Dolce ma mai troppo: il Moscato di Scanzo si racconta

Una serata all’insegna del passito rosso dolce che nasce nelle Prealpi bergamasche ma è ormai apprezzato in tutto il mondo: tre produttori in campo guidati da Federico Bovarini per raccontare un territorio, un vitigno e un vino che sembrano non avere età.

Sara Missaglia

Una serata dedicata alla seconda più piccola DOCG d’Italia (la più piccola è Tullum, in provincia di Chieti) e che vede come protagonista assoluto il moscato di Scanzo, vitigno autoctono dell’areale di circa 35 ettari nelle zone di produzione di Scanzo, Rosciate e Tribulina, sulle Prealpi bergamasche.

Il sottosuolo si caratterizza per una formazione calcareo marnosa particolare, che prende il nome di Sass de Luna. Il particolare microclima della zona fa sì che questa roccia dura e resistente, in condizioni di limitata disponibilità idrica, si sgretoli lentamente fino a diventare polvere, trasferendo un’alta mineralità che ritroveremo nei vini. Da qui nasce la bacca nera forte e sana, così ricca di profumi e dalle sfaccettature e sfumature diverse: il grappolo del moscato di Scanzo è spargolo, con acini dalla buccia sottile, e che si rompe con facilità: la vendemmia manuale, per tipologia tardiva, è quindi necessaria per preservare il patrimonio di aromi, zuccheri e tannini in essi contenuti. La straordinarietà di questo passito rosso dolce è la grande selezione che si realizza in pianta.

Federico Bovarini

Il disciplinare recita un appassimento minimo di 21 giorni, naturale o indotto, e il passaggio minimo di due anni in acciaio. Niente legno per il Moscato di Scanzo, così come vuole la tradizione. Con l’obiettivo di cogliere tutte le sfumature che questo territorio è in grado di regalare, il Consorzio di Tutela sta lavorando a un progetto di zonazione. Sono stati individuati tre areali con caratteristiche distinte e definite: la zona di Tribulina, più ampia rispetto alle altre, con una esposizione a Sud-Est: qui i vini si caratterizzano per un grande equilibrio tra spezia e frutto e per un tannino vellutato e deciso. L’area di Scanzo, la più alta zona di produzione (siamo sul Monte Bastia), caratterizzata da maggiori pendenze, con un’importante presenza di Sass de Luna. I vini presentano una spezia decisa al naso, con un indicatore tipico di incenso: austerità e sapidità al tempo stesso per calici molto verticali. E infine Rosciate, la zona di produzione con la pendenza più dolce i cui vini presentano un’espressione importante della frutta, una prontezza di beva decisamente fuori dal comune, con più morbidezze - struttura piena e una sensazione alcolica maggiore - in presenza di un’acidità molto elevata.

La serata condotta da Federico Bovarini ha scaldato i motori con una presentazione del territorio di grande interesse, ma è con la degustazione che l’evento ha preso accelerazione e vitalità: tre annate (2017, 2015 e 2013) per l’Azienda Agricola Magri e le cantine De Toma (entrambe della zona di Rosciate) e Biava (che vede in Scanzol’areale di produzione). In sala i produttori (Sereno Magri, Giacomo De Toma e Manuele Biava), spinti dal desiderio non solo di raccontarsi ma anche di condividere traguardi e obiettivi che il territorio si è posto: una produzione limitata a 50.000 bottiglie circa, ma che punta a una qualità senza pari.

Alcuni tratti della degustazione individuano caratteristiche comuni: in primis il colore, rosso rubino intenso per la quasi totalità dei calici, con una massa cromatica piuttosto fitta e impenetrabile. E poi acidità e tannino, a ricordarci che di bacca nera si tratta. Ciò che sorprende di questi nove calici in degustazione è la gioventù che esprimono, in particolare andando a ritroso nel tempo. L’annata 2013, caratterizzata da elevate temperature durante il giorno e fresca di notte, rivela una gioventù e un’integrità di frutto davvero sorprendente. I vini sembrano non avere alcuna fretta, desiderosi di tempo, attenzioni e cure, custoditi come qualcosa di raro e prezioso. La 2017 si può definire complessa ed elegante mentre la 2015 sembra essere l’annata perfetta dove il clima - in particolare a ridosso della vendemmia - ha creato le condizioni ideali per una raccolta di elevata qualità.

In definitiva, calici simili nell’aspetto ma mai nelle sensazioni, a testimonianza della preziosità di questo vino dalle sfumature tanto eleganti quanto infinite.

Degustazione

Moscato di Scanzo DOCG 2017 - Azienda Agricola Magri
Nota di freschezza immediata al naso, seguita da frutta matura tendente a confettura. Tutto il corredo di profumi esprime una sensazione “dark”, con una punta di cioccolato senza l’amaricante del cacao. Sensazioni erbacee, con un bellissimo grip al naso, una punta di pepe e di balsamicità che ricorda la menta. Al palato, la prima sensazione è la dolcezza, con un ricordo forte di confettura di mora. A seguire abbiamo salivazione, ovvero freschezza: emerge la sapidità delicata di questo vino. Il tannino si sviluppa lentamente accarezzando il palato, seguito da una nota alcolica che dà struttura e volume.

