Domaine de la Pinte, Les vins du Jura
L'instancabile Guido Invernizzi ci fa conoscere una Regione della Francia non molto nota, lo Jura, una piccola area con dei gioielli che danno prodotti vinicoli di grande eccellenza
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Domaine de la Pinte è un'azienda nata nel 1955 sulle marne blu di Lias; viene scoperta per caso da Guido, affascinato dalla figura dell'enologo Bruno Ciofi che presenta un palmarès professionale di tutto rispetto ed ha portato in azienda tutta la sua competenza per creare interessanti prodotti, lavorando in regime biologico (dal 1999) e biodinamico (dal 2009).
Lo Jura è una piccola fetta di terra in Franca Contea, a metà strada tra Svizzera e Borgogna, con storia e tradizione millenarie: la vite arriva dalla Grecia, passando per la cultura gallica, la conquista romana, la corte papale ad Avignone, i re di Francia fino ad arrivare ai giorni nostri. Una delle figure di spicco è certamente stata, nel XIX secolo, quella di Louis Pasteur, nativo di Dole, che ha avuto, come sappiamo, un ruolo fondamentale nella spiegazione scientifica dei processi di vitivinicoltura.
La route des vins du Jura è lunga circa 70 km, la maggior parte della produzione è di vino bianco, con vitigni autoctoni molto particolari e unici. Ci sono, nonostante l'esiguità del territorio, diversi microclimi: dall'influenza dell'Oceano, al soffio energico del vent boise fino ad una clima più tipicamente mediterraneo. L'esposizione è ovest, sud-ovest. Un altro elemento caratterizzante la tipicità dello Jura è il terreno, di incredibile complessità geologica: è molto vecchio, ricco di fossili marini, ed è composto da una base marnosa, calcarea; si differenzia solo la zona di Château Chalon dove il terreno è frastagliato, consentendo alla radice della vite di penetrare facilmente e di assorbire grandi quantità d’acqua.
Arbois è la piccola città di riferimento per la produzione vinicola e nel 1936 è stata classificata AOC, la prima di Francia; negli anni '60 del secolo scorso l'enologo Henri Maire rilancia, con grande intelligenza, la coltura dei vitigni autoctoni dello Jura, dedicando particolare attenzione alla spumantizzazione e creando un ottimo crémant (da lui soprannominato "vin fou", il vino folle!).
Noi questa sera abbiamo assaggiato vini della zona di Arbois. Le altre denominazioni dello Jura sono: Château Chalon, l'Etoilé, Crémant de Jura, Côtes de Jura, Macvin de Jura (dove si producono i celebri Vin du Liqueur).
Crémant du Jura
70 % chardonnay, 20 % savagnin, 10% pinot noir. Fermentazione in cemento e vetro resina. Prodotto secondo il metodo ancestrale: non c'è la liqueur de tirage ma solo succo d'uva. 24 mesi sui lieviti, remuage manuale sulle pupitres. Il colore è carico, quasi dorato, la bollicina finissima. Dal naso si riconosce subito il metodo di produzione: frutta come nespola, susina, profumo di uva, erbe officinali e aromatiche, genziana, rabarbaro, fiori alpini, nota finale di croissant. In bocca corrispondono i profumi, compaiono le erbe, si chiude con un finale leggermente amaricante; è il savagnin che particolarizza questo vino, con la sua sapidità e persistenza legata al terreno calcareo.
Melon à queue rouge 2010
Vitigno molto antico proveniente dalla Borgogna, antenato dello chardonnay, si trova qui e in Valle della Loira; difficile da coltivare, è una sorta di clone di chardonnay di alto livello, per opulenza, struttura e potenza. Per questo prodotto l'azienda utilizza una raccolta manuale che segue i principi della biodinamica, la fermentazione è fatta con lieviti indigeni, non selezionati; il vino riposa 12 mesi in barrique, ed infine viene filtrato su terra di silicio. Grande struttura nel bicchiere, naso magnifico, profumi molto diversificati: frutta gialla matura, banana, pesca, salamoia, il legno è usato bene, si sentono ancora note di caramello e fiori gialli, bella mineralità, quasi ferrosa. In bocca è struttura piena, l'alcol è elegante, intensa si percepisce la mineralità, la banana dello chardonnay ma sfumata ed una nota balsamica come aroma di bocca. Finale boisé, vino unico.
Savagnin 2006
Vitigno appartenente alla famiglia dei traminer (proviene storicamente dalla zona dei Balcani, dall'antica Pannonia) che si presta a molti utilizzi; buccia spessa e dorata, resiste bene al freddo. Il terreno di elezione è composto da marne grigie e blu; il prodotto finale é un vino grasso, speziato, con dei sapori particolari. Il nostro 2006 presenta un naso di frutta matura, mallo della noce e nota speziata, una spezia che però è dolce, orientale. In bocca sentiamo leggere note di ossidazione, buona la corrispondenza col naso, acidità incredibile che gli conferisce grande longevità; profumi che volgono verso il terziario. Per goderne appieno, Guido ci suggerisce l'abbinamento con un bleu du Jura semistagionato.
Poulsard 2010. L'Ami Karl
Questo vino prende il nome, dialettale, di una piccola prugna locale; il poulsard è un altro vitigno autoctono unico, ovvero non sono state trovate corrispondenze genetiche con altri vitigni; viene molto bene nella zona di Pupillin. Quello che assaggiamo è un cru di poulsard; il colore è aranciato, la consistenza è buona ma non regge la struttura del savagnin. Naso atipico: speziatura e note animali, sottobosco, muschio e funghi; non è un vino da invecchiamento. In bocca è delicato: fiori secchi, spezia, note olfattive che ricordano la Borgogna.
Trousseau 2011
Vitigno che troviamo anche in altre parti del mondo, per esempio in Argentina e in Portogallo; richiede una maggiore esposizione al sole rispetto agli altri vitigni dello Jura, quindi viene coltivato più a sud. Questo vino fermenta generalmente per 18 giorni, 8 se in botte grande. Il colore è abbastanza scarico, al naso risaltano frutta nera e spezia: rabarbaro ed erba officinale, fiori rossi secchi; in bocca ha corpo e struttura, poco tannino ma ben lavorato. Abbinamento con petto d'anatra o costolette d'agnello.
Vin Jaune 2004
Particolarità del vino dello Jura. 6 anni e 3 mesi in botte piccola, scolma, senza subire travasi e rabbocchi. Venduto solo nella tradizionale bottiglia "clavelin", da 62,5 cc, perché contiene la misura giusta di prodotto che rimane dopo l'invecchiamento. Il vitigno utilizzato è il savagnin. Vino ottenuto con il 'velo de flor': i profumi tipici dati da questo tipo di produzione sono dovuti a particolari lieviti che fanno sì che l'alcol etilico si scomponga nella molecola del metanale - dando così sentori di mela - e nel sotolone, sostanza chimica che in natura dà odore di noce e curry.
Colore dorato ma più scarico dei precedenti bianchi assaggiati, in bocca prevalgono i profumi terziari, di evoluzione; ottimo l'abbinamento con i grandi formaggi dello Jura.
Bella e interessante serata di conoscenza di una zona così singolare; Guido, con la sua originalità, ci saluta mostrando la ormai tradizionale foto del nostro Hosam, come esempio di qualità, questa volta associata all'immagine di un sontuoso coq au vin jaune, altro succulento rappresentante della bontà che ci viene regalata dallo Jura.
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