Il lato rosé del Metodo Classico: Oltrepò Pavese, Champagne e Franciacorta a confronto
L’incontro dei Degustatori di AIS Lombardia fa tappa nella delegazione di AIS di Pavia. Tema dell’approfondimento: le differenti espressioni di Metodo Classico di tre iconici territori nella versione rosé. Ospiti della giornata Cristian Calatroni, produttore e vice presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e il campione lombardo Artur Vaso.
RUBRICHE
L’appuntamento per la sessione dei Degustatori di AIS Lombardia in Oltrepò Pavese si è svolta nel ristorante Scuropasso, all’imbocco dell’omonima vallata, sede di prestigiose aziende vitivinicole del territorio. Anche durante questo incontro, i degustatori sono stati invitati a scaricare la nuova applicazione per la compilazione on line delle schede analitico descrittive e della scheda a punteggio, recentemente introdotta da AIS Lombardia e che sarà utilizzata anche nelle prossime sessioni di degustazione per le guide ViniPlus e Vitae.
Le peculiarità dei Metodo Classico da uve pinot nero
Protagonisti di questo incontro sono i Metodo Classico di Oltrepò Pavese e Franciacorta in confronto con le produzioni della Champagne, con un focus sui rosé prodotti da pinot nero.
L’Oltrepò Pavese, con circa 3000 ettari vitati a pinot nero, rappresenta il più grande areale nazionale di coltivazione di questo vitigno. È stato Cristian Calatroni, vice presidente del Consorzio di Tutela Vino Oltrepò Pavese a illustrare le caratteristiche del Metodo classico di questo territorio. Il Metodo Classico Pinot Nero Rosé deve essere prodotto con almeno l’85% di pinot nero con obbligo di macerazione in pressa: questo significa che anche il cosiddetto vino base “atto a“ diventare Metodo Classico Pinot Nero è già di rosé in vasca. Questa macerazione a contatto con le bucce può variare a seconda delle annate e degli stili dei produttori, da un periodo di poche ore fino a un massimo di 48 ore, e conferisce allo spumante profumi di piccoli frutti rossi freschi e croccanti quali ribes, lampone e fragolina di bosco.
Come sottolinea Simone Bevilacqua, contrariamente ai Metodo Classico prodotti da o con prevalenza di uve chardonnay, dove i profumi sono caratterizzati principalmente da note di frutta gialla e tropicale anche in gioventù, nonché da quelle che ricordano la panificazione e la pasticceria, gli spumanti da pinot nero, in particolare in Oltrepò Pavese, mostrano profumi più freschi e fruttati di piccoli frutti rossi, note vegetali e balsamiche, spiccata acidità e sapidità, oltre a una predisposizione nel mascherare più a lungo gli aromi derivanti dall’autolisi dei lieviti, donando longevità al carattere fruttato. L’utilizzo di uve pinot nero, inoltre, necessita di particolare attenzione alla fase di maturazione fenolica, per preservare al meglio queste caratteristiche.
La degustazione
La degustazione ha visto protagonisti 15 vini, suddivisi in batterie di tre campioni ognuna: le prime tre batterie a etichetta scoperta, per comprendere le caratteristiche del vino e confrontarsi, mentre le ultime due batterie alla cieca. A guidarci Artur Vaso, sommelier di grande esperienza e campione lombardo nel 2017.
1° batteria
- Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero DOCG Extra Brut Rosé-Conte Vistarino
- Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero DOCG NorEma Rosè dosaggio zero- Agricola Calatroni
- Oltrepò Pavese V.S.Q. Pinot nero Vesna Nature – Agricola Stefano Milanesi
La prima batteria è interamente composta da Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero: dall’esame visivo riscontriamo tre nuances di colore completamente diverse, sinonimo degli spumanti “saignée”, che presentano nella maturazione una metamorfosi del colore, influenzato dal tempo, dalle scelte produttive e dal terroir.
I primi due campioni riflettono completamente le caratteristiche illustrate precedentemente: eleganti riflessi che vanno dal ramato al più tenue colore buccia di cipolla, con profumi netti di piccoli frutti rossi, perlage fini e persistenti. Il primo campione ha profumi intensi e articolati al naso, al palato è fresco, sapido e molto preciso nella sua costruzione. Il secondo campione, con minore materia colorante e molto luminoso presenta note di fragoline di bosco, oltre a un vena vegetale di erbe aromatiche. In bocca colpisce per la cremosità avvolgente e larga. Finale persistente di pasticceria.
Il terzo campione si discosta come colore e come sentori al naso: si tratta di un vino biologico che inizia la vinificazione a macerazione delle uve intere complete di raspo in pressa e non subisce nessuna filtrazione. Il campione è stato voluto dalla commissione degustatori per preparare la platea alla possibilità di incontrare vini di questa tipologia durante le degustazioni per le guide e, quindi, per cercare di valutare al meglio anche prodotti di questo tipo.