Moscato di Scanzo DOCG 2017 - Azienda Agricola De Toma
Al naso perdiamo la sensazione di dolcezza: nel calice prevale una vivacità olfattiva importante, con una parte verde più evidente. La frutta è un po’ più croccante; segue la spezia, più integrata nel fruttato e nel floreale. Molto fine al naso. Al palato arriva prima la morbidezza e a seguire la dolcezza: la freschezza giunge diretta e tende ad allargarsi. Beva quasi volumetrica, tridimensionale con una pulizia al palato molto buona.

Moscato di Scanzo DOCG 2017 - Azienda Agricola Biava
Riflesso di lucentezza molto bello. Meno frutta e una quota maggiore di spezie importanti e corroboranti. Sensazione di incenso da vino ecclesiale. Austero, si presenta in abito rigido, quasi monastico. Ha una bella complessità al naso, con una nota di frutta; cannella, nota balsamica che tende all’anice e dà freschezza al naso. La quota fruttata mantiene ancora acidità, e il palato è preciso, con un ingresso tannico dritto e verticale.

Moscato di Scanzo DOCG 2015 - Azienda Agricola Magri
La massa colorante è importante: il colore è rubino acceso, con vivacità e tonalità piene, in assenza di note granato. Al naso cioccolato e menta, con frutta matura e una bella morbidezza. Due anni di differenza ci danno sensazioni di maturità e di maggiore compostezza del vino. Al palato ancora una volta si conferma una bellissima dolcezza e una piacevole morbidezza legata a una gradevole succosità: percepiamo un equilibrio maggiore. Chiude con una nota fresca mentolata, mentre il tannino sembra dirci: «io ci sono, ricordatevi che sono un vino rosso».

Moscato di Scanzo DOCG 2015 - Azienda Agricola De Toma
Riflesso di bella lucentezza tendente al purpureo. Anche in questo caso il vino è fresco, con frutta che ricorda l’annata 2017 ma con più dolcezza e pienezza. Nota di carruba tra spezia e florealità, con ricordi erbacei che ci riportano alla salvia, al muschio, al tarassaco, al peperoncino: il vino è fine ed elegante, con un ritorno al palato più polveroso e una freschezza importante da acidità calibrata e piacevole.

Moscato di Scanzo DOCG 2015 - Azienda Agricola Biava
L’intensità al naso è importante, con note di frutta che ricordano prugna e amarena. Affiora una leggera punta balsamica che vira verso la canfora. Al palato troviamo una perfetta corrispondenza naso-bocca. La 2015 ha una morbidezza maggiore rispetto alla 2017 e invoglia la beva: nel finale il calice ha una personalità decisa, con una nota amaricante tra rabarbaro ed erbe svizzere di montagna che virano alla china. È un vino molto orizzontale, che tende ad allargarsi con incedere elegante al palato. Una danza al palato.

Moscato di Scanzo DOCG 2013 - Azienda Agricola Magri
Naso molto fresco che non denuncia gli otto anni di invecchiamento: il colore stesso esprime un’inaspettata gioventù. Le note dolci lentamente si fondono nella freschezza, e affiorano ricordi di macchia mediterranea: il vino regala sensazioni mutevoli in un crescendo sensoriale di grande interesse e con una linea sottile meno dolce. Ha un equilibrio in bocca meglio raggiunto rispetto all’annata precedente. Finale fine e di grande eleganza.

Moscato di Scanzo DOCG 2013 - Azienda Agricola De Toma
Nel calice una leggera nota più granato rispetto agli altri vini. Al naso affiora una sensazione iodata quasi salmastra, con una speziatura che evoca il miele, la cannella e note di erbe aromatiche più evolute. La frutta vira verso la confettura in un’esplosione comunque verticale e mai stucchevole, dopo qualche istante di ossigenazione. Al palato presenta un’evoluzione più evidente, dove tuttavia prevale un grande equilibrio.

Moscato di Scanzo DOCG 2013 - Azienda Agricola Biava
Al naso evidenze di menta e di anice, con una punta agrumata e una nota citrica che si presenta anche al palato: acidità e tannicità spiccate, accompagnate da una sapidità che conferisce al calice grande personalità. L’alcol è presente (15% in volume) ma non è un elemento di disturbo o invadente al palato: le sensazioni gusto-olfattive si rivelano di grande interesse, con note di cenere, ricordi sulfurei e un finale di liquerizia in polvere.

I viniLa serata si chiude con gli interventi dei produttori che raccontano anche di recenti esperienze di abbinamenti gastronomici sfidanti, come ostriche, casoncelli, risotto con formaggi, o accompagnamenti già noti e apprezzati, come cioccolato ed erborinati. Tutti in un’unica voce ammettano tuttavia di preferire i loro vini in “meditazione”, protagonisti assoluti di degustazioni dove è l’emozione a entrare in scena. Sono orgogliosi dei loro vini, ne parlano con rispetto e delicatezza, come si fa con qualcosa di unico: molto bella la loro presenza declinata in impegno e unità d’intenti.  

Interessante e di grande suggestione l’intervento della Delegata di AIS Milano Francesca Provenzi, in una vera e propria call to action: «non è semplice far conoscere un prodotto con una produzione di circa 50.000 bottiglie. Spetta anche a noi sommelier raccontare la straordinarietà di questo vino”.

Francesco Bovarini ci è riuscito perfettamente: a lui, ambasciatore del Moscato di Scanzo, i nostri complimenti e auguri di buon lavoro.