Inizia una nuova stagione per i Degustatori AIS Lombardia. Obiettivo: le Guide 2027

Degustatori AIS Lombardia
16 ottobre 2025

Inizia una nuova stagione per i Degustatori AIS Lombardia. Obiettivo: le Guide 2027

La prima giornata della nuova stagione di formazione si è aperta nel segno trasversale della varietà di tipologie, modelli e categorie. A Cologno al Serio, guidati da Nicola Bonera, miglior sommelier d’Italia nel 2010, il gruppo ha potuto approfondire termini, sfumature, definizioni della scheda analitico-descrittiva e della scheda a punti attraverso la degustazione di diverse espressioni di vini lombardi.

Mauro Garolfi

Focus sulla scheda analitico-descrittiva e sulla scheda a punti per il dinamico gruppo dei Degustatori lombardi guidato da Luigi Bortolotti e Simone Bevilacqua, ospite nella giornata di sabato 20 settembre della Delegazione di AIS Bergamo, chiamato ad approfondire la qualità dei vini lombardi, le capacità e la dimestichezza nel comprenderli, descriverli e giudicarli.  A condurre l’incontro, Nicola Bonera, miglior sommelier d’Italia 2010, curatore pluriennale della Guida nazionale Vitae. 

L’incontro di oggi intende approfondire la ricerca sulla qualità del vino e portare il gruppo dei Degustatori a una maggiore conoscenza, consapevolezza e capacità di giudizio dei vini lombardi, che sono oggetto delle giornate di degustazione che, nell’estate di ogni anno, determinano i giudizi presenti sulle Guide Vitae e ViniPlus.  L’approccio alla giornata, focalizzata sulla terminologia ufficiale delle degustazione e in cui il valore del confronto rappresenta un aiuto alla crescita, è quello di degustare alla cieca, conoscendo, ad inizio degustazione, solo la tipologia del vino. Chiaramente l’apprendimento, successivo, di modello e categoria del vino, offrirà informazioni aggiuntive che permetteranno di mettere meglio a fuoco il punteggio definitivo. Simone sottolinea come questa modalità di degustazione, se da una parte può avere caratteri limitanti, dall’altra elimina eventuali pregiudizi nelle valutazioni.

Le batterie in degustazione

I – METODO CLASSICO

Alla cieca si possono avanzare ipotesi sui mesi di permanenza sui lieviti, sul residuo zuccherino. Durante la degustazione, Nicola pone alcuni interrogativi sui marcatori – più frutta e fiori o più erbe e spezie? – sui vitigni – più uva bianca o uva nera? – monovitigno o blend? 

Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG Pinot Nero Brut 2019 – Cavallotti

Veste brillante, paglierino, con pérlage di medi numero, grana, persistenza e velocità d’ascesa. L’esordio al naso è di piacevole intensità, con un fruttato di carattere, energico, e il floreale, la componente di panificazione, la crosta di pane, un tocco di vegetale, un carattere di fogliame, di moderata complessità.

Il sorso è secco, moderatamente caldo e moderatamente morbido, fresco e sapido, l’impatto in bocca è di bella intensità, di medio corpo. Mediamente equilibrato e di buona piacevolezza, moderata effervescenza, dal finale moderatamente persistente. Facilità di lettura, purezza ed espressività al palato piacevoli. Distinto a livello gusto-olfattivo, maturo, di piena coerenza e generale gradevolezza, è armonico e complessivamente distinto.

I circa 48 mesi di permanenza sui lieviti non riflettono direttamente sulla qualità, ma possono portare a delle considerazioni sulla sua integrità e sulla sua complessità.

VSQ Noir Collection Pas Dosé - Ballabio

Cristallino, paglierino intenso, dalle bollicine mediamente numerose, fini e persistenti, con velocità di ascesa lenta. Netta intensità al naso, esordisce con una ricchezza fruttata piena, polposa, espressiva. Emerge un’idea di crema e di panettone, si fa strada una parte vegetale, una balsamicità da prato alpino; rimandi floreali gialli da ginestra e note speziate chiudono un profilo olfattivo complesso ed elegante, attrattivo, ottimo.

