Degustazioni in Franciacorta con Bellavista e Il Mosnel
Ogni anno la delegazione AIS di Mantova propone ai corsisti del primo livello e agli appassionati una visita in Franciacorta alla scoperta del Metodo Classico. Per comprendere meglio questa tecnica di spumantizzazione e i suoi segreti abbiamo visitato due prestigiose cantine: Bellavista e il Mosnel
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È l’enologo Luca Rossi, da 20 anni in azienda, a guidarci tra i silos, le pièce e le pupitre di Bellavista, cantina nata nel 1977 a Erbusco dalla lungimiranza dell'imprenditore Vittorio Moretti con la precisa volontà di creare uno spumante italiano di estrema qualità nel rispetto del territorio e delle tradizioni.
Il Sig. Moretti aveva intuito che per perseguire l’eccellenza dovesse circondarsi di persone capaci e appassionate, oltre che dei grappoli migliori, per un perfetto connubio tra uomo e natura.
La bravura dell'enologo Mattia Vezzola, che lo segue da quarant’anni, e l’acquisto di appezzamenti di vigna vocata hanno reso possibile questo progetto. La disposizione dei 206 ettari, per la maggior parte di proprietà, ricopre tre tipologie principali di terreno - morenico, limoso e argilloso a strati con ciottoli - catalogabili in 60 suoli differenti sui quali vengono chardonnay, pinot nero e pinot bianco. La combinazione di questi fattori rende possibile distinguere 85 vigneti diversi i cui mosti, lasciati in acciaio o inseriti in pièce di diverse annate, danno origine a 140 vini che nell'aprile di ogni anno vengono assaggiati e assemblati da Vezzola per sottoporre alla proprietà una rosa di cuvée tra cui scegliere la nuova produzione. Gli enologi insieme al Sig. Moretti e alla moglie, profondi conoscitori dell’evoluzione dei propri vini sui lieviti, decidono per alzata di mano quali far proseguire l’affinamento in bottiglia. La maestria maturata negli anni ha permesso di creare e replicare ogni anno uno stile elegante e riconoscibile. Un segreto? La liqueur de tirage attinge ad una collezione di Mathusalem e Salmanazar contenenti tutti i vini prodotti dal 1984 al 2017.
La capacità di fare squadra in cantina e sul territorio ha dato vita ad uno spumante sempre più longevo senza ricorrere a correzioni del mosto o del vino ma solo all’aggiunta di pochi e misurati solfiti; questo grazie alla cura e all’attenzione quotidiane, a partire dal benessere di ogni pianta, vero patrimonio dell’azienda, alla perfetta maturazione di ciascun grappolo, dalla pulizia della cantina, al remuage completamente manuale.
Per comprendere al meglio lo stile Bellavista abbiamo potuto degustare il Teatro alla Scala 2013 in versione magnum, 70% chardonnay e 30% pinot nero: spumante elegante, dal perlage persistente, decisamente fine al naso e lungo in bocca. Il vino piacevolmente fresco e sapido ci fa immaginare che possa dare il meglio di sé tra qualche anno.
Ci siamo quindi spostati di qualche chilometro a Camignone da Il Mosnel dove Giulio e Lucia Barzanò, quinta generazione di vignaioli, conducono la cantina fondata nel 1836 ed ereditata dalla madre. Il sig. Giulio, responsabile della parte tecnica, ci accoglie davanti ad una cartina geografica della Franciacorta per spiegarci la disposizione fortunata dei vigneti di proprietà: esposizione a sud est, terreni inclinati e drenanti, ventilazione con aria incanalata direttamente dalle Prealpi che aumenta l’escursione termica.
Veniamo poi condotti in una delle bottaie per sottolineare l’importanza del passaggio in legno in cui la proprietà crede moltissimo e a ragione: tutte le cuvée almeno per un 20% hanno sostenuto un passaggio in legno, i vini degli spumanti più premiati fanno legno per il 100%.
Altra peculiarità di questa cantina sono le 13 vasche orizzontali, una per ciascun appezzamento storico, che garantiscono una omogeneità di temperatura del mosto fiore e una maggior superficie a contatto con i lieviti durante la prima fermentazione.
Gli investimenti e gli sforzi degli ultimi anni sono stati destinati alla produzione biologica certificata, nella meccanizzazione del remuage e nell’ampliamento della cantina per necessità di spazio.
In sequenza abbiamo degustato l’intera produzione, comparando ciascun bicchiere con il successivo abbiamo potuto apprezzare la diversità degli uvaggi e degli affinamenti:
- BRUT NATURE, 60% Chardonnay, 20% Pinot bianco, 20% Pinot nero, è la nuova cuvée da sole uve biologiche; si sprigionano note di cedro e fiori bianchi di biancospino, frutta a pasta gialla, vivace: in un sorso fa ritornare alle origini;
- BRUT, senza annata, degorgiato in maggio 2018, composto da 4 uvaggi: Chardonnay, sempre Chardonnay ma di un anno più vecchio, Pinot bianco e Pinot nero; al naso fiori di sambuco con sfumature di frutta a polpa gialla, in bocca note di nespolo e albicocca: cavallo di battaglia per Mosnel, si presenta come ottimo biglietto da visita;
- PAS DOSÉ senza annata, degorgiato in marzo 2018, stessi uvaggi del Brut, ma senza aggiunta di zuccheri e un anno in più sui lieviti: vaniglia delicata e clorofilla, salvia delicata per un’armonia pura;
- ROSÉ BRUT degorgiato febbraio 2018, 40% Pinot Nero, 40% Chardonnay, 20% Pinot Bianco, rosa tenue: fragoline di bosco, albicocche e ribes, in bocca una zaffata di melograno e mela, una punta di sapidità a chiudere;
- SATÉN MILLESIMATO 2013, 100% Chardonnay, di cui il 40% ha fatto legno: intenso e avvolgente con profumi di fiori bianchi e vaniglia, in bocca la mandorla, comunque la frutta secca;
- EBB, satén millesimato 2014, 100% Chardonnay, 100% vinificato in piccole botti di rovere, presenta sentori di ananas e sambuco, in bocca inaspettate note di zenzero, bergamotto e pesca bianca per una piacevolezza e morbidezza a tutto tondo;
- PASROSÉ, nome ideato da Lucia Barzanò per via del colore rosa decisamente tenue e dell’assenza di dosaggio, qui il Pinot Nero e lo Chardonnay millesimati fanno entrambi legno 100%: sentori di ribes, leggera sfumatura tannica, frutta secca in bocca e note di agrumi lo rendono perfetto e versatile per molteplici piatti;
- RISERVA, dosaggio zero, 60 mesi sui lieviti, 20% Pinot Bianco affinato in acciaio, 60% Chardonnay e 20% Pinot Nero in legno di rovere francese: ci porta agrumi e biscotto al naso, note di miele e menta, ritorno continuo di frutta, complesso, avvolgente, freschezza e una punta di sapidità.
Abbiamo concluso la visita in compagnia pranzando in questa cantina.
La Franciacorta si conferma un territorio estremamente vocato alla produzione di spumanti sempre più fini ed eleganti. Grazie alla passione e alla lungimiranza di queste famiglie che investono nelle proprie cantine continuiamo ad avere ottime bollicine e risultati sempre più sorprendenti.