Cortona e il suo Syrah. Storia di un’enclave francese in Toscana

Racconti dalle delegazioni
14 novembre 2022

Cortona e il suo Syrah. Storia di un’enclave francese in Toscana

In collaborazione con il Consorzio Cortona Vini, una serata dedicata al Syrah e al suo avamposto più famoso presente in Italia. Dieci vini in degustazione con la guida di Alessandra Marras, sommelier e degustatore ufficiale AIS.

Susi Bonomi

All’interno della Toscana, al confine con l’Umbria, ecco dove si trova Cortona. Ed è lì che Alessandra è letteralmente volata per immergersi nel territorio e nei vini della DOC Cortona ottenuti da syrah, il vitigno francese coltivato da sempre nella Valle del Rodano, che ha trovato la sua collocazione ideale nella Val di Chiana, vicina al lago Trasimeno, che poco ricorda i luoghi dove trova dimora il più noto vitigno toscano, il sangiovese.

Tanti sono i tasselli che servono a comprendere perché la syrah e perché a Cortona, e Alessandra non ne trascura alcuno per fornirci anche di una chiave di lettura per comprendere come questo vitigno sia in grado di interpretare magnificamente il luogo da cui proviene. Mettiamoci perciò comodi e partiamo per questo magnifico viaggio.

Alessandra MarrasImportante lucumonia etrusca - grazie alla sua posizione strategica - Cortona ha una storia antichissima e un’origine legata a una leggenda. Si narra infatti che Dardano, figlio di Giove ed Elettra, durante un combattimento sopra un colle sovrastante la Val di Chiana, fu colpito da una lancia che gli portò via l’elmo che non riuscì più a trovare. Interrogato un indovino, questi raccontò che la Madre Terra se l’era preso a sé poiché voleva che proprio nel punto dov’era stato perduto sorgesse una città, Corito - dal greco corys, elmo – da cui deriva il nome Cortona. Così l’eroe Dardano costruì le mura della nuova città e poi partì per l’Anatolia dando il via a quella discendenza che avrebbe fondato la mitica Troia. Qui nacque Enea, eroe mitologico, valoroso combattente che tentò invano di difendere la sua città ma, sconfitto da Achille, fece ritorno alla patria dei suoi avi dando origine alla stirpe che fondò Roma. E così, dalla tradizione mitologica, Cortona è nota come «mamma di Troia e nonna di Roma».

Che poi fosse terra da vino lo si venne a sapere, per certo, nel 1992, quando fu scoperta la Tabula Cortonensis, una lamina bronzea del II secolo a.C. che riporta una delle più lunghe iscrizioni in lingua etrusca, un atto notarile dove si cita la presenza di un vigneto nei pressi del lago Trasimeno, senza immissari né emissari, formato a seguito di movimenti tettonici. Fu così che nel Miocene lo scontro tra zolla africana e quella europea diede origine a una sovrapposizione fra le terre che, corrugandosi, generarono l’Appennino. Nel successivo Pliocene, con la fase di distensione delle terre, si formò la Val di Chiana, un altopiano tra 250 e 340 m s.l.m. dalle dolci colline, luminosa e ventilata. Contemporaneamente il livello del mare si alzò e i bacini si riempirono d’acqua: uno di questi prese i nome di Trasimeno. Sedimentazioni fluvio-lacustri attuarono nei secoli la separazione del lago dalla valle solcata dal Clanis (da cui Val di Chiana), fiume dal deflusso incerto che Etruschi e Romani regimarono rendendolo navigabile. Decaduto l’Impero Latino cessarono gli interventi manutentivi e l’ambiente vallivo, con il progressivo impaludamento, diventò malsano. Nell’arco dei secoli gli interventi di sistemazione idraulica e le opere di bonifica furono innumerevoli, e si conclusero solo durante il ventennio fascista.

