Alla scoperta del Val di Noto. Tra Barocco, Nero d’Avola e Moscato
La strada del vino del Val di Noto è solo uno dei percorsi nei quali Adriana Licciardello ha accompagnato i partecipanti della serata organizzata da AIS Monza, tra cultura, arte e prodotti enogastronomici.
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Sarà grazie al video introduttivo al Val di Noto, concesso dal Comune di Noto, che mostra immagini inconfondibili di una terra unica come la Sicilia, o forse grazie al musicale accento di Adriana Licciardello – sommelier e relatrice AIS, 3 livello WSET – siciliana di nascita, unito alla passione per la sua terra, che in meno di cinque minuti ogni partecipante è riuscito a sentire in sala il profumo del mare e il calore del sole sulla pelle.
Il Barocco
Il Val di Noto, e non la Val di Noto come molti pensano, è una zona della Sicilia Orientale della quale fanno parte i comuni di Caltagirone, Catania Militello in Val di Catania, Modica, Palazzolo Acreide, Noto, Ragusa e Scicli. Nel 2002 entra a far parte del Patrimonio mondiale dell’Umanità, per nomina dell’Unesco; titolo che viene riconosciuto grazie alla bellezza unica che contraddistingue questa zona.
Figli del succedersi di dominazioni completamente diverse l’una dall’altra, come tutta la regione, i paesi del Val di Noto portano ancora oggi chiaramente visibili i lasciti della dominazione araba, che è stata fondamentale per la cultura di tutta l’isola, ma che qui spicca in maniera particolare: dal nome del Val di Noto, che ha origine da due parole arabe (walla o wali, che in arabo vuol dire vallo, e noto, che in arabo ha lo stesso significato di bellezza e importanza che ha in italiano), alla frutta secca e candita che si può mangiare a ogni angolo.
Camminando per le strade di uno di questi paesi, dei quali Adriana mostra diverse fotografie, è immediatamente percepibile all’occhio l’inequivocabile stile di ogni costruzione.
Nel 1693 un terremoto rade al suolo le otto cittadine che compongono il Val di Noto: l’allora vicerè di Sicilia ne progetta la ricostruzione e sceglie, in totale contrapposizione allo stile neoclassicista in voga in quegli anni, un eccentrico stile tardo barocco. L’esuberanza barocca non fa fatica a prendere piede nella zona, poiché si adatta benissimo alla teatralità siciliana e ne enfatizza ancora di più lo stile locale che è già di per sé ricco. Alcuni esempi di questo stile sono oggi la Cattedrale di Sant’Agata a Catania, la Basilica di San Sebastiano a Palazzolo Acreide, la Chiesa di San Domenico a Noto, o ancora il Duomo di San Pietro a Modica.
La Strada del Vino
Se quanto raccontato fin d’ora non fosse abbastanza per invogliare i partecipanti a visitare queste zone, Adriana amplia il valore del Val di Noto anche da un punto di vista enologico, introducendo il secondo viaggio nel viaggio, ovvero l’itinerario della Strada del Vino del Val di Noto.
In Sicilia esistono 13 strade del vino, per lo più distribuite nella zona meridionale, ciascuna con l’obiettivo di aiutare lo sviluppo e far conoscere le diverse realtà locali di produzione vitivinicola.
La Strada del Vino del Val di Noto è un itinerario che si snoda fra sei comuni della Sicilia Sud Orientale, cinque della provincia di Siracusa (Palazzolo, Avola, Noto, Rosolini, Pachino) e uno della provincia di Ragusa (Ispica): per meglio posizionarla, Adriana spiega che ci troviamo nel punto più a sud della Sicilia, e quindi nel punto più a Sud dell’Italia.
