Alla scoperta del Buttafuoco Storico

Un rosso di nicchia, ancora poco conosciuto ma figlio di una grande tradizione vitivinicola che risale al 1700, rivitalizzata dalla passione e dalla competenza di 16 produttori che nel 1996 si sono riuniti per formare il Consorzio Club del Buttafuoco Storico

Stefano Vanzù

Il nuovo evento del ciclo “Storie di Vigna” di AIS Bergamo ci porta alla scoperta di un rosso di antica tradizione e di gran corpo, forse ancora poco conosciuto al di fuori dei confini lombardi ma in grado di conquistare il cuore ed il palato degli appassionati alla ricerca di un vino di grande carattere e indiscussa personalità.

Il Buttafuoco Storico nasce nelle prime colline dell’Oltrepò Pavese rivolte verso l’Emilia, a sud dei comuni di Broni e Stradella, sul crinale spartiacque denominato “Sperone di Stradella”, situato fra i torrenti Versa e Scuropasso che disegnano un ideale rettangolo al cui interno si trovano le 17 vigne storiche dei 16 Produttori aderenti al Consorzio Club del Buttafuoco Storico. 

I vigneti si sviluppano fra i 250 ed i 350 mt. s.l.m. e affondano le loro radici in un sottosuolo formatosi dall’incontro fra la formazione appenninica (lo Sperone di Stradella è la punta più a nord degli Appennini) e le derive di origine alpina. La zona di produzione del Buttafuoco Storico vede la presenza di tre tipi di suoli diversi: a nord la zona delle ghiaie, che apportano al vino alcolicità ed acidità, al centro la zona delle arenarie compatte, che donano al vino alcolicità e tannicità e a sud la zona delle argille, che conferiscono al Buttafuoco Storico alcolicità e corpo.

Per essere iscritte nel registro del Club, le vigne devono avere nella loro storia l’impianto a Buttafuoco, essere allevate con il metodo Guyot e non superare le 15 gemme compreso lo sperone con un carico massimo di 3 Kg. per ceppo.

Il Buttafuoco Storico è composto da un assemblaggio di quattro vitigni autoctoni dell’Oltrepò Pavese:

  • la croatina, per circa il 50%, che apporta il tannino al vino
  • la barbera, per circa il 25-30%, che garantisce buona acidità al Buttafuoco Storico
  • l’uva rara, per circa il 10%, che vinificata in purezza dà vini fruttati ma che nel Buttafuoco Storico funge da legante fra le altre uve
  • l’ughetta di Canneto (per circa il 10%) un’uva simile alla vespolina del Novarese, che dona al vino note speziate di pepe verde.       

Le quattro uve che danno vita ad ogni bottiglia di Buttafuoco Storico debbono provenire da un unico vigneto (per questo motivo in etichetta viene riportata la singola vigna di origine) ed essere vendemmiate e vinificate in maniera congiunta, pertanto il nostro vino non è fatto come un classico taglio bordolese a freddo. Il Consorzio, mediante apposite commissioni di agronomi, decide il giorno della vendemmia e ogni anno una Commissione di enologi valuta l’andamento dei vini atti a divenire Buttafuoco Storico.    

Il Buttafuoco Storico prevede per l’affinamento un minimo di 12 mesi in botte e 6 mesi in bottiglia (unica per tutti e produttori e simile, come forma, all’albeisa piemontese) per un totale minimo di 36 mesi prima della messa in commercio.

Sono Davide Calvi e Armando Colombi, rispettivamente Presidente e Direttore del Consorzio Club del Buttafuoco Storico con i Produttori Francesco Colombi, Giulio Fiamberti ed Ermanno Rebasti a regalarci altre curiosità su questo vino, ad iniziare dal suo nome che pare derivare dal dialettale “al buta me al feugh”, che significa: “scalda – risveglia come il fuoco”, in relazione al fatto che si tratta di un vino di carattere e corpo.

Il Consorzio Club del Buttafuoco Storico nasce il 7 febbraio 1996 come “spin off” della DOC Buttafuoco, inserita all’interno del Consorzio DOC Oltrepò Pavese, allo scopo di valorizzare la storia ed il territorio di questo grande rosso, di cui si hanno notizie già dal 1700.      

Su ogni bottiglia di Buttafuoco Storico è impresso a rilievo il simbolo del Club, il “Marchio del Veliero”: un ovale, che richiama le botticelle usate in passato per contenere il vino (nota “storica”: si dice che si debba all’Oltrepò Pavese l’invenzione della botte, attorno al I° sec. a.C.), chiuso da due nastri rossi, simboli dei torrenti Versa e Scuropasso. L'ovale contiene l'immagine di un veliero con vele infuocate, citato in una leggenda secondo cui, nella seconda metà dell'‘800, la Marina Imperiale austro-ungarica varò una nave a cui fu dato il nome di Buttafuoco in ricordo di una compagnia di marinai dislocati a Stradella per il traghettamento sul fiume Po delle truppe imperiali, impegnate contro l'esercito del Regno di Sardegna in Oltrepò.