Una storia davvero complessa che Alessandra illustra con dovizia di particolari: ci troviamo in un territorio dove da una parte abbiamo l’Appennino e dall’altra la Val di Chiana, con i suoi suoli fertili e non adatti alla viticoltura, ma ideali per cereali e leguminose dove si coltivano ancora oggi. A seguito dei movimenti tettonici si formarono anche i terrazzamenti di origine marina, condizioni ideali per la vite. Dal punto di vista geologico sono due le matrici principali presenti: il macigno toscano, un “millefoglie” sulla cui sommità si trovano le arenarie, sabbie compattate talvolta dure come pietre, e le sabbie lacustri, silicee, più vicino al lago. Terreni diversi su cui la syrah si è adattata e che riesce ad esprimersi nel bicchiere con modalità differenti, come vedremo. Ma non solo. Oltre a questo, si aggiungono le condizioni climatiche favorevoli: una ventilazione costante che assicura sanità alle uve e le preserva dal marciume, un clima tendenzialmente fresco in una zona assolata e luminosa, dalle forti escursioni termiche con una temperatura media annua di 15 °C e precipitazioni medie intorno a quelle nazionali, ma con la possibilità di recuperare le risorse idriche presenti nel sottosuolo.

Storicamente, nella zona di Cortona, erano presenti vitigni a bacca chiara: Plinio il giovane ne cita un esempio mentre nel 1890 si ha notizia di un vino bianco proveniente dalla Val di Chiana utilizzato in Champagne per ottenere il vino omonimo. La syrah si pensa sia arrivata nei primi del Novecento portata dal conte di Montecarlo di Lucca, di ritorno da un viaggio in Francia e da lì si diffuse in tutta la Toscana.

La produzione di Syrah a Cortona è, invece, storia recente. Nel 1967 la cantina Tenimenti d’Alessandro comincia la sperimentazione su nuovi vitigni per provare a sostituire i tradizionali sangiovese, malvasia e trebbiano coltivati nei propri appezzamenti. In collaborazione con l’Università di Milano vengono impiantate barbatelle provenienti dai più significativi vigneti francesi e per qualche anno se ne osserva lo sviluppo in rapporto ai terreni selezionati. Si capisce subito che il vitigno rosso più adatto a essere impiantato su queste distese ondulate è la syrah. Inizia la vinificazione, ma i risultati non sono soddisfacenti. Così, con la consulenza di Attilio Scienza, si mette in atto un’ulteriore campagna di sperimentazione impiantando diversi cloni di syrah provenienti dal Rodano al fine di identificare quello più adatto al microclima cortonese. E lo si trova.

Da questo momento comincia una lunga battaglia politica per fare inserire, nei disciplinari toscani, il vitigno di origine francese. Finalmente, nel 1995, con il decisivo supporto di Marco Pallanti – illuminato deus ex-machina dell’azienda chiantigiana Castello di Ama - il legislatore approva; nel 1999 arriva il riconoscimento della DOC Cortona e, quasi contemporaneamente, nasce il Consorzio: 37 soci per circa 400 ha vitati. Oggi sono circa 500.000 le bottiglie di Cortona DOC Syrah prodotte: il 60% rimane in Italia e il resto va all’estero (Europa e Stati Uniti).

È curioso constatare che le tipologie elencate nel disciplinare Cortona DOC sono molteplici, creando confusione e qualche perplessità: diversi i monovitigno, alcuni anche in versione Riserva (chardonnay, grechetto, sauvignon, cabernet sauvignon, merlot, sangiovese, syrah) min all’85%; Vin Santo, Vin Santo Riserva e Vin Santo Occhio di Pernice. Se però si considera che l’80% della produzione si basa sulla syrah, è chiaro come Cortona si differenzi completamente dal resto dei territori vitivinicoli toscani (tanto che il passo successivo sarà quello di puntare alla DOCG). Infatti, in Toscana la produzione ruota intorno al sangiovese per il 60% e solo il 2% riguarda la syrah; inoltre, delle 11 DOCG 9 sono a base sangiovese, una è dedicata all’aleatico e l’altra riguarda un bianco, la Vernaccia di San Giminiano.