La zona costiera e l’influenza del mare dal un lato, la collina dall’altro, e i monti Iblei a isolare questo territorio, creano un piccolo Eden sui cui terreni di matrice calcarea e argillosa Moscato Bianco e Nero d’Avola hanno le loro espressioni più compiute. I vini che ne derivano sono vini intensi, che esprimono i tratti più caratteristici dei sapori mediterranei
Il Moscato Bianco
Al mondo esistono 200 varietà di moscato, tra uva da tavola e uva da vino, a bacca bianca e a bacca scura; il moscato bianco si trova solo in questa zona. Portato dai Greci in Sicilia, deve il suo nome al suo profilo odoroso e aromatico. Il moscato di questa zona ha un retaggio molto antico, che lo avvolge in un alone mistico: sarebbe infatti identificabile con l'antico Pollio siracusano, ottenuto dall'uva biblia (dai monti Biblini, in Tracia) che fu introdotta a Siracusa da Pollis, mitico tiranno della città. Se così fosse, le sue origini risalirebbero al VIII-VII secolo a.C., e il Moscato di Siracusa potrebbe essere considerato il vino più antico d'Italia.
La DOC Moscato di Siracusa viene ottenuta nel 1973, e il successivo anno segue la DOC Moscato di Noto, per distinguere, all’interno dello stesso disciplinare, una versione più leggera e dolce dello stesso vino; l’obiettivo principe della doppia DOC è distinguere le due zone di produzione da stessa uva e con stesse regole.
Quattro i vini in degustazione questa sera a base Moscato, di quattro cantine diverse: Netum, e Cantine Pupillo per la versione bianca, Sissiri e Terre di Noto per la versione passita.
Il Nero d’Avola
Se negli anni ’70 questo vitigno era coltivato solo nel ragusano e nel siracusano, oltretutto “maltrattato” pensando non potesse dare grandi risultati, con il tempo ci si è resi conto che se vinificato con cura e attenzione può donare risultati eccelsi. Questa nuova consapevolezza ha dato la spinta ad attività di zonazione per identificare le migliori zone e i migliori cru, in questo momento sparsi nelle contrade di San Lorenzo, Bufaletti, Maccari e Buonivini.
Il Nero d’Avola è identificato da tre biotipi diversi: quello palermitano trapanese, che esposto a temperature più elevate e un’escursione termica inferiore offre vini più potenti; quello agrigentino, dai cui terreni più uniformi si ottengono profumi più intensi; e quello siracusano e ragusano, ovvero quello del Val di Noto, che dona vini molto fini ed eleganti, molto adatti all’invecchiamento.
La DOC più importante della zona è la DOC Eloro, con la sottozona Pachino (la sottozona non identifica il solo comune di Pachino, ma anche comuni limitrofi).
Anche per il Nero d’Avola sono quattro i vini in degustazioni, da altrettante cantine: Barone Sergio per la versione rosata, Salvatore Marino, Planeta, e in ultimo Curto per il Riserva.
La voce dal territorio
La serata termina, dopo le degustazioni, con l’intervento di Luigia Sergio, vice presidente dell’Associazione Strada del Vino del Val di Noto. Le sue parole sono cariche di emozione, e forse proprio per questo vanno dritte al punto: la diversità appena riscontrata negli otto calici di vino è la stessa diversità che contraddistingue le aziende vitivinicole che fanno parte dell’associazione e che basano la loro stretta collaborazione sulla volontà di preservare questa diversità per sviluppare il territorio.
Su una cosa, però, sono tutti d’accordo: travagghiu ri vinnigna ti signa, ti sgrigna, t’alligna e ti spigna (il lavoro della vendemmia di ammaestra, ti diletta, ti rinvigorisce e ti leva i debiti).
La degustazione
Moscato di Noto DOC Dalla Terra 2021 - Netum
Colore giallo paglierino carico con tendenza dorata, lucente e vivace; al naso immediatamente aromatico, con sentori di agrumi come il limone, floreali di zagara, con una nota balsamica che ricorda l’influenza marina.
La corrispondenza al palato è immediata nelle note agrumate e floreali; sapido e fresco, deve queste caratteristiche ai terreni e al clima molto caldo. Ottimo in purezza o per accompagnare degli antipasti, dei formaggi freschi o caprini, piatti di pesce.