Al gusto è secco, moderatamente caldo, morbido, fresco e saporito; intenso, non particolarmente ricco ma in grado di occupare tanti spazi al palato, di grande piacevolezza e persistente. L’effervescenza è cremosa e performante. È maturo e particolarmente coerente, di spiccata espressività e personalità.

Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG Pinot Nero Top Zero - Giorgi 

Brillante, dal colore un po’ più giallo rispetto agli altri due; l’effervescenza si pone a metà tra il primo e il secondo vino. Intenso al naso, da subito nell’insieme rimanda a panificazione e speziatura, vaniglie e nocciole, tratti fumosi, affumicati e torrefatti; il frutto, abbastanza giallo, è di buona maturità e si delineano poi ricordi floreali; una nota di miele è in evidenza, a indicare un carattere evolutivo. Complesso e di qualità distinta. Di espressività e carattere.

Secco, moderatamente caldo, moderatamente morbido, fresco e sapido; l’effervescenza è moderata. Intenso e di corpo pieno, mediamente equilibrato, è moderatamente persistente. Vino maturo e distinto.

Considerazioni

Dei tre spumanti, il primo è quello di maggiore semplicità e facilità nelle caratteristiche.Tra il secondo e il terzo, quest’ultimo vuole forse arrogarsi il diritto di “alzare di più la voce”, con dei picchi interessanti, mentre il secondo risulta più proporzionato, più coordinato.

II – METODO CLASSICO

Franciacorta DOCG Brut – Marchiopolo

Cristallino paglierino, dalle bollicine medie. Intenso al naso, energico, emergono il fruttato di melone giallo e il vegetale di fogliame, di moderata complessità. 

Al gusto è secco, moderatamente caldo, moderatamente morbido, fresco e sapido. L’effervescenza è esuberante. Il palato è intenso, di medio corpo e mediamente equilibrato. Di moderata persistenza, il sorso è buono. La sua forza nervosa evidente distrae dall’essenza dello chardonnay, presente all’85%, per cui non ho particolare spiccata tipicità.

È un vino maturo, mediamente armonico, di buona qualità.

Franciacorta DOCG Brut – Contadi Castaldi

Cristallino paglierino, dall’effervescenza tra il livello medio e massimo delle quattro fasce di valutazione. L’olfatto è garbato, l’impatto con poche asperità; si definisce su un fruttato dolce, un floreale dolce, una nota di camomilla, il contributo modesto dei sentori di panificazione e una nota mielosa in retrolfazione.

Moderatamente complesso e di grande piacevolezza, è distinto e purezza ed eleganza sono valori non trascurabili; nitido e accogliente. Secco, moderatamente caldo, morbido, fresco e sapido. La bollicina è vivace. È garbato e di piacevole intensità, di medio corpo. Piacevole è la durata di un carattere facile e fruttato, gustativamente è distinto. Maturo e armonico, è complessivamente distinto.

Si valorizza in particolare per purezza ed eleganza, equilibrio e armonia.

Tra i primi due vini della batteria, secondo Nicola “il primo ha delle angolature, il secondo ha delle stondature”. Semplici, il primo ha forza e rigore diretti, intensità in bocca; il secondo ha tatto avvolgente e gradevole.

Franciacorta DOCG Dosaggio Zero Bagnadore 2016 – Barone Pizzini

Cristallino paglierino, con un perlage più coeso, più sottile, più lento e duraturo nel risalire. Chiara intensità e forza al naso, sprigiona caratteri di tostatura e torrefazione, speziatura anche piccante, zenzero e vaniglia, emergono la frutta, il mandarino e il pompelmo e un ingiallimento semi esotico; il vegetale è importante e si fa spazio un floreale di acacia e glicine. La parte di panificazione e pasticceria non risulta particolarmente evidente. Naso complesso e di ottima qualità.

Secco, moderatamente caldo, moderatamente morbido, vibrante e saporito. Dalla bollicina vivace e netta. È intenso, di corpo pieno ed equilibrato. Di grande piacevolezza e appagante; di notevole persistenza. Si tratta di un vino pronto, con ancora margine di qualità e coerente. Forza ed energia permettono di definirlo un vino “grande e grosso”, in grado di unire forza e piacevolezza. Di spiccata personalità ed espressività.

