Bolgheri e i vini di Michele Satta
“Storie di Vigna” di AIS Bergamo strizza l’occhio ad un famoso ed apprezzatissimo angolo di Maremma, la Bolgheri dei grandi tagli bordolesi conosciuti in tutto il mondo, incontrando una realtà che ben rappresenta la straordinaria finezza ed eleganza dei vini di questa parte di Toscana
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Oltre sessanta appassionati sono arrivati a Bergamo per conoscere e degustare i vini prodotti da Michele Satta in un angolo benedetto di Toscana, quella Bolgheri che è sì una piccola denominazione, ma che è ormai conosciuta in tutto il mondo grazie a nomi come Sassicaia, Ornellaia, Masseto…
Giacomo Satta, figlio di Michele, è agronomo e ci racconta cos’è attualmente Bolgheri e come sia stato possibile, per un territorio che sino a agli anni ‘20 del ‘900 era una malsana palude costiera chiusa verso l’interno da colline ricoperte di macchia mediterranea, trasformarsi in uno dei luoghi più famosi fra gli appassionati del nettare di Bacco.
La nascita del mito di Bolgheri
Bolgheri, così come la conosciamo oggi, nasce nel dopoguerra quando i governi dell’epoca espropriano i terreni sino ad allora di proprietà dell’antica famiglia dei Della Gherardesca, bonificati in epoca fascista, per affittarli a contadini, provenienti da varie parti d’Italia, che iniziano a coltivare frutta e verdura.
La svolta storica si ha con l’arrivo a Bolgheri del Marchese Mario Incisa della Rocchetta la cui moglie Clarice, con il matrimonio, portò in dote 600 ettari di terreno e una decina di poderi: il Marchese, che aveva studiato Agraria alla Facoltà di Pisa ed era un amante dei vini di Bordeaux, mise a dimora a Bolgheri cabernet sauvignon, cabernet franc e altri vitigni francesi. E da lì cominciò, senza neppure avere una cantina attrezzata e un enologo, l’avventura del Sassicaia, proveniente da una vigna impiantata in un terreno pietroso (da cui il nome) leggermente più elevato – cinquanta metri – sul livello del mare.
Se la prima bottiglia di Sassicaia vede la luce nel 1968, sono però gli anni ‘80 a caratterizzare l’espansione e la fama internazionale di Bolgheri (in particolare quando approda qui Angelo Gaja) passando dai 7-8 produttori degli inizi ai 75 odierni che coltivano 1300 ettari vitati per una produzione media annua di 7 milioni di bottiglie, un dato notevole se pensiamo che la denominazione non è vasta ed è tutta contenuta all’interno del territorio di Castagneto Carducci in provincia di Livorno.
Dal punto di vista geografico e climatico, Bolgheri si trova nell’alta Maremma toscana in una zona dove le colline di tufo degradano verso il Mar Tirreno di fronte all’Isola d’Elba. Il terreno è molto poroso, si bagna rapidamente ma altrettanto rapidamente si asciuga e la presenza di dune sabbiose sulla costa faceva sì che in passato, prima delle bonifiche, l’acqua non drenasse verso il mare rendendo così paludosa la pianura interna.
Oggi, invece, proprio grazie alle bonifiche effettuate negli anni ‘20, la vite trova dimora ideale in pianura piuttosto che nelle colline interne (infatti sono vitate solo le zone più basse delle colline, il resto è ancora macchia mediterranea), crescendo su terreni molto sciolti, profondi e ben drenanti, analogamente a quanto si verifica nel Medoc sulla Rive Gauche di Bordeaux.
Il Mar Tirreno è vicino e la notevole quantità di luce dovuta alla riflessione del mare favorisce la maturazione fenolica delle uve; i venti, spesso di forte intensità, puliscono bene l’aria agevolando la maturazione ottimale dei grappoli i cui acini raggiungono a volte, ci racconta Giacomo Satta, la dimensione di un albicocca!
