Il vino del New Jersey: alla scoperta dell’America che non ti aspetti

Racconti dalle delegazioni
12 dicembre 2023

Il vino del New Jersey: alla scoperta dell’America che non ti aspetti

Non solo Bruce Springsteen, Atlantic City e i suoi casinò. New Jersey significa anche vini da vitigni autoctoni di qualità, che racchiudono grandi potenzialità e interessanti scoperte. Ha scelto il Thanksgiving Day AIS Monza e Brianza per dedicare una serata a sei vini del Garden State, in compagnia di due relatori d’eccezione e due produttori americani.

Manuela Basaglia

Davide Gilioli, sommelier, degustatore e relatore AIS, sostenitore delle tradizioni eno-gastronomiche locali e della valorizzazione dei vitigni autoctoni meno conosciuti; Sally Semeria, italiana di nascita, ma americana nell’anima, ambasciatrice per l'Europa dallo Stato del New Jersey; Tom Wuerker, proprietario della Hawk Haven Vineyard and Winery, e Mike Beneduce, che conduce l’azienda familiare Beneduce Vineyards. 

Ecco la formazione schierata da AIS Monza Brianza per far scoprire una zona vitivinicola certamente poco conosciuta, il New Jersey, chiamata anche Garden State grazie ai giardini e grandi spazi verdi che ne contraddistinguono il territorio, e ai vini che qui vengono prodotti. E quale serata migliore per scoprire un’autenticità americana se non il giorno per eccellenza in America, il Giorno del Ringraziamento?

Davide Gilioli e Sally Semeria

Il vino del New Jersey

Con il PIL pro capite più alto dopo lo stato della California, lo stato del New Jersey, definito da Benjamin Franklin una grossa botte dai cui due lati Pennsylvania e New York pescavano risorse, accoglie oggi al suo interno una comunità italiana pari a circa 2 milioni di persone (il 10% della popolazione totale dell’intero stato). 
Su questo territorio si coltivano una serie di vitigni internazionali, ma anche molti vitigni autoctoni, dei veri e propri PIWI americani.

La serata si è concentrata sull’esplorazione di una specifica AVA (American Viticultur Area, corrispettivo della nostra DOC), l’Outer Coastal Plain AVA: situata nella parte sud della penisola, vanta 911mila ettari vitati sui quali, grazie al clima fresco, nascono vini eleganti e con un leggero apporto calorico, che ben si sposano con l’intento educativo dell’associazione dei produttori del New Jersey, che puntano ad educare i consumatori alla cultura del bere bene, bere per piacere.

I vitigni presenti in questa zona sono principalmente a base francofona: il territorio presenta, infatti, molte similitudini di clima e territorio con la zona di Bordeaux, e quindi vitigni come chardonnay, cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc, petit verdot, come anche blaufrankisch, riesling e sangiovese (per citarne alcuni) trovano condizioni molto analoghe a quelle europee per esprimersi al meglio. Tra i vitigni autoctoni i principali coltivati troviamo traminette, vidal, chambourcin e regent.

La Degustazione

Todd WuerkerSparkling Wine 2019 - Hawk Haven Vineyard
66% pinot nero, 34% chardonnay

Hawk Haven Vineyard and Winery ha sede nella sottozona di questa AVA, a Cape May, la punta più a sud della penisola, e Todd Wuerker è presente in sala per raccontare la storia della sua azienda. Di origine tedesca, il bis-bis nonno di Todd emigrò dalla Germania negli anni 30 del secolo scorso, e iniziò l’avventura americana coltivando un appezzamento di terra proprio a Cape May. Le condizioni in campagna erano molto dure, e negli anni la famiglia comprese che era necessario differenziare il prodotto offerto per poter sopravvivere. Iniziò così la coltivazione della vite: da poche piante fino al 1997, quando piantarono i primi filari di cabernet sauvignon, assumendosi il rischio imprenditoriale di puntare su qualcosa che fino a quel momento era di unica provenienza europea. Todd e la sua famiglia impegnarono gli anni successivi a fare ricerca, per capire le potenzialità di questo e altri vitigni europei sul suolo della loro proprietà, ottenendo grandi risultati: nel 2016 non solo imbottigliarono la prima annata del loro metodo classico, ma fecero anche la prima vendemmia di pinot nero. Questa sera si degusta un Metodo Classico 2019, sboccatura 2023: fermentato in acciaio con una piccola parte in legno, fa trenta mesi di affinamento sui lieviti, che sono raccolti in una particolare bidule, la cui forma morbida tiene i lieviti molto raccolti vicino al tappo protraendo il tempo di contatto. 

