Degustatori AIS Lombardia, si chiude un anno di studio e approfondimento

Degustatori AIS Lombardia
18 dicembre 2024

Degustatori AIS Lombardia, si chiude un anno di studio e approfondimento

Champagne, Oltrepò Pavese, Franciacorta e Trentodoc. Si è concluso con le bollicine e con un approfondimento sulla tecnica della degustazione la stagione 2024 degli incontri di formazione dei Degustatori di AIS Lombardia.

Giovanni Bordin

A due giorni dalla presentazione della Guida ViniPlus 2025, i Degustatori di AIS Lombardia si sono riuniti per l'evento di chiusura della stagione presso l'Hotel Westin Palace di Milano, che naturalmente è stata anche l'occasione per uno scambio di saluti prima delle festività di fine anno.

«L'anno si conclude con una degustazione partecipata e impegnativa», esordisce Fabio Scaglione, Delegato AIS Milano, lasciando poi la parola al Presidente di AIS Lombardia, Hosam Eldin Abou Eleyoun e al Responsabile dei Degustatori, Luigi Bortolotti. In questa occasione, ogni degustatore ha ricevuto un gradito omaggio: una valigetta contenente cinque bellissimi calici e un "versa vino", strumenti fondamentali per i prossimi incontri.

Nicola Bonera, Luisito Perazzo, Artur Vaso, Andrea Gualdoni, neo Miglior Sommelier d'Italia, e Cristian Russomanno, sono stati gli esperti sommelier che hanno accompagnato l’ultima giornata di formazione del 2024 con una serie di batterie di bollicine con protagonisti Champagne, Oltrepò Pavese, Franciacorta e Trentodoc.

Batterie

Trentodoc

«Sono oramai passati i tempi dell’omologazione, quando tutti i Metodo Classico dovevano sapere di panificazione e di crosta di pane» spiega Nicola Bonera introducendo la prima batteria. «Oggi viviamo un momento nel quale, grazie anche al grande lavoro di comunicazione, troviamo vini che esprimono il carattere del vitigno, freschi e fruttati, vini che se sono giovani esprimono la loro gioventù, senza andare a copiare gli champagne, ma rimanendo validi testimoni dei territori d’origine».
Il Trentodoc, ovvero le bollicine di montagna, è una denominazione in grande crescita grazie al vitigno chardonnay, per ora dominante. La Valsugana da una parte, e la Val di Cembra dall’altra, quest’ultima grazie alle sue altitudini, sono due zone produttive da tenere in grande considerazione sia oggi che nel prossimo futuro.

Quore Riserva 2016 - Letrari

100% chardonnay con affinamento sui lieviti in bottiglia per 60 mesi. Il più evoluto dei tre in questa prima batteria. Soffre “dell’ingiallimento della bianchitudine”: in bocca emerge un amaro agrumato, al naso un fiore essiccato, non ci sono le spezie, le cortecce e i legni. In bocca troviamo una parte citrina che ricorda l’albedo dell’agrume. Finale ossidato con evoluzione importante. 87 punti.

Riserva Graal 2017 - Altemasi - servito in formato Magnum

Affinato sui lieviti in bottiglia per 60 mesi. 70% chardonnay e 30% pinot nero. Profumi giovani, solare, polpa integra, ricordi di oli essenziali. Vino che ha note vegetali forse date dal vitigno scuro. Trapela il legno usato in vinificazione. 91 punti.

Noir Nature 2018 - Cesarini Sforza

100% pinot nero, 48 mesi sui lieviti. Non dosato, il più fresco in bocca. Ingresso tenue, grande succosità e freschezza, forse un vino da attendere per arrivare ad avere un naso che faccia emergere ciò che già troviamo al palato. 88 punti.

Luisito Perazzo chiude la prima batteria con alcune considerazioni sul secondo vino, dal suo punto di vista particolarmente performante, e sulla bellezza al palato del terzo campione.

Franciacorta

È ancora Nicola Bonera a introdurci il “suo” territorio, che vive da almeno 14 anni, «una zona che si sta scoprendo più rossista che bianchista, per quanto riguarda l’uva, grazie alla crescita esponenziale del pinot nero con un conseguente aumento di etichette Blanc de Noirs. Lo chardonnay ha insegnato ai produttori come gestire la malolattica e le fermentazioni». Sarà un cambiamento che consentirà alla denominazione di per avvicinarsi alla Champagne? Sarà il desiderio di voler modificare il mercato? La necessità di valorizzare le vigne vecchie? Sono tutte domande alle quali non è possibile rispondere in questo momento. 

Satèn 2020 - Castello Bonomi

100% chardonnay. 36 mesi sui lieviti. Bolla che ad un certo punto si rilassa. Corretta parte mielosa. Luminoso, bilanciato e integro. Rotondo e avvolgente. 90 punti.

Bagnadore Riserva 2016 - Barone Pizzini

60% chardonnay e 40% pinot nero. Circa 72 mesi sui lieviti. Grande cremosità, un vino pieno e di struttura. Evidente resistenza al tempo, caratteri che fondono l’agrumato con la polpa. Al naso troviamo i sentori di mandorla e lime. 93 punti.

Essence Noir 2016 - Antica Fratta

100% pinot nero. 55 mesi sui lieviti e sboccatura settembre 2021. Naso con una prevalenza di marzapane e mandorla, timido. Bocca esplosiva, largo e pieno. Emerge un elemento salino. 89 punti.

