L’importanza di fare sistema

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26 luglio 2012

L’importanza di fare sistema

L'editoriale di Fiorenzo Detti, Presidente Ais Lombardia, prima della chiusura estiva. Il punto della situazione sui lavori per la Guida Viniplus di Lombardia 2013, le prospettive per il vino lombardo...

Fiorenzo Detti

Cari Soci,

i lavori per la nuova Guida Viniplus 2013, che quest'anno giunge alla sua ottava edizione, sono in piena attività. Moltissime aziende hanno già aderito dimostrando un continuo interesse per questa pubblicazione, da poco consultabile anche sul nostro sito (potete sfogliare l’edizione 2012 qui), che oltre a recensire le migliori referenze vitivinicole della Lombardia pensiamo abbia il merito di donare uno sguardo imprescindibile alla produzione di qualità della nostra regione.

I campioni delle varie aziende sono stati inviati presso il Ristorante "Il Chiodo" di Usmate, quest’anno sede delle nostre degustazioni. Prima di iniziare le ferie agostane, la quasi totalità dei vini verrà valutata dai nostri degustatori. La vendemmia 2011 è stata qualitativa in tutte le zone di Lombardia e, quindi, ci aspettiamo, per i vini di “ultima vendemmia”, ottime prestazioni.

Questo grande entusiasmo da parte delle aziende lombarde nell’aderire ancora una volta al progetto Guida Viniplus di Lombardia, mi porta, al tempo stesso, a qualche riflessione: mi piacerebbe vedere le nostre aziende lombarde sempre più compatte nel fare sistema anche in altri contesti; per esempio durante le promozioni e presentazioni dei loro “gioielli” vitivinicoli. Non si vincono le guerre da soli! Soprattutto In momenti così difficili, come quelli attuali, è sicuramente impossibile.

L’attività di Ais Lombardia, nel primo semestre 2012, è stata intensa, ricca di lavoro e iniziative a favore dei soci così come di soddisfazioni associative (non ultima l’assegnazione alla Delegazione Ais di Monza e Brianza del premio Best to Brianza Award 2012) che hanno confermato, ancora una volta, che solo lavorando in gruppo si riesce a far bene, soprattutto in un momento particolarmente delicato per tutta la nostra economia.

Export e mercato interno. 

Il futuro del vino italiano sono i mercati stranieri. I nostri consumi, in calo da anni, sono la prova che si deve assolutamente “sfondare” all’estero. Consumavamo 104 litri pro capite all’anno nel 1975 (e io facevo già la mia parte); siamo crollati ai circa 40 litri di oggi! Come dire un calice di Franciacorta al giorno. In molti dicono che stiamo bevendo meno, ma stiamo bevendo meglio. Verissimo! Però in un paese vitivinicolo come il nostro, con le eccellenze che abbiamo a portata di "calice", si dovrebbe osare di più. Stiamo facendo bene esportando circa il 60% della produzione italiana, migliorando in quantità e in valore di anno in anno. Dobbiamo e possiamo fare ancora meglio! Dobbiamo, sottolineo ancora una volta, fare sempre più sistema, parlando il più possibile una stessa lingua. Promuovendo il territorio e non solo il nostro orticello potremo arrivare ad essere sempre più conosciuti nel mondo. Dobbiamo rafforzare la Lombardia e i suoi prodotti all’estero, non la piccola DOP che nessuno conosce e che non conoscerà mai, se non tra qualche secolo!

Ricordiamoci che il grande appuntamento dell’Expo 2015 è alle porte. Se, come ci si augura, una grande numero di “cittadini del mondo” giungerà a Milano, l’occasione di promuovere il patrimonio di un’intera regione, la Lombardia, sarà unica. Sarà uno dei momenti dove tutte le nostre eccellenze potranno e dovranno presentarsi con il loro nome, senza dimenticarsi, però, che il cognome per tutti dev’essere uno solo: la Lombardia.

Buone ferie e a tutti

Fiorenzo Detti

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