Considerazioni

Si discute sulle potenzialità di evoluzione di questo vino rispetto ai primi due. Nicola si sofferma sui valori della qualità, sui tre correlati di espressività, carattere e tipicità, dove espressività e carattere sono in grado di influenzare la tipicità, mentre altri valori più generici, come eleganza, purezza, attrattiva e gradevolezza di insieme sono valori pressoché assoluti, li utilizziamo anche senza avere chiara la categoria alla quale il vino che stiamo degustando appartiene.

III – VINO BIANCO DOC 2021

Nell’approccio alla degustazione dei tre vini di questa batteria, si sottolinea l’importanza dell’annata – che già, in certo qual modo, categorizza.

Lugana DOC Riserva Sùere 2021 – Cà Maiol

Cristallino paglierino, di media fittezza, scorrevole. Intensità e forza, definizione al naso, dove la famiglia dominante è quella floreale di camomilla. Il fruttato è giocato su agrumi e frutta a polpa bianca, incede su una leggera speziatura, poi tratti vegetali e balsamici, ricordi di salvia. Continua nel tempo a esprimere le sue caratteristiche. È complesso e distinto.

Espressività, carattere, tipicità sono tratti distintivi. Al palato è secco, moderatamente caldo, morbido, fresco e sapido. Intenso, di corpo pieno e piacevole. Emerge un tratto leggermente nocciolato e caramellato. Equilibrato, persistente e distinto. Il vino è maturo, armonico e complessivamente distinto.

Lugana DOC Camp8 2021 – Cobue

Cristallino paglierino un po’ più scuro del precedente, di media fittezza, quasi consistente. Intensità e forza definiscono un naso in cui la famiglia di descrittori olfattivi principale è quella del fruttato dolce, con ricordi di una vendemmia tardiva alsaziana, una nota di polpa chiara che ingiallisce, la pesca bianca molto dolce. Poi una nota che incarna la fase evolutiva, che si impossessa del Lugana quando matura, salina, leggermente sulfurea, di pietra focaia e idrocarburo; si presenta poi un floreale dolce di gelsomino. Di moderata complessità, è distinto. 

Al sorso è secco, caldo, morbido, moderatamente fresco e sapido, intenso, di corpo pieno, mediamente equilibrato e distinto. Maturo, promette una certa rotondità che conferma, è coerente, gradevole e distinto.

Lugana DOC Orestilla 2021 - Montonale 

Cristallino paglierino, di media fittezza, scorrevole. Naso intenso giocato su note vegetali, la balsamicità di erbe aromatiche, il finocchietto, l’aneto. Emerge il frutto a polpa croccante, succosa, bianca. Il floreale è nitido, la speziatura piccantina, si delineano zenzero e coriandolo fresco.

Secco, moderatamente caldo, morbido. Fresco e saporito, intenso, di corpo pieno, equilibrato, persistente. Sorso espressivo,  con una costante crescita della balsamicità. Il vino è pronto e armonico. Raggiunge complessivamente il livello ottimo con espressività ed eleganza al palato in evidenza.

Considerazioni

Si discute del potenziale che ha il Lugana nella terziarizzazione, cioè nello sviluppare aromi di evoluzione, avvicinandosi ai descrittori tipici dei riesling. Entra qui in gioco la consapevolezza di avere di fronte tre vini della stessa annata 2021.  Nicola ricorda come tra la fine degli anni Dieci e l’inizio dei Venti di questo secolo, il Lugana abbia un po’ dismesso l’eccesso fruttato che si era garantito nel decennio 2000-2010 e abbia ritrovato un’impronta più floreale e vegetale, più consona al vitigno turbiana.

IV – VINO ROSSO

Un indizio fornito da Nicola durante la degustazione è che si tratta della stessa uva per i tre vini; il fatto di riuscire a distinguerla in un vino piuttosto che in un altro può rappresentare uno spunto di riflessione.

Nel pieno della degustazione vengono svelate anche le tre annate.

