I vini della Nuova Zelanda, un'esperienza «come nessun’altra»

Con la presenza del Console Austin Brick, AIS Monza ha ospitato un’affascinante serata dedicata ai vini neozelandasi. Un affresco su storia, areali e vitigni di riferimento, condotto da Guido Invernizzi

Ilaria Menci

«Se ci prendiamo  cura della terra e delle persone, ci prendiamo cura anche del futuro». Ad aprire la serata che AIS Monza ha dedicato alla Nuova Zelanda e alla sua viticoltura, sono le parole di Austin Brick, Console neozelandese a Milano, ospite d’eccezione insieme alla consorte. 

Il Console ha puntato l’attenzione sul grande talento per la produzione del vino della popolazione di questo Paese la quale, abbracciando una filosofia innovativa, ha ottenuto vini dinamici, non legati alle convenzioni e che si distinguono per la loro purezza. Peculiarità che consentono alla Nuova Zelanda di essere, sebbene “giovane” nel mondo del vino, considerata ormai uno dei suoi grandi protagonisti, in netta crescita ed espansione e con un’attenzione sempre più incentrata  sui temi legati alla sostenibilità.

«La Nuova Zelanda è una terra come nessun’altra, il vino della Nuova Zelanda è un’esperienza come nessun’altra. La nostra speciale combinazione di suolo, clima e acqua, il nostro spirito innovativo e pionieristico e il nostro impegno per la qualità si uniscono per offrire esperienze pure, intense e diverse. In ogni bicchiere di vino neozelandese è un mondo di pura scoperta»

A condurci in questo affascinante viaggio una guida di grande esperienza e particolarmente esperta della produzione neozelandese, Guido Invernizzi, che con la sua immensa passione ci ha tenuti incollati alle sue parole e ai calici fino all’ultimo secondo.

La Nuova Zelanda, isola della lunga nuvola bianca, divisa in due parti, Isola Sud e Isola Nord, possiamo dire abbia molte affinità con il nostro Paese: è, infatti, un territorio caratterizzato da lunghe zone costiere e da grandi microclimi e, come ci fa notare Guido, ha addirittura la stessa forma dell’Italia se solo giriamo la cartina geografica!  Il Paese ha iniziato a commercializzare il vino solo negli anni ‘80, con una produzione che copre solo l’1% del vino mondiale, ma è però al 6° posto per esportazione. I vini, come anticipato dal Console, sono innovativi, dinamici e slegati dalle tradizioni. A partire dagli anni ‘90 si è intrapreso un importante programma di sostenibilità che ha portato la Nuova Zelanda ad essere il primo Paese al modo in questo ambito.

Il territorio e il clima

La Nuova Zelanda è morfologicamente caratterizzata dalla presenza di montagne, che qui creano una vera e propria barriera dall’Oceano Pacifico, che è uno straordinario deterrente per la viticoltura. Il clima è particolarmente complesso, si passa da quello subtropicale estremo a nord fino a diventare temperato e fresco a sud. Ed è proprio il sud a essere zona molto favorevole per la viticoltura, grazie a una delle luminosità medie giornaliere più elevate del mondo.

Una grande complessità la troviamo anche da un punto di vista geologico, grazie all’origine di questa terra, nata dalla frammentazione della Pangea circa 85 milioni di anni fa. La Nuova Zelanda si trova posizionata sulle placche del Pacifico e Australiana; questo significa che esistono zone, territori e terreni diversissimi tra di loro e di conseguenza una grande diversità dei prodotti che ne derivano. Da sottolineare, inoltre, come nessun vigneto neozelandese disti più di 120 km dall’oceano, soprattutto sulle coste orientali; tutti i vini risentono pertanto del grande influsso marino.

Un affresco delle principali zone vitivinicole

Northland

La zona più a nord dell’isola nord, vicina al mare e con un clima subtropicale umido. Dà origine a vini corposi e ricchi; troviamo ottimi pinot grigio, chardonnay con note tropicali e vibranti viogner.
Tra i rossi spiccano eleganti cabernet e merlot, syrah di medio corpo ed una piccola parte di pinotage.

Auckland

Situata nell’Isola nord, è una delle regioni vinicole più antiche della Nuova Zelanda, caratterizzata da un clima marittimo temperato e da terreni vulcanici ricchi di argilla.
Con una superficie vitata di quasi 300 ettari, ad Auckland si producono vini di alto livello qualitativo, nei quali a farla da padrona sono i bordolesi, cabernet e merlot, ma anche lo chardonnay e dei grandi syrah.