Nei tre Franciacorta abbiamo trovato un filo conduttore: il miele, un marcatore olfattivo che in genere arriva con il passare del tempo. Andrea Gualdoni ha evidenziato la presenza di note di cedro nel secondo vino degustato, nonché una persistenza che ci lascia intravedere un grande potenziale.

Oltrepò Pavese

«Sussurri di frutta a guscio, vini estremamente croccanti sulla parte del frutto, fogliame ben marcato, anche se hanno passato molti mesi sui lieviti, questa è la strada intrapresa in questo importante territorio produttivo, dove il pinot nero è molto coltivato» afferma ancora Nicola Bonera introducendo la terza batteria. Il pinot nero è un vitigno che rifiuta i compromessi e al palato mostra un incedere “carnoso”, grazie anche alle altitudini e alle escursioni termiche che non possiamo invece trovare in Franciacorta.
Simone Bevilacqua, oltrepadano Doc, ci ha raccontato le peculiarità dei terreni, a predominanza argilloso calcarea, la presenza di escursioni termiche che consentono di non “cuocere” il frutto e non essere costretti a vendemmie molto anticipate. «Gli aromi si costruiscono grazie all’insolazione, ma si distruggono con il calore». L’Oltrepò si identifica a livello spumantistico soprattutto con il pinot nero e, in piccola misura, con qualche espressione di chardonnay in purezza (che non può rivendicare la DOCG): «in questo caso si riescono ad ottenere maturazioni complete sotto il profilo aromatico, mantenendo una buona trama acida». Tutto ciò ci porta nel calice una purezza del frutto e una balsamicità che fanno di questi vini i principali tratti distintivi.

Roccapietra Blanc de Blancs - Scuropasso

100% chardonnay. 36 mesi sui lieviti. In bocca nota speziata, ananas e pompelmo. Un vino che incarna bene il vitigno pur allargandosi al palato. Solare, succoso e fresco. Media complessità. 90 punti.

Cuvée Ca’ Del Tava - Monsupello

60% pinot nero, 20% chardonnay affinato in acciaio, 20% chardonnay affinato in legno, di varie annate. 70 mesi sui lieviti. Molto complesso al naso, gioca sul vino di riserva. Noce e zabaione. Continuo di palato che si allarga per poi affievolire. 90 punti.

Michél Cuvée 2020 - Calatroni

100% pinot nero. 40 mesi sui lieviti. Vino forte e fluttuante in bocca. Naso timido, grande forza e intensità, struttura. Sicuramente un prodotto da aspettare in prospettiva paga oggi in piacevolezza. 88 punti.

Champagne

Arriviamo allo champagne e Nicola Bonera questa volta sottolinea l’imprinting dato dalle componenti presenti nel terreno, vincolato dal vitigno e dal clima «andiamo oltre la freschezza per cercare altro, vini che negli ultimi anni con i cambiamenti climatici sono più volubili. Spaventose sono le fluttuazioni dei periodi di vendemmia, divari importanti che porteranno qui più di altri territori dei grandi cambiamenti nell’imminente futuro».

Pur Blanc - Millot Père et Fille

Situata nel cuore della valle dell'Ource nell'Aube, la Maison si trova a Verpillières sur Ource, un affascinante paesino sulla Côte des Bars. 100% chardonnay. Terreni ricchi d’argilla. Vino dosato dove ritroviamo in degustazione lo zucchero. 86 punti.

Cuvée Prestige Grand Cru - Guillemette

Prodotto a Bouzy, un villaggio di viticoltori sulle pendici meridionali del monte Reims, tra Reims ed Epernay. 50% chardonnay e 50% pinot nero. Ricco e complesso. Al palato evidente mineralità. Vino di classe, con un grande naso e ingresso in bocca. 91 punti.

Fût de Chêne Blanc de Noirs - Claude Lemaire

Azienda situata a Boursault, a metà della Vallée de la Marne, famosa per il meunier. 100% pinot nero. Legno evidente con poca massa in bocca. Avvolgente, equilibrato, invadente effervescenza al palato. 88 punti.

Mista

Champagne - Blanc de Noirs - Thibaud Vesselle

100% pinot nero. Prodotto a Bouzy. Grand Cru molto classico, appagante e divertente. In bocca avvolgenza data dalla maturità. 92 punti.

Trento DOC - Domini Nero 2017 - Abate Nero

Oltre 60 mesi sui lieviti per un 100% pinot nero. Pienezza e tratto mieloso, naso ricco ed evoluto. Convincente al naso. 90 punti.

Oltrepò Pavese - Pinot Nero 96 mesi – 2013 – Oltrenero

100% pinot nero. Un grande vino invecchiato, senza note di panificazione e sentori ridondanti, presenza di balsamicità e nessun ricordo ossidativo. Solare e piacevole. 92 punti.

Franciacorta - Extreme Riserva 2013 - Palazzo Lana Berlucchi

100% pinot nero. 108 mesi sui lieviti. Salato e saporito. Naso variopinto, ingombrante. Pieno di caratteristiche, salato, gustoso, strutturato. Il naso spazia sui cereali. Opulento, frutta a guscio. 93 punti.

Si conclude la parte formativa di questa bellissima giornata con i saluti di fine anno e gli auguri natalizi. Giovanni Silvestri, capo servizio di una fantastica e professionale squadra, inizia il taglio del panettone e, trovandoci a Milano, non poteva esserci altro.
Si chiude un anno ricco di eventi e di momenti di confronto, consapevoli che non si finisce mai di imparare.