Amarone. Tra storia, tradizione e nuove tendenze

Sette sorprendenti vini in grado di donare una nuova e moderna interpretazione dell’Amarone. Insieme al sommelier Diego Sburlino, alla scoperta di sette produttori provenienti da diverse zone della Valpolicella.

Daniela Recalcati

Il Veneto è una regione contadina, dove il vino si è sempre fatto in abbondanza e che, negli ultimi vent’anni, ha cercato di cambiare, trainando la produzione verso vini di qualità tanto che, oggi, quasi il 70% del prodotto rientra nelle DOC e nelle DOCG (o, secondo la normativa europea, nelle DOP), con l’80% rappresentato da vini bianchi.

Diego SburlinoI vitigni più diffusi sono la glera (36,6%), seguita dal pinot grigio (18%) e dalla garganega. Corvina, rondinella e corvinone, le uve con cui si fa l’Amarone, rappresentano, comunque, una quota importante della produzione. L’uvaggio, cioè le percentuali con cui questi vitigni vengono impiegati nella produzione dell’illustre vino, sta per cambiare.

Corvina e corvinone hanno la funzione di apportare al vino struttura e speziatura, mentre la parte fruttata e floreale emerge solo nelle annate migliori. È la rondinella (5-30% dell’uvaggio) a conferire l’apporto gentile, floreale e fruttato. Il corvinone è un po’ più grezzo ed erbaceo della corvina e richiede un affinamento in botte molto prolungato; d‘altro canto è un vitigno robusto e resistente al mal dell’esca, molto diffuso nel Veneto. La corvina, invece, è più raffinata e non ha bisogno di lungo affinamento; peraltro, è molto più sensibile ed è particolarmente soggetta al mal dell’esca.

Fino al 2019, da disciplinare, il corvinone non poteva superare il 50%, ma oggi il disciplinare consente l’utilizzo di tale vitigno fino al 95%. Staremo a vedere nei prossimi anni come questa scelta influirà sui vini.

La Valpolicella è suddivisa in tre zone. La più estesa e famosa è la Valpolicella Classica (circa 3400 ha vitati) composta da 5 vallate separate tra di loro dai progni, fiumiciattoli che scendono dai Monti Lessini. La valle di S. Ambrogio, situata a ovest, è la più calda, influenzata dal clima gardesano. I vigneti arrivano anche a 400 m s.l.m. e i suoli sono calcareo-sedimentari con residui morenici alluvionali. Nella zona di S. Pietro in Cariano, a sud, vicino all’Adige, i terreni sono di origine alluvionale, mentre nella parte più alta, verso Castelrotto, troviamo anche calcare e argilla. Fumane ha suoli di matrice calcarea mista a toar (materiale vulcanico). La vallata di Marano presenta pendenze molto scoscese e vigneti difficili da lavorare dove predomina la roccia tufacea di matrice basaltica e vulcanica. Infine, Negrar, zona dove prevalgono il limo e l’argilla.
Abbiamo poi la Valpantena (450 ha vitati), dominata soprattutto dagli ulivi e la Valpolicella Orientale allargata (3700 ha vitati), da sempre contadina, nata negli anni ’70 grazie ad alcuni produttori come Romano Dal Forno di Cellore d’Illasi.

Valpolicella la zona classicaSi dice che l’Amarone sia nato da uno “sbaglio”, da un “Recioto scapà”, sfuggito al controllo del cantiniere che, non avendo interrotto la fermentazione alcolica aveva ottenuto, al posto di un vino dolce, un vino secco, un “Amaron” o “Recioto amaro”. Questo vino, ai tempi, godeva di scarsa considerazione tanto che nel disciplinare del Valpolicella DOC del 1968, c‘era solo un brevissimo accenno al vino Amarone, definito un Recioto asciutto. Il boom arriva alla metà degli anni ’80; il mercato trainante era quello americano che prediligeva vini rotondi, morbidi e “piacioni”, con un residuo zuccherino importante, ma difficilmente abbinabili a tavola. Gradualmente, si è passati a ridurre il residuo zuccherino per mettere in risalto i pochi tannini di cui sono dotate queste uve; oggi le morbidezze si ottengono con un appassimento più prolungato.

La produzione annua è pari a 18,6 milioni di bottiglie di Valpolicella (29%), 30 milioni di Ripasso (47%) e 15,4 milioni di bottiglie tra Amarone e Recioto (24%). Il 75% della produzione è destinata all’export.

Nella zona classica la vite viene allevata a pergola; nella zona orientale troviamo soprattutto il Guyot. L’allevamento a pergola permette di ottenere vini più equilibrati: le uve sono più riparate dal sole, sono consentite potature lunghe, la distanza dei grappoli dal terreno è maggiore così da proteggere le gemme dalle gelate, la densità di impianto non può superare i 4000 ceppi per ha; inoltre, le macerazioni avvengono a 18-19 °C. L’allevamento a Guyot permette di ottenere vini più colorati, strutturati, dotati di più tannini e antociani: la densità di impianto è altissima, fino a 13.500 ceppi per ettaro, le uve sono esposte al sole, si producono molti zuccheri negli acini dalle dimensioni che si concentrano ulteriormente in appassimento; inoltre, le macerazioni avvengono a ben 30 °C.

