Giochiamo alla syrah!
Racconti dalle delegazioni
28 agosto 2023

Otto Syrah di età e provenienze diverse indagati con la supervisione e i suggerimenti di Nicola Bonera che, come noi, gioca, alla cieca. Un voto segreto per vedere cosa si è capito del vino e la rassicurante sensazione che c’è sempre da studiare.
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A noi piace chiamarlo alla francese, la syrah, perlomeno quando si parla dell’uva, ma per alcuni produttori è il syrah e per altri ancora shiraz. È un vitigno dai tanti nomi e dalle tante origini: per un po’ si è pensato che provenisse dalla Persia - dall’antica capitale chiamata Shiraz -, poi s’è presupposto che vedesse i propri natali nell’Italia del sud, nella zona di Siracusa (forse proprio come, anche qui, pare suggerire il nome), ma le analisi del DNA mostrano che l’origine di quest’uva è un incrocio spontaneo fra dureza e mondeuse blanche.
La syrah è coltivata un po’ in tutto il mondo ed è l’ottava uva più diffusa. In Francia e in Australia ce ne sono rispettivamente 40.000 ettari; in Italia se ne raggiungono all’incirca 8.000, soprattutto nel versante tirrenico del Paese, in Toscana, Lazio, Sicilia. Di recente in Piemonte ci sono dei risultati interessanti e con minore diffusione la troviamo anche in Veneto, Valle d’Aosta, Trentino, Lombardia. La syrah ha la capacità di adattarsi alle caratteristiche pedologiche e pedoclimatiche, ecco il perché della sua internazionalità. La si trova in Australia (Adelaide, Barossa Valley, Hunter Valley), dov’è conosciuta come shiraz, ma anche in Argentina, Cile (Curicò Valley, Maipo Valley, Aconcagua Valley), in California (Sonoma, Napa Valley), in Sudafrica (Beokenhoutskloof, Saxenburg, Fairview) e nella Nuova Zelanda (Hawke’s Bay, costa est dell’isola del Nord).
Il vitigno viene usato sia in purezza che in assemblaggio; ben noto è il blend con grenache e mourvèdre (GMS), basti pensare allo Châteauneuf-du-Pape e ad altre varie denominazioni della Côte du Rhône, ma anche al di fuori della Francia: in Spagna, Algeria, Tunisia, Marocco e Australia. In purezza o quasi nella Côte du Rhône settentrionale: Côte-Rôtie, Hermitage.
Dopo aver ripassato il vitigno e un po’ di zone ci vengono spiegate le regole del gioco: si comincia con la degustazione dei vini, un processo che si rivelerà lungo ma entusiasmante visto che i calici sono 8 e si tornerà più volte su ognuno per compararne l’età, il colore, le sensazioni. Poi dovremo rispondere, ognuno singolarmente dal proprio device, alle seguenti tematiche:
- Età
- Italia - Estero
- Punteggio
- Zona specifica
In ogni sezione verranno proposte delle risposte e ci saranno dei “doppioni”; tra i vini più giovani e i più maturi passano 9 anni; in termini chilometrici, con questa degustazione, copriamo all’incirca 37.000 km.
La degustazione
Finita la degustazione comincia il voto online: ognuno è tenuto a votare età, provenienza e punteggio relativi a ogni vino. Confrontiamo, poi, a uno a uno i responsi. Alcuni vini ci dividono, altri sono più plebiscitari. Spesso la regione corretta è stata più o meno quella più votata. Nicola ha giocato con noi, è andato a colpo sicuro su sei vini, tre sono invece rimasti ignoti persino per lui. Il carino (1), il mediterraneo (6) e il seduttore (8) sono i vini che sono piaciuti di più. Noi abbiamo azzeccato qualcosina, ma abbiamo preso un abbaglio sulle zone di provenienza del quinto, del sesto e del settimo.
I vini che abbiamo degustato, in ordine sparso, sono stati questi:
- Cortona Syrah 2018 - Fabrizio Dionisio
- Sicilia Syrah Maroccoli 2019 - Planeta
- The Barossan 2017 - Peter Lehmann
- Crozes-Hermitage Les Meysonniers 2017 - Chapoutier
- Syrah 2011 - Michele Satta
- Cornas 2010 - Les Alexandrins
- Valle d’Aosta Syrah DOC Henri 2020 - Anselmet
- Syrah 2019 - Reyneke
A voi lettori riproponiamo il gioco dell’associazione: quale sarà il seduttore? Quale il mediterraneo? E il lanciafiamme?
A carte svelate realizziamo che non ci sono vincitori né vinti, che in questa serata ci è stato dato modo d’imparare e di confrontarci con un maestro capace e ironico, e di degustare in libertà. Siamo riusciti, tra chiacchiere rilassate e momenti concentrati, a studiare un vitigno che ha molto da dire e a soppesarne metodi produttivi, evoluzioni e zone.
(Soluzione: Il carino è Anselmet 2020 - Il lanciafiamme è Reyneke 2019 - Il bosco selvatico è Planeta 2019 - Il pensieroso è Les Alexandrins - L’inafferrabile è di Fabrizio Dionisio 2018 – Il mediterraneo è Chapoutier 2017 - Lo stanco è di Michele Satta 201 - Il seduttore è di Peter Lehmann 2017)