AIS Brescia e Ruben Larentis per ABE

Racconti dalle delegazioni
14 dicembre 2022

AIS Brescia e Ruben Larentis per ABE

Una serata di beneficenza, i cui proventi sono stati interamente devoluti ad ABE, l’Associazione Bambino Emopatico. Nei calici una entusiasmante verticale di “Nonno Felice”, il raro Metodo Classico dell’enologo Ruben Larentis, affiancata da bollicine provenienti da Champagne, Franciacorta e Trento DOC.

Diego de Vargas

Suggerimento musicale: People Have the Power - Patti Smith & Fred Smith

“Nell’uso comune, spesso con tono di biasimo, condizione e comportamento di chi, in determinata circostanza o per abitudine, non mostra interessamento, simpatia, partecipazione affettiva, turbamento…”. Questo ci dice la Treccani in merito al sostantivo “indifferenza”, molto spesso espressione di uno stato d’animo, di una condizione riflettente l’intensità frenetica dei ritmi delle nostre giornate.

Non basta far venire meno il prefisso “in” per ottenere il suo opposto, bisogna fare di più. Bisogna affiancare, per l’appunto, il predicato “fare” per non rimanere indifferenti e “fare la differenza”.

Quando mesi addietro il nostro delegato Alessandro Caccia prese contatti con Ruben Larentis condividendo l’idea di una serata dedicata alla produzione sartoriale dell’enologo di una delle più rinomate case spumantistiche d’Italia (Ferrari Trento), decisero insieme di darci la possibilità di “fare la differenza”, facendo quello che più ci piace fare, ovvero, degustare grandi vini condividendo passione, curiosità e cultura.

E così, grazie anche al contatto della collega degustatrice dott.ssa Carolina De Ciuceis, AIS Brescia ha presentato una verticale di cinque annate di “Nonno Felice”, il Metodo Classico prodotto da Ruben Larentis in pochissimi esemplari ogni anno. Un evento straordinario, per tanti motivi, il primo dei quali è che i proventi sono stati interamente devoluti ad ABE, l’Associazione Bambino Emopatico.
Presenti in sala a condividere le emozioni della degustazione e a raccontarci le principali attività dell’associazione, Vanessa Valenti, vicepresidente dell’Associazione Bambino Emopatico odv, e Rosanna Ceresoli, coordinatrice del Reparto di Onco-ematologia e Trapianto Midollo Osseo Pediatrico degli Spedali Civili di Brescia.

Sebbene l’evento fosse già di per sé eccezionale, i nostri eno-sceneggiatori hanno voluto aggiungere un ulteriore taglio di straordinarietà, affiancando ad ogni annata gentilmente sottratta alla collezione personale di casa Larentis, spumanti provenienti dai territori di Champagne, Franciacorta e Trento DOC, di grande fascino ed attraenza.
Tutto rigorosamente alla cieca, per stimolare una degustazione genuina e godere dei vini senza archetipi od autorevoli influenze. Tutto rigorosamente per beneficenza!

Il Nonno Felice di Ruben Larentis

L’idea del “Nonno Felice”, poesia fatta vino di indole “garagista”, prende forma nel 1974, anno d’iscrizione del giovane Ruben alla scuola di enologia di San Michele all’Adige. Per l’occasione, il padre camionista, che di nome fa Felice, pianta un piccolo vigneto di chardonnay nel paesino natale, che di nome fa Garniga (TN) e che in altimetria raggiunge gli 800 metri. Nelle intenzioni di Papà Felice vi è la possibilità di condividere alcune bottiglie con gli amici alpini, magari regalarne alle autorità del paesello per Natale. È qui che l’enologo delle ultime 36 vendemmie di Ferrari muove i primi passi in vigna ed in cantina. Racconta di affrontare i processi di vinificazione con il testo scolastico sulle ginocchia. Sono gli anni del tirocinio e delle sperimentazioni.

Il tempo passa e l’esperienza affina le tecniche produttive che nelle ultime tre decadi hanno dato i natali a riferimenti di eleganza e longevità. Da presente per gli amici alpini del padre a leggendaria micro-produzione, Santo Graal di ogni appassionato del genere.
Due damigiane, un piccolo torchio a mano, chardonnay in solitaria, dosaggio appena accennato (2 g/lt), tempo e pazienza. Questi sono i fattori della produzione che oscilla tra le 50 e le 100 bottiglie annue, dai circa 2 quintali di uva potenzialmente vendemmiabili, in caso di annate particolarmente favorevoli.

Il vigneto viene condotto completamente a mano considerato il contesto da viticoltura eroica. Come a mano avviene pure la raccolta, che solitamente impegna Ruben e la moglie (presente in sala) attorno agli inizi di ottobre, rigorosamente durante il fine settimana.
Ruben ci racconta questa storia, la storia del “Nonno Felice”, con toni di semplicità ed umiltà, tratti che tipicamente distinguono le grandi personalità.

La degustazione

E così, dopo le presentazioni e i racconti dei protagonisti, ci ritroviamo nei bicchieri una sequela di eccellenze dalla bollicina attempata. Si inizia con l’annata 2009, a Garniga tipicizzata dalle temperature elevate e dal germogliamento tardivo. A fare compagnia al “Nonno Felice” troviamo, dopo oltre 80 mesi sui lieviti, il Bagnadore, riserva di Barone Pizzini. Delicato, variegato da eleganti sfumature il primo, ricco e d’impatto il secondo, accenti della decisa presenza di pinot nero (38%). Ambedue timidamente dosati. 

L’altalenante 2005 viene affiancata dal Pas Operè di Bellavista. La platea appare sicura nel pronosticare le posizioni dei primi due vini di Larentis e la provenienza degli sparring partner. Ancora una volta è il pinot nero a tratteggiare i caratteri distintivi del calice franciacortino, maturo ed espressivo. Un allungo convincente ad accompagnarci in un finale di assoluta piacevolezza delinea un fattore comune determinante nel Nonno Felice.

La 2012 è inscritta tra le parentesi Eronero di Ferghettina e sua Eccellenza Dom Perignon. Batteria eccezionale dove gli equilibri si muovono tra gli stili profondamente caratterizzanti, accomunati da eleganza e complessità. Suadente e formoso il blanc de noir di casa Ferghettina, pieno, espressivo e compiuto il Nonno Felice, armonioso e raffinato il millesimato di casa Moët& Chandon.

Assieme al conterraneo Blanc de Blanc Cuvée dell’Abate, fiore all’occhiello di Abate Nero, racconta di una non facile 2010. Di tenace freschezza, la bollicina di Garniga ci ricorda la provenienza prealpina, tra sentori di pompelmo e pascoli primaverili. Caratteri solari marcano un frutto di tutt’altra maturità nel Trento DOC Riserva, contorniati da note di frutta secca e cera d’api.

Il gran finale vede protagonista la 2008. Due etichette dedicate ai fondatori delle aziende che rappresentano fanno da alfieri al Re-Nonno della serata. La Grande Dame tributa Madame Clicquot Ponsardin e un’immancabile Giulio Ferrari Riserva del Fondatore permette un confronto tra due creazioni così vicine e così diverse. Elegante, fine e persistente la Dama d’oltralpe. La riserva del Gruppo Lunelli colpisce per complessità matura; riluce d’oro, stupisce l’olfatto, appaga il sorso. L’ultimo frazionista del Nonno Felice si presenta con un perlage brioso e magnetico, beva entusiasmante.

Apoteosi. Sipario

I vini di Ruben si muovono su una cifra stilistica riconoscibile a più riprese. Tensione acida, eleganza, complessità, persistenza ed un oltremodo piacevole finale arrotondato. Sapidità gustosa ed equilibri funambolici. Lui ci ha parlato di uno stile “montano”. I compagni di avventura di queste cinque versioni di Nonno Felice hanno fornito elementi comparativi di assoluto interesse didattico oltre a una memorabile gratificazione edonistica.

La fantastica serata si conclude nel migliore dei modi con un’asta sensazionale di grandi formati messi a disposizione da AIS Lombardia e dagli sponsor che hanno reso possibile l’evento. Sta al nostro versatile delegato vestire i panni da banditore e gestire le offerte generose provenienti dalla platea.

È il momento dei ringraziamenti che in queste occasioni sono ancora più sentiti e di cuore.

Grazie a Ruben Larentis, per questa idea ambiziosa e confortante.
Grazie al presidente di AIS Lombardia Hosam Eldin Abou Eleyoun, per il suo sempre gradito intervento.
Grazie alle cantine, ai rivenditori ed alle personalità del mondo del vino che hanno permesso questo fantastico confronto, sponsorizzando bottiglie storiche ed intervenendo di persona.
Grazie a tutti i partecipanti, che con la loro adesione hanno permesso di donare 4.000€ per il progetto SPORTHERAPY di ABE.
Grazie ad Artur Vaso, anche quest’anno sul podio del concorso come migliore sommelier d’Italia, co-conduttore della serata.
Grazie ai sommelier di servizio volontari per l’occasione, fini mescitori a garanzia di una proposta impeccabile ed a tutto il gruppo di lavoro di Ais Brescia
Grazie alla collega degustatrice, la dott.ssa Carolina De Ciuceis, che ha connesso AIS ad ABE.
Grazie ad ABE ed ai loro rappresentanti in sala, Vanessa Valenti e Rosanna Ceresoli per averci dato la possibilità di fare la differenza.