Champagne AR Lenoble

Torna a farci visita Alberto Lupetti, e con lui c’è Antoine Malassagne, chef de cave di AR Lenoble, illustre Maison della Champagne. Un’occasione imperdibile per conoscere uno champagne prestigioso, dalle vive parole di chi lo fa.

Giuseppe Vallone

È sempre un privilegio poter conoscere e ascoltare chi il vino lo vive, dandovi forma e sostanza, specie se viene da una realtà estera prestigiosa come la Champagne. È stato quindi con grande piacere che AIS Milano ha accolto Antoine Malassagne, chef de cavedella Maison AR Lenoble, accompagnato da un Alberto Lupetti in grandissimo spolvero.

Alberto ha introdotto il suo ospite con garbo, dando ai presenti alcune imprescindibili informazioni sulla Champagne, dalla composizione dei terreni, al microclima, all’allocazione dei diversi vitigni utilizzati nella spumantistica locale.

Francesca Provenzi, Alberto Lupetti e Antoine MalassagneÈ stata poi la volta di Antoine Malassagne rievocare la genesi di AR Lenoble, fondata nel 1920 da suo nonno Armand-Raphaël Graser, già broker del vino, con il nome di Champagne Graser, nel villaggio di Damery, sulla rive droite della Vallée de la Marne. Antoine ha spiegato che suo nonno decise dopo poco di cambiare in AR Lenoble il nome della Maison perché, con l’armistizio ancora vicino, un nome con connotazioni tedesche come Graser non era forse la migliore idea. Da qui, dunque, la scelta di unire le iniziali del fondatore (AR, da Armand-Raphaël) con un richiamo alla noblesse dello champagne (“Le noble”, ovvero “il nobile”).

Dal 1993 a condurre l’azienda sono i due nipoti del fondatore, Anne e suo fratello Antoine.

Diciotto gli ettari vitati, con grande attenzione al rispetto della biodiversità e alla tutela dell’ambiente (dal 2012 i vigneti sono stati certificati HVE, ovvero Haute Valeur Environnementale), di cui:

  • due ettari vitati a pinot meunier nel villaggio di Damery, Autre Cru con l’89% di valutazione secondo l’Échelle des Crus del 1919;
  • sei ettari vitati a pinot noir a Bisseuil, Premier Cru della Vallée de la Marne con il 95% di valutazione;
  • dieci ettari vitati a chardonnay a Chouilly, Grand Cru 100% della Côte des Blancs e villaggio originario della famiglia Malassagne.

La superficie vitata garantisce il 50% del fabbisogno, al quale si somma l’acquisto di altrettanta quantità di uve (mai mosti o vini), per una produzione di circa trecentomila bottiglie prodotte annualmente. Si tratta dunque di una realtà che, come tiene a sottolineare convintamente Antoine, può definirsi piccola nel contesto della Champagne, e soprattutto «orgogliosamente indipendente».

In cantina, l’approccio di Anne e Antoine è assolutamente artigianale, teso a valorizzare ogni singola parcella all’interno dei vigneti, così che, se l’assemblaggio rimane la firma dei vini di Champagne, la produzione di cuvées provenienti da parcelle selezionate consente di rivelare le qualità uniche di certi vigneti. Alla vendemmia, spiega Antoine, le uve vengono raccolte a mano, accuratamente selezionate e poi pressate in una delle tre tradizionali presse in legno. Tutti i mosti vengono degustati, valutati e vinificati nel rispetto delle loro qualità particolari al fine di ottenere il meglio da essi.

«Nessun dogmatismo determina le nostre decisioni», afferma Antoine, secondo quel motto che è un po’ la sua filosofia di vita: «de pragmatisme, sans dogmatisme!». Le scelte sono compiute unicamente in base all’esperienza e all’impegno per la qualità.