Infine, l’origine del vitigno: con l’analisi del DNA si sono accertati i genitori: la dureza (proveniente dall’Ardéche) e la mondeuse blanche (originaria della Savoia), chiari indizi che convalidano l’ipotesi che la Valle del Rodano sia il bacino di provenienza. Ma dal punto di vista sensoriale, essendo la syrah un vitigno straordinario capace di esprimere il territorio, i vini di Cortona non hanno nulla da spartire con i Syrah d’Oltralpe. E, come constateremo nei vini in degustazione, la famosa nota di pepe nero data dal rotundone, che da sempre l’immaginario collettivo associa al Syrah, non sarà quasi mai presente, a dimostrazione che nel mondo del vino non vi sono regole certe.

Non resta altro che verificare direttamente assaggiando i vini, tutti syrah in purezzza per cogliere l’essenza del terroir, accompagnati da Alessandra e dai produttori presenti in sala chiamati anche a rispondere alla domanda: «che cosa è per te il vino?»

 

La degustazione

  • Cortona DOC Syrah 2018 - Tenuta Angelici

«Il vino per me è vita! Un’avventura che ogni anno sorprende sempre più»
Ivano Mazzoleni

Superficie vitata: 3 ha tutti a syrah; altitudine: 500 m s.l.m.; esposizione: S-O; suolo: argillo-limoso con molto scheletro; vinificazione: tradizionale in rosso; maturazione: 6-12 mesi in acciaio, 12 mesi in bottiglia; bottiglie prodotte: 5-8000.

«Ha il sorriso sempre, Ivano, forse perché abita nel paradiso terrestre» lo introduce Alessandra chiamandolo a descrivere la sua azienda. Dalla proprietà di famiglia che giaceva abbandonata da circa 50 anni, una decina d’anni fa, Ivano Mazzoleni decide di ristrutturare i vecchi casali e piantare syrah. Un grande lavoro di scasso: 10-30 cm di terra e poi tutto sasso. La 2018 è la prima annata prodotta.

È l’unico vino della batteria che fa solo acciaio. Intenso al naso declinato sul floreale piuttosto che sul frutto. Violetta ma anche mora e un balsamico che richiama il bosco che circonda il vigneto. La prima sensazione in bocca è la freschezza che sfata lo stereotipo del Syrah che siamo abituati a consumare. Bel tannino amalgamato, vellutato. C’è struttura, ma la bocca rimane pulita dalla splendida sapidità finale che rende dinamico il sorso.

  • Cortona DOC Syrah Pietro 2018 - Azienda Agricola Stefania Mezzetti

«Il vino è convivialità, amore, famiglia e passione. È la trasmissione dei frutti e delle sensazioni che ognuno di noi porta dentro il cuore, un quadro che dipingi e che rimane per sempre»
Stefania Mezzetti

Superficie vitata: 10 ha totali (tra Umbria e Toscana), 2 ha a syrah; altitudine: 300 m s.l.m.; esposizione: N-S; suolo: medio impasto di origine pliocenica; vinificazione: in acciaio con fermentazione spontanea; maturazione: acciaio e barrique di 2°-3° passaggio; bottiglie prodotte: 3000.

Unica donna del gruppo. Il vino in degustazione è dedicato al nonno Pietro che le ha insegnato molto sul mondo del vino. Al naso si presenta completamente differente dal precedente con una nota agrumata, di chinotto, speziato (chiodi di garofano) e incenso. Mentre nel vino precedente c’era un’acidità figlia del macigno, qui c’è più profondità, perché nella terra c’è più argilla. Morbido e avvolgente con alcol ben integrato.

  • Cortona DOC Syrah Bramasole 2018 - Tenuta La Braccesca

Superficie vitata: 340 ha totali, 162 ha a syrah; altitudine: 300 m s.l.m.; esposizione: S-E; suolo: medio impasto con buon apporto di argilla e limo; vinificazione: in acciaio; maturazione: 18 mesi in barrique nuove e di 2° passaggio; bottiglie prodotte: 15-18.000.

La Braccesca, antica fattoria dei Conti Bracci, è stata acquisita dai Marchesi Antinori nel 1990. Come si può intuire la dimensione aziendale non è paragonabile a quella dei piccoli produttori presenti in sala e ha potuto fare da traino per la denominazione. Due le etichette di Syrah prodotte: Bramasole e Achelo.

