Bertani. L'incontro con la storia
Venerdì 16 Novembre abbiamo fatto conoscenza della cantina Bertani di Grezzana (VR) tramite un'ampia degustazione dei loro prodotti presso il ristorante “Edelweiss” di Castel D'Ario (MN).
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La Cantina, una delle più antiche della Valpolicella e dell'intero Paese, è stata fondata nel 1857 nella Valpantena, zona dal terreno più ricco di minerali e con maggiori escursioni termiche rispetto alla Valpolicella Classica dove l’azienda si è estesa nel tempo. Ogni vigneto è destinato alla produzione di un singolo vino in modo che questo venga prodotto sempre con le migliori uve.
C’è una linea immaginaria che unisce le tre zone della Valpolicella Classica, la zona di produzione più antica. La prima, pianeggiante, si estende a ridosso del fiume Adige, la seconda, la più estesa e ricca di vigneti, è nel cuore dei comuni di Marano, San Pietro In Cariano e delle sue frazioni, e la terza, la più elevata, comprende le frazioni del comune di Fumane e Negrar. E la linea continua nella parte orientale della provincia di Verona, dove si stendono altre vallate tra cui la lunga e stretta Valpantena, unica sottozona riconosciuta.
Ed è in questa vallata, esposta al sole, su terreni minerali, ricchi di ferro e manganese, che i fratelli Bertani, nella seconda metà dell’Ottocento, scelgono di iniziare la loro attività in vigna.
“Bertani è un’azienda che tutti conosciamo e fa parte di un mondo enologico che tutti portiamo dentro”.
E’ così che la Dott.ssa Mateja Gravner, rappresentante dell’Azienda, ha aperto una speciale serata, al Ristorante Edelweiss di Castel D’Ario, dedicata ai vini della storica Cantina.
Ma ancor prima dei vini, qui parliamo di storia. La storia di due fratelli che, nel 1857, al ritorno da un importante esperienza vinicola in Francia con il Prof. Guyot (si, proprio l’ideatore del famoso sistema di allevamento della vite), decidono di impiantare vigneti di qualità in Valpantena. Un grande spirito di professionalità ed intraprendenza, li porta ad introdurre i primi vigneti monocoltura, nuovi sistemi di allevamento e soprattutto a credere che la qualità di un vino andava di pari passo con l’importante necessità di imbottigliarlo.
Nei primi anni Cinquanta, l’Azienda acquista la splendida dimora di Villa Novare, ad Arbizzano, con la tenuta di 220 ettari, ed è l’annata 1958 a comparire nella prima e storica etichetta di produzione dell’Amarone, fiore all’occhiello di casa Bertani.
Nel corso del tempo, la Cantina ha esteso la sua proprietà, ed è così che dei circa 200 ettari, 65 sono ubicati nella zona della Valpolicella Classica, 40 in Valpantena (dove ha sede la storica cantina di Grezzana), 60 nel territorio del Soave e circa 20 ettari nella zona del Bardolino e del Lugana.
La Cantina, con più di 150 anni di storia, possiede le più grandi riserve di annate storiche, è l’espressione di uno dei marchi più rappresentativi dell’intero panorama enologico nazionale ed internazionale, ed è abilmente riuscita a fondere la tradizione della storicità con uno spirito enologico innovativo, nel pieno rispetto del territorio e della cultura del vino.
La degustazione è iniziata con una batteria di tre vini, di cui un bianco e due rossi: il bianco era “Le Lave” del 2010 ottenuto da uve Garganega e Chardonnay con vinificazione separata. Qui siamo nei vigneti aziendali della zona del Soave. Le fasi di vinificazione delle due uve sono separate come anche l’affinamento: lo Chardonnay fermenta e matura in barrique, mentre la Garganega affina in tini di rovere di Slavonia da 75 hl. Il vino prosegue il suo affinamento per altri 6 mesi in bottiglia.
Paglierino raggiante che vira al dorato. Impatto olfattivo complesso e di grande finezza incentrato su fragranze fruttate di pesca gialla, ananas, banana, nespolo e cedro che sfumano verso leggere note speziate di vaniglia. Sorso fresco e sapido ben equilibrato dalla rotondità della verve alcolica in un corpo strutturato ed il vino si presentava di un giallo paglierino intenso, in bocca risultava morbido e fresco con una bella corrispondenza gusto olfattiva.
A seguire la degustazione del Valpolicella Classico Superiore “Ognissanti” 2009, 13% Vol., frutto di Rondinella (20%) e Corvina Veronese che vengono allevate su terreni calcarei e ciottolosi in Valpolicella Classica. Il vino matura 18 mesi in barrique di rovere francese, a cui segue un affinamento in bottiglia per almeno 6 mesi.
Rubino intenso con leggeri riflessi granati. Il naso si apre su leggera mineralità’ che lascia spazio subito al frutto, di prugna, di ciliegia, mora, mirabella e frutti rossi maturi. Sul finale eleganti note di cuoio, liquirizia e tabacco. Bocca morbida ed avvolgente, dove il tannino è presente ma ben integrato nel corpo pieno e di struttura. Finale lungo e di spessore.
Un salto sulle colline della Valpantena ci porta al “Valpolicella Valpantena Ripasso Secco Bertani” 2010, 13% Vol. primo, storico vino aziendale e prima interpretazione delle grandi potenzialità della corvina e rondinella veronesi. A tutt’oggi, questo vino rappresenta un punto di riferimento importante per una degustazione di qualità.
Dopo la lenta rifermentazione sulle vinacce dell’Amarone e Recioto, il vino affina in botti di rovere di Slavonia e in botti di ciliegio per 18 mesi.
