“Il vino è un’arte capace di far sognare”. Parola di Velenosi
Racconti dalle delegazioni
03 marzo 2025

La famosa produttrice marchigiana è stata nuovamente protagonista a Milano. Una serata nella quale abbiamo “sognato” con la degustazione guidata da Davide Gilioli e molte interpretazioni dell’azienda di Ascoli Piceno, a partire da una entusiasmante verticale di Pecorino.
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Angela Velenosi che - insieme al marito Ercole - ha fondato l’azienda nel 1984 e la figlia Marianna, marketing Manager dell’azienda, ci hanno raccontato la storia, lunga ormai quarant’anni, di questa eccellente realtà vitivinicola marchigiana.
Partita dal nulla, con soli cinque ettari in affitto e un garage per la vinificazione, l’azienda - grazie ai sacrifici e alla fatica, ma soprattutto all’entusiasmo, alla determinazione e alla caparbietà dei proprietari - è diventata, oggi, la seconda azienda familiare di produzione di vino nelle Marche. Una realtà che contempla 150 ha di proprietà e il controllo di altrettanti ettari, con affitti di lunga durata e che produce circa 2.500.000 bottiglie all’anno destinate, per quasi il 35%, all’Italia e, per il resto, distribuite in circa 60 nazioni, sia in Europa che nel resto del mondo. Dal 2019 è entrata in azienda la figlia Marianna, come responsabile marketing strategico e impegnata nel progetto biologico e di innovazione digitale. Dal 2020 si è aggiunto al team anche il figlio Matteo, come enologo e responsabile della qualità.
Il cuore dell’azienda è situato nella storica città di Ascoli Piceno che venne fondata, dal popolo dei Piceni, circa 1600 anni prima della nascita di Roma. I vigneti sono ubicati sulle colline che circondano la valle del fiume Tronto, a 250-300 m s.l.m., su terreni argillosi e fertili. Oltre alle quattro tenute situate ad Ascoli Piceno, Castorano, Monsampolo del Tronto e Castel di Lama, sono state acquisite una tenuta nella zona di San Marcello, in provincia di Ancona, dove vengono prodotti il Verdicchio e la Lacrima di Morro d’Alba, e una piccola tenuta a Controguerra, in provincia di Teramo, nel Nord dell’Abruzzo.
Dal punto di vista quantitativo la produzione di vino nelle Marche è molto piccola, solo 0,8 milioni di hl/anno. Nelle Marche, però, ci sono le condizioni ambientali ottimali per una viticoltura di alta qualità; i vigneti si trovano a metà tra la catena appenninica a ovest e il mare Adriatico a est, su un territorio montuoso/collinare, ricco di corsi d’acqua che nascono dalle montagne e arrivano al mare. Ne consegue che i venti freddi dei Balcani entrano nelle valli dei fiumi e riescono a mitigare la temperatura. Il clima è molto freddo d’inverno, con possibilità di abbondanti nevicate molto utili per l’idratazione delle vigne, e caldissimo d’estate, con punte di 42-43 °C. Esiste, però, un’importante escursione termica giornaliera che consente di avere, anche in piena estate, temperature più miti la sera, con differenze di 10-15 °C rispetto al giorno e che apporta complessità organolettica ai vini.
I diversi microclimi presenti nelle Marche permettono la crescita di varietà differenti e giustificano l’elevato numero di Denominazioni: 5 DOCG, 15 DOC e 1 IGT. Durante la serata abbiamo avuto l’opportunità di imbatterci in una verticale della DOCG Offida, nata nel 2011, nella versione Pecorino, assaggiare un Offida rosso DOCG e un Rosso Piceno DOC Superiore, il vino aziendale più premiato. Da sottolineare che l’unica DOCG, ad oggi, con vitigno 100% pecorino, si trova nelle Marche e precisamente a Offida.
La degustazione
Vendemmia 2013. Fermentazione in acciaio, a temperatura controllata, per circa dieci giorni. Aggiunta della liqueur de tirage e imbottigliamento per la seconda fermentazione. Affinamento sui lieviti per almeno 120 mesi. Sboccatura 2024. Produzione annua: 720 bottiglie.
Colore giallo paglierino piuttosto carico, con qualche riflesso dorato. Perlage molto fine, numeroso e persistente. Il naso, al primo impatto, esprime note rotonde di frutta gialla matura, pesca, ananas e mango, cui seguono note più fresche di piccoli frutti rossi aciduli e sentori di nocciola leggermente tostata e di erba secca. La bocca è molto elegante, con un ingresso potente e sontuoso accompagnato da una grande freschezza. Lunga persistenza. In bocca si fondono perfettamente la morbidezza dello Chardonnay e la potenza del Pinot Nero in chiusura.
Prima vendemmia nel 1991. Singola vigna a Poggio di Bretta (AP) con resa, per singola pianta, di 1,5 kg di uva. Vendemmia manuale nella seconda settimana di settembre. Pressatura soffice con criomacerazione di 8 h a 5 °C. Decantazione statica a freddo in acciaio. Fermentazione e affinamento per 12 mesi, metà in acciaio e metà in barrique nuove di rovere francese. Affinamento in bottiglia per più di un anno. Produzione annua: 13.000 bottiglie.