Il vino si presenta al calice di colore paglierino, vivo e luminoso, con una bollicina fine e persistente. 
Al naso profumi freschi di fiori, un fiore acidulo come biancospino o sambuco, e frutta bianca come pesca bianca, nespola e melone; l’apporto della parte di legno è ben gestito e non lascia sentori esotici. La caratteristica che più spicca è la pulizia, con dei profumi identificabili in maniera chiara. 
All’assaggio la carbonica cremosa e avvolgente si mantiene anche al palato ed è allineata con i sentori del naso; la stessa corrispondenza naso-bocca si ritrova nei sentori di frutta acidula come mela golden, e di fiori bianchi. 
Persistente e pulito, ha una finale sapidità che ricorda in bocca la vicinanza del mare di Cape May; si abbina perfettamente con crostacei, ostriche o un risotto ai frutti di mare. 

Sòle (semi-dry) 2021 - Auburn Road Vineyards
100% vidal

Scott Donnini, avvocato a New York, nel 2007 decide di smettere la vita da pendolare che conduceva insieme a sua moglie Jules e fonda la Auburn Road Vineyard. L’azienda, a conduzione familiare, basa la sua produzione su una forte impronta europea e italiana che Scott vuole dare ai suoi vini. Situata lontano dalla costa, al limitare con l’area urbana di Philadelphia, ha un terreno meno sabbioso e più limoso, e l’influsso del mare è limitato dalla distanza: per questo motivo tutti i vini sono sottoposti a una lunga e lenta fermentazione, per rispettare e mantenere intatti tutti i sentori delle uve. 
Il vidal è vitigno ibrido ottenuto dall’incrocio tra trebbiano toscano e siebel (altro ibrido nato dall’incrocio tra alicante e Jaeger 70, una vite americana), nato per far fronte alla sofferenza del trebbiano toscano che qui faticava a resistere. 

Il vino nel calice è di colore paglierino luminoso. Al naso si riconoscono subito sentori tipici del trebbiano, sentori di frutta come melone e pesca gialla, seguiti da note di fiori gialli di campo come la camomilla, e a chiudere profumi di erbe aromatiche come timo o maggiorana. 
In bocca l’impatto del terreno limoso dona rotondità e una spiccata acidità, mitigata dal percepibile residuo zuccherino; questa accentuata dolcezza viene lavorata per rispondere al gusto americano, che predilige prodotti con un residuo zuccherino più alto, a volte ottenuto non solo con il normale residuo di zucchero della fermentazione, ma addizionato con frutta.
Indicato per un aperitivo a base di pesce o per accompagnare un piatto a base di frutti di mare, come delle capesante gratinate, questo vino è pensato per essere degustato in compagnia, magari proprio alla Auburn Road Vineyard durante una serata di intrattenimento: è infatti tipico di molte aziende americane offrire, insieme alla degustazione dei suoi vini, serate musicali, cinematografiche e ludiche. Una chicca: sul sito di questa azienda potete trovare una playlist da ascoltare in abbinamento a ogni vino. 

Traminette 2020 - Bellview Winery
100% traminette 

Il nome della AVA Outer Coastal Plain è legato in maniera imprescindibile a quello di Larry Coia, che insieme alla famiglia Querella è proprietario della Bellview Winery e fondatore insieme ad altri produttori di questa AVA. Situata nel cuore di questa AVA, Bellview Winery basa la qualità della sua produzione sul clima e sul terreno sabbioso con inserti limosi, favorevole alla coltivazione di vitigni diversi, tra cui spiccano il chamboucin, il cayaga e il blaufrankisch.

La proposta in degustazione questa sera è un prodotto di nicchia di questa azienda, ovvero un traminette del 2020. Vinificato e affinato in acciaio, nel calice questo vino è di un vivace e sano giallo dorato. Al naso l’aromaticità del vitigno padre gewürtztraminer si fa subito sentire, con profumi floreali, di fiori d’arancio, fruttati di frutta gialla matura e frutta esotica come papaya e passion fruit, che si ritrovano corrispondenti anche all’assaggio. Complesso, rotondo e persistente, è l’accompagnamento ideale per piatti della cucina orientale, come la cucina thai, ricca di pietanze speziate e salse in agrodolce. 