Poco inclini alla guerra ma senz’altro più votati al vino, i marinai avrebbero compiuto varie scorribande tra le botti e le bottiglie del rosso dell'Oltrepò; la bontà del Buttafuoco, sempre secondo la leggenda, avrebbe a tal punto mitigato gli animi dei soldati imperiali da renderli facilmente propensi più a operazioni di pace che ad operazioni di guerra contro le truppe piemontesi e la popolazione locale.

Una peculiarità del Buttafuoco Storico è l’originale metodo di classificazione qualitativa dell’annata del vino (presente su un bollino numerato apposto sul collo della bottiglia), espressa in “fuochi”, con valori da 3 sino a 6 “fuochi”: questo punteggio viene assegnato da una commissione di enologi che, in degustazioni alla cieca, attribuiscono da 3 fuochi per un vino valutato fra 80 ed 85/100 sino a 6 fuochi ad un vino giudicato fra 96 e 100/100.     

Con l’annata 2011 è iniziata la produzione de “I vignaioli del Buttafuoco Storico”, un Buttafuoco Storico che nasce dall’assemblaggio dei vini prodotti nelle vigne storiche e firmato ogni anno da un enologo differente.

I sette Buttafuoco Storico in degustazione

Vigna Sacca del Prete 2015 (annata da 5 fuochi), 15,5% vol. - Azienda Giulio Fiamberti 

Le vigne si trovano nel territorio più a nord nella zona delle ghiaie e pur essendo abbastanza alto il titolo alcolemico, non è l’alcol a predominare quanto la freschezza apportata dalla barbera. Al naso avvertiamo la marasca e note speziate e balsamiche.

Vigna Sacca del Prete 2013 (annata da 4 fuochi), 15% vol. - Azienda Giulio Fiamberti 

Un bel colore rubino, addirittura più vivace del Buttafuoco 2015, evidenzia ancora la freschezza di questo rosso; all’olfatto sentiamo violetta, liquirizia e accenti balsamici mentre in bocca il tannino è presente ma non aggressivo, contribuendo decisamente, con la sua azione rinfrescante, alla piacevolezza di beva di questo vino che, se ben conservato in cantina, potremmo apprezzare anche fra 15 anni.

Vigna Montarzolo 2015 (annata da 5 fuochi), 14,5% vol. - Azienda Davide Calvi 

Il vigneto è situato nella zona centrale del territorio, su un fondo di arenarie compatte che conferisco al vino sentori minerali (pietra focaia). Colore rosso rubino tendente al granato, brillante, profumi di confettura, cioccolato dolce, pepe nero pungente, tannino ben domato e sapidità ben presente per un Buttafuoco equilibrato e quasi pronto, che si esprimerà ancor meglio far 2-3 anni.

Vigna Pitturina 2013 (annata da 4 fuochi), 14,5% vol. - Azienda Poggio Rebasti 

Una vigna molto ripida, esposta a sud/sud-est nella zona centrale della denominazione, che poggia su un fondo di arenarie compatte, dà un vino che offre sentori di fragola sotto spirito e confetto, fine e con buona persistenza in bocca.

Vigna Pitturina 2007 (annata da 6 fuochi), 14,5% vol. - Azienda Poggio Rebasti 

Un regalo del Produttore per i fortunati partecipanti all’evento, dato che di questo Buttafuoco Storico ne restano ad oggi solo 11 bottiglie. Nell’unica annata che ha ottenuto i 6 fuochi, la vigna Pitturina si è espressa al massimo con un vino eccezionale, estremamente fine ed equilibrato, che regala al naso aromi di canditi e confetti.     

Vigna Casa Barnaba 2015 (annata da 5 fuochi), 15,5% vol. - Azienda Francesco Colombi 

La vigna, collocata nella zona a sud su fondo di argille, ha prodotto nel 2015 un Buttafuoco che al naso offre sentori di viola fresca, zucchero caramellato, amaretto e confettura di ribes; al palato è sapido e pronto.  

Vigna Casa Barnaba 2011 (annata da 4 fuochi), 14,5% vol. - Azienda Francesco Colombi 

Un vino in evoluzione, intenso, complesso e fine, con aromi di pepe nero ed anice stellato, dotato di buona sapidità che, come per tutti i Buttafuoco Storico, lo rendono ottimo abbinamento a carni rosse lesse e brasate e alla selvaggina da pelo.