ARPEPE e Storico Ribelle: Valtellina in libertà

L'Ultimi Raggi di ARPEPE incontra il Presidio Slow Food. AIS Como ha visto protagonista la storia e il futuro della famiglia Pelizzatti Perego da un lato e, dall’altro, Paolo Ciapparelli e Carlo Mazzoleni per Valli del Bitto, la società che supporta la produzione dello Storico Ribelle.

Sara Missaglia

Analogie, sovrapposizioni e storie che si sviluppano su binari che vanno nella stessa direzione. Tra il riflesso del Lago di Como, le eleganti sale dell’Hilton e le rupi impervie dei terrazzamenti della Sassella ha preso forma un incontro autentico tra due eredità montane. Protagonista il Valtellina Superiore Sassella Riserva Ultimi Raggi di ARPEPE, insignito del Tastevin d’Oro per la Lombardia nella Guida Vitae 2025, raccontato con una verticale di 9 annate lungo 16 anni. Alla serata sono stati presenti i protagonisti di questo piccolo grande gioiello vino della Valtellina: Isabella, Emanuele e Guido Pelizzatti Perego.

Vino e formaggio

Ospite della serata lo Storico Ribelle, Presidio Slow Food ed espressione dell’agricoltura eroica di montagna, che nasce fra muretti a secco e pascoli in quota, raccontando la sua battaglia per sopravvivere all’omologazione. Ultimi Raggi nasce da un leggero appassimento delle uve in vigna: in una Valtellina dove l’appassimento avviene rigorosamente nei fruttai, così come vuole per tradizione lo Sforzato, Arturo Pelizzatti Perego adotta una traiettoria diversa. Il suo appassimento diventa “dinamico”, realizzato quando la pianta è ancora viva. Dove tutti vedono limiti, Arturo vede opportunità, e se è vero che le vie battute non portano mai a luoghi straordinari, qualcuno non sta “nelle righe”: è così anche per Paolo Ciapparelli e per lo Storico Ribelle. “Resistenza casearia”, come è stata definita. Ovvero un’ostinata protesta, che ha scritto pagine ispirate al credo e alla solidarietà di piccoli produttori che hanno difeso una tradizione del territorio, non piegandosi a logiche industriali. Ribelli fuori dal coro, che hanno costruito la loro musica: eroi ante litteram che, in chiave potente e moderna, hanno anticipato letture e scelte che sono state capite solo dopo. Probabilmente è quando ti danno del visionario, del rivoluzionario, dell’indisciplinato, dello sfrontato e del ribelle che capisci di essere sulla strada giusta. 

Sassella Ultimi Raggi

Il vino incarna lo spirito eversivo di Arturo Pelizzatti Perego, pioniere indomito che rifondò l’azienda di famiglia modificando il rapporto tra tempo e natura: non misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni. Il giusto tempo del nebbiolo, senza fretta: nacque così ARPEPE, una realtà vitivinicola fatta di mani e di tempo. Le radici risalgono al 1860, quando Giovanni Pelizzatti Perego piantò i primi filari di nebbiolo in Sassella; nel 1984 Arturo rilanciò l’azienda, a cui diede un nuovo volto e un nuovo corso e che oggi, con la quinta generazione rappresentata da Emanuele, Isabella e Guido, prosegue mantenendo integra la visione originaria: un vino sincero, lontano dalle mode, che esprima territorio, stile e il tempo dell’attesa. La Riserva Ultimi Raggi nasce nel 1999 da un’intuizione di Arturo, ed è un Valtellina Superiore Sassella a vendemmia tardiva: le uve nebbiolo restano in pianta sino a fine novembre nella cresta della Sassella chiamata “Ere”, a 600 metri s.l.m.: prima di essere vendemmiata riceve gli ultimi raggi di sole dell’autunno e, con le escursioni termiche, concentra aromi e zuccheri. Un lieve appassimento in pianta ingentilisce il tannino nervoso e scalpitante del nebbiolo; dopo la pigiatura soffice, avviene una lunga macerazione e un affinamento pluriennale in botti grandi, quindi un riposo prolungato in bottiglia. Il risultato è un vino di grande profilo aromatico e di struttura, ma agile e in grado di raccontare con freschezza e profondità il vitigno. 

