Nuovi strumenti per la produzione vitivinicola lombarda: uve, vini e promozione

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24 maggio 2012

Nuovi strumenti per la produzione vitivinicola lombarda: uve, vini e promozione

Ha preso il via, giovedì 17 maggio 2012, il corso organizzato da Riccagioia, in collaborazione con le Camere di Commercio lombarde, rivolto agli operatori del settore vitivinicolo lombardo. Obiettivo? Aggiornare i partecipanti sui risultati di ricerche, studi sperimentali e applicazione delle nuove tecnologie rivolte al settore vinicolo. Gli interventi, che si succederanno durante il corso, saranno tenuti da docenti universitari dell’Università Statale di Milano e dell’Università Cattolica di Milano, sede Piacenza.

Camilla Guiggi

RiccagioiaIl corso è stato aperto da Carlo Alberto Panont che ha illustrato l’importanza degli aggiornamenti di viticoltura, di enologia e di promozione, soprattutto per quanto riguarda i nuovi mezzi di comunicazione.

Il Prof. Failla ha sollevato il problema dell’innalzamento dei pH nei mosti e la conseguente gestione dei vini. Si ricordi, infatti, che un pH basso è un fattore positivo poiché conferisce una maggior stabilità microbiologica e chimico-fisica ai vini. Da una parte i pH bassi si oppongono allo sviluppo dei microrganismi, dall’altra, invece, aumentano la frazione antisettica del diossido di zolfo.

Il Prof. Bianco ha toccato il problema delle difese fitosanitarie da fitoplasmi, virosi, batteri o micosi.

In particolar modo si è parlato della “Flavescenza dorata della vite in Lombardia”, facendo riferimento a una pubblicazione del 2002 della Regione Lombardia.

La Flavescenza dorata (FD) fa parte dei così detti “giallumi” della vite, ossia di quel gruppo di ampelopatie provocate da fitoplasmi e caratterizzate da alterazioni di colore delle foglie, scarsa lignificazione dei tralci e disseccamento dei grappoli. Ha fatto la sua comparsa in Lombardia all’inizio degli anni settanta in vigneti dell’Oltrepò Pavese, dove il vitigno Barbera risultò il più colpito. In tempi più recenti la FD ha danneggiato la viticoltura lombarda verso maggio 1999 manifestandosi in numerosi vigneti dell’Oltrepò Pavese.

Dei vari giallumi la FD è la forma più temibile, sia per i danni che provoca alla produzione e al vigore vegetativo delle viti colpite sia per la rapidità con la quale può diffondersi in una zona viticola attaccata dall’insetto vettore.

Un’altra forma di giallume della vite, abbastanza diffusa in Italia, è il cosiddetto “legno nero”, che presenta sintomatologie praticamente identiche a quelle della FD, ma che tuttavia è meno temuto perché si diffonde con maggior difficoltà.

Il Prof. Vercesi ha dato degli accenni di selezione genetica. Innanzitutto si devono stabilire gli obiettivi importanti come qualità e peculiarità dei vini; capacità di adattamento ambientale; maggiore tolleranza alle malattie; incremento, diversità genetica e materiale di propagazione sano. A questo punto si deve decidere quale selezione genetica usare: la selezione clonale delle varietà già esistenti per ottenere nuovi cloni o la selezione genetica di incroci per ottenere una nuova varietà.

RiccagioiaInfine uno sguardo alle nuove varietà per basi spumanti. Celtica (Riesling italico x Chardonnay); adatto alla produzione di vini spumanti e bianchi freschi, dal colore che va dal giallo verdolino al giallo paglierino, con una buona acidità, con sentori fruttati - agrumati abbastanza persistenti. Virgilio (Riesling italico x Pinot nero); adatto alla produzione di vini spumanti e bianchi freschi, dal colore giallo con riflessi dorati, il bouquet è tendenzialmente aromatico/floreale e note fruttate, abbastanza complesso e persistente. Pliniana (Riesling italico x Pinot nero) differisce dal Virgilio per la colorazione della bacca da bianca a nera; regala vini rosso rubino dai rilessi porpora, con sentori fruttati, soprattutto di frutta rossa, abbastanza intensi. Adatto alla vinificazione in bianco per basi spumanti, ma probabilmente adatto anche alla vinificazione in rosso.

Ha concluso la giornata il Dott. Piva, Gruppo S. Faustino, che ha illustrato come le nuove tecnologie e soprattutto i Social Network possono fornire nuovi spunti per il web marketing del vino. Facebook, Twitter, Linkedin, Youtube, Flickr, Pinterest sono ormai entrati di “prepotenza” nel nostro quotidiano, ma il mondo del vino ne occupa solo un posto marginale. La domanda è: vale la pena spendere risorse per essere più presenti nel mondo del web?

Questi sono solo alcuni degli argomenti affrontati durante la prima parte del corso; il 15 giugno a Riccagioia si concluderà il percorso formativo con una visita nei vigneti aziendali, nelle cantina di micro-mesovinificazione e nei laboratori del centro.

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