Dry Rosé 2021 - Auburn Road Vineyard
66% sangiovese, 17% merlot, 10% cabernet sauvignon, 5% cabernet franc

Il secondo vino di Scott Donnini in degustazione è definito una vera e propria scoperta in sala. Quando Scott e sua moglie comprarono la tenuta, trovarono una piccola parte di 0,3 ettari, coltivati a sangiovese, che loro romanticamente chiamano cru: a causa del terreno particolarmente calcareo di questa zona, i vini che si ottenevano in questo appezzamento erano particolarmente scarichi; senza farsi scoraggiare e dando seguito alla loro passione per i vitigni europei e italiani in particolare, Scott e sua moglie decisero di tenere queste poche piante e virare sulla produzione di un rosé a base sangiovese. La loro audacia è stata premiata da un prodotto che si contraddistingue per mineralità e sapidità: i quattro vitigni vengono vinificati separatamente, con un processo fermentativo molto lungo e lento, e assemblati quando ogni base è al livello giusto per garantire una complessiva eleganza. 

Al bicchiere questo vino si presenta di colore rosa tenue, come la buccia di cipolla.  Al naso immediati profumi di ciliegia rossa, tipica del sangiovese, lampone e cipria, seguiti da note più acidule di frutti rossi come il ribes e il melograno. In bocca acidità, eleganza ed equilibrio fanno pensare a un rosato della Provenza: persistente ed equilibrato dal naso al sorso, questo vino è da abbinare a un brodetto di pesce, una zuppa di vongole o di clam chowder della East Coast.

Blaufrankisch 2020 - Beneduce Winery
100% blaufrankisch

Emigrati all’inizio del ‘900 da Napoli, i bisnonni di Mike Beneduce (presente in sala), iniziarono la loro attività come floricoltori di piante ornamentali, e solo in un secondo momento ampliarono la loro produzione anche con frutta e vino. La prima produzione di vino del nonno di Mike era esigua, per un utilizzo privato, e ironia della sorte furono gli anni del proibizionismo a farne comprendere le potenzialità: quando toccava a casa Beneduce essere oggetto di retate della polizia, a differenza di altre abitazioni dove il vino che veniva trovato veniva rovesciato per strada, il loro veniva caricato sulle camionette e requisito dai poliziotti, per berlo poi, perché il loro era un vino buono e non andava sprecato. Mike rileva l’azienda di famiglia e nel 2009 pianta le sue prime viti: dopo un accurato studio del suolo e del clima, molto simili alla zona austriaca del Burgenland, la sua scelta produttiva cade su blaufrankisch, pinot nero, riesling e gewürtztraminer.

Mike Beneduce

Il vino in degustazione fermenta in tini aperti fatti di rovere francese, di cui solo il 10% sono realizzati con legno nuovo, per poi essere travasato in botti grandi di legno esausto, per privilegiare l’eleganza alla potenza. Il colore è un rubino trasparente, un rosso leggero non carico di tannini come lo sono i vini di franconia al quale si ispira.  Al naso aromi di frutta rossa leggermente alcolica, tra il maturo e il sotto spirito, e sentori aromatici di pepe nero, noce moscata e cannella, tipici di questo vitigno. In bocca si presenta elegante e piacevole, con un finale lungo e persistente, perfetto per essere abbinato con un piatto di salumi o delle carni bianche, come un tacchino al forno.

Regent 2021 - Cedar Rose Vineyards
100% regent

Cedar Rose Vineyards è l’azienda più giovane, in termini di attività, presentata durante la serata (sono alla loro terza vendemmia): deve il suo nome a un boschetto di cedri rossi e rose che la divide dalla strada principale da percorrere per raggiungerla, e i produttori stanno puntando, tra gli altri, sul vitigno regent, un PIWI ibrido tra due uve bianche, sylvaner e müller-thurgau, e una rossa, chambourcin, di cui viene proposta la degustazione.
Vinificato in acciaio, viene affinato un massimo di dieci mesi in barriques di secondo o terzo passaggio, per evitare che il legno ne influenzi in maniera troppo pronunciata i sentori. 

Nel bicchiere il vino si presenta di un colore cromaticamente denso, rubino con riflessi violacei. 
Al naso le prime note che emergono sono di frutta a bacca scura, come mora e mirtillo maturi, seguite da note speziate, di pepe, e finali sentori di tostatura, con aromi di caffè, polvere di cacao amaro e cuoio. Un’ottima corrispondenza tra naso e bocca riporta anche all’assaggio tutti i sentori che erano stati inizialmente percepiti all’olfatto: al primo sorso la succosità del frutto a bacca scura, seguita dalla speziatura, come pepe e liquirizia; a un secondo assaggio emergono aromi più maturi ed evoluti, dati dal legno e dal vitigno stesso, che dal pepe al tabacco virano su un finale persistente e leggermente amaricante.