Il Collio Friulano e i suoi vini incontrano le Orobie

Una serata dedicata alla meravigliosa terra del Collio Friulano, ai suoi vini e a due grandi specialità alimentari, con una degustazione guidata da Stefano Berzi, Sommelier bergamasco Campione d’Italia nel 2021.

Stefano Vanzù

Due territori di una bellezza suadente ma non aggressiva, di persone schiette e dedite al lavoro, di tradizioni, conoscenze e sapori che si sono stratificati nel tempo e hanno permeato il carattere di queste terre e dei loro abitanti: con questi elementi comuni potremmo celebrare un ideale gemellaggio fra la città orobica ed il Collio Friulano, che si è presentato, accompagnato dai suoi vini e da due grandi specialità friulane DOP, nella Sala Caravaggio dell’Hotel Settecento di Presezzo (BG), nell’ambito dell’evento itinerante Collio Day, promosso dal Consorzio di Tutela Vini Collio.  

Sono Lucio Bernot, dell’Azienda “Casa Delle Rose” e Michele Tomba, dell’Azienda “Bolzicco Fausta”, in rappresentanza del Consorzio di Tutela Vini Collio, a parlare del Collio Friulano, una mezzaluna di dolci pendi soleggiati e dalla spiccata biodiversità, che si estende per circa 7.000 ettari nella provincia di Gorizia fra il torrente Judrio ad est, al confine con la Slovenia, e il fiume Isonzo ad ovest.   

La viticoltura nella DOC Collio

La superficie vitata nel Collio Friulano è di 1.500 ha ed i vigneti (87% di uve a bacca bianca e 13% di uve a bacca rossa) si trovano fra i 60 ed i 270 mt. s.l.m., orientati generalmente verso sud-est. Accanto alle uve di vitigni internazionali, che qui hanno, in moltissimi casi, trovato areali produttivi ideali, altrettanto importante è la presenza di vitigni autoctoni, in particolare a bacca bianca, che con i loro vini caratterizzano l’enologia del Collio Friulano.

I vitigni autoctoni a bacca bianca più rappresentativi della DOC Collio sono il friulano (14% della produzione totale nella DOC), la ribolla gialla (10% della produzione), la malvasia istriana (3%) ed il picolit (1%). Vengono coltivati anche gli internazionali, sempre a bacca bianca, pinot grigio (29%), chardonnay (6%), sauvignon blanc (5%), Müller-Thurgau e traminer aromatico, nonché l’ormai onnipresente glera (25%)

Fra i vitigni a bacca rossa spicca il merlot (7%), insieme agli internazionali cabernet franc, cabernet sauvignon, pinot nero e agli autoctoni refosco dal peduncolo rosso, schioppettino (o ribolla nera), pignolo, tazzelenghe e terrano,

La DOC Collio

Nell’immaginario collettivo la parola Collio è sinonimo di ottimo vino bianco. Erodiano, storico greco di età imperiale romana, nel 238 d.C. ricordava che i vasi vinari di questo territorio vennero utilizzati per formare un ponte sull’Isonzo per il passaggio dell’imperatore Massimino il Trace; questo episodio conferma che già a quell’epoca la produzione di vino in queste contrade dovesse essere cospicua.

La DOC Collio, approvata con D.P.R. 24.05.1968, G.U. 178 del 15.07.1968 e aggiornata con le ultime modifiche introdotte dal D.M. 07.03.2014, conta 17 tipologie di vini di cui 12 bianchi e 5 rossi. Tutte le tipologie, se opportunamente invecchiate, possono essere classificate come “riserva”.

Dal Disciplinare di Produzione, emerge che la denominazione di origine controllata “Collio Goriziano" o "Collio" è' riservata ai Vini rispondenti ai requisiti stabiliti dal Disciplinare stesso, per le seguenti tipologie:

Bianco

  • Chardonnay
  • Malvasia (da malvasia istriana b.)
  • Muller Thurgau
  • Picolit
  • Pinot bianco
  • Pinot grigio
  • Ribolla o Ribolla gialla
  • Riesling (da riesling renano)
  • Riesling italico
  • Sauvignon
  • Friulano (da friulano)
  • Traminer aromatico

Rosso

  • Cabernet
  • Cabernet Franc
  • Cabernet Sauvignon
  • Merlot
  • Pinot Nero

I vini bianchi vengono generalmente vinificati in vasche di cemento (coibentate con la porcellana) che consentono un’evoluzione dei profumi che non avviene nei più inerti contenitori d’acciaio; il vitigno friulano, ad esempio, è sempre stato vinificato nel cemento o nel legno, l’unica eccezione a questa tradizione è la ribolla gialla considerata meno adatta al cemento. Il titolo alcolometrico volumico dei bianchi del Collio si aggira fra 13 e 13,5 % vol., con la Malvasia che tocca 14% vol.  

