Pinot nero, nerello mascalese e groppello: approfondimento in rosso

L’incontro di formazione dei Degustatori di AIS Lombardia del mese di febbraio è stato l’occasione per approfondire la conoscenza di tre vitigni di indubbio fascino e potenzialità. Presso Enoteca Regionale della Lombardia di Broni – Pavia, il gruppo ha avuto l’opportunità di analizzare similitudini e differenze di queste varietà in alcune delle loro molteplici declinazioni.

Mauro Garolfi

Il focus su pinot nero, nerello mascalese e groppello per il gruppo dei Degustatori lombardi, guidato da Luigi Bortolotti e Simone Bevilacqua, è stato ospitato sabato 15 febbraio dalla Delegazione di AIS Pavia. La giornata è stata anche l’occasione per salutare Artur Vaso, campione lombardo della sommellerie, nel suo nuovo ruolo di curatore della Guida Viniplus e referente regionale della Guida Vitae. 

Pinot nero, nerello mascalese e groppello

Dopo qualche considerazione generale sui tre vitigni e sulle differenze tra i territori scelti, dopo aver sottolineato  le caratteristiche generali comuni, come ad esempio le tipiche note fruttate di lampone, ciliegia, fragola, che ritroviamo sostanzialmente in tutte queste varietà, l’incontro ha messo in evidenza anche le peculiarità delle tre varietà. Il groppello nelle sue espressioni più evolute può donare anche note terrose, che richiamano la radice e la corteccia, mentre non si fa generalmente notare per la sua trama tannica, caratteristica invece solitamente più marcata nel nerello mascalese, che tendenzialmente dà anche vini dal colore più scuro. Il pinot nero in Borgogna raggiunge vette d’eccellenza riconosciute globalmente e, pur non potendo troppo generalizzare, si caratterizza per note olfattive eleganti con richiami di erbe e note balsamiche, mentre in Oltrepò Pavese sono quelle speziate e scure ad ampliare il profilo organolettico.

Le batterie in degustazione

I - Groppello

  • Riviera del Garda Classico DOC Valtènesi Frontecasa 2023 – Pasini San Giovanni
  • Riviera del Garda Classico DOC Groppello 2023 – Avanzi
  • Riviera del Garda Classico DOC Valtènesi Maim 2019 – Costaripa

Il groppello rappresenta a tutti gli effetti una nicchia vitivinicola, essendo coltivato su meno di 500 ettari vitati. La zona di massima espressione è quella “classica”, sulla sponda bresciana del lago di Garda, nella quale è doveroso ricordare due cru molto significativi: Mocasina e Santo Stefano.

Tre vini di qualità distinte, sicuramente differenti per stili produttivi, il primo definibile come un “groppello nella sua tipicità”. Le tonalità di colore sono molto diverse; il terzo, dall’impronta più concentrata, rivela, anche organoletticamente, l’influsso dato dal legno, con rimandi che ricordano il cocco, la vaniglia, la violetta candita, oltre a una certa generale complessità.

II - Nerello Mascalese

  • Etna Rosso DOC Le sabbie dell’Etna 2021 – Firriato
  • Etna Rosso DOC Pietrarizzo 2021 – Tornatore
  • Etna Rosso DOC Calderara Sottana 2019 – Ayunta

Rispetto alla prima batteria, in questo caso il tannino e la tonalità colorante sono differenti e l’intensità salina decisamente maggiore.

Il primo vino è di impatto evidente, mostra note saline, sapide, può a buon diritto essere definito “saporito”. Il secondo vino, muscolare, strutturato, decisamente attrattivo, si caratterizza per un tannino netto, preciso. Il terzo vino, di un’annata diversa rispetto agli altri due, è garbato, molto amalgamato, più morbido, omogeneo nelle sue varie manifestazioni organolettiche.

Qualche considerazione si impone sulla zona di provenienza, caratterizzata da terreni vulcanici ricchi di potassio, elemento in grado di far precipitare l’acidità: la sapidità ne risulta pertanto meno mascherata e viene anzi messa in risalto. La natura dei suoli influisce dunque sulla sapidità in maniera indiretta; spesso la sapidità è dovuta all’acido succinico, quindi a processi fermentativi.

Utile ricordare che quando il nerello mascalese viene accompagnato dalla presenza di nerello cappuccio (la denominazione Etna Rosso prevede questa possibilità), ne derivano vini in genere con minori durezze e maggiori rotondità.

III – Pinot Nero Borgogna

  • Marsannay AOP Ma Sélection 2022 – Domaine Collotte
  • Marsannay AOC La Plantelle 2022 – Domaine Clémancey
  • Marsannay AOC 2022 – Domaine Sylvain Pataille

Il nobile pinot nero si manifesta in questa batteria interamente dedicata a Marsannay, comune della parte settentrionale della Côte d’Or.

Un’introduzione necessaria spazia brevemente sui territori, la geologia e le stratificazioni, risultato di depositi di suoli e sottosuoli avvenuti lungo milioni di anni e da cui risulta che oggi le aree più blasonate sono quelle ubicate nella fascia d’altitudine intermedia.