La 2022 è stata una buona annata, nonostante l’inverno mite, con poche piogge e poca neve, seguito da un’estate torrida. Qualche pioggia provvidenziale e abbondante ha aiutato le uve, sia come resa che come qualità.
Colore giallo paglierino tenue, vivo e luminoso. Bella consistenza. L’esame olfattivo ci regala note floreali gialle, di ginestra e camomilla, fruttate inizialmente più agrumate, di scorza di limone e pompelmo, per poi passare a una pesca ancora croccante. La bocca è pulita, equilibrata e persistente ed esprime una perfetta corrispondenza gusto-olfattiva, una bella freschezza agrumata, accompagnata da morbidezza e rotondità.
Abbinamento: piatti di pesce, formaggi freschi, antipasti leggeri, primi piatti a base di verdure.

La 2017 è stata un’annata molto calda. Nonostante un inverno caratterizzato da ripetute piogge e abbondanti nevicate, i mesi di giugno e luglio sono stati contrassegnati da elevate temperature e scarsissime precipitazioni che hanno messo a dura prova le risorse idriche dei vigneti. Il conseguente rapido aumento della concentrazione zuccherina ha portato a vini di alto tenore alcolico.
Colore giallo dorato pieno e luminoso, bella consistenza. Al naso si percepiscono note più evolute rispetto al precedente vino, di propoli, cera d’api e miele, un floreale quasi in macerazione, note fruttate di pesca matura, quasi sciroppata, ma anche di frutta tropicale, ananas e banana. La bocca esprime una bella acidità che tiene vivo il sorso; la parte avvolgente e di maturità si arricchisce con note di scorza di agrume essiccata e di frutta tropicale matura, cui si accompagna una lieve nota lattica e sentori di zenzero e pepe bianco sul finale. Lunga la persistenza.
Abbinamento: risotto allo zafferano, piatti a base di carni bianche.
La 2014 è stata una delle peggiori ultime annate: l’inverno è stato piovoso, ma molto mite; il mese di luglio è stato particolarmente piovoso e i venti quasi sempre di scirocco, cioè umidi e portatori di pioggia. Eppure, il Pecorino Rêve ha dato dei risultati fantastici ed è stato premiato da quasi tutte le guide nazionali e internazionali.
Colore giallo dorato, leggermente meno carico di quello del vino precedente. Il naso esprime un’evoluzione meno calda, con note più fresche di agrume, erbe aromatiche, fiori appassiti, pesca e albicocca mature. La bocca è rotonda e morbida, ma esprime anche una bella freschezza, con note di arancia e mandarino ma senza le note mielate e un po’ dolci del secondo calice. Persistenza lunga.
Abbinamento: piatti di pesce con salse o crema di patate.
L’annata 2010 è stata buona, caratterizzata dall’assenza di stress idrico e di alte temperature; importanti sono state le escursioni termiche, in particolare nel mese di luglio.
Il colore è giallo dorato, con riflessi ambrati. Molto consistente. Al naso il vino esprime note di fiori gialli maturi, di susine gialle e albicocche in confettura, di pasta frolla; finale fresco con note leggermente balsamiche e speziate di zenzero e pepe bianco. In bocca il vino è molto vivo e piacevole; l’acidità si sposa con struttura, rotondità e grassezza raggiungendo un equilibrio molto piacevole. Persistenza notevole.
Prima vendemmia nel 1993. Vigna singola nel comune di Offida. Resa per singola pianta: 1,5 kg di uva. Vendemmia manuale a ottobre. Vinificazione tradizionale separata dei due vitigni, con macerazione sulle bucce per 28 giorni. Affinamento in barrique nuove per 18 mesi. Assemblaggio dei due vini e riposo in bottiglia per sei mesi. Produzione annua: 50.000 bottiglie. È il vino più premiato dell’azienda.
Colore rosso rubino, con sfumature violacee. Al naso si apprezzano note floreali di viola e ciclamino, una leggera nota vegetale che ricorda il geranio, un fruttato di mora e mirtillo succosi e, in seconda istanza, di ciliegia e amarena, note speziate leggere di pepe nero, cannella e chiodo di garofano, balsamiche di bacca di ginepro e un po’ mentolate. La bocca è importante, piena e voluminosa, con sensazioni succose di mora e mirtillo seguite dalla parte tannica che frena la salivazione, con un cenno di cioccolato fondente e polvere di caffè. Bella persistenza ed eleganza.
Prima vendemmia: 1998. Vigneto in contrada Chiarini a Castel di Lama (AP). Resa per singola pianta: 1,5 kg di uva. Vendemmia manuale a ottobre. Vinificazione tradizionale con macerazione sulle bucce. Affinamento in barrique nuove per 18 mesi e per almeno tre mesi in bottiglia. Produzione annua: 30.000 bottiglie.
Colore rosso compatto, con riflessi violacei. Il naso esprime note fruttate scure di mora e mirtillo su cui si affacciano l’amarena, lievi note vegetali ben integrate e speziate di cannella e liquirizia. La bocca è potente, persistente ed elegante, dotata di bella freschezza, con una parte tannica perfettamente integrata. L’assenza del sangiovese e la presenza dei vitigni internazionali attribuiscono al vino una nota più scura, legata a una parte terrosa, di china e di radici, ma sempre giocata sull’eleganza.