Finezza e modernità: Alessio Brandolini si racconta

Continua la rassegna “Le cantine dell’Oltrepò si raccontano” di AIS di Pavia. Alessio Brandolini è stato il secondo produttore ad accompagnarci nel percorso di conoscenza del territorio attraverso il racconto della sua storia di vignaiolo indipendente

Gabriella Grassullo e Ezio Gallesi

Enologo, con alle spalle varie esperienze formative (in Italia nella zona del Chianti Rùfina e in Piemonte, all’estero in Borgogna e a Bordeaux), Alessio Brandolini ci parlato dei suoi prodotti con carismatica “semplicità”. Vini che piacciono fin dal primo sorso, di moderna finezza e linearità di forma; un risultato dovuto alla zonazione e alle caratteristiche del terreno, di matrice calcareo-sabbiosa nella zona centrale e prevalentemente argillosa nella parte più alta.

Le etichette dell’artista lomellino Beppe Pasciutti sono ispirate a Miró: caratterizzate da tinte accese, rappresentano le disposizioni dei filari, le varie colorazioni dei grappoli d’uva e, nell’etichetta impiegata per il Metodo Classico, la vigna con il suo foliage. 

L’azienda, di 11 ettari di estensione, si trova nel vecchio borgo di San Damiano al Colle. È una zona ricca di castelli, addirittura seconda in Italia per presenza di manieri. Un contratto di compravendita di un vigneto fa risalire la nascita dell’azienda all’anno 1873. Alessio rappresenta dunque la quarta generazione. 

L’azienda ha vigneti divisi in due aree: la prima in San Damiano Centro, a sinistra della chiesa, di natura calcareo-sabbiosa, con maggioranza di marna sabbiosa e risalente al Pliocene. Da questa zona si ricavano vini eleganti e corposi (il Soffio, il Cassino, il Bardughino, Al Negres). La seconda, sempre collocata in San Damiano ma a destra della chiesa, sconfina nei comuni Montù Beccaria e Santa Maria della Versa. Questa porzione si può considerare a tutti gli effetti una costola della Valle Versa; di era geologica più antica, l’Eocene, ha maggior presenza di argilla che dà meno potenza, meno tannini ma un’acidità e una finezza adatta per vini più freschi e intensi (Metodo Classico, riesling e il Beneficio). In vigna si pratica l’inerbimento spontaneo per aumentare la competizione tra erba e vite (minor produzione per ceppo) e per avere minore erosione del suolo. Non viene praticata nessuna concimazione: a tale scopo si ha unicamente l’utilizzo di vinaccia esausta di vini rossi, fonte di carbonio per la vite.

Alessio pratica il diradamento solo quando è necessario, come ad esempio lo è stato nella difficile annata 2014. Il sistema di allevamento è quasi tutto a Guyot con basso numero di gemme per avere una giusta superficie fogliare e migliore qualità. Bassa la produzione, in media 70 quintali per ettaro. Per il Metodo Classico si ha una resa uva/vino inferiore al 45%. Brandolini punta ora molto sul pinot nero, diversamente dal suo progetto iniziale di focalizzazione su Rosso Oltrepò, Buttafuoco e altri vini da vitigni autoctoni. Lo studio e l’esperienza, infatti, lo hanno piano piano avvicinato al grande vitigno borgognone, che pur non essendo autoctono del territorio, secondo alcuni ampelografi poteva già essere presente in Oltrepò con alcuni cloni (Pinolo, Pignolo gentile e Pignolo grappolato) già dal 1500.

Per quanto riguarda il Metodo Classico, Brandolini reputa importante la raccolta in cassetta, con la speranza che questa pratica presto venga codificata nel disciplinare, unitamente alla pressatura che non dovrebbe superare il 38% di resa per un bianco e 45% per un rosato. In questo modo si eviterebbe la rottura della buccia, il conseguente trasferimento di colore e la sensazione amara di tannini. La scelta del giovane vigneron è quella di utilizzare lieviti indigeni per la prima fermentazione, successivi bâtonnage per dare struttura, mosto d’uva per la presa di spuma, e infine un lievito selezionato a Épernay per la creazione del pied de cuve. Il Metodo Classico rimane sui lieviti per un minimo di minimo 36 mesi. Il remuage è effettuato in manuale, e non vi è utilizzo di chiarificanti. 