Barbera del Sannio DOP 2020 – Cantina Solopaca

Limpido rubino di buona fittezza, consistente. Impatto al naso marcato sulla dolcezza di piccoli frutti zuccherini, amarena e lampone lavorato. Moderatamente complesso e di buona qualità olfattiva. Il sorso rivela in particolare una parte tannica quasi in eccesso per essere barbera. Piacevole e di buona qualità complessiva.

Provincia di Pavia IGT Barbera Lavinia 2022 – Il Verone

Limpido rubino con riflessi amaranto, consistente. Impatto più sul fiore e sul vegetale, profumi piacevoli pur nella complessità contenuta, pulito e nitido, gradevole. Immediatezza e nonchalance della barbera. Distinto. Al palato emerge, sulle altre caratteristiche, una freschezza succosa di qualità, che incarna la tipicità della barbera. Un vino distinto nell’insieme.

Barbera d’Asti DOCG Bricco dell’Uccellone 2015 – Braida

Limpido carminio che guarda al granato, consistente. Al naso l’intensità del terziario è evidente e marcata, delineata da note empireumatiche, speziate e vegetali d’evoluzione in un quadro di complessità, risultato di tanti processi legati al legno e all’evoluzione. Il frutto è ormai ridotto a pasta, crema e liquore.

Il sorso è di piena maturità, in cui nonostante l’evoluzione mantiene una freschezza tipicizzante e si fanno spazio aromi empireumatici. È vino ricco, sfaccettato, complesso, articolato, persistente. In complesso qualitativamente ottimo.

Considerazioni

Il secondo vino probabilmente è risultato il più facile da identificare come barbera. Nel terzo va necessariamente condotto un ragionamento sull’evoluzione. Il primo, unico vino di tutte le batterie odierne proveniente da un’altra regione, rappresenta invece qualcosa di diverso, risultando al sorso quasi più tannico che acido, per cui altre considerazioni vengono messe in luce.

V – VINO ROSSO

Valtellina Superiore DOCG Sassella 2018 – Bettini

L’aspetto del primo vino indugia su sfumature che tendono al granato, in trasparenze di tonalità già evolutive. Il naso è profondo, di grafite, scuro, macerativo. Emergono sentori di terra, cioccolato e olive, di camino. Il frutto è in via di terziarizzazione - ribes, mirtillo - molto lavorato. Purezza ed eleganza sono condizionate da un profumo fumoso insistente che lascia poco spazio al resto.

Di bella avvolgenza, non grande struttura, emergono bruciati amaricanti, carruba e cenere. L’impatto è di qualità, non particolarmente persistente; la tannicità elemento non particolarmente pronunciato. È distinto nella sua tipicità di nebbiolo in evoluzione.

Valtellina Superiore DOCG Valgella 2021 – Motalli Renato

Il secondo vino di questa batteria tutta a base chiavennasca è invece succoso e fresco, non particolarmente complesso, in cui i profumi sono figli di un millesimo fresco e bello. Nell’insieme è snello e di buona qualità.

Sforzato di Valtellina DOCG Messere 2019 – Caven

Il terzo vino si esprime con un naso giocato su radici, balsamicità, essenze e cortezze legnose; vegetale a livelli qualitativi alti, con note di tisaneria e infusione. Più del primo ha un’espressività terrena, giocata su grafite e carbone, non ha evoluzione torrefatta come il primo, mantiene il frutto. Olfattivamente integro, forte, intenso e di carattere. Qualitativamente si posiziona su una fascia di alta distinzione.

Considerazioni

Qualche considerazione si impone sugli Sforzato, negli ultimi tempi alleggeriti, snelliti, con un ritorno a pratiche produttive volte non a concentrare le caratteristiche, ma col fine di giungere a un prodotto che cerca qualcosa di diverso, nella direzione opposta. Si innesta qui qualche ulteriore riflessione su quando alcune caratteristiche siano limite o valore aggiunto, come nel caso di un vino che è concentrato ma, per le sue caratteristiche organolettiche nel calice, sembra non esserlo.

Termina così il nostro viaggio istruttivo e sfaccettato, che ci ha permesso di approfondire tratti distintivi, peculiarità e aspetti a volte nascosti dei vini lombardi, e di poterli definire, giudicare, comunicare, in modo sempre più accurato, in coerenza con le nostre schede analitico-descrittiva e a punti.