I vini del Cilento. Azienda Luigi Maffini
Dopo una bella serata in Calabria con i vini dell’azienda L’Acino, saliamo un po’, ma non troppo: andiamo nel Cilento. Ci andiamo per conoscere uno dei migliori produttori locali di vini biologici certificati: Luigi Maffini
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Relatore: Luigi MAFFINI, il produttore
Viganò Brianza - I Cucinieri "One-Off" – 15 Marzo 2017
Dopo una bella serata in Calabria con i vini dell’azienda L’Acino, saliamo un po’, ma non troppo: andiamo nel Cilento. Ci andiamo per conoscere uno dei migliori produttori locali di vini biologici certificati: Luigi Maffini. Ais Lecco incontra Maffini, qualche anno fa, alla fiera FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) di Piacenza. Questo evento-mercato, che si tiene tutti gli anni a fine novembre, raccoglie la gran parte dei produttori indipendenti di tutta Italia, consentendo al pubblico l’acquisto del vino dopo l’assaggio presso il vignaiolo. L’incontro avviene per caso, gironzolando tra i banchi di degustazione, alla ricerca appassionata di vini espressioni dei loro territori, in grado di regalare profumi, sapori e soprattutto emozioni sempre diversi. E per Maffini è amore a prima vista o meglio al primo assaggio. Da buoni innamorati, il nostro Corrado ed il nostro Ermanno gli fanno una corte spietata, fino a convincerlo, finalmente, a venire a trovarci ed a presentare i suoi grandi vini. Luigi arriva carico di grande dedizione ed è meticolosissimo nella presentazione dei propri vini: tutte, ma proprio tutte le bottiglie servite da aperitivo o portate al tavolo, sono state da lui assaggiate e approvate, prima di venire offerte al pubblico presente. Per l’evento, formula e location sono quelle vincenti già adottate: aperitivo a buffet a tema e degustazione ai tavoli con piatto regionale in chiusura di serata. Il tutto al One-Off di Viganò.
Si parte dall’aperitivo appunto e viene servito il KRATOS 2016 – Fiano in purezza non filtrato proveniente dai due vigneti di proprietà: quello di Castellabate e quello di Giungano. Matura 4 mesi in acciaio. Giallo paglierino tenue, discretamente consistente. Luminoso. Abbastanza intenso al naso con sentori di frutta fresca e fiori bianchi. Mela verde e basilico, spiccano tra gli altri. Decisamente fresco e sapido. Buona anche la persistenza e l’equilibrio, in un vino che già da giovane mostra carattere e personalità.
Scegliendo le tra specialità del territorio, lo chef accompagna il vino con una carrellata di piatti a tema davvero insuperabile: Capocollo di Maddaloni, Salsiccia Napoletana, Crostone di pane alla Caprese, Parigina (pizza rustica con provola e prosciutto), Mozzarella in carrozza, Insalata di rinforzo e Gâteau napoletano di patate. Al solito, si fa attenzione ai più piccoli dettagli ed a buffet ci sono anche pani assortiti e grissini rigorosamente artigianali.
Ci si siede ai tavoli e prima di iniziare la degustazione vera e propria, Luigi ci racconta la sua storia, la sua passione ed il suo sogno iniziato a metà degli anni ’90 ed oggi quasi completamente realizzato. Parte dal racconto del suo territorio, che orgogliosamente campeggia in bianco e nero su tutte le sue etichette. Il Cilento si trova a sud est della Campania, si affaccia sul Mar Tirreno e rappresenta la parte ancora selvaggia della regione. I comuni di Giungano e Castellabate, dove Maffini ha le vigne, sono estremamente ventosi: un soffio continuo per 250 giorni all’anno su colline con una pendenza del 30-35%. Il terreno è unico nel panorama campano: non è mai stato influenzato dai vulcani e qui regna il “flysch” argilloso calcareo del Cilento. Si tratta di marnee calcaree ricche di pietre, che donano ai vini una straordinaria mineralità.
È in questo contesto che, insieme alla moglie Raffaella Gallo, immaginano e realizzano il loro sogno o meglio il loro progetto di vita. Maffini ha origine emiliane e negli anni settanta, il padre, porta un po’ della sua terra in Cilento, piantando Sangiovese e Trebbiano, a fianco degli autoctoni Fiano e Aglianico. Nel ‘96 la svolta con le prime vendemmie professionali, a Castellabate, puntando sul Fiano. Da qui un crescendo fino al 2002, con la scelta coraggiosa che probabilmente ne cambia definitivamente la storia: sfidando l’assioma che vuole il vino riuscire dove è sempre riuscito, individua un zona collinare nel comune di Giungano, completamente ricoperta da macchia mediterranea e la trasforma in un oasi vitivinicola. Insieme ai vigneti di Castellabate, raggiunge così i 12 ettari e le 100.000 bottiglie all’anno. La sfida, lo si vedrà durante la degustazione, può dirsi vinta.
Si comincia a degustare:
Primo vino: PIETRAINCATENATA 2015 – Fiano in purezza ottenuto solamente dai vitigni di Giungano. Vendemmia e fermentazione parcellizzata. Il 30% passa in acciaio mentre il rimanente 70% fa barrique nuova. Giallo paglierino cristallino e particolarmente luminoso. Di buona consistenza. Intenso ed elegantissimo al naso con note di fiori di campo e frutta tropicale, dove il mango primeggia. Ad affiancarli una nota di affumicato. In bocca è abbastanza morbido, fresco e sapido. La mineralità del terreno qui si esprime al meglio e la nota di lavagna è evidente. Già un grande vino, con ampi spazi di evoluzione.
Secondo vino: PIETRAINCATENATA 2011 – Fiano in purezza ottenuto dallo stesso vigneto e seguendo lo stesso metodo del precedente. Giallo paglierino carico con riflessi dorati. Intenso, complesso e fine al naso con note di frutta esotica stramatura, pasticcini, mandorla, un accenno di idrocarburi ed una potente nota di zafferano. In bocca esprime rotondità, ma sorprende con un finale acido e con una leggerissima ossidatura. Tanta roba, considerando che l’annata 2011 è stata meteorologicamente meno felice della 2015.
Terzo vino: KLEOS 2014 – Aglianico in purezza ricavato dalle due vigne di Castellabate e Giungano. Matura per 12 mesi in barrique di secondo o terzo passaggio. Rosso rubino quasi impenetrabile. Abbastanza intenso al naso con note speziate, pepe nero in primis, liquirizia e ciliege sotto spirito. Al palato, è equilibrato, piacevolmente tannico e persistente.
Quarto vino: CENITO 2010 – Aglianico in purezza ottenuto da una selezione di grappoli dei vigneti di Castellabate. Viene prodotto solo nelle annate migliori, come il 2010 appunto. Rosso granato impenetrabile. Complesso e fine al naso con i frutti di bosco che dominano, insieme a note di noce moscata e cola. In bocca è ancora fresco con un tannino morbido. Ottima la persistenza gusto olfattiva.
A fine degustazione, viene servito un prelibato piatto di Pasta e Fagioli con le cozze e per chiudere in bellezza una serata davvero affascinante, ed ancora Luigi ci stuzzica invitandoci ad andare a trovarlo in cantina, per continuare il viaggio appena iniziato, tra la sua terra e con suoi vini.
Per saperne di più:
LUIGI MAFFINI www.luigimaffini.it
CILENTO www.vinidelcilento.com
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