I produttori sottolineano che la vera essenza del territorio è rappresentata dal Collio Bianco, un blend caratteristico del Collio dove ogni azienda trova la propria espressione territoriale esaltando le caratteristiche del terroir. Il vino è ottenuto da uve provenienti dai vigneti, in ambito aziendale, da una o più varietà del corrispondente colore tra i vitigni in disciplinare, fatta eccezione per i vitigni aromatici Muller Thurgau e traminer aromatico, i quali non possono superare il 15% del totale.

Il Collio Bianco ha un’espressione variegata e profonda, dove confluiscono esperienze e sperimentazioni frutto dello stile di ogni produttore che punta ad elevare sempre di più la qualità per portare questo vino al vertice della sua produzione.   

Il clima del Collio Friulano

La zona collinare del Collio Friulano, collocata fra le Alpi Giulie ed il Mar Adriatico, beneficia di un microclima mite e temperato, unico per ventilazione ed escursione termica. Le Alpi Giulie costituiscono un efficace riparo dai venti freddi di settentrione e le correnti di aria calda provenienti dal vicino Mar Adriatico mantengono l’uva asciutta. Se le grandinate estive e le gelate (di cui la vite conserva memoria, rimanendo improduttiva nell’anno successivo a quello della gelata) sono sempre molto temute, è tuttavia il cambiamento climatico globale che più preoccupa i produttori, a causa dell’aumentata frequenza con cui si verificano fenomeni atmosferici di particolare violenza, un tempo più rari in virtù della regolarità delle stagioni, che mettono a repentaglio la raccolta delle uve.

La geologia del Collio Friulano e il ruolo della ponca

I rilievi collinari del Collio si formarono oltre 40 milioni di anni fa, quando tutta questa area era sommersa dall’acqua marina; l’erosione di quest’ultima creò la formazione di particolari rocce che si cementarono formando il terreno tipico di queste zone, il “flysch di Cormòns” o “ponca“, adatto alla coltivazione della vite. I movimenti tettonici permisero di far emergere le terre, formando le colline oggi quasi completamente ricoperte dalle vigne.

La ponca si presenta come un’alternanza di strati duri caratterizzati da sabbie cementate dal calcio (l’arenaria) e uno strato più tenero (la marna) formato da limo debolmente cementato, con numerosi reperti fossili; è proprio la ponca l’ingrediente “magico” che conferisce ai vini le caratteristiche impronte di mineralità e sapidità, rendendoli unici per gusto e profumi. 

I terreni del Collio a base di ponca registrano elevate quantità di quarzo e i depositi fra gli stati includono diversi minerali, i cui elementi, mossi dall’acqua che filtra dal suolo, vengono assorbiti dalle radici; la disposizione stratificata del sottosuolo favorisce sempre un eccellente drenaggio dell’acqua in quanto la ponca degli strati superficiali si sfalda e nel tempo (occorre circa un anno) si compatta come un’argilla, imprigionando l’acqua negli strati sottostanti dove le radici della vite la assorbono insieme ai microelementi nutrienti presenti nel sottosuolo stesso.

Il Consorzio Tutela Vini del Collio

Il 1964 è l’anno di nascita del Consorzio di Tutela dei vini del Collio (uno dei primi in Italia), quando il primo Presidente, il carismatico Conte Douglas Attems (al secolo Sigismondo Douglas Attems Petzenstein - Conte del Sacro Romano Impero, della cui famiglia si hanno notizie in Friuli a partire dal 1025) che rimarrà in carica sino al 1999, fonda il Consorzio, allo scopo di unire i produttori locali e incentivare la qualità dei vini prodotti puntando all’eccellenza.

L’attività del Consorzio porta al riconoscimento della DOC nel 1968 e oggi il Consorzio, con l’attuale Presidente Davide Buzzinelli, raggruppa 289 Aziende, 178 Soci e 122 imbottigliatori, per una produzione annua di circa 6,5 milioni di bottiglie declinate in 17 tipologie di vini più il Collio Bianco ed il Collio Rosso.

Il Consorzio ha avviato e continua a seguire numerose attività volte alla conoscenza, alla promozione dei vini del Collio (il Collio Day ne è un esempio significativo) e all’innalzamento del livello qualitativo dei vini:  sono iniziative recenti la creazione di una bottiglia identificativa dei suoi vini (la bottiglia “Collio” con la testa della capsula gialla) e l’adesione al Sistema di Qualità nazionale Produzione Integrata concretizzata con l’adozione nel Disciplinare di Produzione di norme per il miglioramento della sicurezza igienico-sanitaria e della qualità delle produzioni, la tutela dell’ambiente e l’innalzamento del livello di sicurezza e della professionalità degli operatori vitivinicoli.

