Il Pinot Bianco Quintessenz di Kaltern alla prova del tempo

Può il Pinot Bianco sfidare il tempo? Lo scopriamo in compagnia di Federico Bovarini - diventato nel frattempo Miglior Sommelier della Lombardia - e di Thomas Scarizuola, neocapo enologo della Cantina di Caldaro o Kaltern Kellerei. Un viaggio a ritroso nel tempo, fino al 2014, con una delle eccellenze della linea Quintessenz altoatesina.

Valeria Mulas

Il pinot bianco, a torto considerato quasi un figlio minore, è probabilmente il vitigno a bacca bianca più rappresentativo dell’Alto Adige quanto espressività e territorialità e non a caso è il più bevuto dagli stessi altoatesini. Originario della Borgogna, questo vitigno – mutazione genetica del pinot gris - fino alla fine del 1800 è stato confuso con lo chardonnay. In Alto Adige è presente all’incirca dal 1850 e raggiunge il 10% della superficie vitata. Per la Cantina di Caldaro rappresenta il secondo vitigno più coltivato, dopo la schiava, dai propri soci. Ma per capire meglio questo vitigno dobbiamo, come sempre, partire dal territorio e Federico Bovarini, da grande appassionato, ci accompagna alla scoperta dell’Alto Adige e della zona del lago di Caldaro.

L’Alto Adige e Caldaro

Trecento giorni di sole l’anno, al pari della bella Pantelleria, grandi montagne, molti laghi, foreste e borghi, e ancora tradizioni, lingua e cultura più vicine al Länder Tirolo austriaco che all’Italia: questo è l’Alto Adige in breve. Si tratta dell’ultimo lembo a nord-est del territorio italiano, che si sviluppa lungo quella linea insubrica che fa delle Alpi la linea di demarcazione e cucitura dello scontro - all’epoca del Giurassico - tra le due grandi piattaforme, la Paleo-Africa e la Paleo-Europa. Una linea precisa lungo la quale l’implosione ha portato alla congiunzione e mescolamento di faglie di terreni molto diversi. Per questo l’Alto Adige oggi è un puzzle di suoli differenziati che vanno dal porfido vulcanico, presente nella conca di Bolzano, alla roccia sedimentaria con quarzo, scisto e mica nella Val d’Isarco e nella Val Venosta, fino alla roccia calcarea e dolomia nella zona meridionale. Suoli differenti che danno ai vini impronte diverse e su cui i vitigni trovano più o meno adattabilità rispetto alle proprie caratteristiche genetiche. La presenza dei venti di montagna che arrivano alla sera e dell’Ora, il vento caldo del Lago di Garda che soffia da sud dalla tarda mattinata, inoltre, favoriscono quelle escursioni termiche giorno-notte così importanti per la formazione dei profumi e degli aromi nei vini.

Lungo la Strada del Vino si arriva al Lago naturale di Caldaro, il più grande dell’Alto Adige e il più caldo dell’intero arco alpino. Qui la Cantina Sociale di Caldaro, con i suoi 590 soci, dal 1900 coltiva 440 ettari di vigneti, che si sviluppano dai 200 agli 800 metri di altitudine. Un territorio da sempre ideale per la viticoltura e in particolare per i cinque vitigni, come cinque sono le sottozone vocate, che confluiscono nella linea d’eccellenza della Kaltern Kellerei Quintessenz: sauvignon blanc, cabernet sauvignon, pinot bianco, schiava e moscato giallo dolce. Il pinot bianco della linea Quintessenz, in particolare, è coltivato tra i 550 e i 600 m s.l.m. a St. Nikolaus, con un’esposizione ad Est e Sud-Est su terreni basici in prevalenza calcarei con spezzoni di roccia dolomitica e conoidi di origine glaciale.

Tutti i vini in degustazione, da pinot bianco 100%, dopo una fermentazione spontanea in botti di rovere da 500 L e in botti grandi, proseguono la maturazione in legno per 10 mesi.