Gisborne

Primo approdo di Cook, Gisborne è una zona molto calda e con il numero maggiore di ore di sole. Vanta il primato di aver ospitato la prima vendemmia neozelandese. I vigneti si estendono per circa 1245ettari e vedono come varietà dominante lo chardonnay, seguito da pinot gris ed altri.

Hawke’s Bay

Zona complessa dal punto di vista geologico, perfetta dal punto di vista climatico, è caratterizzata da giornate calde e quasi 2200 ore di sole all’anno. I vini di questa zona sono più rotondi e tropicali, e nella maggior parte dei casi dotati di minor acidità. Qui i vini rossi hanno una marcia in più, soprattutto quando si parla di syrah, varietà molto coltivata e che da origine a vini caratterizzati da una classica nota speziata.

Malborough

Con quasi 24 mila ettari vitati, a Malborough - isola sud - sole, temperature moderate e forti variazioni climatiche sono le chiavi per ottenere dei vini di penetrante intensità del frutto, grande espressione varietale ed alta acidità. I terreni qui sono sassosi, con la presenza di sabbia e residui glaciali. La costa orientale porta una brezza marina e le montagne proteggono le vigne da pioggia e vento.

Canterbury/Waipara

Situata a 200 km dalla costa est sull’isola sud, la zona di Canterbury si distingue per un clima fresco e secco, dove le montagne meridionali assicurano basse piogge e , grazie a un’alta luminosità, le basi per una piena espressione varietale. Spiccano ottimi pinot nero, ma anche eleganti chardonnay, riesling e aromatici.

La degustazione

Sauvignon Blanc Bubbles - Vicar’s Choise 2022 – Saint Clair

Sauvignon blanc vendemmiato nelle valli di Malborough, esattamente a Wairau e Awatere. Le uve subiscono una pressatura soffice e il succo viene fermentato a freddo in acciaio per mantenere freschezza e carattere varietale. La vinificazione avviene con metodo Charmat in autoclave.

Avvicinandolo al naso, si riconosce subito il sauvignon blanc, con le sue tipiche note di peperone verde, asparago, sedano, finocchio, sentori verdi croccanti accompagnati da agrumi, che qua ricordano la buccia del pompelmo, e da rimandi di frutta tropicale. Al sorso incontriamo una bolla perfettamente gestita e ritroviamo l’agrume ed il frutto. Una bocca sapida, marina.
Ciò che spicca e che apprezziamo sono la bellezza, la corrispondenza e la semplicità. Da abbinare come aperitivo a dei gamberi o crostacei che, con la loro tendenza dolce si sposano certamente bene con la freschezza e sapidità del vino.

Sauvignon Blanc Wairau Reserve 2022 – Saint Clair

Prodotto nella bassa Wairau Valley, dove le temperature diurne sono calde mentre di notte sono più fresche. Qui i suoli sono ricchi di elementi nutritivi, con presenza di materiali portati dalle inondazioni, da cui il vitigno tra tutti i nutrimenti. La fermentazione avviene in acciaio con lieviti selezionati. L’indicazione “Reserve”, a differenza del significato che assume nelle nostre denominazioni, qui sta ad indicare che la miglior parcella in termini qualitativi.

Dal colore verdolino tenue, al naso si apre con una piacevole nota verde accompagnata da frutta tropicale, agrume maturo e sentori sulfurei di pirazine. In bocca ritorna verticale e diretto l’aroma di agrume, in chiave di pompelmo, oltre a una sapidità gessosa. Un vino caratterizzato da una bella struttura ma anche da enorme finezza; di grande equilibrio e armonia tra naso e bocca.

Riesling Malborough – Origin 2021 – Saint Clair

Nella produzione di questo vino, ogni parcella viene fermentata separatamente in acciaio, poi si procede con l’assemblaggio, la stabilizzazione e imbottigliamento.

Vino con poca materia colorante e notevole trasparenza. I profumi sono quelli che ci aspettiamo da un riesling: fiori, pesca bianca e sul finale una bellissima nota pietrosa.
L’assaggio rileva subito una spiccata acidità che azzera il residuo zuccherino. Grande scorrevolezza di beva, piacevole e persistente. Ritorna precisa in bocca la nota minerale e un aroma di naftalina.
Pensando ad un abbinamento, lo immaginiamo sposarsi bene con uno stinco coi crauti.