L’impiego del legno, in duecento tra barrique e tonneaux, è parziale e finalizzato all’ottenimento di maggiore complessità. La fermentazione malolattica è svolta soltanto in parte. I vini di riserva, che rappresentano l'equivalente di un anno di produzione, sono conservati, secondo il principio della riserva perpetua, in grandi botti da cinquanta ettolitri. Ogni anno, dunque, una parte del raccolto viene utilizzata per rinfrescare la qualità di questa riserva, mentre il resto serve come vini di base utilizzati per l’assemblaggio.


Dal 2010, la riserva di pinot noir e chardonnay è stata in gran parte conservata per un minimo di quattro anni sulle proprie fecce in venticinquemila magnum tappate con sughero. Questo ha portato, con gli assemblaggi del 2015, a una piccola «rivoluzione» dei sans année, come l’ha definita Alberto Lupetti, che vi ha assistito da degustatore in prima persona: i vini della vendemmia 2014, selezionati da Antoine, sono stati assemblati con le réserve perpétuelle, quindi prelevati da queste e ulteriormente assemblati con i vini del 2010 provenienti dalle magnum. «L'implementazione di questa formula, che abbiamo chiamato “Mag”» spiega Antoine, «sebbene sia effettivamente dispendiosa in termini di tempo e denaro, è una parte naturale di un processo di vinificazione costantemente alla ricerca della perfezione». Soprattutto, è la risposta della Maison alla sfida lanciata dal cambiamento climatico: il costante aumento delle temperature impone infatti una incessante ricerca di freschezza nei vini di Champagne, ricerca alla quale Antoine e sua sorella Anne hanno risposto con l’invecchiamento dei vini di riserva in magnum.

«Lo Champagne?» si chiede retoricamente Antoine. «È un grande vino bianco con le bollicine. Non solo: è un vino di piacere, grazie alla grande complessità aromatica unita a freschezza e finezza. Personalmente ricerco il miglior equilibrio adattando la vinificazione, intesa come utilizzo del legno e malolattica, all’annata». Questo vale anche per i sans année che, pur essendo generalmente «un’astrazione della vendemmia in favore del solo stile della Maison» sono invece caratterizzati in modo deciso, nell’idea di champagne propria di Antoine, anche dal fattore climatico che ha definito l’annata.

Dopo il tiraggio, la maturazione di tutti gli champagne di AR Lenoble avviene nelle storiche cantine del XVIII secolo, a temperatura e umidità costanti tutto l’anno.

Giunta l’ora della degustazione, Alberto Lupetti e Antoine Malassagne ci conducono lungo sette assaggi.

Intense Mag 16
45% meunier, 35% pinot noir, 20% chardonnay. Vino base da vendemmia 2016, il 40% proviene da vini da réserve perpétuelle, di cui circa un terzo da magnum. 36 mesi di affinamento sui lieviti, dosaggio di 2 g/L.

Al naso è ricco e maturo, con accenni di frutta gialla ed esotica, piccola pasticceria e panificazione, erbe aromatiche e sentori di cioccolato. L’assaggio è pulito, teso, con una freschezza appagante e bilanciata dalla rotondità data al vino dalla buona componente glicerica. È uno champagne elegante e dalla grande bevibilità.

Blanc de Blancs Mag 16
100% chardonnay dai vigneti di Chouilly Grand Cru. Vino base da vendemmia 2016, il 30% proviene da vini da réserve perpétuelle, di cui il 30% da magnum. 36 mesi di affinamento sui lieviti, dosaggio di 2 g/L.

Naso pulito, elegante e articolato su note di frutta bianca, di burro, di fiori di tiglio e gelsomino, e ancora su accenni gessosi e leggermente tostati, con una nocciola bene in evidenza. L’assaggio è avvolgente, cremoso e fresco, riempie la bocca e chiude su una nota vagamente amaricante che coniuga perfettamente il connubio con la tavola.