Ci si può aspettare una gamma di profumi incisiva e ricca - note di ciliegia, prugna, rosa, balsamicità e spezie - e un’espressività che può anche necessitare di tempi maggiori per librarsi alle sue manifestazioni più alte di bevibilità, piacevolezza ed espressività.
La degustazione conferma le premesse, in modi differenti, trattandosi, pur nello stesso comune e nella stessa annata, di produttori, lavorazioni e tecniche produttive differenti.

Il primo vino, distinto, dall’apertura floreale significativa, risulta molto piacevole nei suoi rimandi di rosa e note balsamiche.  

Il secondo vino gioca su sentori di rosa appassita, fieno, con un andirivieni di confettura di ciliegie e spiccati richiami animali.

L’ultimo esemplare spicca nelle valutazioni della sala: di grande eleganza ed espressività, notevole bevibilità; risulta il più performante della batteria, presenta anche un cenno di leggero pétillant che lo rende ancora più garbato e raggiunge l’eccellenza.

IV – Pinot Nero Oltrepò Pavese

  • Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC Fioravanti 2023 – Calatroni
  • Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC Pernice 2020 – Conte Vistarino
  • Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC Riserva 2018 – Le Fracce

In questa quarta batteria le differenze sono territoriali, di annata e di categoria produttiva. 

Il pinot nero ama i climi freschi, che in Borgogna portano a maturazioni omogenee; in Oltrepò Pavese la discrepanza tra maturazione del tannino della buccia e maturazione del tannino dei vinaccioli regala invece, tendenzialmente, maggiori rotondità, larghezze, minori tensioni.

I tre vini in batteria, tutti tra la distinzione e l’eccellenza, si manifestano in forme e modi decisamente diversi tra loro.

Il primo vino, che affina solo in acciaio e che proviene dalla Valle Versa, climaticamente abbastanza fresca, risulta molto immediato, fresco, quasi ancora con note legate alla fermentazione malolattica, ricordi di fragolina di bosco e presenta una parte che potremmo definire “vinosa”.

Il secondo vino, proveniente dalla Valle Scuropasso – una delle zone più fresche in assoluto – è completo, complesso, con una frutta matura, meno croccante rispetto a un Borgogna, più lavorata; risultano evidenti i piacevoli sentori dati da un sapiente uso del legno: vaniglia, cocco, pepe e manifesta una gradevolissima nota balsamica e richiami alle erbe aromatiche. La 2020 in zona è da considerarsi una “grande annata”. 

La balsamicità, più fredda in Borgogna, di menta e resina, più rotonda in Oltrepò, con rimandi alle erbe aromatiche, è un punto importante che accomuna molto bene questi due grandi territori. 

Il terzo vino, proveniente dalla Valle Coppa – una delle zone più calde - è il più maturo, il più evoluto, si esprime su note di sottobosco, fungo, tartufo, foglia secca, un accenno di leggera ossidazione, incenso e cassis. L’annata 2018 in zona si considera “di quantità e buona qualità”.

V – Batteria Mista

  • Marsannay AOC Vieilles Vignes 2021 – Dominique Laurent
  • Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC Poggio Pelato 2016 – Tenuta Il Bosco
  • Etna Rosso DOC Cirneco 2016 – Terrazze dell’Etna
  • Riviera del Garda Classico DOC Valtènesi Riserva Vistalago 2016 – Tenute del Garda

Batteria divertente e invitante, dove le quattro tipologie della giornata compaiono insieme. Si formulano ipotesi e ragionamenti sulla base di quanto detto fin qui. Chiaramente difficile, per il gruppo, giungere a conclusioni definitive, non conoscendo esattamente, per ogni calice, la tipologia in degustazione.
I quattro vini si collocano, tutti, in una fascia alta, di distinzione, dove il gruppo dei Degustatori risulta comunque abbastanza allineato alle valutazioni della Commissione. 

Il primo vino (Borgogna) si caratterizza per evidente florealità e tannino moderato; di piacevole beva, definisce il profilo organolettico soprattutto su spezie ed erbe.
Il secondo vino (Oltrepò Pavese) raggiunge il punteggio più elevato della batteria da parte della Commissione, manifesta grande piacevolezza al gusto e chiude su piacevolissime note di erbe.
Il terzo (Etna Rosso) è nettamente nerello mascalese, risulta essere il vino più riconoscibile della batteria e si caratterizza per l’evidente tannino.
Il quarto vino (Valtènesi), a base di groppello che cresce a circa 120 m slm e beneficia di un’importante ventilazione, si esprime in modo particolare con una ragguardevole parte salina e un’ottima sapidità.

Si conclude così un viaggio formativo che ci ha fatto spaziare, dalle pendici dell’Etna alla Borgogna, passando per l’Italia settentrionale, tra le colline dell’Oltrepò e le rive del lago di Garda, alla scoperta di tre vitigni così diversi e ricchi di prospettive e sorprese, con le loro peculiarità, differenze, espressività.