Campania Felix, la meraviglia dei suoi vini bianchi

Racconti dalle delegazioni
01 dicembre 2023

Campania Felix, la meraviglia dei suoi vini bianchi

AIS Varese dedica una serata ai vini bianchi campani. Un percorso alla scoperta di perle meno conosciute, ma in grado di stupire. A condurci in questo percorso il sommelier Davide Gilioli.

Barbara Giglioli

Immaginate di concentrare tutta la magia della Campania in un bicchiere, chiudere gli occhi, avvicinare il naso al calice e riconoscerne ogni sfumatura: il profumo di salsedine, la presenza netta del vento sul Vesuvio, il sentore dei limoni che si arrampicano coraggiosi sulle scogliere della costiera amalfitana e sorrentina, il calore di quella terra. 

Questa è la magia che sono in grado si compiere i vini, ossia riuscire a portare la mente esattamente nel posto che ha dato loro i natali, perché in ogni sorso si riflette sincera l’anima della  zona di provenienza. Questa è anche la magia che Davide Gilioli, sommelier di lungo corso di AIS Lombardia, oltre che degustatore e redattore di Viniplus di Lombardia, ha cercato di trasmetterci in una serata ricca di spunti di riflessione e suggestioni.

Spazio e tempo. Connessi e complici, in una terra che da sempre accoglie questo prodotto edonistico come ospite capace di definire un territorio. Se si torna infatti indietro nei secoli, si scopre che in Campania il vino c’è praticamente da sempre. Infatti la sua origine è antichissima e viene fatta risalire ai greci e agli etruschi. Nominata già da Sofocle e da Virgilio, era identificata come la zona più vocata. Il suo terreno infatti è sempre stato ideale per la produzione enologica, data la sua matrice vulcanica molto forte che dà a tutti i vini una sapidità accentuata, una nota leggermente affumicata e una mineralità che viene esaltata in una sapidità quasi piccante. 

La Campania è la regione italiana con il più alto numero di vitigni autoctoni: oltre 100 diversi varietà certificate e autorizzate con particolare riferimento ai bianchi, che coniugano ricchezza e sapidità. Questi vini sono testimoni di un microclima che risente dell’influenza del mare ma anche delle colline e dei pendii che si inerpicano all’interno della regione, come quelli sanniti e irpini. Prodotti semplici solo in apparenza, di grande bevibilità e che rivelano grandi capacità di affinamento in bottiglia, regalando nel tempo emozioni sia al naso che al palato.

La degustazione

Spumante Metodo Classico Brut 2020 “Pietrafumante” – Casa Setaro
100% caprettone

Una bollicina stupefacente, ottenuta con caprettone in purezza, un vitigno che cresce solo sui terreni sabbiosi del Vesuvio. 
Alla vista è giallo paglierino con riflessi verdolini, il suo perlage è moderatamente fine ed elegante. Ha un naso non particolarmente intenso, ma giocato su profumi delicati. Si percepisce una parte erbacea, agrumata e una legata a fiori bianchi e alla mela piuttosto acidula. Si evince poi una leggera parte legata ai lieviti. Al gusto ha un ingresso deciso giocato su un’acidità bella tagliente, poi si allarga a centro bocca e acquista volume. Si percepisce sentore di pompelmo che fa salivare molto. Un vino molto bilanciato, pulito, che ci lascia la bocca fresca. L’erbaceo percepito al naso diventa quasi mentolato. Perfetto abbinamento per un aperitivo, ma con una struttura in grado di reggere anche un piatto di pesce più importante, come un crudo o un risotto con dei frutti di mare.

Campi Flegrei DOC CRUna De Lago 2022 - La Sibilla
100% falanghina

All’esame visivo è paglierino con qualche riflesso dorato, è moderatamente consistente. Al naso la prima cosa che si percepisce è la nota salmastra, iodata, si sente quasi l’odore dell’acqua di mare. Infatti le vigne sono davvero in riva al mare, su una collinetta che è circondata per tre lati dall’acqua. Si sente poi la pesca bianca, l’albicocca, la nespola e il fiore di camomilla già essiccato, come se fosse nella bustina. In bocca ha una bella struttura, è l’espressione delle vigne più vecchie e più vocate. Ha un bell’impatto iniziale, piuttosto intenso, poi va via via scemando. La struttura non è particolarmente carica. Visto che l’uva utilizzata viene coltivata su terreni sabbiosi vicino al mare (la vigna oltre tutto è a piede franco) non ci si deve aspettare alcol e struttura, quanto una bella persistenza e aromi piacevoli. Il finale in bocca è pura scorza di limone. Ottimo se abbinato con un pesce al forno come rombo o coda di rospo e contorno di patate ed erbe aromatiche. 

