Enoteche, stop asporto dopo le 18. Vinarius: “Un errore, ci vuole una riforma dei codici Ateco”

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20 gennaio 2021

Enoteche, stop asporto dopo le 18. Vinarius: “Un errore, ci vuole una riforma dei codici Ateco”

Dopo un anno molto difficile, il 2021 è iniziato con il divieto all’asporto dopo le 18.00 per le enoteche. Andrea Terraneo: “Un errore del DPCM da risolvere il prima possibile”. Nel 2020 male la mescita e la distribuzione all’horeca, il delivery ha in parte tamponato le perdite.

Alessandro Franceschini

Sono giorni frenetici, soprattutto dopo l’entrata in vigore dell’ultimo DPCM che vieta la vendita di bevande alcoliche e analcoliche alle enoteche dopo le 18.00, con moltissime telefonate ed email che arrivano da colleghi di tutta Italia con richieste di suggerimenti e consigli. “Dopo la nostra lettera di sabato scorso ci stanno contattando in molti, non solo soci, per ringraziarci e per capire ora come procedere”. A parlarci è Andrea Terraneo, enotecario a Cantù e dal 2012 presidente di Vinarius, l’importante associazione di enoteche ed unica in Italia con oltre 100 soci, che proprio quest’anno compie 40 anni. 

Andrea TerraneoLa lettera aperta di Vinarius, inviata al Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, ma anche al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, è stata ripresa da molte testate e condivisa da Coldiretti, Confesercenti e FIVI. “Abbiamo sollevato per primi un serio problema nella speranza che ora possa essere risolto, perché mette in difficoltà le enoteche che dopo le ore 18.00 realizzano circa i 30% del loro fatturato giornaliero. Stiamo consigliando a tutti di fare comunque consegne a domicilio per non perdere del fatturato fondamentale in questo momento”. Secondo Terraneo l’ultimo DPCM, che probabilmente è incappato in questo errore per fretta e confusione visto il momento, solleva ancora una volta il problema dei codici Ateco: “Ci vorrebbe una riforma, forse sarebbe il caso di specificarne uno per le enoteche”.

In attesa che un’interrogazione parlamentare possa chiarire e risolvere la questione, che invece consente ad altre attività con vendita a prevalenza alimentare, in primis le insegne della grande distribuzione organizzata, di vendere alcolici e bevande anche dopo le 18.00, Andrea Terraneo fa un primo bilancio del difficile anno che si è appena concluso, in attesa dei dati definitivi che usciranno nei prossimi giorni. “È bene distinguere tra enoteche con mescita ed enoteche che invece fanno solo asporto. Le prime, naturalmente, sono quelle che hanno sofferto maggiormente, registrando perdite durante il primo lockdown quasi del 100%, solo in parte risollevate durante l’estate, soprattutto da chi ha un’attività in zone turistiche”. 

Parzialmente diverso, invece, lo scenario per le altre. “Il delivery ha tamponato la situazione, anche se non l’ha risolta naturalmente” continua Terraneo. “Per le enoteche che fanno solo asporto, nei mesi di settembre e ottobre abbiamo assistito quasi ad un riallineamento rispetto all’anno precedente, ma poi con l’inizio del secondo lockdown la maggior parte di noi ha registrato subito perdite intorno al 30% e soprattutto ha dovuto gestire il Natale nell’incertezza più assoluta”. Profondo rosso anche per le enoteche che riforniscono il comparto dell’horeca, che naturalmente hanno visto crollare drasticamente il fatturato di questa voce.  

Un grande caos, insieme all’impossibilità di poter fare programmazione. Anche la formazione interna, quanto meno nella prima metà dei quest’anno verrà fatta solo on-line. “L’anno scorso abbiamo organizzato molti webinar formativi per i nostri soci e continueremo così non potendo per ora organizzare i nostri consueti stage sul territorio a causa delle difficoltà del momento”.  

È un momento di grande complessità quello che stiamo vivendo - conclude Terraneo - che però ha dimostrato quanto sia importante creare sinergie e fare fronte comune. Per questo invito le enoteche e le mescite non socie a entrare a far parte dell’Associazione affinché le diverse esperienze e la comune passione che ci unisce possano essere un valido contributo al miglioramento del nostro settore, consapevoli che una voce comune e corale possa contribuire molto più che una singola voce ad affrontare le sfide che stiamo vivendo”.