Al naso si percepisce un frutto molto scuro, quasi il tamarindo, il mirtillo, la mora di rovo e un leggero sentore di legno che arieggiando sparisce. In bocca fruttato, cioccolato fondente e caffè. Molto sapido e con una bella acidità; la struttura è importante con un tannino non ancora perfettamente amalgamato: sicuramente un vino con un buon potenziale di invecchiamento.

  • Cortona DOC Syrah Crano 2016 - Azienda Agricola Baldetti Alfonso

«Il vino per me significa identità»
Gianluca Baldetti

Superficie vitata: 15 ha totali, 8 ha a syrah; bottiglie totali prodotte: 40.000; altitudine: 300 m s.l.m.; suolo: medio impasto con forte presenza di arenarie; vinificazione: tradizionale in rosso con délastage; maturazione: 12 mesi in barrique fino al 5° passaggio, 5 mesi in cemento, almeno 18 mesi in bottiglia.

Produce vino da quattro generazioni questa famiglia che punta alla qualità per creare un’identità territoriale trasferendo il territorio nel bicchiere. Nel vigneto c’è sempre ventilazione per la vicinanza del lago e una forte escursione termica: per questo tutti i vini dell’azienda hanno in comune una marcata acidità.

Ancora un naso diverso dai precedenti in cui si percepisce una nota officinale. Naso scuro di frutta matura ma non dolce, piuttosto sull’aspro. Radice, sottobosco, liquirizia. In bocca il sorso è fresco, lunghissimo, con un tannino levigato.

  • Cortona DOC Syrah Gortinaia 2015 - Poggio Sorbello

«Il vino per noi è l'espressione dei nostri vigneti, della cura che viene a loro rivolta attraverso la conoscenza e l'esperienza di generazioni nella coltivazione della vite in questo nostro particolarissimo terroir»
Daniele Baldetti

Superficie vitata: 10 ha totali, 2,5 ha a syrah; altitudine: 340 m s.l.m.; esposizione: S-E; suolo: argillo-sabbioso; vinificazione: tradizionale in rosso con rimontaggi e délastage; maturazione: 12 mesi in barrique, 20-30% nuove, almeno 24 mesi in bottiglia; bottiglie prodotte: 4666.

Poggio Sorbello è una società agricola familiare dove non si fa solo vino, ma si producono miele, zafferano, cereali e legumi. Dapprima conferitori, oggi producono il proprio vino all’insegna della qualità selezionando le uve migliori dell’appezzamento e conferendo le altre.

Il vino è intenso al naso con una nota di cipria, frutti scuri maturi, mora di rovo, mirtillo in confettura e sotto spirito. Poi olive in salamoia e glicine appassito. Ha una bella freschezza nonostante abbia già una certa età e la 2015 sia stata un’annata calda. Chiusura amarognola con note di cioccolato fondente.

  • Cortona DOC Syrah Terra Solla 2018 - Cantina Canaio

«Il vino per me rappresenta molto, forse troppo. Si prende tutto il mio tempo punto. Ma è anche una sorta di riscatto: mi sveglio al mattino con l'entusiasmo di un ragazzo che non vede l'ora di andare a giocare a pallone»
Mirko Zappini

Superficie vitata: 5 ha totali, 4,4 ha a syrah; altitudine: 330 m s.l.m.; esposizione: E e S-O; suolo: argilla e limo; vinificazione: in acciaio con rimontaggi; maturazione: 18-24 mesi in tonneau da 10 hl, 4-6 mesi in bottiglia; bottiglie prodotte: da 1300 a 2600.

Floreale e mentolato, ha un naso bello e pulito. Segue il fruttato. La bocca è sapida e avvolgente, con evidente balsamicità e una bella persistenza. Buona l’acidità per un’annata, la 2018, leggermente più fresca.