La vigna Luogo d’Agosto, che dà vita ai primi due vini della serata, ha 38 anni di età. Una parte è coltivata a Guyot, l’altra a cordone speronato alto. Il nome nasce da una vecchia vendemmia (intorno agli anni ’70) di pinot nero effettuata ad agosto, evento all’epoca piuttosto inconsueto. Ora raccogliere ad agosto è diventata una normalità, ai tempi non si vendemmiava mai prima del 5/6 settembre. La vigna, di 5 ettari di superficie, si trova in una piccola vallata che permette escursione termica e tenuta del pH.  

I vini della serata

VSQ Pinot nero Metodo Classico bianco brut nature LUOGO D'AGOSTO 2014
(100% pinot nero, 38 mesi sui lieviti, un anno dalla sboccatura, 1,5 g/l zuccheri residui, 12,7% vol.)

L’annata ha saputo dare espressività ad aromi floreali, fiori bianchi, di aromi del pane e scorza di limone, in una veste brillante paglierina. Il gusto è sottile e verticale. Aperitivo.  

VSQ Pinot nero Metodo Classico rosé brut nature NOTE D'AGOSTO 2009
(100% pinot nero, 120 mesi sui lieviti, sboccatura à la volée 15 giorni prima della degustazione, 1,2 g/l di zuccheri residui, 12,5% vol.).  

Si presenta in rosa ramato dal fine perlage, naso esuberante con le sue note evolute di mela cotta, fiori gialli appassiti, piccoli frutti rossi e cenni mentolati. In bocca è pieno di bella freschezza e sapidità. A tutto pasto.            

Provincia di Pavia bianco IGT IL BARDUGHINO 2017
(100% malvasia di Candia aromatica, 8 mesi sulla feccia fine, 30% macerazione di 5 giorni, 2 g/l di zuccheri residui, 13% vol.).

Dalla Vigna Bardughino (in dialetto terra bianca); vigna di 44 anni, molto calda, a girapoggio con due maturazioni differenti in vigna. Il sistema d’impianto è a cordone speronato alto. Data l’esposizione e la ventilazione si effettuano pochissimi trattamenti.
Paglierino intenso, al naso albicocca matura, gelatina di agrumi, timo, aneto, maggiorana, kumquat, glicine, mela al forno. In bocca morbido, salato, equilibrato, ritorni agrumati, persistente. Vino giocato sull’eleganza simile a una lieve pennellata di luce. Rombo alle erbe fini.     

Provincia di Pavia Pinot nero IGT AL NEGRES 2017 in anteprima
(100% pinot nero. Annata calda, 10 giorni di macerazione sulle bucce, vengono tolti tutti i vinaccioli, 12 mesi in tonneau di secondo-quinto passaggio, 3 mesi in cemento, 13% vol.).

Dal vigneto Al Nègres; vigna di 18 anni, esposta a nord con elevata escursione termica, sistema di allevamento a Guyot con bassa resa quantificabile in 50/70 quintali per ettaro. Rubino intenso e lucente, lampone, ciliegia, fragolina di bosco, petali di violetta in caramella, nota di pino mugo. Vino strutturato, minerale, con tannino ben gestito, persistente. Vino in divenire. Roast beef con funghi e patate.

Provincia di Pavia rosso IGT IL BENEFICIO riserva 2014
(croatina 80% croatina, 18% barbera, 2% uva rara, macerazione sulle bucce per 30-40 giorni, 12 mesi in barrique di 2-4 passaggio, 12 mesi in cemento e poi almeno un anno in bottiglia, 13,5% vol.). 

Dal vigneto Beneficio, vigna di 38 anni, acquistata dal nonno nel 1873, sita in zona Rovescala. Terreno di marna argillosa con una vena di gesso, sistema di allevamento a Guyot con una produzione di 50/80 quintali per ettaro.  
Rubino molto intenso, all’olfatto rosa e iris appassiti, amarena sotto spirito, prugna in confettura, pepe rosa, cannella, cardamomo, noce moscata, tabacco. In questa fase la freschezza veste il vino e lo caratterizza. Il tannino è presente ma fine, minerale, persistente. Cinghiale in umido.    

La Storia dell’Oltrepò si sta scrivendo, e Alessio Brandolini sarà uno dei protagonisti di queste pagine!