Michele Satta. Da Varese a Bolgheri
Michele Satta conosce Bolgheri nel 1974. Non è toscano di origine – è nato a Sant’Ambrogio Olona, a pochi passi da Verese – ed è qui in vacanza con i suoi genitori: matricola alla Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, riceve una proposta di lavoro da parte del proprietario di una fattoria del luogo, impara tantissimo sull’agricoltura e alcuni anni dopo decide di mettersi in proprio affittando alcune vecchie vigne e la relativa vecchia cantina.
La prima vendemmia è nel 1983, un anno prima della fondazione della DOC di Bolgheri (1984), nel 1991 viene piantata la prima vigna di proprietà: oggi l’Azienda, a conduzione familiare con dimensionamento stabile di 23 ettari, produce 130.000 bottiglie all’anno ottenute tutte da uva di produzione propria coltivate in regime di agricoltura biologica.
I vitigni a bacca bianca sono il viognier, il vermentino e il sauvignon blanc, quelli a bacca rossa il cabernet sauvignon, il merlot, il syrah, il sangiovese e il teroldego.
Vengono prodotti otto vini, sei rossi (I CASTAGNI Bolgheri Superiore DOC, PIASTRAIA Bolgheri Superiore DOC, MARIANOVA Bolgheri Superiore DOC, CAVALIERE Toscana IGT, SYRAH Toscana IGT, BOLGHERI ROSSO DOC) e due bianchi (COSTA DI GIULIA Bolgheri Bianco DOC e GIOVIN RE Toscana IGT).
La degustazione, brillantemente guidata da Stefano Berzi (3° classificato al Concorso Miglior Sommelier d’Italia Premio Trentodoc 2019), ci permette di apprezzare sei vini dell’azienda.
La degustazione
COSTA DI GIULIA Bolgheri Bianco DOC 2018 - vermentino 70%, sauvignon blanc 30% - 13,5% vol. - Prezzo indicativo in enoteca € 18-20
Nato in un’annata fresca caratterizzata da una primavera molto piovosa, per il Costa di Giulia si effettuano la decantazione naturale del mosto raffreddato, la fermentazione con temperature controllate e sei mesi di affinamento in acciaio. Il sauvignon blanc apporta complessità e un finale più dolce e largo a questo bianco, che, come tutti i bianchi di classe, raggiunge il suo optimum dopo due anni dall’imbottigliamento. Paglierino con riflessi verdolini, limpido, ci regala profumi intensi e complessi di fiori bianchi, frutta fresca, mollica di pane e la classica nota agrumata del vermentino. In bocca è fresco, dritto ed agile, di buona acidità e con una evidente e gradevole sapidità che gli dona complessità, eleganza e lunghezza. Lo abbineremo a un risotto mantecato ai frutti di mare ma anche a una prelibatezza tipicamente bergamasca, gli scarpinocc (ravioli a forma di ali d’uccello, che differiscono dai più noti casoncelli bergamaschi per un ripieno magro, senza né carni, né salumi).
GIOVIN RE Toscana IGT 2017 - viogner 100% - 13,5% vol. - Prezzo indicativo in enoteca € 35-40
In un’annata torrida e molto secca, nella quale da Gennaio a Settembre sono caduti su Bolgheri appena 150 ml. di pioggia (come nel Sahara) è stato comunque possibile produrre questo Viogner in purezza che affina sei mesi nel legno (senza svolgere la fermentazione malolattica) e sosta un anno in bottiglia prima della messa in vendita. Colore giallo dorato pieno, limpido, all’olfatto avvertiamo note floreali di fiori gialli appassiti, camomilla, frutta a pasta gialla, cedro, noccioline americane. Al palato è equilibrato, complesso e non manca la caratteristica sapidità. Potremmo abbinarlo a primi di pasta fresca al ragù di coniglio al baccalà ma è un vino che si esalta con piatti di forte personalità, sapidi e speziati.