  • Cortona DOC Syrah 2019 – Stefano Amerighi

«Il vino per me è […] una chiave di accesso a un mondo di tante sensibilità […]. Il vino è per me un patto di nuova socialità, è una visione futuribile di nuovo umanesimo»
Stefano Amerighi

Superficie vitata: 9 ha a syrah; bottiglie totali prodotte: 35-37000; altitudine: 290-300 m s.l.m.; esposizione: S e S-O; suolo: argilla, gesso e limo; vinificazione: in cemento, fermentazione spontanea; maturazione: almeno 24 mesi, 70% in legno piccolo e 30% in cemento.

I viniDa anni Stefano Amerighi persegue i suoi obiettivi di viticoltura naturale e biodinamica, trattando la vigna, e di conseguenza il vino, come un organismo agricolo dove tutto deve convivere. 30 differenti micro-vinificazioni, per 8,5 ha di vigneto (mezzo ettaro si trova a 850 m s.l.m.), gli consentono di far esprimere ogni singola parcella nella sua unicità. Poi, parcella per parcella, va a comporre il suo vino. Oltre a questo, fa ricerca e sperimentazioni provando l'anfora, la ceramica, il cemento, e per fare questo ci vuole ovviamente molto tempo.

Stefano, in questo suo vino cerca l'unicità, la tipicità, a partire dalla scelta dell’etichetta: la nascita della luna. Alchimia? Forse. Non resta altro che assaggiare. Naso molto fresco, si percepisce la parte agrumata dell'arancia ma allo stesso tempo una leggera nota speziata. Il caffè, l'oliva nera, la violetta e la liquirizia. L’assaggio è gustoso e saporito, quasi salato. Pulito, asciutto. Invoglia a un altro sorso. Lunghissimo...

  • Cortona DOC Syrah Il Castagno 2018 - Fabrizio Dioniso

«Il vino per me è […] fare qualcosa di bello e che sappia di buono, un modo per rendere ancora più vivo, vitale e prezioso un luogo che amo e che vorrei condividere con la mia famiglia, con i miei figli e poi tramandare loro […]. Mi piace l'idea di coccolare i miei vigneti affinché diano un vino onesto pulito e sincero e se possibile “grande”, salvaguardare quell'oasi quell'angolo di paradiso […]. Mi esalta l'opportunità di rendere una bottiglia un vero flacone di territorio, che esprima la bellezza del luogo da cui proviene, di fissare nel mio Syrah le caratteristiche di ogni singola annata buona mediocre o cattiva che sia […]. Odori, sapori, rumori, il frinire dei grilli, che sento solo a Cortona così assordante, nelle notti d'estate, il luccichìo delle lucciole nelle sere di luglio, la Via Lattea vista dal giardino di casa mia, così chiara e luminescente nelle nottate di agosto… come la si vede solo in mare navigando nelle notti senza luna […]»
Fabrizio Dionisio

Superficie vitata: 15 ha a syrah tranne una piccola giovane vigna a viognier; altitudine: 280-400 m s.l.m.; suolo: sabbia, antichissime argille pietrificate, scheletro abbondante; vinificazione: in acciaio; maturazione: 18-24 mesi in barrique, botti grandi e cemento, almeno 1 anno in bottiglia; bottiglie prodotte: 10-15.000.

Avvocato, romano, arrivato a Cortona perché l’ha scelta, esattamente come Ivano Mazzoleni. Storico produttore di Syrah della zona che ha iniziato la sua avventura un paio d'anni prima di Stefano Amerighi, insieme a Tenimenti D'Alessandro, contemporaneamente a La Braccesca. Prima vinificazione 2003. Il padre di Fabrizio comincia a pensare al vigneto all'inizio degli anni ‘70 proprio in località Il Castagno. La proprietà, comprata dal padre, era dapprima casa di vacanza dove Fabrizio trascorreva la pausa estiva della scuola, da giugno a fine settembre, con i nonni. Un amore per la terra che ha radici lontane e che trasmette ai suoi vini.

