Brunello e Bordeaux. Grandi vini e grandi emozioni
Lisini, Col D'Orcia e Marchese Gondi da una parte, Baron de Rothschild, Chateau Foronque Saint Emilion e Chateau Lafite Duhart-Milon Pauillac dall'altra. 6 grandi protagonisti in un confronto organizzato da Ais Mantova
RUBRICHE
Protagonisti della serata: la Toscana con le sue massime espressioni nel Chianti e nel Brunello di Montalcino, il Bordeaux con i suoi grandi Chateaux Grand Crù Classé ed una presenza spagnola con il Baron de Ley Rioja Reserva 2001 MD challenge de France 2006.
Non la consueta e storica battaglia tra l'enologia francese e quella italiana, ne' vincitori, ne' vinti, solo un'analisi attenta ed emozionante dei protagonisti:
la terra, l'uomo, la storia, l'espressivita' organolettica dei vini di queste regioni.
L'ouverture e' stata accompagnata dal Trento doc Ferrari brut Perlé magnum millesimato 2001. Colore brillante, vitale, giallo paglierino con tenui riflessi dorati. Dopo lungo affinamento in bottiglia, rivela grande freschezza e complessita'. Al naso bouquet intenso di note fruttate, (mela golden), sensazioni minerali eleganti, delicate spezie, fragranza di lieviti. In bocca morbido, con buona freschezza, equilibrato, di notevole complessita' e perfezione gustativa. Grande corpo, lunga persistenza ed eleganza. Un vino che rappresenta la piena espressione del territorio trentino.
Con la guida di due degustatori quali Luigi Bortolotti (Delegato Ais Mantova) e Romeo Cattellani (Ais Reggio Emilia) ci siamo apprestati a degustare il Brunello di Montalcino riserva 1980 dell'Azienda Agricola Lisini. L'Azienda, nata ad inizio '800, si trova a Montalcino, loc. Sant’Angelo in Colle, è da sempre pluripremiata e presente nelle piu' importanti guide enologiche.L'apertura di queste uniche tre bottiglie, tutte perfette, ha richiesto attenzione e delicatezza. I tappi, ormai vissuti e consunti, hanno ceduto piu' volte, rendendo la stappatura difficoltosa ma esaltante. L'emozione era tanta, quanto l'attesa per questo gioiello che abbiamo doverosamente centellinato nel bicchiere.
Il colore granato mattone e' straordinario, ancora vivace, con note che migrano verso bellissimi toni che ricordano tramonti caldi, africani, di una pulizia cromatica perfetta.
Al naso, armonia e fusione tra il frutto (prugna, frutto nero) evoluto ed il territorio, con sfumature di sottobosco, speziato, con note di tabacco e cacao, note balsamiche sfumate, essenza di tamarindo e di eucalipto. Mineralita' argillosa, delicata, perfettamente integrata col frutto, sensazioni di corteccia, caucciu', laccate.
In bocca rivela ancora tanta vitalita', con una grande freschezza, corpo di notevole spessore, morbidezza, con note di prugna, liquirizia. Tannini lenti verso tenui e gradevolissime sensazioni amarognole appena percettibili. Lunghissima persistenza con ricordi di erbe officinali e legno di ginepro.
Esperienza unica ed irripetibile, quanto impossibile dare un punteggio a questo fuoriclasse.
Questo dono e' stato offerto dall'amico enotecario Magosso di Verona. Tre uniche bottiglie che sono state decantate e sapientemente miscelate per meglio sposare tutto cio' che ognuna di se' poteva offrire, dall'alto dei suoi 29 anni appena trascorsi. Chi si e' privato di questi gioielli, lo ha fatto con rimpianto, ma consapevole di aver aperto il suo scrigno nel momento migliore.
Un vino straordinariamente maturo, aristocratico, che e' rinato nelle nostre sensazioni e che siamo riusciti a conservare per l'intera serata, cogliendo continuamente la diversita' di aspetti, complessità e profumi.
A seguire il Chianti Rufina Villa Bossi selezione Marchese Gondi riserva 2001. La tenuta ha un'estensione di 320 ettari ed e' collocata tra le colline del Chianti Rufina e dal 1592 appartiene ai Marchesi Gondi, antica famiglia fiorentina.
Bellissimo colore rubino intenso, al naso vino franco con note di prugna, violetta, speziatura legata alla tipicita' di un grande Chianti. Bella espressivita' al gusto, morbidezza, note fruttate che ritornano e notevole equilibrio. In chiusura lunga persistenza e piacevolezza.
La nostra degustazione e' proseguita con il Brunello di Montalcino Col d'Orcia riserva 2000. Annata eccezionale anche se calda. Bellissime sfumature cromatiche alla vista, un quadro olfattivo con sensazioni di macerazioni di viola, fruttate, speziatura delicata di legno e tabacco, delicata mineralità. Morbido al gusto, con note fruttate che ritornano e lo arricchiscono della tipicita' del sangiovese, tannini ancora discretamente giovani.