Degustazione

Pinot Bianco Alto Adige DOC Quintessenz 2020
Il primo vino in degustazione è figlio di un’annata con un inverno mite, un marzo molto piovoso, un aprile caldo-secco e un’estate senza periodi di notevole caldo. L’impatto olfattivo è intenso e vira sulla frutta bianca-gialla, come l’ananas croccante-acidula, e sui fiori di biancospino, dove l’aneto fa capolino insieme a una mineralità di roccia bagnata ed erbe di campo. A distanza di qualche minuto troviamo delle leggere sensazioni di spezie, come la bacca di vaniglia, il cioccolato bianco e il tabacco, ma soprattutto la camomilla che diventerà la nota predominante. L’ingresso in bocca è succoso, con un’acidità di cedro e lime che si trasforma in una sapidità saporita, solo ancora sbilanciata da una giovanile spinta alcolica.
 
Pinot Bianco Alto Adige DOC Quintessenz 2019
Un’annata segnata da un’estate piovosa e con temperature inferiori alla media che hanno ritardato la maturazione delle uve. Il naso di questo calice ha delle note di testa di fiori di acacia delicati e di erbe aromatiche di montagna, segue la mela golden matura e una punta di cipria. Si sente il miele che dà al tutto una sfumatura calda e dolce. Pieno e vellutato in bocca, chiude su un finale citrico e su una persistenza di mandorla e nocciola tostate. Una perfetta armonia tra tutte le parti che creano un unicum cilindrico, particolarmente sapido e decisamente gastronomico.
 
Pinot Bianco Alto Adige DOC Quintessenz 2018
Il 2018 ha avuto condizioni climatiche molto buone che hanno portato a uve sane e mature in fase di raccolta. Colpisce una sfumatura di pietra pomice accennata, su uno sfondo di note lacustri e fumé, di tostatura e di alloro, finocchietto e di fiori bianchi. All’assaggio la freschezza orizzontale dona una sensazione tattile di pulizia con un gusto sobrio e sottile che porta in luce note di tè verde e pompelmo.
 
Pinot Bianco Alto Adige DOC Quintessenz 2017
L’inverno 2017 è stato asciutto, con un anticipo della germogliazione che non ha subito danni dalle gelate di fine aprile. L’estate ha alternato frequenti piogge a molto caldo, con un anticipo della vendemmia a fine agosto. Il talco mentolato è la prima sfumatura che colpisce il naso, insieme alle erbe aromatiche, all’aglio orsino e al pepe bianco: affascinante e pungente, questo vino si svela piano piano, aggiungendo sfumature legate alla frutta secca – arachidi - e al sottobosco. La parte piccante ritorna a stuzzicare il palato alto, con una sapidità importante ben equilibrata dalla nota alcolica. Potente e leggermente amaricante, ha una centratura di bocca sulle erbe aromatiche.
 
Pinot Bianco Alto Adige DOC Quintessenz 2016
Un anno segnato da una tiepida primavera, seguita da un gelido aprile e la vendemmia iniziata solo a metà settembre. Frutta esotica, mango e papaia, colpiscono l’olfatto, dando predominanza alle note calde, di miele di castagno e di fieno scaldato al sole, con aggiunta di sfumature intense e rinfrescanti di salvia e cedro candito. Bocca succosa e persistente, con un equilibrio armonico che riporta in luce, sotto forma di aromi, i profumi già percepiti in prima istanza. Un vino che promette ancora un racconto di evoluzione nei prossimi anni.
 
Pinot Bianco Alto Adige DOC Kunst.Stück 2014
Il progetto Kunst.Stück è una vera e propria celebrazione del vigneto che meglio ha interpretato l’annata con un’edizione limitata in magnum e un’etichetta realizzata, ogni anno, da artisti e creativi diversi. Abbiamo l’occasione di assaggiare la prima edizione di Kunst.Stück del 2014 proprio dedicata al Pinot Bianco. Sottile e complesso, il naso gioca sulle note di cipria, di pietra focaia accennata, di tarassaco, di aneto, con l’aggiunta di una punta di glicine. Bocca nervosa e fresca, ha una tensione ancora gagliarda e giovanile che porta la persistenza a giocare sul gusto del tarassaco e della radice di liquirizia.
 

La serata dimostra pienamente la longevità del Pinot Bianco di Kaltern, ma apre anche alla richiesta di una nuova verticale per avere ancora la possibilità di viaggiare nel tempo con questo vitigno un po’ dimenticato.