A tavola col Capo di Stato

Racconti dalle delegazioni
20 novembre 2013

A tavola col Capo di Stato

Giornalisti, appassionati ed esperti del settore hanno partecipato alla verticale di Capo di Stato dell’azienda Loredan Gasparini, presso le sontuose sale del ristorante “Al Rustico Villa Patrizia” di Sorisole, in provincia di Bergamo. A promuovere l’evento di mercoledì 13 novembre, la delegazione di AIS Bergamo in collaborazione con Antonio Lecchi, patron del locale

Giordana Talamona

Capo di Stato Ais BergamoC’è chi l’ha bevuto persino a colazione, abbinandolo a bacon e uova strapazzate, in vero stile a stelle e strisce. Gli aneddoti sul “Capo di Stato” raccontati da Lorenzo Palla, proprietario dell’azienda Loredan Gasparini, svelano un vino che ha travalicato i confini nazionali entrando, di diritto, nel novero delle grandi gemme di caratura mondiale. Solo il nome, Capo di Stato, nasconde una storia degna di un romanzo alla Forsyth, dove quel “Capo di Stato” altri non è che Charles De Gaulle, presidente della V Repubblica francese. Fine anni Sessanta, De Gaulle, che soggiorna all’Hotel Gritti di Venezia per la Biennale, assaggia il Venegazzù rosso del Conte Loredan Gasparini e lo elogia pubblicamente, scambiandolo per un grande Bordeaux. È la consacrazione internazionale di un taglio bordolese nato nel cuore dell’Alta Marca Trevigiana, che da quel momento prende il nome di Capo di Stato.

Leggenda nella leggenda, nascono due etichette per un solo vino, dedicate a De Gaulle e alla moglie Yvonne. Opera del pittore padovano Tono Zancanaro, su un’etichetta è effigiata una fanciulla a seno scoperto, incarnazione di Venere (dopo quale anno proibita nell’America puritana), sull’altra un giovanetto, rappresentazione di Bacco. La dedica su ciascuna etichetta è un tocco di diplomazia e di marketing strepitoso. L’una il proseguimento dell’altra, a Yvonne viene recapitata la bottiglia col Bacco e la scritta “Des roses pour madame”, mentre a De Gaulle quella con Venere e la dedica “…et pour Monsieur la Bombe”, richiamo agli esperimenti nucleari francesi nel deserto algerino. Niente da dire, il Conte Piero Loredan Gasparini ha compiuto l’impresa. D’altra parte il lungimirante autore del vino è un personaggio degno di una spy story, con un piede nella vigna e l’altro tra gli estremisti neri e rossi. Frequentazioni che coinvolgeranno il Conte Rosso, com’ era chiamato nell’ambiente, addirittura nella strategia della tensione. Nel 1973 il Conte Loredan Gasparini vende l’azienda alla famiglia Palla, da allora a capo dell’impresa.

Capo di Stato Ais Bergamo

Dietro al Capo di Stato non si nasconde solo un grande vino, ma anche un eccezionale territorio di produzione, ad appena 40 chilometri da Venezia. E’ il Montello, un rilievo collinare di 371 metri, a creare un microclima ideale per la produzione vitivinicola, con una temperatura più alta di 2°C rispetto alle zone limitrofe. Il Capo di Stato nasce da una selezione di Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Malbec di vecchi cloni, allevati nella storica vigna delle “100 Piante” del 1946. I suoli sono ricchi di ferro, componenti che si traducono nel bicchiere in sentori ferruginosi e di frutta rossa fresca, che nel tempo si trasformano in note evolute di pot-pourri floreali, tabacco dolce e spezie. Un vino che, come lo stesso Lorenzo Palla ha ammesso, è da bere dal decino anno in poi. L’azienda produce anche il Rosso della Casa, taglio bordolese affinato in botti di rovere per 18 mesi, l’Asolo Prosecco Superiore Docg e due grappe, oltre a un Cabernet e un Merlot in purezza.

Un viaggio nella storia di un vino italiano entrato nella leggenda, dove anche il gusto e la tecnica dell’abbinamento sono stati soddisfatti. A inizio serata sono stati serviti dei finger food in abbinamento al Prosecco Superiore Docg, mentre in seguito Lorenzo Palla e Nives Cesari, delegata di AIS Bergamo, hanno tenuto la degustazione dei vini. A seguire è stato servito un risotto ai funghi, mirtillo e tartufo, un maialino in crosta con fonduta e un tortino al cioccolato con cuore caldo, a cui è stata abbinata una birra aromatizzata alla mora, presentata da Antonio Lecchi, sommelier e patron del ristorante.

Capo di Stato Ais BergamoAsolo Prosecco Superiore Docg: bel colore paglierino luminoso. Al naso spiccate note minerali che ritornano in bocca.

Rosso della Casa 2008: rubino. Intensi sentori ferruginosi al naso e frutta rossa fresca. Freschezza e tannini accesi in bocca.

Capo di Stato 2008: non ancora in commercio. Rubino. Nota di ruggine e mirtillo. Freschezza che fa presumere una buona serbevolezza.

Capo di Stato 2007: rubino intenso. La nota ferrosa non è più così presente. Al contrario vincono i profumi fruttati e una nota dolce che ricorda il caramello. Dopo un’ora dal bicchiere emerge un’interessante nota di liquirizia e di caffè. In bocca fresco, con tannini eleganti.

Capo di Stato 2005: Granato sull’unghia. Nota vegetale e frutti rossi leggermente maturi. Ben equilibrato in bocca.

Capo di Stato 2002: Granato. Naso abbastanza intenso. Abbastanza persistente in bocca.

Capo di Stato 1997: Eccezionale. Il colore non è completamente granato. Naso intenso e complesso di tabacco dolce, garofano appassito, con ritorni di mora e spezie. In bocca i tannini sono straordinariamente eleganti. Grande persistenza gustativa. Un vino dalla grandissima serbevolezza.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori