Il Barolo di Domenico Clerico
Il racconto della serata dedicata al Barolo di Domenico Clerico, ospite della delegazione Ais di Mantova, organizzatrice della serata.
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Domenico Clerico è un grande produttore, autentico interprete del territorio delle Langhe. E in una eccezionale serata -degustazione organizzata da Luigi Bortolotti presso il ristorante Edelweiss di Castel D' Ario ci ha spiegato il suo punto di vista.
Dalle sue energiche parole si comprende un legame indissolubile con la terra, i vitigni, il lavoro. La sua storia “vitivinicola” inizia nel 1976 quando decide di lasciare l'occupazione di agente di commercio per entrare e dedicarsi a tempo pieno all’azienda agricola di famiglia. Si è avvalso negli anni della collaborazione di persone capaci e valide, tra cui Massimo Conterno. Il terreno di proprietà era inizialmente di soli 3 ettari, coltivati a vigneto, a barbera, dolcetto e nebbiolo. Con molte fatiche e con buona volontà ha sviluppato l’azienda che ora ha circa 21 ettari di vigna di cui 18 in produzione per un totale di 90.000 bottiglie di vino prodotte all’anno, suddivise tra Langhe Dolcetto – Visadì – Barbera d’Alba Trevigne e i suoi tre cru di Barolo.
Purtroppo a quei tempi l’uva era prodotta in grande quantità perché non era pagata ed inoltre si faceva abuso di sostanze chimiche sui terreni, per incentivare le produzioni e diserbarli; fortunatamente sono cambiati i tempi e si sono capiti alcuni concetti fondamentali: produrre in qualità e non in quantità e limitare l’utilizzo dei prodotti chimici.
Cosi' Domenico ha cercato di fare Barolo, lavorando e producendo bene, secondo le tradizioni e rispettando il territorio, senza scendere a compromessi con le mode (ma, giustamente, è stato sottolineato, un' azienda ha un bilancio da far quadrare e quindi è anche corretto adattarsi alle richieste del mercato, cambiare, evolversi, senza perdere di vista però gli obiettivi qualitativi).
Fra i nuovi progetti di Domenico vi è una nuova e più efficiente cantina, nonché un nuovo vino.
Apre la degustazione il BARBERA D’ALBA TRE VIGNE 2006: ottenuto da uve scelte omonime del Comune di Monforte, su marne tufacee e argillose, diraspate e fatte fermentare per circa 10 giorni a temperatura controllata. L’affinamento avviene per circa 1 anno in barriques francesi, di cui metà nuove e il resto di 2° e 3° passaggio.
Questo vino si presenta dal colore rosso rubino con sfumature violacee. All’olfatto presenta profumi di ribes, frutti rossi, note balsamiche, quasi eucalipto, senso del legno; è pieno, rotondo; in bocca vi è una astringenza elegante sostenuta dalla freschezza. Una Barbera superba, giovane, già abbastanza armonica, che può ancora attendere. E’ di medio-lungo affinamento in bottiglia. (14,5%).
In apertura vengono serviti “pane bianco e olio”, che servono molto bene ad esaltare le caratteristiche del calice appena degustato.
Segue Il LANGHE ROSSO ARTE 2006, ottenuto da uve scelte di vecchi vitigni di nebbiolo (90%) e barbera (10%), con perfetto equilibrio tra potenza e tannini del primo e frutto e acidità della seconda. Le uve vengono diraspate e fatte fermentare in rotomaceratori per circa 12 giorni il nebbiolo, e per circa 14 giorni la barbera. Dopo i travasi, i 2 vini vengono assemblati insieme. L’affinamento avviene in barriques nuove per 16-20 mesi.La zona di produzione è Monforte d’Alba ed il terreno è costituito da marne tufacee e argillose.L’esposizione dei vigneti di nebbiolo è a Sud, Sud-Est, a 350 mt slm.
Il nebbiolo infatti è un vitigno che ha il ciclo vegetativo lungo (germoglia presto e si vendemmia tardi); è necessario piantarlo sopra i 200 mt slm per evitare le gelate basse (a primavera inoltrata) perché non ha la 2° gemma e quindi in caso di gelata fa il tralcio ma non il grappolo; non va però allevato oltre certe altitudini, in quanto non maturerebbe (lì indicati sono invece i dolcetti),ed è fondamentale la direzione Sud, Sud-Est, per poter effettuare i trattamenti a mano alle prime luci del giorno, a protezione dalle muffe.
All'esame visivo si presenta limpido, rosso rubino vivace; all’olfatto è intenso, è chiaramente percepibile il frutto rosso da sottobosco, la speziatura, il goudron. In bocca il tannino ci accompagna, è austero, vigoroso, elegante. E’ indicato per un uso quotidiano,la sua la piacevolezza accompagna bene i pasti.
Il terzo vino in degustazione è il LANGHE ROSSO ARTE 2004, di cui sono state prodotte 12.500 bottiglie; si presenta limpido, impenetrabile, rosso rubino con riflessi granato; all’olfatto è percepibile il piccolo frutto rosso, la mandorla, l’argilla. Vi è un grande equilibrio olfattivo e perfetta corrispondenza al gusto. Il tannino è già più sfumato rispetto il precedente del 2006.
Come sostiene Clerico, il piacere del vino è prima di tutto condividerlo con gli amici accostandolo a gustosi piatti. Matteo, chef del ristorante, i questo caso ha pensato ad un abbinamento con “mezzemaniche al pesto di maiale alla moda di Castel d’Ario”. Deliziose a dir poco.
Il CIABOT, si trova nel Comune di Monforte d’Alba; è una parte del vigneto “Ginestra”, ampio 3,20 ettari, situato ad una altitudine di 420 mt slm; il nome deriva da una piccola casa di campagna che era di proprietà, prima del suo acquisto nel 1981, dei fratelli Fiore e Mentin.
Il terreno è ricco di calcare e argilla, la sua vicinanza con Serralunga conferisce ai vini toni balsamici e un tannino minuto ma gradevolmente duro, caratteristica di questo comune e che ovviamente è differente dai restanti vicini paesi. Le uve sono di nebbiolo. Vengono utilizzate solamente quelle sceltissime che provengono da vigne di almeno 10 anni, perché le altre sono usate per il Langhe Rosso Arte. Le rese per ettaro sono 55 q.li circa.
Le uve sceltissime di nebbiolo dei 3 crus (non sono state prodotte separatamente), vengono diraspate e fatte fermentare in rotomaceratori per circa 12-14 giorni a temperatura controllata. L’affinamento viene fatto in barriques di rovere francese nuove 85-90%, di 2°passaggio 10-15%, per circa 2 anni. E’ di medio lungo affinamento in bottiglia.
La tipologia di vino è BAROLO DOCG e le bottiglie prodotte sono tra le 10.000 e le 12.000.
Il quarto vino degustato è il BAROLO DOCG CIABOT MENTIN GINESTRA 2006 DALLA BOTTE; infatti questo non è ancora in bottiglia, è nebbiolo; si tratta della prima annata ottenuta da una fermentazione spontanea, ossia senza aggiunta di lieviti selezionati. Le precedenti annate provengono da lieviti ottenuti da ceppi autoctoni.
E’ color rosso rubino tendente al granato; l’espressività è ancora chiusa, i sentori sono da frutto rosso da sottobosco, dei legni, appena accennate le note balsamiche, ma il tutto in bocca è scomposto perché è immaturo. Vi è una bella consistenza, al naso si fonde sempre più e appare una nota speziata e di sandalo e rosa appassita. In bocca la spigolatura dei tannini si ammorbidisce col resto e le sensazioni terziarie si amalgamano con essi.
Lo assaggiamo anche nelle versioni 2004 ( si presenta limpido, color rosso rubino vivace con riflessi granato; all’olfatto è espressivo e suadente, con un frutto ricco e un legno delicato, ma non ancora amalgamato. In bocca, al momento, si presenta scomposto tra alcool e tannino) e 2001: è limpido, color granato; i toni olfattivi estremamente eleganti, dotati di forza; si percepiscono i profumi del frutto da sottobosco, dei funghi, del goudron, ma accompagnati da una nota di eleganza calcarea, di argilla e di mineralità. In bocca subito si presenta scorbutico, poi però si ingentilisce ed è di grande avvolgenza, di buona ricchezza sostenuta da grande freschezza data dall’acidità.
Lo chef prepara un ottimo “brasato di cappello del prete con polenta morbida” che perfettamente si abbina al Barolo appena degustato.
Nel 1995 viene acquistato il terreno ai “Mosconi” di Monforte. Qui sono impiantati vitigni di nebbiolo dell’età di oltre mezzo secolo (56 anni) e da qui nasce il PerCristina: vino ottenuto da sceltissime uve che vengono diraspate e fatte fermentare in rotomaceratori per circa 15 giorni a temperatura controllata. L’affinamento è effettuato in barriques nuove per 24 mesi.
Il PerCristina nasce solo in particolari annate, è vino di sfrenata selezione in vigna e di puntiglioso ed accurato lavoro in cantina.
Il PerCristina 2000 è il settimo ed ultimo vino degustato, in un piacevole crescendo. All’aspetto è limpido, di color granato. All’olfatto si presenta molto intenso, persistente, fine e ampio. Si coglie in modo netto il sottobosco, il cacao amaro, la speziatura, la nocciola, una nota balsamica. In bocca non si smentisce e si presenta secco, discretamente fresco, sapido, caldo, giustamente astringente, pieno e corposo. E’ persistente e al retrogusto spicca la nota fruttata e speziata. E’ indiscutibile e straordinario per potenza ed espressione. Un grande vino.
In chiusura è molto indicato per la sua ricchezza accostargli “Parmigiano Reggiano delle colline di Reggio di 48 mesi”.
La zona di Monforte d’Alba è sicuramente molto vocata al nebbiolo. I vini di Dmenico Clerico sono dotati di personalità e armonia. Si dice che Domenico parli con la vigna; il dialogo è apparentemente univoco e la vigna, pur muta e sorda, risponde con uve esclusive.
[Foto tratte dal sito www.altissimoceto.it]
Dalle sue energiche parole si comprende un legame indissolubile con la terra, i vitigni, il lavoro. La sua storia “vitivinicola” inizia nel 1976 quando decide di lasciare l'occupazione di agente di commercio per entrare e dedicarsi a tempo pieno all’azienda agricola di famiglia. Si è avvalso negli anni della collaborazione di persone capaci e valide, tra cui Massimo Conterno. Il terreno di proprietà era inizialmente di soli 3 ettari, coltivati a vigneto, a barbera, dolcetto e nebbiolo. Con molte fatiche e con buona volontà ha sviluppato l’azienda che ora ha circa 21 ettari di vigna di cui 18 in produzione per un totale di 90.000 bottiglie di vino prodotte all’anno, suddivise tra Langhe Dolcetto – Visadì – Barbera d’Alba Trevigne e i suoi tre cru di Barolo.
Purtroppo a quei tempi l’uva era prodotta in grande quantità perché non era pagata ed inoltre si faceva abuso di sostanze chimiche sui terreni, per incentivare le produzioni e diserbarli; fortunatamente sono cambiati i tempi e si sono capiti alcuni concetti fondamentali: produrre in qualità e non in quantità e limitare l’utilizzo dei prodotti chimici.
Cosi' Domenico ha cercato di fare Barolo, lavorando e producendo bene, secondo le tradizioni e rispettando il territorio, senza scendere a compromessi con le mode (ma, giustamente, è stato sottolineato, un' azienda ha un bilancio da far quadrare e quindi è anche corretto adattarsi alle richieste del mercato, cambiare, evolversi, senza perdere di vista però gli obiettivi qualitativi).
Fra i nuovi progetti di Domenico vi è una nuova e più efficiente cantina, nonché un nuovo vino.
Apre la degustazione il BARBERA D’ALBA TRE VIGNE 2006: ottenuto da uve scelte omonime del Comune di Monforte, su marne tufacee e argillose, diraspate e fatte fermentare per circa 10 giorni a temperatura controllata. L’affinamento avviene per circa 1 anno in barriques francesi, di cui metà nuove e il resto di 2° e 3° passaggio.
Questo vino si presenta dal colore rosso rubino con sfumature violacee. All’olfatto presenta profumi di ribes, frutti rossi, note balsamiche, quasi eucalipto, senso del legno; è pieno, rotondo; in bocca vi è una astringenza elegante sostenuta dalla freschezza. Una Barbera superba, giovane, già abbastanza armonica, che può ancora attendere. E’ di medio-lungo affinamento in bottiglia. (14,5%).
In apertura vengono serviti “pane bianco e olio”, che servono molto bene ad esaltare le caratteristiche del calice appena degustato.
Segue Il LANGHE ROSSO ARTE 2006, ottenuto da uve scelte di vecchi vitigni di nebbiolo (90%) e barbera (10%), con perfetto equilibrio tra potenza e tannini del primo e frutto e acidità della seconda. Le uve vengono diraspate e fatte fermentare in rotomaceratori per circa 12 giorni il nebbiolo, e per circa 14 giorni la barbera. Dopo i travasi, i 2 vini vengono assemblati insieme. L’affinamento avviene in barriques nuove per 16-20 mesi.La zona di produzione è Monforte d’Alba ed il terreno è costituito da marne tufacee e argillose.L’esposizione dei vigneti di nebbiolo è a Sud, Sud-Est, a 350 mt slm.
Il nebbiolo infatti è un vitigno che ha il ciclo vegetativo lungo (germoglia presto e si vendemmia tardi); è necessario piantarlo sopra i 200 mt slm per evitare le gelate basse (a primavera inoltrata) perché non ha la 2° gemma e quindi in caso di gelata fa il tralcio ma non il grappolo; non va però allevato oltre certe altitudini, in quanto non maturerebbe (lì indicati sono invece i dolcetti),ed è fondamentale la direzione Sud, Sud-Est, per poter effettuare i trattamenti a mano alle prime luci del giorno, a protezione dalle muffe.
All'esame visivo si presenta limpido, rosso rubino vivace; all’olfatto è intenso, è chiaramente percepibile il frutto rosso da sottobosco, la speziatura, il goudron. In bocca il tannino ci accompagna, è austero, vigoroso, elegante. E’ indicato per un uso quotidiano,la sua la piacevolezza accompagna bene i pasti.
Il terzo vino in degustazione è il LANGHE ROSSO ARTE 2004, di cui sono state prodotte 12.500 bottiglie; si presenta limpido, impenetrabile, rosso rubino con riflessi granato; all’olfatto è percepibile il piccolo frutto rosso, la mandorla, l’argilla. Vi è un grande equilibrio olfattivo e perfetta corrispondenza al gusto. Il tannino è già più sfumato rispetto il precedente del 2006.
Come sostiene Clerico, il piacere del vino è prima di tutto condividerlo con gli amici accostandolo a gustosi piatti. Matteo, chef del ristorante, i questo caso ha pensato ad un abbinamento con “mezzemaniche al pesto di maiale alla moda di Castel d’Ario”. Deliziose a dir poco.
Il CIABOT, si trova nel Comune di Monforte d’Alba; è una parte del vigneto “Ginestra”, ampio 3,20 ettari, situato ad una altitudine di 420 mt slm; il nome deriva da una piccola casa di campagna che era di proprietà, prima del suo acquisto nel 1981, dei fratelli Fiore e Mentin.
Il terreno è ricco di calcare e argilla, la sua vicinanza con Serralunga conferisce ai vini toni balsamici e un tannino minuto ma gradevolmente duro, caratteristica di questo comune e che ovviamente è differente dai restanti vicini paesi. Le uve sono di nebbiolo. Vengono utilizzate solamente quelle sceltissime che provengono da vigne di almeno 10 anni, perché le altre sono usate per il Langhe Rosso Arte. Le rese per ettaro sono 55 q.li circa.
Le uve sceltissime di nebbiolo dei 3 crus (non sono state prodotte separatamente), vengono diraspate e fatte fermentare in rotomaceratori per circa 12-14 giorni a temperatura controllata. L’affinamento viene fatto in barriques di rovere francese nuove 85-90%, di 2°passaggio 10-15%, per circa 2 anni. E’ di medio lungo affinamento in bottiglia.
La tipologia di vino è BAROLO DOCG e le bottiglie prodotte sono tra le 10.000 e le 12.000.
Il quarto vino degustato è il BAROLO DOCG CIABOT MENTIN GINESTRA 2006 DALLA BOTTE; infatti questo non è ancora in bottiglia, è nebbiolo; si tratta della prima annata ottenuta da una fermentazione spontanea, ossia senza aggiunta di lieviti selezionati. Le precedenti annate provengono da lieviti ottenuti da ceppi autoctoni.
E’ color rosso rubino tendente al granato; l’espressività è ancora chiusa, i sentori sono da frutto rosso da sottobosco, dei legni, appena accennate le note balsamiche, ma il tutto in bocca è scomposto perché è immaturo. Vi è una bella consistenza, al naso si fonde sempre più e appare una nota speziata e di sandalo e rosa appassita. In bocca la spigolatura dei tannini si ammorbidisce col resto e le sensazioni terziarie si amalgamano con essi.
Lo assaggiamo anche nelle versioni 2004 ( si presenta limpido, color rosso rubino vivace con riflessi granato; all’olfatto è espressivo e suadente, con un frutto ricco e un legno delicato, ma non ancora amalgamato. In bocca, al momento, si presenta scomposto tra alcool e tannino) e 2001: è limpido, color granato; i toni olfattivi estremamente eleganti, dotati di forza; si percepiscono i profumi del frutto da sottobosco, dei funghi, del goudron, ma accompagnati da una nota di eleganza calcarea, di argilla e di mineralità. In bocca subito si presenta scorbutico, poi però si ingentilisce ed è di grande avvolgenza, di buona ricchezza sostenuta da grande freschezza data dall’acidità.
Lo chef prepara un ottimo “brasato di cappello del prete con polenta morbida” che perfettamente si abbina al Barolo appena degustato.
Nel 1995 viene acquistato il terreno ai “Mosconi” di Monforte. Qui sono impiantati vitigni di nebbiolo dell’età di oltre mezzo secolo (56 anni) e da qui nasce il PerCristina: vino ottenuto da sceltissime uve che vengono diraspate e fatte fermentare in rotomaceratori per circa 15 giorni a temperatura controllata. L’affinamento è effettuato in barriques nuove per 24 mesi.
Il PerCristina nasce solo in particolari annate, è vino di sfrenata selezione in vigna e di puntiglioso ed accurato lavoro in cantina.
Il PerCristina 2000 è il settimo ed ultimo vino degustato, in un piacevole crescendo. All’aspetto è limpido, di color granato. All’olfatto si presenta molto intenso, persistente, fine e ampio. Si coglie in modo netto il sottobosco, il cacao amaro, la speziatura, la nocciola, una nota balsamica. In bocca non si smentisce e si presenta secco, discretamente fresco, sapido, caldo, giustamente astringente, pieno e corposo. E’ persistente e al retrogusto spicca la nota fruttata e speziata. E’ indiscutibile e straordinario per potenza ed espressione. Un grande vino.
In chiusura è molto indicato per la sua ricchezza accostargli “Parmigiano Reggiano delle colline di Reggio di 48 mesi”.
La zona di Monforte d’Alba è sicuramente molto vocata al nebbiolo. I vini di Dmenico Clerico sono dotati di personalità e armonia. Si dice che Domenico parli con la vigna; il dialogo è apparentemente univoco e la vigna, pur muta e sorda, risponde con uve esclusive.
[Foto tratte dal sito www.altissimoceto.it]
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