Il clima è variabile, poco piovoso, ma ventilato, e con forte escursione termica.

Degustazione

Amarone della Valpolicella Classico DOCG Sant’Urbano 2016 – Speri
corvina 65%, rondinella 25%, corvinone 5%, molinara 5%
Azienda storica a San Pietro in Cariano. Vino proveniente da un appezzamento sul monte Sant’Urbano, a Fumane. Terreno vulcanico con basalti e toar. Affinamento prevalente in tonneau e in parte in botte grande da 20-21 hl.
Al naso si apprezzano note speziate, pepe bianco, noce moscata, cannella e alloro seguite da note fruttate e floreali di viola essiccata. In bocca prevale il fruttato con note di ciliegia sotto spirito, seguito da sentori speziati; ottima freschezza, tannino presente e morbido. Vino snello, sobrio e molto piacevole.

Amarone della Valpolicella Classico DOCG Valle Alta 2013 – Tenute Ugolini
corvina 70%, corvinone 15%, rondinella 10%, oseleta 5%
Azienda a San Pietro in Cariano. Il vigneto Valle Alta, sito a 256 m s.l.m. su terreno di marne fossili, domina tutta la vallata di Fumane. Affinamento in barrique di 1°, 2° e 3° passaggio e in botte grande da 23 hl.
Naso speziato con note dolci di vaniglia, tabacco, noce moscata e sentori balsamici. La bocca esprime una bella freschezza e un tannino rotondo e morbido, con note floreali di viola e rosa essiccate, di china e di rabarbaro. Vino tagliente, asciutto e solenne.

Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2013 – Secondo Marco
corvina 45%, corvinone 45%, rondinella 10%
Azienda a Fumane. Terreno calcareo. Macerazione sulle bucce per cento giorni. Vinificazione separata delle uve e affinamento in botte grande da 20 e 40 hl per almeno quattro anni.
Naso austero, con note di rabarbaro, spezie, caffè, tabacco e cuoio. La bocca si espande bene con note fruttate, floreali e speziate. Buona freschezza e tannino morbido. Vino più strutturato, ma meno lungo dei precedenti.

Amarone della Valpolicella Classico DOC 2009 – Le Ragose
corvina 50%, corvinone 20%, rondinella 20%, altre varietà 10%
Azienda ad Arbizzano di Negrar, nella zona Le Ragose. Terreno di marna gialla con arenaria. Affinamento in botte grande per dieci anni.
Il naso, al primo impatto, è balsamico; poi emergono la ciliegia matura, il floreale, le note di caffè, rabarbaro e liquerizia. La bocca è fresca, con tannino ben presente, morbido e asciugante.

I viniAmarone della Valpolicella Classico Riserva DOC Camporal 2009 – Corte San Benedetto
corvina 60%; corvinone 25%; rondinella 15%
Azienda ad Arbizzano di Negrar, nell’antica corte rurale da cui ha preso il nome. Uve provenienti per il 40% da Marano (terreno vulcanico e calcareo) e per il 60% da Arbizzano. Affinamento in tonneau e in botte grande da 39 hl per 4 anni.
Al naso si apprezzano note di miele di castagno, tostatura, frutta, bacche di ginepro e spezie dolci. La bocca, di grande struttura, è ben equilibrata tra acidità e tannino sottile e setoso. Persistenza molto lunga che chiude con una scia fruttata di ciliegia sciroppata e prugna essiccata. Vino morbido, un po’ vecchio stampo, solenne e piacevolissimo.

Amarone della Valpolicella DOCG 2013 – Roccolo Grassi
corvina 60%, rondinella 20%, corvinone 15%, altre varietà 5%
Azienda a Mezzane di Sotto. Il vigneto Roccolo Grassi si trova sul monte San Briccio, in una delle pochissime zone vulcaniche della vallata di Mezzane. Affinamento in barrique di 2° e 3° passaggio e in botte grande.
Al naso note eteree, di smalto e solvente, sentori di china, caffè e violetta essiccata, mentre la frutta stenta ad apparire. La bocca evidenzia grande struttura, tannino importante, fine e sottile, ma asciugante e astringente.

Amarone della Valpolicella DOCG Valmezzane 2013 – Corte Sant’Alda
corvina 40%, corvinone 40%, rondinella 20%
Azienda a Mezzane di Sotto. Terreno calcareo.
Naso suadente, fruttato, con note di ciliegia sotto spirito, prugna, piccoli frutti rossi, con sbuffi balsamici, di grafite e di china. Bocca disinvolta, quasi aggressiva, ma molto piacevole, dotata di grande freschezza, struttura e tannino morbido. Bella persistenza con sentori legati al caffè e al tabacco.