Gioco diVino. Dov'è lo Champagne?
Alla scoperta dei Crémant. Una serata di studio e "gioco" guidata da Giampaolo Girarsi e Roberto Marzi con una degustazione alla cieca di sei Metodo Classico d'Oltralpe
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Negli ultimi dieci anni il consumo di spumanti in Italia ha avuto un forte aumento, ora non è considerato più solo il vino delle feste e delle occasioni speciali, la bollicina accompagna il pasto dell'aperitivo al dolce in base alla sua tipologia e spesso ruba la scena anche ai grandi rossi.
Non solo Oltrepò Pavese, Franciacorta, Trentodoc o Alta Langa, ma in tutta la penisola vengono prodotti spumanti metodo Martinotti o Classico non solo con i più famosi vitigni adatti alla spumantizzazione ma anche con quelli inaspettati come nebbiolo, aglianico e barbera. Ma se la storia dello spumante da noi è cominciata alla fine dell'800 proprio in Oltrepò Pavese, in Francia tuttavia la tradizione delle bollicine è da far risalire minimo al 1500; anche per questo lo champagne ha oggi tutta questa meritata fama.
Come spesso accade, questo vino nacque quasi per caso perché le conoscenze enologiche dell'epoca erano ancora molto approssimative e ci vollero 300 anni di studi, di prove, di ricerche per arrivare ad un prodotto che nel 2017 ha raggiunto i 307 milioni di bottiglie e di cui l'Italia è il settimo consumatore mondiale.
Con gli anni si è arrivati alla conclusione che non fu esclusivo merito dell'abate benedettino di Hautevillers Dom Pierre Pérignon (1639-1715) la creazione dello champagne, anche se lui fu il primo a selezionare uve e vigneti, a inventare l'assemblage e i travasi e a usare il tappo di sughero che già in Inghilterra veniva usato ed è degli inglesi di fatto il merito di essere riusciti ad imprigionare le bollicine del vino che arrivava proprio dalla Francia in botti nelle loro bottiglie di vetro che a differenza dei fiaschi impagliati francesi erano molto più resistenti alla pressione. Questo perché il vetro veniva fabbricato usando come combustibile il carbone minerale anziché il legno che per la nazione dominatrice dei commerci era indispensabile usare per la costruzione delle navi.
Quindi, chi ha inventato il primo spumante francese? Sempre i monaci benedettini nella regione del Languedoc- Roussillon, a Saint-Hilaire nel 1531, la celeberrima blanquette de Limoux. Da qui dunque cominciamo la nostra degustazione-gioco capitanata da Giampaolo Girarsi e Roberto Marzi, selezionatori dei vini proposti. Perché non di solo champagne la Francia è ricca ma anche di metodi classici chiamati crémant, prodotti in varie regioni: Loira, Alsazia, Borgogna, Jura, Savoia, Languedoc-Rouissillon, Bordeaux e Vallée du Rhône. Si utilizzano anche altri vitigni che non siano Chardonnay e Pinot nero, che costano in media un terzo degli champagne.
Tra questi sei spumanti assaggiati alla cieca saremo riusciti a scoprire in quale calice si nascondeva lo champagne? Per alcuni di essi è stato più semplice trovare un'origine di provenienza, per altri il gioco si è fatto più impegnativo e sono stati necessari più assaggi ed analisi.
1° vino di GUY SAGET, crémant de Loira da chenin bianco, chardonnay e cabernet franc, 12% vol. min. 18 mesi di affinamento sui lieviti. La lucentezza del suo paglierino è sferzato da raggi verdolini e da una bollicina vivace,lo immaginiamo allegramente fresco,giovane e di facile beva e così lo ritroviamo al naso con profumi di frutta bianca che associamo in particolare alla pera e lla pesca,ad un secondo approccio avvertiamo anche del floreale. All'assaggio ritroviamo gli stessi descrittori con aggiunta nel finale di note di frutta secca. Vino da tutto pasto,anche per i dolci.
2° Vino di PAUL HERPE, blanquette de Limoux s.a. brut, 90% mauzac, 5% chenin blanc e 5% chardonnay 12%vol. Eccoci nel Languedoc dove tutto iniziò quando i monaci "rinchiusero" in una bottiglia chiusa con un tappo di legno e un laccio, il primo vino effervescente del mondo. Anche in questo caso il colore è lucente e gioca sul paglierino. Bouquet fine e delicato dal carattere fruttato, è un crémant che si abbina bene con varie portate, nota fresca ben marcata con una struttura un poco più rigida.
3° vino di DOMAINE BELLUARD crémant de Haute-Savoie "Les perles du Mont Blanc" brut 12.5% vol. 100% gringet. Il gringet è un'uva autoctona che per questo vino arriva da uno dei vigneti alpini più vecchi tra Ginevra e Chamonix. Sosta 24 mesi su lieviti indigeni, non ha subito filtrazioni né aggiunte di solforosa essedo il produttore convertito in biodinamica dal 2001. Bel paglierino caldo e lucente, lo sentiamo subito fruttato e floreale poi arriva una piacevole scia minerale che diventa in bocca la prima sensazione percepita seguita poi dalla freschezza e dalla sapidità. Bene con antipasti, primi e secondi di pesce.
4° vino di DOMAINE PERRAUD crémant de Bourgogne 100% chardonnay, 24 mesi di affinamento. In una zona dove regna incontrastati il grande rosso ecco il crémant dalla schiuma densa che fa da apertura a una simpatica e pimpante bollicina da cui vengono sospinti profumi di fiori bianchi,di frangipane e una più soave nota di pan brioche. Al palato sentiamo una piacevole vinosità con retrogusto di nocciola. Formidabile aperitivo,accompagna antipasti di salumi e crostacei.
5° vino di JOSEPH DESRUETS champagne premier cru brut 12 5% vol. 40% Pinot nero,40% chardonnay e 20% pinot meunier. Da tradizione famigliare questo vino ha un affinamento minimo di 30 mesi con 9 g/l di dosare. La sua tinta è dorata con riflessi rosei e ciò perché in cantina viene usato un torchio in legno di 125 anni chiamato darcq flamain che fa rilasciare al Pinot nero quel lieve ricordo di colore della buccia. Un naso ampio ed espressivo,di mela matura e miele che in bocca diventa di mela cotta e pasta sfoglia. Ci piace vederlo abbinato con secondi di carne bianca.
6° vino di PATRICK MEYER crémant d'Alsace s.a. 12.5% vol. 18 mesi affinamento. Uno spumante assemblato con auxerrois e Pinot bianco,senza dosaggio né solfiti per questa piccola cantina di 7 ha di terreni. Sempre brillante il colore,con bella freschezza al naso e in bocca riconducibile alla frutta a polpa bianca in particolare alla mela verde. Impeccabile in un antipasto con formaggi o crostacei. Il gioco volge al termine con la certezza che dalla Francia si possono degustare spumanti altrettanto eccezionali anche se non si chiamano champagne,con caratteristiche evidentemente differenti, che forse per questo ci hanno colpito.
E quindi, "Vive les crémants!".