Ais Lecco invita la Campania in Brianza

Sta diventando davvero difficile trovare il modo per descrivere, senza ripetersi, gli eventi che Ais Lecco organizza, ma ogni volta risultano migliori dei precedenti. Anche questo lungo incontro con i generosissimi produttori campani non sfugge alla regola e ci si ritrova in un caldo pomeriggio di giugno, a scoprire un angolo quasi nascosto e ai più sconosciuto di Lombardia.

Valerio Mondini

Il Gragnano - "Tu lo assaggi, se frizza lo prendi, sennò desisti".

Toto' ( ‘Miseria e nobiltà')

 

“Il vino bianco va servito assiderato”.

Toto' ( 'Siamo uomini o caporali?')


Ais Lecco invita la Campania in BrianzaLo scorcio del lago di Annone che si ammira dalla terrazza della piazza degli Antichi Padri ripaga già da solo la visita e, se non si corresse il rischio di risultare irriverenti, fa pensare ai pittoreschi paesaggi da cui provengono alcuni dei vini in degustazione. Il Chiostro dell’Abbazia di San Calocero è perfettamente conservato e si rivela adatto ad accogliere sui suoi due piani i quasi 40 produttori con circa un centinaio di etichette diverse. La Campania, terra antica in termini di tradizioni vinicole, è in grado di esprimere una ricchezza estrema sia con i suoi vitigni più noti con quelli minori e la dimostrazione evidente è sotto gli occhi, ma soprattutto nel naso e nella bocca, dei numerosi visitatori. Aggirandosi tra i banchi si possono degustare vini derivati dai vitigni più famosi come Falanghina, Fiano, Greco e Aglianico, ma anche dalla miriade di altri vitigni autoctoni: Asprinio, Biancolella, Coda di Volpe, Forastera, Pepella, Ripoli, Fenile, Ginestra, Caprettone, Catalanesca, Guarnaccia, Piedirosso, Sciascinoso, Pallagrello, Casavecchia, Tintore. E’ un tripudio di sentori e sapori dove è possibile confrontare le peculiarità che ciascun territorio conferisce agli stessi vini e le interpretazioni che ne danno i diversi produttori, dal Monte Massico al Cilento, passando per le isole, la zona vesuviana, la penisola sorrentina, il casertano e l’avellinese. Per fortuna ogni tanto è possibile alternare alle degustazioni qualche assaggio di ottimi formaggi caprini e di risotto e pasta. L’unico rammarico che resta è il timore di perdersi qualche vino di rilievo, vista l’abbondanza a disposizione. Tra un assaggio e l’altro qualcuno ne approfitta per farsi guidare nella visita dell’Abbazia, mentre i più “incalliti” non si perdono le due verticali di Costa D’Amalfi Bianco Fiorduva e Costa D’Amalfi Furore rosso riserva di Marisa Cuomo, come sempre magistralmente condotte da Guido Invernizzi. E’ una cavalcata entusiasmante alla scoperta dei prodotti di questo fazzoletto di terra abbarbicato sui ripidi pendii del fiordo della costiera amalfitana, con la possibilità di comparare le tipicità che ogni diversa annata sa trasmettere al vino, rendendolo unico nelle sue differenti caratteristiche e mai uguale a sé stesso. Sullo sfondo il gradevole accompagnamento del quintetto di fiati “Spirabilia”, che al centro del Chiostro allietano la serata e che devono ripararsi sotto le arcate quando scoppia un violento temporale, senza che questo impedisca loro di continuare ad esibirsi. Appuntamento a tutti a luglio sulle colline di Montevecchia per il “tradizionale” incontro con le bollicine, quest’anno tinte di rosa.

Ais Lecco invita la Campania in BrianzaE allora bevo

di Eduardo de Filippo

 

Dint' a butteglia

n'atu rito 'e vino

è rimasto...

Embè

che fa

m' 'o guardo?

M' 'o tengo mente

e dico:

"Me l'astipo

e dimane m' 'o bevo?"

Dimane nun esiste.

E 'o juorno primma,

siccome se n 'è gghiuto,

manco esiste.

Esiste sulamente

stu mumento

'e chistu rito 'e vino int' 'a butteglia.

E che ffaccio,

m' 'o perdo?

Che ne parlammo a ffà!

Si m' 'o perdesse

manc' 'a butteglia me perdunarria.

E allora bevo...

E chistu surz' 'e vino

vence 'a partita cu l'eternità!

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori