Diam Bouchage. Il sughero in degustazione

Racconti dalle delegazioni
14 novembre 2012

Diam Bouchage. Il sughero in degustazione

Quante volte vi è capitato di stappare una bottiglia di vino, annusarne il tappo e constatare che quel tipico e antipatico odore di muffa era proprio lì, sotto il vostro naso?

Susi Bonomi

 

Diam Boucharde - Ais MilanoDopo anni di studi e ricerche, questo acerrimo nemico del vino è stato sconfitto da Diam Bouchage, azienda francese leader mondiale nella produzione di tappi
“tecnici”, che ha messo a punto un procedimento innovativo capace di garantire la scomparsa del fastidioso odore/sapore di tappo. Grazie a Marzia Morganti, di AIS Toscana, che da mesi segue questo progetto, Diam Bouchage si presenta alla stampa del settore e ai sommeliers di AIS Lombardia, con il suo Direttore Generale Dominique Tourneix, accompagnato da Bruno de Saizieu, Direttore Commerciale Area Mondo, Francois Margot, Direttore Commerciale Europa, Jean Luc Ribot, Direttore Commerciale Italia, Paolo Araldo, titolare della Belbo Sugheri e amministratore di Diam Sugheri Italia e, ospite d’onore, l’enologo e ricercatore Pascal Chatonnet.

Chiusura per eccellenza delle bottiglie di vino di livello medio–alto, il tappo di sughero gode di peculiarità ben note: idrofobicità, elasticità e impermeabilità ai gas, che consentono al vino di conservarsi a lungo. Essendo, tuttavia, un materiale naturale, manca di omogeneità e, ancor peggio, può contaminare il vino per migrazione di alcune molecole in esso presenti. Diam Bouchage ha risolto questi problemi sviluppando la tecnologia DIAMANT® che da un lato “cattura” la molecola responsabile dell’odore e del sapore di tappo - il 2,4,6-tricloroanisolo, noto ai più come TCA – e dall’altro conserva le proprietà meccaniche del materiale naturale.Il processo prevede la decontaminazione del sughero, trasformato in granella, mediante l’impiego di CO2 in condizioni supercritiche, che elimina non solo il TCA ma anche altre molecole responsabili di deviazioni sensoriali. In seguito, la farina di sughero purificata e ricca di suberina - la sua parte più nobile - viene ricomposta per mezzo di un agglomerante polimerico idoneo all’utilizzo alimentare e di microsfere che completano la struttura. L’originalità del tappo di sughero reinventato sta proprio nella combinazione di questi ingredienti, che consente di ottenere una vasta gamma di chiusure, garantendo una maggiore durata e una perfetta omogeneità grazie alla riproduzione del tappo a stampo individuale. Inoltre, anche esteticamente viene reso simile al tappo naturale attraverso una maschera che ne riproduce i difetti. Con i marchi DIAM per vini fermi - disponibili secondo diversi livelli di permeabilità -, MYTIK per spumanti e ALTOP per superalcolici e liquori, Diam Bouchage soddisfa ogni esigenza di mercato.

Il 20% della produzione annuale di tappi tecnici Diam Bouchage - circa un miliardo di pezzi - è destinata all’Italia, seconda solo alla Francia, che ne assorbe il 35%.
Una bella soddisfazione per questa azienda che continuerà nella ricerca di innovazione, sostenuta anche dai numerosi produttori che adottano da tempo le chiusure Diam e Mytik, e che sono il loro migliore biglietto da visita.

A questo punto, non resta altro che degustare i vini, tappati Diam, con Carlo Cecotti e Sebastiano Baldinu, responsabili dei degustatori AIS Lombardia.

Diam Boucharde - Ais MilanoValdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Giustino B., 2011, Ruggeri

Preserva intatti profumi fini ed eleganti di fiori bianchi freschi (biancospino e mughetto) accompagnati da una base fruttata di pera kaiser e mela. Da non limitare al solo aperitivo.

Franciacorta DOCG Essence Brut, 2007, Antica Fratta

Elegante al naso con note dolci di evoluzione, miele e vaniglia, che si integrano con quelle fruttate di melone e prugna regina Claudia. In bocca è scattante e nervoso, ma anche vellutato, con bollicine cremose che foderano il palato.

Franciacorta DOCG Brut, Montenisa

Fiori di ginestra sfumano su note fruttate più dolci di susina matura. Fragrante, fresco e sapido, ideale su primi piatti con ragù bianco di mare o su frittura di pesce.

Gavi DOCG, 2011, La Scolca

Profumi netti e decisi in cui la nota floreale di mughetto e gelsomino si fonde con quella agrumata riconducibile al mandarino e al pompelmo rosa. Grande mineralità e un finale leggermente amaricante.

Fiano di Avellino DOCG Pietracalda, 2011, Feudi di San Gregorio

Freschezza floreale e bella mineralità, conferita dal terreno, accompagnano il sorso dal finale leggermente ammandorlato.

Alto Adige Sauvignon DOC Lahn, 2011, Cantina dei Produttori di San Michele Appiano

Inconfondibile al naso per le tipiche note vegetali, di finocchietto selvatico, sedano e una punta di rucola, ammorbidite da quelle agrumate e di maracuja. Agile in bocca, freschissimo, molto minerale ma ben bilanciato, da abbinare al classico risotto con asparagi.

Valtènesi Chiaretto DOC Rosamara, 2011, Costaripa

Bel colore rosa tenue elegante, al naso spicca la rosa canina mentre sfuma su fragoline di bosco e melograno. Fresco e persistente, con una punta di tannino.

Barbera d’Asti DOCG Fiulot, 2011, Prunotto

Rosso rubino con riflessi porpora, fruttato al naso (ciliegia e prugna) con note floreali eleganti di violetta e garofano rosso e un leggero soffio balsamico. In bocca è scattante, con un tannino levigatissimo.

Aglianico del Vulture DOC Piano del Cerro, 2008, Vigneti del Vulture

Profumi di violetta, visciola e mora di rovo si integrano con le note speziate di cannella, cioccolato gianduia e tabacco da pipa. In bocca il tannino è ben presente, ma setoso, facendo presagire l’ampio arco evolutivo ancora possibile.

Una serata all’insegna della tecnologia che ha mostrato come da un’innovazione ben riuscita si può creare una tradizione.

 

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