Rubino intenso e luminoso. Quadro olfattivo che offre sensazioni di ciliegia sotto spirito, frutti di bosco, sfumature tostate di tabacco e pepe nero. Palato raffinato, gusto secco e di struttura, morbido, con spalla tannica, e buona freschezza. Finale lungo e sapido. Ottimo abbinamento per il primo piatto della serata, il risotto mantecato con funghi e vitello.
E restando in Valpantena, il percorso prosegue con l”Amarone della Valpolicella Valpantena Villa Arvedi” 2009, 15,5% Vol. , frutto dell’appassimento naturale nei fruttai di Corvina e Rondinella, coltivate su suoli argillosi e calcarei, ricchi in ferro. Il vino affina in botti di rovere di Slavonia e una piccola parte in barrique, per circa 30 mesi.
Rubino concentrato con tenui riflessi granati. Naso attraversato da piacevole nota minerale che si stempera su profumi di ciliegia in confettura, frutti neri, frutta secca, liquirizia e delicate sensazioni balsamiche. Una trama tannica sottile ed elegante e la freschezza fanno da supporto ad un sorso morbido e sostanzioso in un corpo raffinato e di struttura. Finale lungo e speziato.
Si torna nel cuore e nella tradizione.
“Amarone della Valpolicella Classico” 2004, 15% Vol.
Dopo attenta selezione dei grappoli in vigna, appassimento su graticci ed accurate e lente operazioni in cantina, il vino è pronto per maturare in botti di rovere di Slavonia per circa 6 anni, con ulteriore affinamento in bottiglia di almeno 12 mesi.
Rubino compatto con sfumature granato. Olfatto accarezzato da effluvi floreali di viola, mallo di noce, tabacco, rabarbaro, cacao e sensazioni balsamiche. Bocca calda e morbida, sostenuta da intreccio tannico deciso ma raffinato in un corpo di notevole struttura. Chiusura lunga e speziata.
Il secondo piatto, lo stracotto di Cavallo con polenta di Storo, viene messo a dura prova nell’abbinamento con i vini, per decretare quale si aggiudicherà il podio.
Grande emozione per la seconda batteria di Amaroni dove sono stati servite due annate storiche della cantina: 1981 e 1967. Ovviamente due grandi vini, il 1967 decisamente strabiliante per la freschezza che ancora dimostrava, nonostante la grande evoluzione dei profumi fini e complessi, tra cui spiccava il tamarindo, con note speziate, minerali ed eteree; in bocca era di grande equilibrio e persistenza ed un tannino setoso ne facevano un vino decisamente armonico, probabilmente superiore al 1981 che purtroppo, in alcune bottiglie, presentava note leggermente troppo evolute.
Si è tornati nella storia. Senza tempo.
Credo che esistano vini da degustare in silenzio, senza cibo e con rispetto e gratitudine per la passione ed il lavoro racchiusi in una bottiglia. Questo Amarone “Amarone della Valpolicella Classico Superiore” 1981, 15% Vol. è uno di quelli.
Granato. Naso profondo, caratterizzato da nobili note minerali, segni del tempo, che si intrecciano a profumi di sottobosco, corteccia, funghi, tabacco, rosa appassita e rabarbaro. Sorso fresco, sapido, scorrevole, supportato da tannini ancora vitali, in un corpo di suprema eleganza e raffinatezza. Finale infinito che richiama le sfumature olfattive.
Ed ancora, “Amarone della Valpolicella Classico Superiore” 1967, 15% Vol. Corvina, Molinara e Rondinella sagomate ad opera d’arte racchiusa in una bottiglia di vino. Senza tempo.
Granato con sfumature aranciate. Naso lieve e raffinatissimo, si apre lentamente su tenui sfumature di prugna e ciliegia, note terziarie di fungo, sottobosco, mallo di noce, foglie di tè macerate, radice di liquirizia. Corpo deciso e vitale, sorretto con vigore da notevole e sorprendente spalla acida e tannicità vellutata che donano al sorso armonia ed equilibrio. Chiusura interminabile. Sono stati abbinati con una selezione di formaggio Monte Veronese.
Quale finale se non con il “Recioto della Valpolicella Valpantena Bertani ”?
Annata 2009, affinato in botti di ciliegio per circa 12 mesi e accompagnato dalla classica sbrisolona mantovana, si presenta con la classica veste color ciclamino, ed è esuberante nei profumi di fragola, amarene in confettura, prugna, e dolci sensazioni vanigliate. Assaggio dolce ma fresco, suadente e setoso. Lungo finale fruttato.
Ma, seppure per un attimo, ritorniamo alla storia, e alla bottiglia dell’Amarone del ’67 Bertani.
La retro etichetta, in caratteri minuti riporta:
“La Casa Bertani, fondata all’inizio del XIX secolo dal Cavalier Giobatta Bertani ed ancor oggi diretta con amore e passione dalla Fam. Bertani, ha il piacere di presentare il Bertani, Amarone di produzione limitata ma classicamente eletta, ottenuto unicamente con uve sceltissime della zona della Valpolicella, appassite e vinificate coi tradizionali metodi; viene invecchiato per anni in botti di vecchio rovere. Se, come dicono i poeti, è vero che le stagioni e il volto stesso di una terra si rispecchiano nel suo vino, la fertile e cordiale terra di Valpolicella ha in questo Amarone la sua espressione più completa e significativa.
Particolarmente adatto al momento del lieto conversare di fine pranzo e anche assai gradito con piatti forti. Va consumato in ogni caso a temperatura ambiente”.
Questo vuol essere un piccolo tributo alla storia di un’importante famiglia di viticoltori che ha permesso all’Amarone di rimanere per sempre nella storia di ognuno di noi.
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