Siracusa Moscato DOC Pollio 2020 - Cantine Pupillo
Dal colore dorato e lucente, ha un naso ampio, con sentori di miele di zagara e fior d’arancio, fruttato di agrume, mela e pera, con un finale di salvia. In bocca freschezza e sapidità bilanciano alla perfezione l’eccessiva presenza aromatica, facendo in modo che il vino sia perfettamente equilibrato.
Adriana lo definisce il vino degli abbinamenti pazzi: può essere gustato con un gelato, con le pesche o con cucina orientale non molto forte.
Rosato di Nero d’Avola IGT Luigia 2021 - Barone Sergio
Il colore rosa corallo intenso deriva da due ore di riposo sulle bucce, che fanno capire quanto la carica antociana di questo vitigno sia forte.
Al naso si percepiscono immediatamente sentori fruttati di piccoli frutti rossi, ciliegia, mora, con una nota balsamica finale.
Al palato freschezza e sapidità, che sono prerogativa della zona, accompagnano il rimando ai frutti rossi che crea perfetta corrispondenza gusto-olfattiva.
Può essere bevuto da solo, come aperitivo, o in abbinamento a un piatto a base di gamberi.
Eloro Nero d’Avola DOC Turi Rosso 2021 - Salvatore Marino
Rosso rubino vivace, lucente ed elegante, al naso spiccano immediatamente sentori floreali di rosa e viola, di frutta come ciliegia, marasca, frutta rossa, e una nota di speziatura dolce. Al palato ha una discreta tannicità tipica del vitigno e una bellissima freschezza.
È un vino gastronomico che rappresenta l’essenza del nero d’Avola vinificato senza legno, prodotto secondo i dettami dell'agricoltura biologica, quasi biodinamica (non filtrato, concimazione naturale, pochissimi trattamenti in vigna). Può essere servito in abbinamento con la parmigiana o la caponata.
Noto DOC Santa Cecilia 2019 - Planeta
Vino di punta della cantina Planeta, dell’area Buonivini, ha un colore rosso rubino che denota subito un processo di affinamento. Al naso ricorda la frutta matura, ha sentori di bergamotto e una speziatura dolce di karkadè e di incenso. È complesso e fine.
In bocca la trama tannica è molto ben inserita nei sentori di frutta che ritroviamo corrispondenti al naso, ai quali si aggiunge la vaniglia; avvolgente, fresco e sapido, va in abbinamento con la caponata, la cacciagione, ma soprattutto caciocavallo o formaggi DOP della zona.
Eloro Nero d'Avola DOC Riserva Le fontanelle 2015 - Curto
Viene definito dalla sua produttrice “un garbato signore di altri tempi, in frac, che si fa scoprire piano piano”. Dal colore rubino intenso, è elegante, interessante e complesso al naso: ha una nota floreale di fiori appassiti, sentori di frutta sotto spirito, incenso e carruba, seguiti da una forte nota di cioccolato di Modica e di caffè scuro. In bocca è fresco e tannico e avvolgente.
Terre Siciliane IGP Moscato Passito Donna Rosa 2021 - Sissiri
Colore brillante e ambrato, al naso ha sentori fruttati di albicocche, pesche sciroppate, una nota balsamica di eucalipto e un finale che ricorda gli agrumi, le scorze di arancia imbevute nel cioccolato. Al palato ha freschezza e sapidità, che controbilanciano il residuo zuccherino elevato. È un vino innovativo, dolce, da bersi giovane.
Il produttore, Carlo Rampulla, ha fatto la prima vendemmia da solo e ha voluto dedicare i suoi vini e le relative etichette ai componenti della sua famiglia; questo vino è dedicato alla nonna e al ricordo della sua dolcezza.
Moscato di Noto Passito DOP Lapalicca 2018 - Terre di Noto
Dal colore giallo oro intenso, al naso elegante, con evidenti sentori di miele e note agrumate, scorza d’arancia candita e fichi secchi; chiude una nota balsamica. In bocca è dolce, morbido e avvolgente, di grande freschezza e persistenza, ha una piacevolezza molto elevata, che invoglia a berlo senza stancare. Può essere abbinato a formaggio o pasta di mandorle