Ais Milano | Uscita didattica in Valpolicella

“Il cielo è il tetto delle vigne”: cronaca di una giornata in Valpolicella. Per una giorno le divise grigie e blu sono sostituite da jeans e scarpe sportive… si va in Valpolicella alla scoperta delle cantine Begali e Allegrini

Sara Missaglia

Pranzo in ValpolicellaEd è proprio a casa Allegrini che comincia il nostro tour. La prima sosta è infatti a Fumane, uno dei cinque comuni della zona dell'Amarone Classico, dove gli Allegrini hanno l’azienda agricola. Qui lavorano Marilisa e Franco, con i loro figli, discendenti di quel Giovanni Allegrini che per primo ebbe l'intuizione di portare i vigneti dalla pianura alla collina, con immediati benefici per l'ambiente pedoclimatico e con la parziale modifica dei sistemi di allevamento della vite, dalla pergola veronese e trentina al guyot. Gli Allegrini hanno introdotto l'uso della barrique in abbinamento alle tradizionali botti in rovere di Slavonia e hanno proposto una riduzione del periodo d’invecchiamento dei vini, così da mantenere vivo il sapore e il profumo del frutto. Visitiamo il centro di appassimento, a ventilazione naturale; i profumi ci inebriano, è qui che nasce l'Amarone. Ci colpisce lo straordinario rispetto e cura per l'uva.

Il frutto, perfetto e selezionato, è posto al centro dell'attività, tutto ruota intorno a quel piccolo acino con il  vigneto_valpolicellaquale si riescono a fare miracoli enologici. Raccolta rigorosamente manuale, pulizia del grappolo quasi maniacale, una precisione millimetrica nella disposizione in cassetta: così lavora la famiglia Allegrini. I grappoli di corvina, veronese, rondinella e oseleta, vengono raccolti tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre e sono sottoposti a un periodo di appassimento che varia da 100 a 120 giorni, durante i quali le uve perdono dal 40 al 50% del loro peso originario. 

Nell’Amarone, Ripasso e Recioto, le vinacce vengono invece sostituite da una percentuale di uve messe ad appassire, in modo da indurre la “seconda fermentazione” e donare al vino una particolare complessità aromatica e un profilo elegante e armonico. In cantina (ovunque barriques e botti grandi) i profumi ci avvolgono: legno, speziature, leggere note tostate, balsamiche e di tabacco, insieme a ciliegia e frutta rossa. 

Ci incamminiamo verso i vigneti, il cielo è azzurro, la brezza leggera: calpestiamo un terreno bianco, di calcare, sono i vigneti della Poja. La cosa straordinaria di queste giornate è il mix tra enologia, geografia, storia, cultura, con l’obiettivo di comprendere l'interazione tra azienda e territorio. Durante la giornata abbiamo anche l’occasione di visitare la rinascimentale Villa della Torre, di proprietà della famiglia Allegrini. El palasso, come viene chiamato dagli abitanti di Fumane, risale al 1560 ed è un connubio di laicità agricola (un podere in campagna), di religiosità (per la presenza di una cappella) e di vocazione profana (il tempietto forse testimone di riti esoterici). BottiE noi abbiamo avuto il privilegio di pranzare in queste stanze intrise di storia, circondati da eleganza e raffinatezza, così come i vini che ci sono stati serviti; dal Valpolicella classico 2013 al Palazzo della Torre 2011, un seducente ripasso dalle note vellutate e avvolgenti. E poi l'Amarone 2009, in abbinamento a una selezione di formaggi che ci ha deliziato il palato, con gelatine e mieli in accompagnamento. E per finire Recioto della Valpolicella e pasticceria secca, cosa volere di più? 

C’è chi prende appunti, chi scatta fotografie, chi fa conoscenza di nuovi soci, chi chiacchera amabilmente: il clima era davvero molto piacevole. E ha continuato a esserlo anche durante la visita alle cantine Begali a Cengia, nel comune di San Pietro in Cariano. Le dimensioni di questa azienda sono decisamente più ridotte, ma anche qui ad accoglierci sono qualità, ordine e metodo. L'azienda nasce sul finire della seconda Guerra Mondiale e le prime bottiglie vendute sono del 1986. 
Oggi Giordano e Tiliana, i nipoti del fondatore, proseguono con grande cura la tradizione familiare. In cantina accarezziamo con gli occhi le uve in appassimento, che qui rimangono fino a gennaio. Ma un sommelier non si limita a guardare, quindi sotto con le degustazioni di olio e vini: Valpolicella, Amarone, Recioto… ma a colpirci è il Tigiolo, blend di corvina e cabernet, un “mini Amarone”, come viene definito qui.

Da una giornata come questa si torna casa più ricchi; due aziende legate al territorio ma a grande vocazione internazionale, solide realtà che sono un vanto per il mondo vinicolo italiano e i cui prodotti sono fatti con amore, da condividere, perché ogni goccia di questi vini ne tira un'altra, proprio come le ciliegie.

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