PIASTRAIA Bolgheri Superiore DOC 2016 - cabernet sauvignon, sangiovese, syrah e merlot in parti uguali - 14% vol. - Prezzo indicativo in enoteca € 35-40
Giacomo Satta ritiene che il 2016 sia stata la migliore annata degli ultimi 20 anni a Bolgheri, ideale per creare questo insolito taglio bordolese pensato dal padre Michele per conferire un carattere mediterraneo a un blend che impiega si i due vitigni internazionali largamente presenti a Bolgheri (cabernet sauvignon e merlot) ma che diviene molto particolare sfruttando la maggior capacità di eleganza e complessità di sangiovese e syrah. La vinificazione del Piastraia prevede che ogni varietà di uva fermenti separatamente in botti di rovere troncoconiche da 30 hl. e che il vino sosti in barriques di legni francesi con legni nuovi per un quinto per un tempo compreso tra i 18 ed i 24 mesi. Rosso rubino, al naso si presenta elegante ed equilibrato, complesso con profumi di viola, violetta, frutta rossa, fragole, mirtilli, una leggera speziatura, una nota di tabacco da pipa, non presentando altresì il riconoscibile e forte sentore di vaniglia che evidenzia, come noto, un uso eccessivo del legno. In bocca è fresco, con un tannino presente ma fine ed elegante, armonico con i vari sapori che si susseguono in modo calibrato esaltandosi l’uno con l’altro. Da abbinare a un filetto di maiale o classicamente ad una bella costata.
SYRAH Toscana IGT 2016 - syrah 100% - 14% vol. - Prezzo indicativo in enoteca € 40-45
Un vino pensato da Michele Satta per rappresentare meglio la complessità aromatica propria del terroir mediterraneo di Bolgheri e per “omaggiare” alcune grandi bottiglie del Rodano. L’uva cresce nel primo vigneto piantato nel 1991 ma la prima bottiglia di Syrah vede la luce solo nel 2005. Subito dopo la svinatura il vino è messo in barriques, solo 1/4 di primo passaggio (per non avere un’eccessiva estrazione di vaniglia), in cui il vino invecchia per 18 mesi. Rosso rubino carico, limpido e consistente, naso di ciliegia, frutta scura (more, mirtilli), sottofondo di frutta appassita, note di pepe nero, chiodo di garofano, the nero in macerazione. Al palato si avvertono la caratteristica salinità indice della vicinanza del mare, un tannino ben gestito che pulisce bene la bocca e un finale lungo e croccante. Abbinamento perfetto per il guanciale, la carne alla griglia, il filetto ai funghi, il pollo arrosto, la selvaggina, l’agnello, i formaggi affumicati e alle erbe e, in generale le pietanze a base di carne.
CAVALIERE Toscana IGT 2016 - sangiovese in purezza - 13,5% vol. - Prezzo indicativo in enoteca € 40-45
Un sangiovese sorprendente e di ottima beva, affinato in barriques usate per 24 mesi, di un bel rosso rubino tendente al granato, olfattivamente complesso con richiami di arancia appena tagliata, ciliegia, fragole di bosco, speziatura leggera e non invadente. Morbido, beverino, elegante e complesso con l’usuale nota sapida che invoglia a un secondo calice, poi magari anche un terzo…Lo gusteremo con una fiorentina al sangue o un filetto con scaglie di tartufo.
MARIANOVA Bolgheri Superiore DOC 2016 - sangiovese 50%, syrah 50% - 14% vol. - Prezzo indicativo in enoteca € 180
Ultimo nato dell’Azienda, Marianova (il primo Bolgheri Superiore che non presenta alcuna uva bordolese nel blend) viene vinificato in botti di legno, fa la fermentazione malolattica in barriques ed affina poi per 18 mesi in anfore da 750 litri, collocate fuori terra e sempre piene: Giacomo Satta sostiene che l’anfora, purchè non iperporosa come alcune usate in passato, dona al vino un’ottima evoluzione lasciando filtrare una giusta quantità di aria che raggiunge il liquido. Rosso rubino, limpido, consistente e complesso, al naso si avvertono le note aromatiche tipiche sia del sangiovese che del syrah. In bocca è corposo, fresco, sentiamo subito le spezie (pepe nero e cardamomo) accompagnate a note di tamarindo e china, con un tannino più pungente rispetto agli altri tre rossi già degustati. Da accompagnare a brasati, cinghiale in salmì, salumi e in genere a piatti ben strutturati.