Due “campioni” della gastronomia friulana

Parlando di Collio Friulano e del Friuli Venezia-Giulia in generale, non si può non accennare a due eccellenze DOP prodotte in questa Regione, il Prosciutto Crudo di San Daniele e il formaggio Montasio, che abbiamo assaggiato in abbinamento ai vini degustati.  

Il Prosciutto di San Daniele DOP è un prosciutto crudo stagionato, riconosciuto prodotto a Denominazione di Origine dal 1970 dallo Stato italiano con la legge n. 507 e dal 1996 dall'Unione europea come prodotto a denominazione di origine protetta (DOP) perché le sue caratteristiche sono dovute al particolare ambiente geografico, che include fattori naturali e umani. Viene prodotto da 31 aziende nel comune di San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, secondo modalità definite dal relativo Disciplinare di Produzione che ha valore di legge. Sui prosciutti certificati viene impresso a fuoco il marchio del Consorzio, che comprende il codice identificativo del produttore. Una particolarità del San Daniele è quella che le cosce dei maiali (solo italiani) devono conservare lo «zampino», che, oltre a rappresentare un omaggio alla tradizione, permette di mantenere l'integrità biologica della coscia e agevola il drenaggio dell'umidità.        

Il Montasio DOP è un formaggio a pasta cotta, semidura, dal caratteristico sapore morbido e delicato, equilibrato, senza eccessi. Prodotto sin dal 1200, oggi viene commercializzato in tre stagionature: fresco (un mese), mezzano (45 giorni) e stravecchio (due mesi). Specialmente con varie stagionature, è l'ingrediente principale di uno dei piatti più caratterizzanti della cucina friulana, il frico (piatto a base di formaggio di varie stagionature, patate e cipolla) ed è presente nella pietanza chiamata polente e formadi.

La degustazione

Per la degustazione di sette vini del Collio Friulano, AIS Bergamo ha schierato in campo un fuoriclasse, ovvero Stefano Berzi, il Sommelier Campione d’Italia nel 2021: Stefano non è solo un grande esperto del nettare di Bacco ma anche un bravissimo comunicatore e la sua passione per i vino e il mondo che gli gira intorno è evidente e coinvolgente.   

Collio DOC Pinot Bianco 2018 - Azienda Casa Delle Rose - 13% vol.

L’Azienda di Lucio Bernot è a Dolegna del Collio (GO); i suoi vigneti sono a 180 mt. s.l.m. e la resa è di 65 q.li per ettaro. Particolarità del produttore è l’utilizzo in fermentazione dei lieviti indigeni naturalmente presenti sulla buccia e nella pruina dell’uva. Per questo Pinot Bianco la fermentazione viene effettuata in acciaio per un mese, con la temperatura che parte da 18 °C per arrivare a 23 °C. Il colore del vino è giallo paglierino tendente ad un verde dorato, all’olfatto è complesso con note di glicine, sambuco, buccia d’arancia, frutta fresca gialla e bianca (mela, pera), mandorla dolce (non tostata) e zenzero. In bocca è fresco, salino e floreale, di ottima beva e bella persistenza, un vino tattile che ritorna al palato una sensazione di leggera untuosità. Abbinamenti consigliati con formaggi di media stagionatura, ravioli burro e salvia o con ripieno di pesce persico.

Collio DOC Pinot Grigio 2020 - Azienda Magnás - 14% vol.

Colore giallo paglierino chiaro, limpido, un naso immediato e floreale con note di sottobosco, frutta tropicale (kiwi, lime), pepe bianco. Al palato abbiamo frutta croccante appena colta, un fiore di margherita da camomilla fresco, note linfatiche e di agrume, una bella salinità unita ad una discreta acidità che ne fanno sia un vino da aperitivo che un buon compagno per un Prosciutto di San Daniele DOP.

Collio DOC Friulano 2019 - Azienda Bolzicco Fausta - 13,5% vol.

A Cormons, ai piedi del Monte Quarin, si trova l’Azienda Bolzicco Fausta, da generazioni produttori di vini nelle zone DOC Collio e Isonzo; il loro Friulano nasce in due vigne, una del 1962 e una del 1967, con allevamento doppio capovolto e sistema di agricoltura tradizionale. Dopo la vendemmia, avvenuta nel 2019 a settembre inoltrato, le uve selezionate vengono diraspate e pressate, il mosto rimane una notte in vasche d’acciaio a temperatura di 10-12 °C quindi vengono aggiunti lieviti selezionati per avviare la fermentazione a 15 °C per 20 giorni. Il vino è limpido, giallo paglierino, olfattivamente complesso con sentori di mandarino cinese, frutta appena colta, grafite e una lieve nota di salsedine marina. In bocca è teso, sapido, si avvertono fiori di sambuco ed anice stellato, ritorna la sensazione di salmastro avvertita al naso, persistenza e struttura sono di buon livello. Lo abbineremmo a carni bianche o alla mozzarella di bufala.

