Duello di una notte di mezza estate a colpi di calice
Il duello del vino, il tradizionale appuntamento di fine stagione sulla terrazza del Westin Palace Hotel per una serata all’insegna del gioco. Benvenuti, signore e signori!
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L’atmosfera è quella serena e gioiosa da ultimo giorno di scuola. Solo il Delegato Francesca Provenzi sfoggia stoicamente la divisa di rappresentanza, sfidando le temperature proibitive di una caldissima serata di fine luglio.
Gioco, dicevamo, nel senso letterale di “giocare con i calici” nel tentativo di identificare i vini alla cieca, ma anche nel senso di “mettersi in gioco”. Chapeau, dunque, per Nicola Bonera e Luisito Perazzo, i nostri due campioni che, a dispetto degli innumerevoli titoli e riconoscimenti conseguiti, hanno il coraggio di mettersi in discussione in una gara di riconoscimento senza punti di riferimento da cui partire.
Nicola e Luisito, i capitani delle due squadre formate dal pubblico in terrazza, si fronteggiano. Davanti a ogni giocatore calici contenenti vini inconsueti provenienti da varie regioni d’Italia, e non solo. Semplici le regole di ingaggio: si prova a riconoscere denominazione, vitigno e annata e, per ciascuna di queste tre voci, si ha un punto a disposizione. Otto i vini da riconoscere, per un totale di 24 punti teorici a disposizione.
Ma partiamo dalla fine: la lotta serrata si conclude 4 a 3 per la squadra di Luisito. Una disfatta? Nient’affatto, anche perché, conoscendo la bravura dei campioni, l’organizzazione di AIS Milano si diverte a rendere il tutto complicatissimo per innalzare la difficoltà della sfida!
Ecco un assaggio del percorso logico seguito dalle due squadre per cercare di trovare il vino nel calice.
Squadra A: «La percezione è quella di un vino complesso e articolato, con una speziatura importante. Nel calice si fa largo il profilo di un vino di terra, carnoso e sanguigno, caratterizzato da un tannino ricco, polveroso e sostenuto. Nel nostro iter identificativo abbiamo dapprima considerato il vitigno sangiovese, soprattutto per via di una componente terrosa ed ematica abbastanza netta. Abbiamo successivamente incluso nella nostra disamina i vitigni merlot e syrah. In particolare, per via della marcata speziatura percepita sin dall’inizio, il syrah è quello che ci convince di più». La squadra A decide quindi di indirizzare il proprio tentativo di identificazione sulla zona della Toscana situata tra la Val di Cornia e la Maremma, laddove il sangiovese può fondersi con le uve internazionali individuate. L’annata proposta è la 2010.
La prima squadra ha scoperto le sue carte. E la risposta della seconda squadra non si fa attendere.
Squadra B: «Vino importante: lo si intuisce dalla ricchezza della materia colorante. Il ricordo del passaggio in legno è ancora percepibile. Riteniamo pertanto che possa trattarsi di un vino con molti anni alle spalle. L’apertura è caratterizzata da un tratto vegetale spiccato, presumibilmente più da marcatore territoriale che varietale. Dopo qualche minuto di ossigenazione nel calice, il vino ha iniziato a restituire note ematiche e ferrose. Abbiamo pensato a un Montepulciano d’Abruzzo. All’esame gusto olfattivo, tuttavia, ci siamo trovati concordi nel non avvertire l’intensità di estratto e la potenza che ci saremmo tipicamente aspettati da un Montepulciano. Con il trascorrere dei minuti la speziatura si è manifestata con ricordi di cioccolato e pepe, tipiche note del syrah. Territorialmente ipotizziamo una provenienza francese e in particolare il nord del Rodano. La nostra risposta dunque è: Crozes-Hermitage 2015».
Le dichiarazioni sono fatte. Resta solo da scoprire quale vino è stato servito. Si trattava di un Taurasi DOCG 2007, 100% aglianico, della Società Agricola Nativ. In definitiva, nessun punto aggiudicato.
Semplice? Per nulla, visto come si è conclusa la sfida! Con tanto impegno, tanto entusiasmo e tanti sorrisi è andata avanti così tutta la serata.
Gli altri sette vini che hanno visto impegnate le due squadre sono riportati di seguito, con qualche nota di degustazione che ne è scaturita.
Crémant d’Alsace Brut - Frederic Arbogast et Fils - 100% chardonnay
Materia colorante piuttosto timida, di intensità olfattiva non particolarmente potente. 24 mesi sui lieviti. Si avvertono note floreali delicate e una bella acidità declinata soprattutto sull’agrume. Bollicina cremosa, piacevole, da aperitivo.
Champagne Premier Cru Noir Tentation Brut - Raineteau-Grimet - 100% pinot noir
Colore molto marcato. Emergono sentori di mela cotogna quasi ammaccata. Il profilo olfattivo è complessivamente di buona intensità, seppur non particolarmente articolato. In bocca acidità piuttosto tagliente e struttura che rimanda immediatamente al pinot nero.
Spumante Metodo Classico Extra Brut - Umani Ronchi - 65% verdicchio, 35% chardonnay
Sboccatura 2016. Colore intenso e naso che rivela sentori ossidativi decisi. In bocca nota amaricante che conduce nuovamente a un’idea di ossidazione e a ricordi di erbe officinali. La beva è invogliata da una spinta acida molto piacevole. Pulito e tagliente, con un residuo zuccherino piuttosto contenuto.
Champagne Brut Cuvée d'Or - Richard-Dhondt - 100% chardonnay
Sboccatura 2018. Apertura floreale, cui fa subito seguito una sventagliata di frutta matura. All’assaggio equilibrato, con buona acidità supportata anche da una ben percepibile componente salina.
Pinot grigio 2017 – Fruscalzo - 100% pinot grigio
Vegetale al primo impatto, con una sorprendente leggiadria. Ben presente un’inconfondibile nota di lieviti, sui quali questo vino sosta per 8 mesi. Freschezza e grande sapidità all’esame gusto-olfattivo.
Lugana Superiore DOC 2002 - Ca’ Lojera - 100% trebbiano di Lugana
Colore pieno, solare e di splendida lucentezza. Al naso si fa largo una certa complessità balsamica che rimanda anche a ricordi di resina da luppolo. In bocca avvolgente e sapido, con una chiusura amaricante che riporta al luppolo già avvertito all’olfazione.
Montepulciano d’Abruzzo DOC Riserva 2013 - Alberto Tiberio - 100% montepulciano
Colore ricco, che trasmette un bel senso di intensità. Apertura floreale in cui si riconosce soprattutto la rosa; segue una ventata alpina di conifera. Frutto esuberante, croccante, quasi da kirsch. Avvertiamo anche un affascinante tocco di macchia mediterranea. Il tannino è presente, ancora piuttosto graffiante, seppure in parte ammansito da una sensazione pseudocalorica importante.
La serata si chiude con tanti abbracci e tante strette di mano. Ultimo giorno di scuola, scrivevamo all’inizio. Pronti a ritrovarci a settembre, con molte nuove iniziative in preparazione! Buona estate, AIS Milano!