E' un confronto senza paragoni quello fra i due Brunelli.
La Riserva del 1980 ci osserva dal bicchiere e sa di aver vinto la sua sfida contro il tempo, rispettando silente i suoi avversari con onore.
Questa e' la grandezza di un vino.
Il risotto mantecato con radicchio di Treviso, noci e morbidelle di pollo, si presenta con una pronunciata tendenza dolce, ma anche con una presenza decisa di sfumature amarognole, che hanno trovato un interessante abbinamento con la mineralita' del Chianti ed la sua piacevole persistenza di sapori.
Il Baron de Ley Rioja Reserva 2001, si presenta subito con un forte e selvaggio impatto olfattivo. I vini della Rioja sono perlopiu' il risultato di un uvaggio di almeno tre vitigni o un assemblaggio dei loro vini, con macerazioni di 15/30 giorni, maturano in barrique ed ogni sei mesi sono travasati. Colore granato con riflessi aranciati evoluti, al naso note balsamiche secche, sensazioni fruttate (marasca, frutta sotto spirito, macerazioni di lamponi) giocate su un'alcolicità ben presente. Corpo pieno, con un tannino ben amalgamato ma non elegante.
Discreta persistenza non accompagnata da particolare finezza.
Protagonisti indiscussi del prosieguo sono stati gli Chateaux Grand Crù Classè di Bordeaux.
Il Baron de Rothschild Bordeaux Reserve 2005 (premier grand crù classè dal 1973), si presenta come un vino dal carattere un po' internazionale. Bellissimo colore rubino, al naso si rivela subito con tipiche note aromatiche, franco (note di peperone), delicate note fruttate e floreali (violetta,iris), in un quadro olfattivo delicato ed armonico. In bocca si avvertono tannini dolci, una delicata freschezza, con una concentrazione gusto olfattiva supportata anche dall'affinamento in barrique.
A seguire Chateau Foronque Saint Emilion Grand Crù Classè 2004.
La proprieta', posta nel comprensorio bordolese di Saint Emilion, da alcuni anni si e' dedicata alla coltura biologica e biodinamica. La natura del terreno e' prevalentemente argillosa-calcarea. I vigneti sono coltivati quasi tutti a Merlot, che rappresenta l'88%, con una restante percentuale di Cabernet Franc.
Un bellissimo rubino pieno contraddistingue il colore; naso eccellente con una presenza concentrata di frutta (mirtillo, frutti del sottobosco), fresca fragranza erbacea, speziatura di pepe, cannella, tabacco, cioccolato. Grande valore al gusto, con presenza di tannini morbidi, nobili , ed una decisa freschezza.
Finale grandioso con una lunga persistenza giocata sul frutto e sulle sensazioni delicatamente speziate.
Chateau Lafite Duhart-Milon Pauillac Grand Crù Classè 2000.
Nell'esteso vigneto di Pauillac, Chateau Lafite rappresenta uno dei piu' grandi e rinomati Premier Crù Classè. In questo comprensorio, su suoli ricchi di ciottoli ferrosi e sabbia, coltivati prevalentemente a Cabernet Sauvignon, i vini prodotti sono ritenuti i piu' nobili e potenzialmente i più longevi.
Il colore e' uno splendido granato classico, si offre con una magnifica sensazione vellutata gia' all'olfatto mentre sprigiona sapientemente frutto nero, more macerate, fragole, mirtilli, leggera e pulita mineralita'. Note speziate di pepe, con sfumature di cardamomo, di corteccia, note balsamiche e ricordi di mirto. Bocca elegante, aristocratica, sensuale, con tannini nobili e morbidi. Chiusura lunghissima con ricordi di mallo di noce, macchia mediterranea, erbe officinali, topinambur.
Un grande vino per un finale ricco e seducente.
La tagliata di Black Angus con patate e peperoni saltati ha trovato, con la sua decisa succulenza e delicata aromaticita', un valido compagno di viaggio nello Chateau Foronque Saint Emilion, ed una stupefacente armonia con il Brunello di Montalcino riserva 1980.
Chateau Lafite Duhart-Milon Pauillac 2000 e Brunello di Montalcino riserva 1980: due grandi vini, due grandi protagonisti della storia enologica del mondo.
Storie di terreni, di uomini, di fatica, di emozioni che hanno lasciato in noi un'impronta indelebile.
Scriveva Charles Baudelaire "Bisogna esser sempre ubriachi. Tutto sta in questo: e' l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del tempo che rompe le vostre spalle e vi inclina verso la terra, bisogna che vi ubriachiate senza tregua. Ma di che? Di vino, di poesia o di virtu', a parer vostro, ma ubriacatevi..."
