Non basta più respingere le tentazioni proibizionistiche

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01 settembre 2007

Non basta più respingere le tentazioni proibizionistiche

I sommeliers possono dare un contributo di idee e di chiarezza in funzione di una vera prevenzione

Natale Contini

Ormai è una rincorsa a chi la spara più grossa contro l’alcol accusato (e parificato) di essere una droga mettendo indistintamente tutte le bevande alcoliche, vino compreso, sul banco degli imputati. A ciò contribuiscono indubbiamente i gravi episodi (magari

strumentalmente amplificati) che avvengono puntualmente (e non da oggi) nei fine settimana protagonisti soprattutto giovani che dell’alcol, magari misto a droga, spesso fanno abuso. E’ una e vera propria campagna proibizionista che fa sempre nuovi adepti che sparano contro tutto e contro tutti senza distinzione tra chi degusta e beve consapevolmente senza eccessi e chi invece “tracanna” alcol ad ogni ora del giorno e della notte. Adesso leggiamo sui giornali anche messaggi che si scagliano contro le varie feste, degustazioni, eventi enogastronomici fortunatamente molto frequentati da appassionati cultori del buon bere. E invoca (cosa che avviene già) l’intervento repressivo delle forze di polizia con etilometri in prossimità di tali manifestazioni.

Certo fanno bene le forze dell’ordine a controllare e pretendere il rispetto della legge. Anche se mi pare che con gli ultimi provvedimenti i nostri legislatori siano arrivati alla schizofrenia pura, rasentando ormai il ricorso al proibizionismo sic e simplciter.

In ogni caso il problema dell’abuso di alcol esiste ed è inutile nascondere la testa sotto la sabbia. Qualcosa possiamo fare noi sommelier assieme ai produttori di vino pur partendo dalla semplice e mai smentita considerazione (basata su fior di ricerche scientifiche) che il moderato consumo di vino fa bene alla salute.

Magari raccogliendo qualche invito o provocazione come quelle lanciate recentemente da Angelo Gaja. Intanto cominciamo a separare l’immagine del consumo di vino da quella delle altre bevande alcoliche. Il vino infatti si consuma quasi sempre in accompagnamento

al cibo secondo una tradizione millenaria che proprio nel nostro Paese ha profonde radici culturali. Cosa ben diversa dal consumo di tutte le altre bevande alcoliche. Vi è poi la necessità di diffondere, partendo magari dai nostri corsi fino ai banchi d’assaggio e degustazioni gestite dall’Ais, la cultura del consumo moderato e consapevole, limitando la

mescita ad un quantitativo ridotto anche rispetto alle dosi che attualmente vengono servite durante le degustazioni.

Generalmente durante i banchi d’assaggio e degustazioni si utlizzano le vinattiere proprio per dare la possiblità a chi degusta di espellere in tutto o in parte il vino. Bisognerebbe generalizzare tale pratica educando i nostri soci e gli allievi dei corsi all’uso corretto delle vinattiere insegnando il metodo della degustazione con espulsione del vino

cosa che già facciamo durante le degustazioni professionali, nei concorsi enologici e nelle commissioni di controllo dei vini Doc e Docg. Da non trascurare infine un’altra necessità anch’essa di carattere culturale ossia la diffusione della consapevolezza che l’abuso di alcol (e quindi anche del vino) fa male alla salute. A tale proposito qualche parola spesa bene dai nostri relatori durante i corsi non guasterebbe, anzi mi parrebbe necessaria. Infine perché non invitiamo (cosa che dovrebbero fare prima di noi i vari Consorzi dei produttori di vino) durante gli eventi e manifestazioni enogastronomiche le forze dell’ordine ad essere presenti con gli etilometri non in funzione della repressione pura e semplice bensì di prevenzione fornendo la possibilità a chi lo desidera di misurare il proprio tasso alcolico all’uscita degli eventi, fiere e manifestazioni enologiche? Ossia - per concludere - respingere la demonizzazione del consumo di vino e combattere il proibizionismo e il salutismo fine a se stesso non basta più.

Occorre maggiore consapevolezza della necessità di diffondere una vera cultura del buon bere di qualità accompagnata da forme di prevenzione rispetto alle quali anche noi sommelier possiamo fare la nostra parte.

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