2° batteria
- Franciacorta D.O.C.G. Rosé Monique- Az. Agricola Lo Sparviere
- Franciacorta DOCG Rosé Nature Millesimato 2019- Azienda 1701 biologico e biodinamico
- Franciacorta DOCG Rosé Pas Dosé millesimato 2019 Bokè Noir – Villa Franciacorta
Nell’introdurre questa seconda batteria, Artur Vaso ci dona le coordinate essenziali del territorio franciacortino, caratterizzato da terreni con impronte più saline e ricche di minerali, dovuti al disfacimento dell’antico ghiacciaio dei colli morenici, peculiarità che ritroviamo poi nel calice grazie alla presenza di una spiccata saporosità.
I tre campioni presentano colori che virano più sulla tonalità rosa salmone e più ricchi di materia colorante. Nel primo campione individuiamo una nota solforata al naso che richiama l’odore del cerino spento, e in bocca emerge la sapidità di cui abbiamo parlato; il secondo vino è intrigante al naso con profumi di piccoli frutti rossi ma anche di melone e frutta estiva, proseguendo con un palato che si contraddistingue con note marine e salmastre e chiude su aromi di tè e tisana. Il terzo vino, anch’esso con nuance salmone ma una minor materia colorante, risulta meno espressivo al naso e meno intenso. Al sorso risulta caldo, avvolgente e saporito. Finale persistente di nota fumè.
3° batteria
- Champagne Michel Furdyna - BRUT ROSÉ - ROSÉ DE SAIGNEE
- Champagne Gautherot - BRUT ROSÉ
- Champagne Batisse-Lancelot Brut Rosé
Sempre Artur Vaso ci presenta gli champagne rosé, tutti provenienti dalla zona dell’Aube. È la zona posta più a sud per la produzione di champagne e per anni ha prodotto pinot nero per la vendita alle Maison del nord. Qui i terreni, anticamente considerati paludosi, sono quasi pianeggianti e ricchi di marne e argille-calcaree. Da alcuni decenni alcuni produttori hanno iniziato a produrre direttamente champagne, con caratteristiche di grande riconoscibilità, quali maggior corpo e maggior alcolicità
Tutta la batteria presenta livree molto lucenti e ricche di materia colorante. In questo caso la tonalità si sposta su colori tra il corallo e la peonia che lasciano supporre di trovare maggior persistenza gustativa.
Il primo campione presenta una ricchezza contraddistinta al naso da note di frutta rossa, ribes ma anche ciliegie e fragole, insieme a note di argilla e sottobosco in retroolfatto. Il secondo campione, sempre di impatto olfattivo deciso, è caldo e avvolgente al sorso e lascia un persistente aroma di macchia mediterranea, erbe aromatiche e foglie di tè.
Il terzo campione è forse quello più sottotono, meno convincente al naso e lascia in bocca un finale leggermente amaricante, legato al tannino e alla sapidità che, combinati insieme, chiudono velocemente gli aromi di bocca.
Le batterie alla cieca
Prima batteria
Il primo campione presenta un colore buccia di cipolla molto tenue, al naso è intenso e ha spiccate note di piccoli frutti rossi freschi, oltre a note di panificazione e di paste lievitate. La beva è fresca e sapida, ci lascia aromi di tostatura, frutta a guscio e frutto che ritorna in retrolfatto: tutto questo fa propendere per una grande espressione del Oltrepò Pavese.
Il secondo campione presenta un colore rosa tenue di tonalità ramata. Al naso i profumi sono più freschi e fragranti, ma in bocca troviamo sempre il corpo pieno dei Metodo Classico da pinot nero. La sapidità, le note agrumate è la lunga persistenza fa propendere per una interpretazione franciacortina.
Il terzo campione si presenta al naso più verticale, con note anche citrine oltre al fruttato, e note di tè. In bocca la leggera speziatura riscontrata al naso la ritroviamo persistente anche dopo il sorso. Probabile la macerazione delle uve in legno che fa pensare a un prodotto millesimato sempre della Franciacorta.
Seconda batteria
La seconda e ultima batteria alla cieca vede come primo campione un prodotto con sfumature di colore ramato particolarmente trasparenti, lasciando l’olfatto ai ben noti profumi di frutti rossi, ma molto delicati. In bocca è agile e scattante e ci fa percepire una cremosità finissima, frutto di una lunga permanenza sui lieviti, oltre a note di panificazione in retrolfatto e alla piacevole persistenza che fanno intuire una provenienza oltrepadana.
Il secondo campione è uno champagne, e presenta una tonalità di color peonia. All’olfatto percepiamo i frutti rossi molto maturi, quasi in composta; il sorso è ricco e saporito, piacevole e persistente, e si può percepire anche una nota estrattiva del tannino, seppur molto delicata.
Il terzo campione presenta sempre un colore intenso, che ci suggerisce possa essere uno champagne. Al naso le classiche note di frutti rossi lasciano spazio anche a quelle leggermente agrumate. In bocca si rivela essere il campione meno interessante della batteria, probabilmente un assemblaggio e non 100% pinot nero.
La degustazione si chiude con soddisfazione da parte dei partecipanti e degli organizzatori, avendo avuto riscontri positivi sulla riconoscibilità dei vini nel calice delle due batterie alla cieca, e mediamente anche un buon allineamento generale in fase di assegnazione dei punteggi.