Collio DOC Malvasia 2020 - Azienda Blazic - 14% vol.

Una notte di macerazione sulle bucce dona al vino un colore giallo paglierino con venature verde oro; il naso è accattivante di agrume maturo, ananas, frutto della passione e the verde, al palato è più fermo rispetto agli altri vini essendo meno acido, è comunque di corpo, avvolgente ed esuberante a livello retro olfattivo. La protagonista di questa Malvasia è la salinità più che l’acidità, caratteristica che ci porta ad abbinarlo alla cucina indiana o, rimanendo in Lombardia, ad un risotto giallo alla milanese mantecato però con l’olio di oliva (come insegnava Gualtiero Marchesi) al posto del tradizionale burro. 

La chiave di lettura dei primi quattro vini che abbiamo degustato è la salinità, mentre alcolicità ed acidità si percepiscono ma non sono preponderanti; un altro marker dei bianchi del Collio è la freschezza, che si mantiene bene anche dopo tre anni dall’imbottigliamento (ovviamente se il vino è stato ben conservato). Freschezza e sapidità spingono a consumare questi vini in genere fra i 3 ed i 5 anni dall’imbottigliamento anche se, in condizioni di buona conservazione, li potremmo gustare anche dopo 10 anni.      

Collio DOC Sauvignon 2020 - Azienda Villa Russiz - 13,5% vol.

Questo Sauvignon rimane sulle sue fecce fini per almeno 8 mesi e poi imbottigliato dopo 8-9 mesi dalla vendemmia. Il colore è giallo paglierino con riflessi verdognoli, all’esame olfattivo è nitido anche se meno complesso dei vini precedenti, emergono i marker tipici del Sauvignon quali il bosso, il tiglio e una nota di pompelmo rosa. L’esame gusto-olfattivo evidenzia, al contrario dei vini degustati sino ad ora, più acidità che salinità e si rileva una spezia lieve (cumino, coriandolo, cardamomo); è un vino più “verde” e più giovanile degli altri.

Collio DOC Bianco Riserva 2017 - Azienda Gradis’ciutta - 13% vol.

Un progetto iniziato nel 2009 ha creato questo bianco vinificato esclusivamente con i vitigni autoctoni ribolla gialla, malvasia e friulano, che fermenta in botti di legno da dieci ettolitri e che può definirsi “Riserva” in quanto sottoposto ad un periodo di invecchiamento, compreso l’eventuale affinamento, non inferiore ad un anno. All’olfatto è complesso con note dolci di frutta matura (albicocca, pesca) lievemente sciroppata, miele di acacia, cannella, nocciola, leggero cioccolato bianco, sentori burrosi e di yoghurt. In bocca si avvertono frutti gialli maturi e dattero fresco, è un vino avvolgente e questa caratteristica lo rende un vino gastronomico che potremmo abbinare a un coniglio alla bergamasca, alle scaloppine con i funghi o a carni bianche anche ripiene.

Collio DOC Merlot 2015 - Azienda Tenuta Borgo Conventi - 13,5% vol.

Il Collio Friulano è per antonomasia terra di grandi bianchi ma un terroir così particolare non può non offrire anche rossi eccellenti: qui i vitigni internazionali si sono ben “accasati”, e la loro versatilità si è adattata al territorio producendo vini con caratteristiche precipue tali da renderli identificabili proprio con questa zona. Il Merlot di Tenuta Borgo Conventi non sfugge a questa regola: affinato per 10-12 mesi in barrique di rovere francese di 2° passaggio, si presenta rosso rubino con riflessi granati; al naso il balsamico di eucalipto e mentuccia è netto, unito a frutta rossa (more), chiodo di garofano e note affumicate e terrose. Il tannino non è esuberante ed al palato questo vino è più declinato sull’austerità dovuta all’acidità piuttosto che sulla morbidezza tipica del Merlot, un dettaglio che conferma quanto detto sopra sulla diversa espressione di uno stesso vitigno quando cambia il terroir: paragonandolo ad esempio ad un Merlot toscano, che solitamente gioca su avvolgenza e morbidezza, il nostro Merlot del Collio è più snello, sottile e slanciato. In tavola, accompagneremmo il Merlot del Collio ad un piatto di tagliatelle all’uovo con ragù di lepre.