Brut Nature Mag 15
45% meunier, 40% pinot noir e 15% chardonnay. Vino base da vendemmia 2015, il 45% proviene da vini da réserve perpétuelle, di cui circa un terzo da magnum. 48 mesi di affinamento sui lieviti, nessun dosaggio. Erede del precedente Dosage Zéro, è alla seconda uscita come linea Mag.

Paglierino con riflessi di oro antico, ha un perlage molto fine che precede un naso inteso, articolato, con continui effluvi di frutta scura, acqua di lago, erbe aromatiche e frutta secca. Un profilo olfattivo vivo e particolarmente sfaccettato, a cui fa seguito poi un assaggio fresco, pieno, rinfrescante e generoso. Di grande piacevolezza la lunga persistenza che accompagna per interi secondi la fine beva.

Rosé Terroirs Chouilly-Bisseuil Mag 14
93% chardonnay di Chouilly Grand Cru, 7% di vino rosso da pinot noir di Bisseuil Premier Cru. Vino base da vendemmia 2014, il 40% proviene da vini da réserve perpétuelle, di cui circa un terzo da magnum. 72 mesi di affinamento sui lieviti, dosaggio di 3 g/L.

Si presenta su note di piccoli frutti rossi, arancia sanguinella e cassis, frutta secca e un’immancabile rimando alla mineralità della craie. L’assaggio è intenso ma al contempo bilanciato, con una freschezza pronunciata ma non affilata, grazie all’ottimo bilanciamento con una morbidezza appagante. Grande pulizia, lunghissima la persistenza.

Champagne AR LenobleGrand Cru Blanc de Blancs Chouilly Millesime 2012
100% chardonnay di Chouilly Grand Cru. Il 25% proviene da vini da réserve perpétuelle. 84 mesi di affinamento sui lieviti, dosaggio di 2 g/L.

Naso che si apre su note di cedro, a cui fanno seguito accenni di panificazione, delicata e arricchente, fiori bianchi e la mineralità secca propria del carbonato di calcio della craie. L’assaggio è fitto, complesso e meno grasso del precedente rosé, per Antoine va aspettato almeno per altri quattro o cinque anni.

Premier Cru Blanc de Noirs Bisseuil Millesime 2013
100% pinot noir di Bisseuil Premier Cru. 84 mesi di affinamento sui lieviti, dosaggio di 2 g/L.

Terza uscita dopo i millesimi 2009 e 2012, si presenta con fragolina di bosco, mora, note balsamiche e mentolate. La bocca svela aromi marcatamente agrumati, in un contesto di grande freschezza e ricchezza gustativa e aromatica. L’assaggio è, in definitiva, complesso e pieno, intenso e molto persistente.

Cuvée Les Aventures Grand Cru Blanc de Blancs Chouilly
100% chardonnay di Chouilly Grand Cru. Assemblaggio dei millesimi 2008 e 2009 dalla parcella "Les Aventures", mezzo ettaro a Chouilly. 84 mesi di affinamento sui lieviti, dosaggio di 3 g/L. Soltanto duemila bottiglie fermate con la ficelle (legatura con lo spago).

Il naso è fresco e sfaccettato, con note di erba sfalciata e fiori di campo, accenni di frutta esotica e nocciola, mela golden e cioccolato bianco, pasticceria e rimandi balsamici. L’assaggio è intenso ed estremamente pulito, riempie la bocca pur in un contesto equilibrato, con una freschezza presente ma dosata.

Per Alberto Lupetti Les Aventures è «il perfetto incontro tra vino e champagne»; uno champagne da lunghissimo invecchiamento.

Uno splendido racconto di una storia familiare, la descrizione di tecniche di cantina attente a cogliere le sfide lanciate dal cambiamento climatico e una degustazione splendida. Grazie ad Alberto Lupetti e alla grande disponibilità del suo ospite Antoine Malassagne, possiamo dire, oggi, di conoscere meglio una grande Maison come AR Lenoble e di sentirci un po’ parte della sua grande famiglia.