Valtellina Superiore Sassella Riserva Ultimi Raggi – la verticale:

In degustazione le annate 2002, 2004, 2005, 2006, 2007, 2009, 2013, 2016 e 2018.
Vitigno: chiavennasca (nebbiolo delle Alpi) 100%
Vigneto: inerbito, esposizione sud/ovest, altitudine 600 m
Vendemmia: metà novembre

2002

Vinificazione tradizionale con macerazione delle vinacce per 20/25 giorni, affinamento per 12 mesi in tonneaux di rovere non tostato. Il colore granato testimonia una vivacità del tutto sorprendente: 23 anni e mai dimostrarli, schiena dritta e testa alta. Il vino dell’orgoglio, del “aveva ragione Arturo”. Naso giocato su sensazioni molto fruttate, spezie dolci e ricordi di violetta e rosa canina. Frutti rossi maturi ma ancora perfettamente integri, con sbuffi di incenso, braci e sagrestie, con evidenze di nocciola, caffè e cioccolato. Al palato tannini setosi e acidità vivace: un vino dell’emozione, nel ricordo di una vendemmia importante per papà Arturo, il cui sogno stava prendendo forma.

2004

Vinificazione tradizionale con macerazione delle vinacce per 20 giorni, affinamento per 24 mesi in tonneaux di rovere non tostato, 12 mesi in botti grandi di rovere. Fu l’ultima vendemmia di Arturo Pelizzatti Perego, preziosa nel ricordo e nella memoria dei figli. Il vino del coraggio, della malattia incombente, ma della ferma volontà di lasciare l’azienda in ottime mani. Il vino è rubino intenso, con note di ciliegia, prugna e tabacco, tra sfumature terrose e erbe aromatiche. Il sorso è equilibrato, dai tannini levigati e un ritorno molto intrigante di cacao amaro in retro-olfattiva. La freschezza è la componente più seduttiva del calice, un vero elemento di novità in un perimetro di alta intensità e persistenza.

2005

Macerazione di 15 giorni in tini di legno da 50 ettolitri, con affinamento di 3 anni in tini e botti della medesima capacità, seguiti da cemento e bottiglia. Profilo olfattivo di impronta più austera, con marcata componente erbacea e cenni terrosi che richiamano muschio, corteccia e resina. Emergono note evolute di fungo secco e un frutto maturo a polpa rossa, il tutto accompagnato da sfumature di incenso. Al palato si distingue per l’agilità del sorso, con una tessitura sapida e bilanciata, che conferisce grande scorrevolezza e piacevolezza alla beva.

2006

Macerazione di 15 giorni in tini di legno da 50 ettolitri, con affinamento di 4 anni in tini e botti della medesima capacità, seguiti da cemento e bottiglia. Il naso esprime sottobosco, funghi secchi e cuoio; in bocca struttura piena, tannini nobili, buona persistenza. Finale con accenni agrumati da arancia sanguinella e note sapide che rendono il sorso di particolare slancio e freschezza.

2007

Macerazione di 10 giorni in tini di legno da 50 ettolitri, con affinamento di 4 anni in tini e botti della medesima capacità, seguiti da cemento e bottiglia. Alla vista si presenta con un rubino luminoso impreziosito da riflessi granati. Il profilo olfattivo si apre su toni di prugna matura e ciliegia, accompagnati da una speziatura esotica che richiama note orientali. Emergono anche sfumature iodate e balsamiche, con accenni medicinali e un frutto sotto spirito che amplifica la percezione alcolica. Al palato il sorso è succoso e pieno, ricco di materia e sostenuto da un frutto croccante. I tannini sono vivi ma perfettamente integrati, con una tessitura sferica e avvolgente. La chiusura è fresca e dinamica, grazie al ritorno nitido della ciliegia selvatica, che dona eleganza e una piacevole tensione finale.

2009

Macerazione di 30 giorni in tini di legno da 50 ettolitri, con affinamento di 5 anni in tini e botti della medesima capacità, seguiti da cemento e bottiglia. Colore rosso rubino limpido e brillante. Al naso si apre su un registro nitido di frutti rossi maturi, accompagnati da note di tabacco dolce e spezie fini. Il bouquet si arricchisce di componenti vegetali mediterranee: erbe aromatiche, mirto e sentori di garrigue che richiamano timo, lavanda e santoreggia. Emergono inoltre sfumature agrumate, con richiami a scorza di arancia sanguinella, che anticipano la freschezza percepita anche al sorso. L’annata si distingue per l’affinamento prolungato in botte grande, che ha favorito un’evoluzione complessa e ancora in divenire. Al palato è elegante e coerente, con acidità vibrante, tannino cesellato e vellutato. La tessitura gustativa è sapida e ferrosa, con percezioni iodate e richiami marini. Il finale è lungo e stratificato, con speziatura esotica, ritorni di sottobosco e una chiusura cremosa sostenuta da una trama tannica compatta.

