente condiviso oramai da molti produttori, è quello di scaricare il colore. Questo consente di passare durante l’evoluzione da un rosa scarico a un giallo tenue mantenendo l’eleganza cromatica. Occorre però a questo punto riuscire a mettere in atto un buon compromesso alleggerendo il colore ma mantenendo la struttura. Tecnicamente esistono due strade per perseguire questo obiettivo: aumentare l’ammontare di pinot nero vinificato in bianco da uva matura, che sarà poi svinato prima che termini la fermentazione, in modo da togliere tannino; oppure vinificare in botte, tecnica che consente di avere colore più tenui ma con un impatto finale di pari struttura e pari piacevolezza».

Si prosegue con una tornata di quattro vini rosati. Questa batteria è in realtà la più eterogenea della giornata, poiché racchiude in se tre tipologie e tecniche di vinificazione differenti. Il primo è petillant per precisa scelta tecnica del produttore, elemento che lo rende un rosé fuori dagli schemi; il secondo si riporta su un terreno più classico di pinot nero da macerazione; gli ultimi due sono in realtà vini ramati da pinot grigio, che mostrano un colore differente dai precedenti e rappresentano in qualche modo un ritorno alla tradizione.

L’ultima batteria della giornata è incentrata su vini rossi a base barbera, in purezza oppure in uvaggio con altri vitigni. All’interno di questo ultimo blocco di vini degustati segnaliamo un vino in cui si ritrovano le classiche quattro uve dell’Oltrepò Pavese (croatina, barbera, uva rara e ughetta di Canneto), di notevole eleganza e straordinaria consistenza materica. Nei nostri calici abbiamo un prodotto caratterizzato ancora da elementi giovanili, ma con una prospettiva di evoluzione lunghissima, con decenni davanti a sé. Alcol importante, perfettamente integrato in una struttura di grande consistenza. Morbidezza, potenza, finezza e complessità, che ci riportano a una delle migliori espressioni assolute del territorio.

Si conclude con quest'ultimo vino d'Oltrepò una proficua giornata di formazione, caratterizzata da un elevato contenuto didattico e da una sentita partecipazione da parte del gruppo. Il percorso dei Degustatori procede spedito! Prossima tappa il 19 ottobre presso l'Enoteca Regionale di Cassino Po (PV).