Ischia DOC “Frassitelli” 2022 – Casa d’Ambra
100% biancolella

Dal colore paglierino abbastanza tenue, ha una buona consistenza. Il tenore alcolico a Ischia tende a salire di mezzo grado.
Al naso ha una bella intensità, emergono subito i profumi di frutta come la pesca, l’albicocca, la banana e a seguire la parte agrumata, scorza d’arancia e mandarino. C’è poi un sentore di erbe aromatiche come timo e maggiorana. Il naso è invitante e molto coerente con la bocca. Ritorna la pesca, l’albicocca, la banana. Ha inoltre una parte lattica, quasi da yogurt alla banana. Si percepisce poi l’agrume verso il finale, quella bella sensazione dell’infanzia in cui si mettevano i mandarini sul termosifone per percepirne a pieno l’aroma. Ha una struttura interessante, rotondità, avvolgenza ed è intenso e persistente. A Ischia i profumi sono amplificati e questo vino rispecchia a pieno il suo territorio di produzione.

Greco di Tufo DOCG “Miniere” 2022 – Cantina dell’Angelo
100% greco

Un vino alla vista giallo dorato con una buona consistenza. Al naso si sente la parte sulfurea tipica del vitigno e che qui viene ancora più accentuato, dato che le vigne si trovano in una solfatara.
Dopo averlo girato un po’ nel bicchiere si pulisce da questa nota sulfurea e arriva la frutta gialla. Si evince poi una parte di affumicatura, nota tipica della vulcanicità. In bocca ha un’acidità importante. Questo produttore però ha una bellissima mano che riesce a dare rotondità, struttura e morbidezza in grado di riequilibrare il vino. La persistenza è interessante e in bocca si percepiscono pesca e albicocca. 

Fiano di Avellino DOCG “Exultet” 2021 - Quintodecimo
100% fiano

Un vino giallo paglierino tenue con qualche riflesso verdolino, consistente. Ha una buona complessità di profumi, fiori bianchi dolci, delicati, il tiglio, il gelsomino, note quasi mielate, bacca di vaniglia. Come frutta si percepisce la mela golden, la pera abate e poi le erbe aromatiche come salvia, timo e una leggera mentuccia. Un vino molto elegante e piacevole che in bocca dice molto di più. Si sente l’acidità tipica di un fiano giovane, ma arriva subito anche la morbidezza e una grande sapidità in bocca. Lascia la bocca di gesso, talcata, una sensazione tannica in un vino che ovviamente non ha tannini. L’effetto è asciugante, come di qualcosa di polveroso in bocca. Un vino dalla grande eleganza, piacevolissimo, un’acidità bilanciata da questa meravigliosa morbidezza, è avvolgente, velluto in bocca. Fermenta in barrique alla borgognona e viene coltivato in una vigna molto fresca, in mezzo ai boschi.

Fiano di Avellino DOCG 2011 - Tenute Sarno 1860
100% fiano

Ha un colore giallo dorato bello vivo, consistente. Al naso è intenso e si esprime al 100% delle sue potenzialità. Presenta note di maturità, un odore che ricorda lo yogurt greco con miele e noci. La sensazione lattica che il fiano sviluppa nell’affinamento di tanti anni, la parte mielata che è l’evoluzione dei fiori dolci e infine la nota di frutta secca, sentori di nocciola e castagna bollita. Un vino complesso e fine, con delle belle note di mineralità. La nota gessosa non sparisce nemmeno dopo dodici anni. In bocca è molto fedele al vitigno, si sente la frutta matura quasi candita, la nespola, il fico bianco del Cilento.  
Questa azienda fu fondata nel 2004 da Maura Sarno, figlia di un grande avvocato, stanca della sua attività e decisa a cambiare vita. Una donna, da sola, ad Avellino che fa vino in montagna. Nel giro di qualche anno si è presa la scena. Coltiva tredici ettari esclusivamente a fiano.

Costa d’Amalfi DOC “FiordUva” 2021 - Marisa Cuomo 
30% fenile, 40% ripolo, 30% ginestra

Giallo paglierino con qualche riflesso già sul dorato, consistente.
L’uva con cui viene fatto questo vino prende tanto sole, tanto vento, umidità e salsedine e nel bicchiere si sente tutto: calore, mineralità, calcare, parte iodata e agrumata.
Il naso è elegante, si percepiscono note di frutta gialla matura, come l’albicocca e la susina gialla e la ginestra. In bocca sprigiona un bel calore, è morbido, rotondo, ma con una bella acidità. Si sente che è un vino del sud, si sentono l’alcol, il mare, il frutto, il calcare. L’acidità polverosa, gessosa, torna anche in questo vino che ha tante sfaccettature: è strabordante, espansivo, sgomita per farsi sentire in bocca.
Realizzato con uve raccolte leggermente surmature, fermenta direttamente in legno ed è il risultato di una viticoltura eroica sulle scogliere. La Guida Vitae lo ha premiato con il Tastevin come migliore vino della Campania con 95 punti.