2013

Macerazione di 58 giorni in tini di legno da 50 ettolitri, con affinamento di 39 mesi in tini e botti della medesima capacità, seguiti da cemento e bottiglia. A differenza delle annate precedenti, qui la gradazione alcolica è del 13,5 in volume. Profilo olfattivo fine e definito, giocato su toni di lampone fresco, scorza d’agrumi, petali di rosa e spezie leggere. Al naso si distinguono anche eleganti sfumature floreali di violetta e rosa canina, che ne delineano il tratto distintivo. Il sorso è teso, verticale, sostenuto da un'acidità vibrante e da tannini finemente polverosi, che conferiscono precisione e allungano la persistenza. Il frutto, ancora integro e croccante, si esprime con richiami a mora di rovo e mirtillo, in perfetto equilibrio con la struttura acida. Il finale è ampio e complesso, con ritorni speziati e balsamici: tabacco biondo, incenso, geranio, fave di cacao e una sottile freschezza mentolata che chiude con eleganza il quadro gustativo.

2016

Macerazione di 78 giorni in tini di legno da 50 ettolitri, con affinamento di 34 mesi in tini e botti della medesima capacità, seguiti da cemento e bottiglia. Rosso rubino brillante e luminoso. Al naso si distingue per la precisione aromatica, con note nitide di fragola e lampone su un fondo speziato di pepe nero. Il sorso è coerente e ben bilanciato, con trama tannica setosa, acidità vibrante e un finale lungo e persistente. La giovane età del vino si esprime in una croccantezza gustativa e una tensione dinamica che conferiscono freschezza e slancio. Al palato si percepisce una significativa profondità, con struttura tridimensionale e un’evoluzione promettente. Il profilo resta affilato e sapido, con una componente salina che dona pulizia e precisione alla beva. Vino di contrasti armonizzati: misura e forza, delicatezza e materia, essenzialità e generosità convivono in perfetto equilibrio. Un’espressione che parla il linguaggio della grazia e della proporzione, proiettandosi verso un’evoluzione brillante.

2018

Macerazione di 114 giorni in tini di legno da 50 ettolitri, con affinamento di 42 mesi in tini e botti della medesima capacità, seguiti da cemento e bottiglia. Alla vista si presenta rubino brillante, vivido e luminoso, che anticipa un profilo sensoriale di grande fascino. Al naso, l’impatto è ampio e stratificato: si apre con piccoli frutti rossi croccanti, seguiti da spezie dolci e sfumature erbacee fresche. Il quadro olfattivo si arricchisce di eleganti note floreali di rosa e violetta, che conferiscono finezza e identità al bouquet. Il frutto si esprime con sorprendente integrità, giovane ma già perfettamente definito. Al palato, la struttura è avvolgente e armonica, sostenuta da tannini nobili e setosi, in perfetta sintonia con l’equilibrio complessivo. Una prova di grande eleganza e precisione espressiva, pur in presenza della massima gioventù del vino. 

Storico Ribelle

La mini verticale anche per il Presidio Slow Food, con assaggi delle annate 2023, 2018, 2015, raccontate con passione da Paolo Ciapparelli e Carlo Mazzoleni – è stata un vero viaggio nel tempo a ritmo di aromi e ricordi. Ma è proprio con questa degustazione che Ultimi Raggi ha svelato il suo lato più gastronomico e godereccio. E quando pensi che il meglio sia passato, ecco il colpo di scena: l’apertura di una forma di Storico Ribelle Annata 2019 personalizzata ARPEPE, dono prezioso della famiglia Pelizzatti Perego che ha voluto condividere l’assaggio con tutti i presenti. Un gran finale a tutto gusto, che mette i sigilli a una serata intensa, elegante e profondamente umana. Perché sì, l’abbiamo capito: il buon gusto e l’eleganza non passano mai di moda, anche quando nascono da atti non convenzionali. Perché il mondo ha già abbastanza copie: mancano sempre di più gli originali.