Nella magica serata di magica serata di Mantova siamo rimasti affascinati dalla sensibilità delle descrizioni ed ubriacati dal fiume di emozioni che sono state magistralmente trasmesse a tutti noi.
Non la consueta e storica battaglia tra l'enologia francese e quella italiana, ne' vincitori, ne' vinti, solo un'analisi attenta ed emozionante dei protagonisti:
la terra, l'uomo, la storia, l'espressivita' organolettica dei vini di queste regioni.
L'ouverture e' stata accompagnata dal Trento doc Ferrari brut Perlé magnum millesimato 2001. Colore brillante, vitale, giallo paglierino con tenui riflessi dorati. Dopo lungo affinamento in bottiglia, rivela grande freschezza e complessita'. Al naso bouquet intenso di note fruttate, (mela golden), sensazioni minerali eleganti, delicate spezie, fragranza di lieviti. In bocca morbido, con buona freschezza, equilibrato, di notevole complessita' e perfezione gustativa. Grande corpo, lunga persistenza ed eleganza. Un vino che rappresenta la piena espressione del territorio trentino.
Con la guida di due degustatori quali Luigi Bortolotti (Delegato Ais Mantova) e Romeo Cattellani (Ais Reggio Emilia) ci siamo apprestati a degustare il Brunello di Montalcino riserva 1980 dell'Azienda Agricola Lisini. L'Azienda, nata ad inizio '800, si trova a Montalcino, loc. Sant’Angelo in Colle, è da sempre pluripremiata e presente nelle piu' importanti guide enologiche.L'apertura di queste uniche tre bottiglie, tutte perfette, ha richiesto attenzione e delicatezza. I tappi, ormai vissuti e consunti, hanno ceduto piu' volte, rendendo la stappatura difficoltosa ma esaltante. L'emozione era tanta, quanto l'attesa per questo gioiello che abbiamo doverosamente centellinato nel bicchiere.
Il colore granato mattone e' straordinario, ancora vivace, con note che migrano verso bellissimi toni che ricordano tramonti caldi, africani, di una pulizia cromatica perfetta.
Al naso, armonia e fusione tra il frutto (prugna, frutto nero) evoluto ed il territorio, con sfumature di sottobosco, speziato, con note di tabacco e cacao, note balsamiche sfumate, essenza di tamarindo e di eucalipto. Mineralita' argillosa, delicata, perfettamente integrata col frutto, sensazioni di corteccia, caucciu', laccate.
In bocca rivela ancora tanta vitalita', con una grande freschezza, corpo di notevole spessore, morbidezza, con note di prugna, liquirizia. Tannini lenti verso tenui e gradevolissime sensazioni amarognole appena percettibili. Lunghissima persistenza con ricordi di erbe officinali e legno di ginepro.
Esperienza unica ed irripetibile, quanto impossibile dare un punteggio a questo fuoriclasse.
Questo dono e' stato offerto dall'amico enotecario Magosso di Verona. Tre uniche bottiglie che sono state decantate e sapientemente miscelate per meglio sposare tutto cio' che ognuna di se' poteva offrire, dall'alto dei suoi 29 anni appena trascorsi. Chi si e' privato di questi gioielli, lo ha fatto con rimpianto, ma consapevole di aver aperto il suo scrigno nel momento migliore.
Un vino straordinariamente maturo, aristocratico, che e' rinato nelle nostre sensazioni e che siamo riusciti a conservare per l'intera serata, cogliendo continuamente la diversita' di aspetti, complessità e profumi.
A seguire il Chianti Rufina Villa Bossi selezione Marchese Gondi riserva 2001. La tenuta ha un'estensione di 320 ettari ed e' collocata tra le colline del Chianti Rufina e dal 1592 appartiene ai Marchesi Gondi, antica famiglia fiorentina.
Bellissimo colore rubino intenso, al naso vino franco con note di prugna, violetta, speziatura legata alla tipicita' di un grande Chianti. Bella espressivita' al gusto, morbidezza, note fruttate che ritornano e notevole equilibrio. In chiusura lunga persistenza e piacevolezza.
La nostra degustazione e' proseguita con il Brunello di Montalcino Col d'Orcia riserva 2000. Annata eccezionale anche se calda. Bellissime sfumature cromatiche alla vista, un quadro olfattivo con sensazioni di macerazioni di viola, fruttate, speziatura delicata di legno e tabacco, delicata mineralità. Morbido al gusto, con note fruttate che ritornano e lo arricchiscono della tipicita' del sangiovese, tannini ancora discretamente giovani.
E' un confronto senza paragoni quello fra i due Brunelli.