A livello olfattivo c’è una freschezza incredibile: la parte mentolata, il frutto fresco. Un bouquet di fiori, recapitato al vino dal vigneto inerbito in cui crescono i fiori di campo. Sotto c’è la frutta, ma l’eleganza dei fiori la scosta per tornare preponderanti. Il glicine, fresco. La cipria, un po’ di gesso. In bocca morbidezze e durezze si integrano e si fondono alla perfezione. C’è la parte acida, aspra, piacevolissima. Allo stesso tempo c’è la carezza. «La syrah unisce sempre questi due aspetti: la carezza e il nerbo. È un vitigno che ha anche in sé un certo dinamismo e riesce a esprimerlo nel bicchiere. La bocca è sempre molto saporita» spiega Alessandra. Poi c’è la parte sapida che allunga il gusto e che lascia una bellissima pulizia. Per via retronasale la nota floreale ritorna sempre. La gestione del legno, e la sua integrazione, è perfetta: un anno in più di bottiglia, rispetto al vino precedente, non fa che enfatizzare le sensazioni. Persistenza infinita.

Ma andiamo avanti.

  • Cortona DOP Syrah Laudario 2019 – I Vicini

«Il vino per me è sfida e piacere. Cura e dedizione. Realizziamo i nostri vini cercando di coglierne l’anima profonda. Vogliamo esaltare la qualità della terra e delle sue uve, unendo passione e professionalità»
Avv. Romano Antonioli

Superficie vitata: 20 ha; bottiglie totali prodotte: 66.000; altitudine: 310 m s.l.m.; esposizione: S-E; suolo: medio impasto, limoso-sabbioso; vinificazione: in acciaio; maturazione: 16-18 mesi in botti di rovere, almeno 6 mesi in bottiglia.

L’avvocato Antonioli non è riuscito a esserci per la serata. Ma avrebbe tanto voluto. E avrebbe di certo portato il suo entusiasmo e trasmesso la sua passione pazzesca. Al suo posto Alessandra ci fa vedere un video, che descrive appieno il personaggio, raccontandoci pure alcuni aneddoti, coadiuvata da Fabrizio Dioniso che le fa da spalla. Per chi non lo conoscesse, un elegante signore dai capelli bianchi, con l’energia di un ventenne.

Dal colore impenetrabile, ricchissimo di antociani, viene subito voglia di assaggiarlo. Frutta matura, mora, anche in confettura. C’è struttura, corpo, profondità. Il frutto è in evidenza accompagnato da una bella acidità che ne sostiene la struttura, che è possente senza mai essere pesante. Il sorso è fluido nonostante l’estratto. Non dà l’idea del peso e non rimane statico.

  • Cortona DOC Syrah L’Usciòlo 2019 – Cantina Doveri

«Il vino per me è passione, è sfida. Il vino è un’incognita»
Fabrizio Doveri

Superficie vitata: 2 ha a syrah; altitudine: 290 m s.l.m.; esposizione: E-O; suolo: prevalentemente argilloso, sabbia e limo; vinificazione: in acciaio; maturazione: 12 mesi in legno medio-grande; bottiglie prodotte: 6.500.

Chiudiamo la degustazione con l’azienda più piccola, biologica da 4 anni. L’etichetta è originale, in iuta. Richiama la naturalità, la sostenibilità. E la si può riutilizzare, staccandola, per darle una seconda vita. Il nome di fantasia del vino, l’usciòlo, altro non è che la porticina che sta in fondo alla botte. Sì, perché Fabrizio utilizza, per il suo Syrah, la botte, un contenitore un po’ più grande perché non ama l’impatto del legno. Il vino è talmente richiesto che finisce subito, ma darebbe il meglio di sé con l’invecchiamento.

Al naso si sente un frutto fragrante, non in confettura: la ciliegiona di Vignola, croccante. Qui troviamo il “famoso” pepe nero, a differenza degli altri vini che non lo ricordavano, segno distintivo che il Syrah di Cortona non assomiglia affatto a quello della Valle del Rodano. La bocca è potente. Il frutto è fresco e fragrante. E poi la liquirizia, la viola, una bella lunghezza e un ritorno agrumato. Invoglia al sorso. Se vi dicessimo che fa più del 15% in volume di alcol, non ci credereste talmente è integrato.

La serata finisce qui, ma Cortona è solo all’inizio. Completamente inventata e libera, anche dai pregiudizi, visti i risultati. Il Syrah a Cortona in due parole? Eleganza e sapidità. E questo è il terroir!