Pinot Gris Malborough 2021 - Te Whare Ra

Pinot grigio di un piccolo produttore che si trova nella sotto regione di Malborough, in una zona dal terreno agilloso-limoso. Le uve vengono vinificate in acciaio per valorizzare le caratteristiche del vitigno.
Il colore di questo vino, pur rimanendo sulle tonalità del verdolino, ha una maggiore carica cromatica. L’impatto olfattivo è completamente diverso gali altri; qui spicca un frutto più maturo, di pera, descrittore caratteristico del pinot grigio della Nuova Zelanda, oltre a una nota tropicale di pesca. Un vino minerale, gessoso, con anche una grande parte floreale. Nel suo complesso un naso ricco, pieno, di grande intensità.

Il sorso è secco e minerale; siamo di fronte a una sapidità più scura e certamente a un vino più austero, muscolare, verticale, che non lascia spazio a troppi fronzoli. Netta la parte agrumata, di scorza. 

Un vino equilibrato e molto persistente, di grande espressività.

Gewürztraminer  Malborough 2020 – Lawson’s Dry Hills

100% gewürztraminer di Malborough, derivante per il 65% da una singola parcella e per il 35% da una vigna vicina, su vigneti di 18/40 anni.
Le uve sono vendemmiate tra marzo e aprile e, dopo una pressatura soffice, il mosto fermenta in acciaio con lieviti selezionati, mentre una piccola parte fermenta in barrique francesi con lieviti spontanei. Un vino che svolge 13,5% Vol. di alcol e 8 g/l di zucchero.

Un bellissimo e luminoso verdolino, che fa da preludio a un naso assolutamente delicato, fine, con sentori di rosa e una grande florealità. Seguono nel percorso olfattivo note di zenzero grattugiato, litchi, frutta tropicale, mandarino cinese ma anche spezie e una netta sensazione minerale. Un naso di grande eleganza.
In bocca ritorna subito il petalo di rosa e si avverte nettamente la parte legata al residuo zuccherino, per un’acidità qui meno spiccata. Un sorso vellutato, rotondo, morbido.

Chardonnay Omaka Valley Reserve 2020 – Saint Clair

In questo chardonnay ritroviamo la perfetta combinazione tra notti fredde e giorni caldi. Le vigne vengono vendemmiate a mano al raggiungimento della maturazione fisiologica. La fermentazione avviene in barrique di rovere e la malolattica è svolta; anche l’affinamento prosegue per 9 mesi in barrique.

Di nuovo un verdolino più carico, con un naso da tipico chardonnay: troviamo sentori di banana matura, burro fuso, accompagnati da note tostate e speziate. Presente la parte agrumata, che qui è però candita. Parte agrumata che ritroviamo perfetta in bocca, dove spicca il limone ed una notevole acidità. Arriva anche la sensazione di pipa spenta, di tabacco e ritorna travolgente la banana. Un vino rotondo, opulento e lunghissimo.

Pinot noir – Block 10 2020 – Saint Clair

Vino proveniente dalla zona di Malborough, in una piccola area racchiusa e pianeggiante, dal suolo compatto ed argilloso.

Le uve, una volta in cantina, sono state raffreddate per cinque giorni, in modo da aiutare l’estrazione di aromi e colore. La fermentazione avviene per il 22% in legno nuovo e per il resto in barrique di terzo passaggio. Malolattica svolta, 11 mesi di affinamento.

Una discreta carica cromatica; qui il legno è vassallo di un vino che si presenta all’olfatto con una grande nota di frutta, ribes e frutti rossi, ma non mancano sentori di cannella e chiodi di garofano, erbe, officinali, genziana fino alle caramelline alla violetta. Un naso complessivamente molto elegante, che anticipa un sorso croccante e di grande acidità, dove spicca un ribes fresco e fragrante. Un vino che in bocca risulta molto pulito, elegante e riconoscibile; molto persistente.

Syrah Hawke’s Bay – Craggy Range 2017 – Gimblett Gravels Vineyard

Prodotto da un Grand Cru di Gimblett Gravel, un syrah in purezza di un’annata, la 2017, caratterizzata da un’estate tiepida con minima piovosità. Le uve vengono lasciate per il 10% a grappolo intero e per il 90% vengono diraspate e il vino affina 15 mesi in barrique.

Un bel rubino di discreta carica cromatica, al naso si percepisce come sia stato usato in modo intelligente il legno. Arriva subito la speziatura, il pepe bianco insieme a una ciliegia matura; ma subito dopo emergono le erbe aromatiche e note balsamiche e di salamoia. Un naso che fa certamente capire che il vino proviene da una zona di sole. Ritorna preciso all’assaggio il pepe, insieme ad una nota di pomodoro secco ed olive in salamoia.  Un sorso molto pulito e di grande freschezza