La Riserva del 1980 ci osserva dal bicchiere e sa di aver vinto la sua sfida contro il tempo, rispettando silente i suoi avversari con onore.
Questa e' la grandezza di un vino.
Il risotto mantecato con radicchio di Treviso, noci e morbidelle di pollo, si presenta con una pronunciata tendenza dolce, ma anche con una presenza decisa di sfumature amarognole, che hanno trovato un interessante abbinamento con la mineralita' del Chianti ed la sua piacevole persistenza di sapori.
Il Baron de Ley Rioja Reserva 2001, si presenta subito con un forte e selvaggio impatto olfattivo. I vini della Rioja sono perlopiu' il risultato di un uvaggio di almeno tre vitigni o un assemblaggio dei loro vini, con macerazioni di 15/30 giorni, maturano in barrique ed ogni sei mesi sono travasati. Colore granato con riflessi aranciati evoluti, al naso note balsamiche secche, sensazioni fruttate (marasca, frutta sotto spirito, macerazioni di lamponi) giocate su un'alcolicità ben presente. Corpo pieno, con un tannino ben amalgamato ma non elegante.
Discreta persistenza non accompagnata da particolare finezza.
Protagonisti indiscussi del prosieguo sono stati gli Chateaux Grand Crù Classè di Bordeaux.
Il Baron de Rothschild Bordeaux Reserve 2005 (premier grand crù classè dal 1973), si presenta come un vino dal carattere un po' internazionale. Bellissimo colore rubino, al naso si rivela subito con tipiche note aromatiche, franco (note di peperone), delicate note fruttate e floreali (violetta,iris), in un quadro olfattivo delicato ed armonico. In bocca si avvertono tannini dolci, una delicata freschezza, con una concentrazione gusto olfattiva supportata anche dall'affinamento in barrique.
A seguire Chateau Foronque Saint Emilion Grand Crù Classè 2004.
La proprieta', posta nel comprensorio bordolese di Saint Emilion, da alcuni anni si e' dedicata alla coltura biologica e biodinamica. La natura del terreno e' prevalentemente argillosa-calcarea. I vigneti sono coltivati quasi tutti a Merlot, che rappresenta l'88%, con una restante percentuale di Cabernet Franc.
Un bellissimo rubino pieno contraddistingue il colore; naso eccellente con una presenza concentrata di frutta (mirtillo, frutti del sottobosco), fresca fragranza erbacea, speziatura di pepe, cannella, tabacco, cioccolato. Grande valore al gusto, con presenza di tannini morbidi, nobili , ed una decisa freschezza.
Finale grandioso con una lunga persistenza giocata sul frutto e sulle sensazioni delicatamente speziate.
Chateau Lafite Duhart-Milon Pauillac Grand Crù Classè 2000.
Nell'esteso vigneto di Pauillac, Chateau Lafite rappresenta uno dei piu' grandi e rinomati Premier Crù Classè. In questo comprensorio, su suoli ricchi di ciottoli ferrosi e sabbia, coltivati prevalentemente a Cabernet Sauvignon, i vini prodotti sono ritenuti i piu' nobili e potenzialmente i più longevi.
Il colore e' uno splendido granato classico, si offre con una magnifica sensazione vellutata gia' all'olfatto mentre sprigiona sapientemente frutto nero, more macerate, fragole, mirtilli, leggera e pulita mineralita'. Note speziate di pepe, con sfumature di cardamomo, di corteccia, note balsamiche e ricordi di mirto. Bocca elegante, aristocratica, sensuale, con tannini nobili e morbidi. Chiusura lunghissima con ricordi di mallo di noce, macchia mediterranea, erbe officinali, topinambur.
Un grande vino per un finale ricco e seducente.
La tagliata di Black Angus con patate e peperoni saltati ha trovato, con la sua decisa succulenza e delicata aromaticita', un valido compagno di viaggio nello Chateau Foronque Saint Emilion, ed una stupefacente armonia con il Brunello di Montalcino riserva 1980.
Chateau Lafite Duhart-Milon Pauillac 2000 e Brunello di Montalcino riserva 1980: due grandi vini, due grandi protagonisti della storia enologica del mondo.
Storie di terreni, di uomini, di fatica, di emozioni che hanno lasciato in noi un'impronta indelebile.
Scriveva Charles Baudelaire "Bisogna esser sempre ubriachi. Tutto sta in questo: e' l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del tempo che rompe le vostre spalle e vi inclina verso la terra, bisogna che vi ubriachiate senza tregua. Ma di che? Di vino, di poesia o di virtu', a parer vostro, ma ubriacatevi..."
Nella magica serata di magica serata di Mantova siamo rimasti affascinati dalla sensibilità delle descrizioni ed ubriacati dal fiume di emozioni che sono state magistralmente trasmesse a tutti noi.
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